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    Dalla progettazione all’utilizzo di un sistema informativo geologico al servizio del rilevamento geologico: la banca dati della Regione Lombardia e la cartografia geologica derivata

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    In questa Tesi è descritto il processo di creazione di un Sistema Informativo Geologico e degli strumenti informatici per la gestione dell’informazione su base geografica, o più semplicemente GIS (Geographic Information System), al servizio delle attività di rilevamento geologico, finalizzato alla raccolta dei dati ed alla loro rappresentazione cartografica nell'ambito di un Sistema Informativo Territoriale (SIT). Un SIT è definibile come l'insieme di uomini, strumenti e procedure che, nell’ambito di una organizzazione, permettono l’acquisizione e la distribuzione dei dati relativi alla conoscenza dei fenomeni e degli attori presenti su territorio; tutto questo è facilitato in gran parte dalle capacità e funzionalità dei GIS. Il Sistema Informativo Territoriale orientato alla Geologia (SIG – Sistema Informativo Geologico) della Regione Lombardia è costituito da un gruppo di lavoro composto da geologi, informatici e geologi-informatici dell’Ente regionale e della società Lombardia Servizi (Gruppo Lombardia Informatica). Ho fatto parte del team di consulenza tecnico-scientifica incaricato da Lombardia Servizi per la realizzazione del SIG regionale. I compiti del gruppo di lavoro sono: - definizione di ruoli e metodi per la costituzione del SIG; - definizione delle logiche per la creazione di strumenti finalizzati all’archiviazione del dato geologico in una banca dati geologica e loro manutenzione; Il progetto è inserito nel più ampio processo di aggiornamento della Cartografia Geologica nazionale (progetto CARG). Il SIG ha come principali obiettivi: - la pianificazione ed esecuzione del rilevamento geologico di dettaglio (scala 1:10.000) del territorio lombardo; - la costruzione di un database della geologia di superficie (ma anche del sottosuolo per le aree di pianura) interrogabile e aggiornabile ; - il supporto ai processi di analisi finalizzati alla descrizione della geologia superficiale e ricostruzione degli eventi che hanno creato il paesaggio attuale; - la rappresentazione cartografica dell’ambiente geologico a partire dal database creato. - la distribuzione dell’informazione geologica archiviata in vari formati (cartaceo e digitale); Sono qui descritte ed analizzate criticamente la filosofia di costruzione delle procedure e le soluzioni tecniche e metodologiche adottate per realizzare gli obiettivi prefissi. L’APAT (Agenzia per la Protezione dell'Ambiente e per i servizi Tecnici nazionali) ha ereditato dal Servizio Geologico il compito di rilevare, aggiornare e pubblicare la Carta Geologica d'Italia (progetto nazionale CARG) quale organo cartografico dello Stato in base alla legge 68/60. Nel 1976 era stato completato il rilevamento della Carta geologica d'Italia alla scala 1:100.000 costituita da 278 fogli a copertura del territorio nazionale; per il suo aggiornamento sono stati definiti strumenti normativi idonei a garantire l'omogeneità dei contenuti e della rappresentazione cartografica; la definizione delle norme discende dall'applicazione di linee guida, frutto dell'attività di Commissioni e Gruppi di lavoro, pubblicate nei Quaderni della serie III (ed. APAT). L’Ente Regione Lombardia, per rispondere all’impegno istituzionale di aggiornamento della Carta Geologica, all’interno del più ampio e strutturato Sistema Informativo Territoriale regionale, ha dunque creato il Sistema Informativo Geologico (SIG) regionale. Il rapido evolversi delle ricerche nel campo delle Scienze della Terra e l'importanza che riveste la cartografia geologica nella gestione del territorio, hanno spinto la Regione Lombardia a progettare un rilevamento geologico di dettaglio per dotarsi di una banca dati geologica dalla quale derivare la propria cartografia geologica (alla scala 1:10.000). Sono stati quindi definiti standard specifici rispondenti a questa esigenza di maggior dettaglio (rispetto a quanto indicato dal progetto nazionale CARG) ed è stato pianificato e in gran parte realizzato un rilevamento ex-novo finalizzato alla pubblicazione del dato alla scala del rilevamento e per la sua generalizzazione alle scale 1:25.000 e 50.000. Alla fine del processo saranno stati realizzati 14 fogli del territorio lombardo relativamente alle aree alpine e di passaggio alla pianura (Bergamo, Bormio, Breno, Clusone, Lecco, Iseo, Malonno, Ponte di Legno, Sondrio, Vimercate, Milano, Bagolino, Seregno, Voghera). In tale progetto sono anche coinvolti le Università di Milano, di Pavia e di Bolona, il Politecnico di Milano e il CNR - Centro di Studio per la Geodinamica Alpina e Quaternaria di Milano. L’attività di rilevamento geologico è di competenza dei funzionari regionali della Struttura Sistema Informativo Territoriale della Direzione Generale Territorio e Urbanistica che, coadiuvati da geologi rilevatori, realizzano tutte le fasi del lavoro, dalla raccolta del dato fino alla sua pubblicazione. L’ambiente informatico GIS sviluppato, denominato CARGeo (Cartografia Geologica), permette di inserire i dati raccolti da geologi rilevatori in un database appositamente predisposto, mediante interfacce grafiche semplificate e procedure standard di archiviazione e controllo di correttezza formale. La banca dati è costruita in modo da facilitare l’archiviazione della maggior parte dei dati che normalmente il geologo registra nella carta e nei taccuini di terreno e, allo stesso tempo, guidarlo nella raccolta organica dell’informazione geologica. Nella strutturazione del database è stata privilegiata la possibilità di inserire attributi direttamente associabili agli elementi geometrici anziché attraverso schede associate a punti di osservazione. Il geologo rilevatore interviene per correggere errori di digitalizzazione o di attribuzione con un processo ciclico, fino ad ottenere una banca dati corretta secondo gli standard predefiniti. Gli strumenti di creazione della banca dati permettono anche di: - disegnare gli schemi accessori (sezioni geologiche, schemi stratigrafici e strutturali etc.); - eseguire lo “sfoltimento” e posizionamento delle annotazioni sulla mappa (sigle di unità litologiche e parametri di inclinazione delle giaciture) secondo criteri di leggibilità della carta - creare le legende; - creare banche dati a scala inferiore (1:25.000 e 50.000); - stampare e pubblicare carte geologiche complete di schemi e legende. Il sistema contiene gli strumenti necessari alla migrazione della banca dati dalla struttura proprietaria CARG-Regione Lombardia a quella CARG-APAT secondo la struttura definita nei Quaderni della serie III Il Sistema nel corso del biennio 2006-2007 ha raggiunto la fase di consegna dei dati (derivazione e generalizzazione della banca dati CARG-APAT 1.50.000 da quella 1:10.000 CARG-Regione Lombardia) dei primi fogli completati (ISEO, MALONNO, LECCO e SONDRIO) con ritardo rispetto alla programmazione. Sono state analizzate le cause che hanno portato a questo rallentamento del flusso di lavoro, quindi apportate le necessarie modifiche al Sistema. Sono qui descritti i problemi e le soluzioni trovate per migliorare l'efficienza del sistema. Attualmente il Sistema Informativo Geologico è in una fase di ristrutturazione, che vede la migrazione verso un’architettura informatica basata sulla piattaforma ARCGis® 9.x. Attraverso il Sistema Informativo Geologico viene tentata una sintesi fra le logiche metodologiche dei due ambiti tecnico-scientifici coinvolti (Geologia e Informatica), in un ambiente dove ricercatori e tecnici lavorano sperimentando l’interazione tra le conoscenze e le metodologie conoscitive tipiche delle Scienze Geologiche e le tecnologie e processi logici delle Scienze Informatiche. Con questa Tesi è documentato tutto il percorso di costruzione della banca dati geologica attraverso e all’interno del sistema realizzato assieme gruppo di lavoro composto da geologi e tecnici informatici, cui ho partecipato, riassumendo gli oltre 9 anni di lavoro dall’ideazione del progetto CARGeo, anche in funzione del suo miglioramento

