60 research outputs found

    The assessment of the safety factor with Probability Based Design and Euro code 7 in a slope stability case study

    Get PDF
    Slope stability accidents are widely spread in geotechnical calculation field.The purpose of this paper is to present an artificial slope stability case study,constructed in Porto Romano area (near Durres city, Albania). This embankment was foreseen to be building in a conic trunk shape, with diameter in base 43 m, height 10 m and inclination ratio 1:3, which was also used as a load during the consolidation process within the Preloading Mitigation Seismic Risk study of this area.The way of embankment's construction was suggested by the team of engineers, which performed the slope stability calculations during the design phase.Our study aims to deal with the recalculation of safety factor using Probability Based Design and Eurocode 7 Design Approaches after it failed at 6.45 m of height.After the recalculation we could estimate the causes that led to the failure

    Analisi sulla transizione del mercato del lavoro in Albania: aspetti giuridici ed economici

    Get PDF
    Abstract della Tesi di Dottorato Dottorato di Ricerca in Sociologia, Scienze Sociali Applicate Dipartimento di Scienze Sociali ed Economiche. Titolo di Tesi: Analisi sulla transizione del Mercato del Lavoro in Albania: Aspetti Giuridici e Economici. L’obiettivo di questo lavoro di ricerca Ăš l’analisi comparata del mercato del lavoro in Albania durante e dopo il regime comunista. Nella ricerca la normativa sul lavoro viene costantemente messa a confronto con i suoi effetti sul mercato, prima della caduta del regime e negli anni successivi a questo cambiamento politico ed economico di proporzioni notevoli. Assieme al confronto normativo Ăš stata portata avanti un’analisi dettagliata di dati fondamentali per la comprensione dell’andamento e delle oscillazioni del mercato del lavoro nei due periodi presi in considerazione dal 1950 al 1990 e dal 1991 al 2016. L’intento Ăš quello di individuare differenze e punti in comune tra i due periodi, con la consapevolezza perĂČ della diffidenza generalizzata e del giudizio negativo sul regime comunista in Albania. La normativa che regola gli indicatori del mercato del lavoro costituisce un tema fondamentale ed Ăš una questione che suscita sempre un dibattito piuttosto acceso. A partire dalla mia formazione giuridica ho provato a mettere in luce e a comprendere i differenti aspetti relativi a questo ambito, piĂč strettamente giuridico, e di individuare gli effetti che essi producono, nel corso del tempo, sul mercato del lavoro. Il mercato del lavoro costituisce, ovviamente, il contesto nel quale si realizza il rapporto di lavoro e la normativa che lo regola e che ha il “potere” di rendere il “lavoro”, stabile o precario. Il lavoro precario si inserisce, di norma, in un mercato del lavoro flessibile che a sua volta Ăš spesso caratterizzato da un tasso di disoccupazione piuttosto elevato. La questione problematica degli anni di transizione in Albania Ăš, infatti, la forte flessibilitĂ  del mercato e la precarizzazione del lavoro. L’ipotesi che fa da sfondo alla ricerca Ăš quella che pone come determinante fondamentale della flessibilitĂ  del mercato del lavoro albanese negli anni della transizione l’evoluzione del quadro normativo e il suo ruolo nell’andamento del mercato. La tesi sostenuta afferma che l’evoluzione della normativa e della giurisprudenza sul lavoro abbia prodotto, dopo la caduta del regime comunista un mercato del lavoro eccessivamente flessibile. La riforma del Codice del lavoro, ha creato, negli anni della transizione, molte lacune e ha lasciato molto spazio alla discrezionalitĂ  dei giudici nell’interpretare la norma sulla tutela del rapporto di lavoro. La giurisprudenza delle sezioni unite della Corte Suprema albanese, ha stabilito che il lavoratore nei casi di risoluzione del contratto di lavoro a tempo indeterminato senza giusta causa il lavoratore non gode di una tutela giudiziaria per il reintegro sul posto del lavoro ma gode di tutela giudiziaria per l’indennitĂ . L’obiettivo della ricerca come accennato all’inizio, Ăš invece quello di analizzare comparativamente il quadro normativo che regola il mercato del lavoro e quello per definire i rapporti che intercorrono al suo interno, individuare gli effetti che si sono prodotti nei due periodi presi in esame e di approfondire l’evoluzione della tutela del rapporto di lavoro. In generale, il tentativo Ăš quello di esaminare diverse variabili degli indicatori del mercato del lavoro che rendono evidente l’impatto della normativa sul mercato del lavoro. Per osservare la Domande della ricerca - Quale effetto ha prodotto la transizione sulla struttura demografica in Albania? - Quale effetto ha prodotto la transizione sull’occupazione in generale in Albania? - Quale effetto ha prodotto la transizione sull’occupazione giovanile in Albania? - Quale effetto ha prodotto la transizione sulla disoccupazione in Albania? - Quale Ăš il livello di scolaritĂ  e di istruzione universitarie in Albania in confronto tra i due periodi? - Quale effetto ha prodotto la legislazione sull’inserimento nel mondo del lavoro? - Quale effetto ha prodotto la transizione della normativa di lavoro sulla flessibilitĂ  in uscita? - Quale effetto ha prodotto la transizione della normativa sulla flessibilitĂ  in entrata? - Quale effetto ha prodotto la transizione sui salari? Per rispondere alle domande transizione del mercato del lavoro in Albania sono analizzati i dati secondari riguardanti popolazione, occupazione, disoccupazione, istruzione, salari, trattati dall’INSTAT (Istituto Nazionale delle Statistiche) Albania. Lo studio include il periodo durante il regime comunista e il periodo dopo la caduta del regime. È stato scelto come metodo l’analisi di statistica descrittiva. La quantitĂ  dei dati Ăš stata selezionata dall’archivio elettronico che si trova nel sito web dell’INSTAT Albania. In base a questi dati si sono costruiti i grafici necessari per riflettere praticamente la transizione del mercato del lavoro. In sintonia con i metodi di studio sono utilizzati le tabelle i cui dati sono presentati mediante grafici. Per gli analisi sono utilizzati materiale statistico ufficiale, che sono stati la fonte centrale dei dati per realizzare il lavoro di ricerca. Si sono dunque passati in rassegna i dati raccolti nei testi dell’annuario statistico albanese e i dati dell’INSTAT (Istituto della Statistica in Albania), in qualitĂ  di fonte secondaria. Per farlo, nel modo piĂč rigoroso possibile, si sono utilizzati alcuni software appositi come Excel o SPSS. Per comparare i dati relativi ai due periodi, si Ăš analizzato prima e separatamente l’aspetto giuridico e quello statistico, utilizzando una tecnica di analisi di statistica descrittiva poi si Ăš proceduto ad un’analisi comparativa sugli aspetti normativi e su quelli statistici. Inoltre i dati relativi all'Albania sono stati comparati anche con quelli del mercato del lavoro in Italia, in corrispondenza agli studi effettuati da vari autori. Per la ricerca bibliografica, ci si Ăš avvalsi infine delle risorse offerte dall’UniversitĂ  “La Sapienza” di Roma tra cui le sue biblioteche, la Biblioteca Nazionale a Roma, la Biblioteca Nazionale a Tirana, l’archivio del Ministero dell’benessere sociale in Albania e l’archivio on - line della Corte Suprema di Albania. Il lavoro finale Ăš articolato in cinque capitoli. Il primo cerca di restituire il quadro della letteratura presa in considerazione sul mercato del lavoro attraverso un’articolazione in due paragrafi. Nel primo sono citati alcuni riferimenti relativi al concetto di mercato del lavoro, la sua definizione, le sue categorie. Il mercato del lavoro viene cioĂš analizzato in quanto mercato all’interno del quale viene scambiata una merce particolare. Il concetto astratto di mercato del lavoro puĂČ essere rappresentato nella sua specificitĂ  di mercato caratterizzato dal confronto tra la domanda e l’offerta di lavoro. In questo senso, le categorie e gli indicatori del mercato del lavoro da prendere in considerazione sono molteplici come ad esempio la forza lavoro, l’occupazione, la disoccupazione, il tasso di occupazione e di disoccupazione. Nel secondo paragrafo ci si concentra sugli aspetti teorici prima e durante la transizione del mercato del lavoro in Albania. L’ultimo decennio del Ventesimo secolo ha visto susseguirsi, in Albania, importanti cambiamenti sul piano politico, economico e sociale. Il passaggio da un sistema socialista a un sistema democratico ha messo il paese davanti ad una prova molto difficile che implicava necessariamente, la costruzione di una nuova struttura economica. Tra il 1990 e il 1991 il nuovo sistema ha iniziato a svilupparsi sulle fondamenta del vecchio modello economico, fondato sulla proprietĂ  statale. Inizialmente Ăš stata concessa la gestione autonoma delle aziende per assicurare che la loro attivitĂ  economica fosse indipendente. In quelle condizioni di partenza la sfida era pressochĂ© impossibile: l’economia centralizzata non offriva indipendenza economica, l'utilizzo di tecnologie obsolete limitava l'efficienza delle aziende che