    Impact of Diabetes Mellitus and Chronic Kidney Disease on Cardiovascular Outcomes and Platelet P2Y(12) Receptor Antagonist Effects in Patients With Acute Coronary Syndromes : Insights From the PLATO Trial

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    Background-There are limited data on how the combination of diabetes mellitus (DM) and chronic kidney disease (CKD) affects cardiovascular outcomes as well as response to different P2Y(12) receptor antagonists, which represented the aim of the present investigation. Methods and Results-In this post hoc analysis of the PLATO (Platelet Inhibition and Patient Outcomes) trial, which randomized acute coronary syndrome patients to ticagrelor versus clopidogrel, patients (n=15 108) with available DM and CKD status were classified into 4 groups: DM+/CKD+ (n=1058), DM+/CKD- (n=2748), DM-/CKD+ (n=2160), and DM-/CKD- (n=9142). The primary efficacy end point was a composite of cardiovascular death, myocardial infarction, or stroke at 12 months. The primary safety end point was PLATO major bleeding. DM+/CKD+ patients had a higher incidence of the primary end point compared with DM-/CKD- patients (23.3% versus 7.1%; adjusted hazard ratio 2.22; 95% CI 1.88-2.63; P Conclusions-In acute coronary syndrome patients, a gradient of risk was observed according to the presence or absence of DM and CKD, with patients having both risk factors at the highest risk. Although the ischemic benefit of ticagrelor over clopidogrel was consistent in all subgroups, the absolute risk reduction was greatest in patients with both DM and CKD.Peer reviewe

    stairs and fire

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    Discutindo a educação ambiental no cotidiano escolar: desenvolvimento de projetos na escola formação inicial e continuada de professores

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    A presente pesquisa buscou discutir como a Educação Ambiental (EA) vem sendo trabalhada, no Ensino Fundamental e como os docentes desta escola compreendem e vem inserindo a EA no cotidiano escolar., em uma escola estadual do município de Tangará da Serra/MT, Brasil. Para tanto, realizou-se entrevistas com os professores que fazem parte de um projeto interdisciplinar de EA na escola pesquisada. Verificou-se que o projeto da escola não vem conseguindo alcançar os objetivos propostos por: desconhecimento do mesmo, pelos professores; formação deficiente dos professores, não entendimento da EA como processo de ensino-aprendizagem, falta de recursos didáticos, planejamento inadequado das atividades. A partir dessa constatação, procurou-se debater a impossibilidade de tratar do tema fora do trabalho interdisciplinar, bem como, e principalmente, a importância de um estudo mais aprofundado de EA, vinculando teoria e prática, tanto na formação docente, como em projetos escolares, a fim de fugir do tradicional vínculo “EA e ecologia, lixo e horta”.Facultad de Humanidades y Ciencias de la Educació

    Search for narrow resonances using the dijet mass spectrum in pp collisions at s√=8  TeV

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    Results are presented of a search for the production of new particles decaying to pairs of partons (quarks, antiquarks, or gluons), in the dijet mass spectrum in proton-proton collisions at s√=8  TeV. The data sample corresponds to an integrated luminosity of 4.0  fb−1, collected with the CMS detector at the LHC in 2012. No significant evidence for narrow resonance production is observed. Upper limits are set at the 95% confidence level on the production cross section of hypothetical new particles decaying to quark-quark, quark-gluon, or gluon-gluon final states. These limits are then translated into lower limits on the masses of new resonances in specific scenarios of physics beyond the standard model. The limits reach up to 4.8 TeV, depending on the model, and extend previous exclusions from similar searches performed at lower collision energies. For the first time mass limits are set for the Randall–Sundrum graviton model in the dijet channel

    Venous thromboembolism risk and prophylaxis in hospitalised medically ill patients The ENDORSE Global Survey

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    Limited data are available regarding the risk for venous thromboembolism (VIE) and VIE prophylaxis use in hospitalised medically ill patients. We analysed data from the global ENDORSE survey to evaluate VTE risk and prophylaxis use in this population according to diagnosis, baseline characteristics, and country. Data on patient characteristics, VIE risk, and prophylaxis use were abstracted from hospital charts. VTE risk and prophylaxis use were evaluated according to the 2004 American College of Chest Physicians (ACCP) guidelines. Multivariable analysis was performed to identify factors associated with use of ACCP-recommended prophylaxis. Data were evaluated for 37,356 hospitalised medical patients across 32 countries. VIE risk varied according to medical diagnosis, from 31.2% of patients with gastrointestinal/hepatobiliary diseases to 100% of patients with acute heart failure, active noninfectious respiratory disease, or pulmonary infection (global rate, 41.5%). Among those at risk for VTE, ACCP-recommended prophylaxis was used in 24.4% haemorrhagic stroke patients and 40-45% of cardiopulmonary disease patients (global rate, 39.5%). Large differences in prophylaxis use were observed among countries. Markers of disease severity, including central venous catheters, mechanical ventilation, and admission to intensive care units, were strongly associated with use of ACCP-recommended prophylaxis. In conclusion, VIE risk varies according to medical diagnosis. Less than 40% of at-risk hospitalised medical patients receive ACCP-recommended prophylaxis. Prophylaxis use appears to be associated with disease severity rather than medical diagnosis. These data support the necessity to improve implementation of available guidelines for evaluating VIE risk and providing prophylaxis to hospitalised medical patients

    Venous Thromboembolism Risk and Prophylaxis in the Acute Care Hospital Setting (ENDORSE Survey) Findings in Surgical Patients

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    Objective: To evaluate venous thromboembolism (VTE) risk in patients who underwent a major operation, including the use of, and factors influencing, American College of Chest Physicians-recommended types of VTE prophylaxis
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