erano sovvenzionate dallo Stato. Inoltre i mutamenti politici ed economici in tutta l’Europa centrale e dell’Est inclusa l’Albania hanno prodotto il collasso delle economie nazionali e molte aziende attive fino ad allora sono state chiuse per fallimento. Il passaggio dalla proprietĂ  statale alla proprietĂ  privata Ăš, in assoluto, un processo molto difficile rispetto al quale la scienza economica individua due vie perseguibili: il passaggio graduale attraverso strategie di sviluppo, programmate e coordinate o una Shock Therapy. L’Albania ha scelto la Shock Therapy. Lo Stato si Ăš trovato davanti ad una situazione economica e sociale molto difficile e ha deciso di continuare a pagare l’80% dello stipendio a tutti i nuovi disoccupati prodotti dalla chiusura delle aziende. Questa situazione ha causato un disequilibrio finanziario che ha reso necessario una ristrutturazione economica che ponesse al centro le privatizzazioni. Questi cambiamenti hanno inciso direttamente anche sul mercato del lavoro. Prima del 1990 il concetto di disoccupazione non esisteva, o meglio, i dati che lo descrivevano, non erano pubblicati ufficialmente, nonostante si contassero circa 113.000 disoccupati. Nel 1989 il mercato del lavoro era caratterizzato da un alto tasso di occupazione nelle zone rurali. Le privatizzazioni hanno causato diversi problemi nel mercato del lavoro: i troppi licenziamenti hanno fatto salire molto velocemente il tasso di disoccupazione. Durante la privatizzazione non Ăš stata tutelata la parte piĂč debole, i lavoratori. La disoccupazione come concetto Ăš entrata a far parte dell’opinione pubblica albanese nel 1992. Il passaggio da un sistema ad un altro Ăš stato accompagnato da una riforma istituzionale e giuridica che ha ovviamente investito anche il mercato del lavoro. Nel passato la legislazione sul lavoro era rappresentata dal Codice del lavoro che ha continuato a svolgere una funzione normativa fondamentale anche dopo gli sconvolgimenti del 1990, anche se, come vedremo, affiancata da nuovi interventi legislativi. Il secondo capitolo affronta l’analisi, dettagliata, del profilo giuridico e economico del mercato del lavoro in Albania prima del 1990. Vengono presi in esame gli indicatori e gli effetti delle norme giuridiche introdotte per la regolamentazione del mercato del lavoro durante la dittatura comunista. La ricerca Ăš fondata su dati derivati da fonti secondarie pubblicate nell’annuario statistico albanese del 1991 e interpretati attraverso un’analisi statistica descrittiva della popolazione, dell’occupazione, dell’occupazione in base alle professioni, dell’istruzione e dei salari. La legislazione albanese aveva, in termini generali, una natura totalitaria. La regolamentazione del mercato del lavoro era impostata in modo conforme a quanto richiesto da un sistema economico pianificato. Tenendo a mente come indicatori la popolazione e l’occupazione si rileva che: le politiche del lavoro governative avevano lo scopo di aumentare al massimo il tasso di occupazione e l’occupazione era pianificata in base ai settori economici ed alla formazione. All’interno di un sistema di economia pianificata, il governo allocava a sĂ© il compito di organizzare e strutturare il lavoro. Una caratteristica particolare dell’organizzazione del lavoro era costituita dall’adozione del metodo del “cottimo”, che imponeva di misurare quantitĂ  e qualitĂ  del lavoro e determinare la relativa retribuzione. Come noto, non era consentito che i lavoratori godessero della libertĂ  di circolazione nel territorio nazionale al fine di cercare un nuovo lavoro. Le variabili analizzate ai fini di quest’analisi sono quella di genere, donne e uomini in qualitĂ  forza lavoro e il mutamento della popolazione nel corso del tempo, la sua crescita e quella relativa al contesto (popolazione urbana o rurale). Lo studio si Ăš poi concentrato sulle variabili relative al livello di istruzione (laureati o con diploma professionale) delle donne e degli uomini occupati per mostrare gli effetti della normativa su questo indicatore specifico. Infine si Ăš presa in esame la questione della sicurezza sul lavoro. Questione centrale nelle prioritĂ  del governo che ha avuto sempre a cuore la salute dei lavoratori a partire dalla considerazione dell’uomo in qualitĂ  di capitale “piĂč prezioso”. Il terzo capitolo affronta invece la situazione del mercato del lavoro nella fase di transizione immediatamente successiva alla caduta del regime. Il 1991 ha visto, in Albania, la caduta del regime e il passaggio dal punto di vista politico ad un sistema democratico pluralistico e da quello economico da un’economia pianificata ad un’economia di mercato. Di conseguenza anche il mercato del lavoro, da mercato pianificato Ăš diventato un mercato libero. Durante il regime bisogna ricordare, infatti, che l’unico datore di lavoro era lo Stato che pianificava interamente l’occupazione. All’inizio del capitolo si analizza il cambiamento della normativa in materia di lavoro descrivendo le nuove leggi introdotte, mentre successivamente si tratta, in generale, delle nuove politiche del lavoro; si analizza la struttura demografica, prendendo studiando le variabili riguardanti nascite, i decessi, la longevitĂ  e in generale la crescita demografica e dunque il mutamento della popolazione, nel suo complesso, dopo la caduta del regime, in qualitĂ  forza lavoro (maschile e femminile). Si procede poi all’analisi dell’occupazione dopo la caduta del regime concentrandosi sul livello di istruzione (come prima, occupati laureati o con diploma professionale) verificando quale delle variabili ha avuto una crescita o un calo in base all’attivitĂ  svolta, al settore di riferimento, pubblico o privato. Si esamina quindi il salario nominale e il salario reale, verificando la crescita dei salari nel corso del tempo. Alla fine del capitolo si restituisce l’analisi sulla disoccupazione e il tasso di disoccupazione, sempre tenendo a mente la variabile di genere e verificando le variazioni nel corso del tempo. Nel quarto capitolo, infine, si comparano i due periodi presi in esame confrontando la normativa, gli indicatori e le variabili del mercato del lavoro. Il capitolo Ăš diviso in due parti. La prima tratta il confronto del profilo giuridico del mercato del lavoro e dei rapporti di lavoro, analizzando le analogie e le differenze tra le due legislazioni cercando di mostrarne anche l’evoluzione nel corso del tempo. Lo studio comparativo prende il via a partire dalle fonti primarie per poi analizzare la normativa che disciplina le politiche del mercato del lavoro e, in infine, la giurisprudenza, la cui analisi arricchisce il discorso e rende immediatamente comprensibili alcuni punti di blocco, in particolare negli anni della transizione. Si cerca di evidenziare analogie e differenze tra le norme che regolano il lavoro prima e dopo la caduta del regime comunista e i loro effetti sull’economia albanese. Nella seconda parte si evidenzia e verifica l’evoluzione degli indicatori e delle variabili del mercato del lavoro intesa come conseguenza dei cambiamenti politici e della normativa. Si analizza la comparazione tra i mutamenti demografici nei due periodi, la popolazione in quanto forza lavoro, le nascite, i decessi e la crescita naturale, la longevitĂ , l’occupazione in base all’attivitĂ  economica. Si cerca, in particolare, di mettere in luce come la trasformazione della forza lavoro sia conseguente e legata a quella del sistema politico e delle politiche del mercato del lavoro. Con la comparazione dell’attivitĂ  economica tra i due periodi considerati, si cerca di verificare, in quale settore economico il tasso d’occupazione sia stato piĂč elevato e quale sia stata la sua evoluzione tra il 1990 e il 2013. Riguardo all’analisi dei dati sull’occupazione in base al livello di istruzione (laureati o diploma professionale) verificando l’evoluzione delle variabili nel tempo si cerca di mostrare gli effetti e i rapporti tra le variabili. Viene per ultimo preso in considerazione, analizzando le differenze e le relazioni tra le variabili, il numero degli occupati in base al settore economico evidenziando quello nel quale si rileva un aumento del tasso di disoccupazione. Il numero degli occupati, durante la transizione, Ăš calato nel settore dell’industria perĂČ Ăš aumentato nel settore di servizi. Il capitolo quinto conclude il lavoro di ricerca, analizza i risultati e si fa confronto anche con i risultati trovati da vari autori in Italia, e fa emergere un punto di vista soggettivo che ha guidato l’analisi. Analizzando gli aspetti giuridici ed economici della transizione del mercato del lavoro, dall’economia pianificata all’economia del mercato, ci si trova ad affrontare le problematiche occupazionali e l’eccessiva flessibilitĂ  che ne sono state dirette conseguenze, da un punto di vista giuridico, economico e sociale. Osservando le fonti di diritto, si rileva che i due ordinamenti giuridici mostrano molte differenze ma anche qualche somiglianza. In definitiva, sia durante il regime comunista che dopo, le norme avevano come obiettivo fondamentale quello di garantire l’occupazione a tutti cittadini abili per il lavoro. Con il passaggio all’economia di mercato si Ăš cercato di rispettare ed allinearsi alle norme internazionali. Con la transizione lo stato non Ăš riuscito a garantire l’occupazione per tutti ma si Ăš preoccupato di introdurre politiche indirizzate in modo particolare all’inserimento nel mercato del lavoro. Da un punto di vista formale entrambi gli ordinamenti giuridici si sono impegnati a garantire forme, seppur differenti, di tutela sociale. Le differenze sostanziali, tra i due periodi analizzati e dunque tra le normative che hanno regolato i meccanismi del mercato del lavoro prima e dopo il regime comunista in Albania, sono quelle direttamente collegate al funzionamento del modello economico, economia socialista pianificata prima, economia di mercato, poi, da intendersi in un mercato libero e nel quale soprattutto trovava posto la proprietĂ  pubblica come quella privata. Prima del 1990, infatti, la proprietĂ  privata era, come previsto dalla Costituzione, vietata, cosĂŹ come non esisteva alcun diritto sindacale o diritto allo sciopero. Risulta evidente, da queste prime osservazioni, la fondamentale importanza delle leggi e la loro capacitĂ  di incidere sugli indicatori del mercato del lavoro. Durante il regime, per legge, la disoccupazione non esisteva. Dopo la sua caduta, nonostante i cambiamenti giuridici avessero previsto l’introduzione di politiche attive per l’occupazione e di programmi di incentivazione dell’occupazione, i loro effetti sono stati molto limitati Anche il mercato del lavoro Ăš stato oggetto di mutamenti rilevanti. Prima del 1990 la forza lavoro era numericamente superiore indipendentemente dalla crescita o dalla diminuzione della popolazione totale. Questo perchĂ© l’etĂ  media della popolazione era inferiore come conseguenza delle politiche seguite dal regime per aumentare la popolazione in breve tempo. Nel post regime si Ăš osservato un calo della forza lavoro, dovuto a due fattori in particolare: l’aumento esponenziale dell’emigrazione all’estero e il calo delle nascite. La flessibilitĂ  in uscita del mercato del lavoro “post-regime” produce perĂČ un calo del numero di occupati, tranne nel settore dell’istruzione che a differenza di altri Ăš uscito indenne dagli sconvolgimenti politici ed economici. Sempre in questo periodo si assiste allo sviluppo di nuove attivitĂ  economiche, come ad esempio quelle che animano il settore dei servizi. La comparazione dei dati ha messo in luce diversi risultati. Dal punto di vista normativo esiste la differenza tra i due ordinamenti, quello italiano e quello albanese. Ultimamente con la riforma di Jobs Act, la legge italiana ha creato un mercato flessibile sia in entrata che in uscita. Gli studi e le analisi confermano che negli anni della transizione Ăš stata seguita una politica volta al miglioramento della situazione del mercato del lavoro e che, perĂČ, ha causato molti problemi sociali, ha aumentato la disoccupazione, producendo licenziamenti di massa e che quindi non Ăš riuscita a tutelare i lavoratori. Oggetto centrale di questo lavoro di ricerca sono state le leggi in materia di lavoro e mercato del lavoro, perchĂ© si ritiene che rivestano un ruolo fondamentale nell’influenzare l’andamento degli indicatori del mercato del lavoro. Esse sono lo scheletro che consente di creare un mercato del lavoro rigido o un mercato del lavoro flessibile. La problematica della flessibilitĂ  in uscita dal mercato del lavoro nel settore pubblico non ha trovato soluzione rispetto alla tutela giudiziaria e alla tutela economica dei lavoratori. Alla fine del lavoro di ricerca, in seguito all’analisi e alla comparazione dei dati, Ăš possibile affermare che il mercato del lavoro in Albania sia eccessivamente flessibile in uscita In conclusione si evidenzia la fondamentale rilevanza del cambiamento intervenuto durante gli anni della transizione da regime comunista con sistema economico pianificato all’ordinamento democratico plurale e mercato libero

    Comparison of Probability Based Design and Eurocode 7 in Slope Stability Analysis

    Get PDF
    Since it is recently noticed that probability methods are being a vital part of theengineering design, in this article are taken into account two different methods such asProbability Based Design (PBD) and Eurocode 7. Both of these methods are based uponreliability design but each of them expresses this concept in different ways.In Probability Based Design, reliability (R) is strictly related to probability of failure(Pf). So, to define the value of reliability using Probability Based Design, it is initially neededto assess the value of probability of failure through statistical calculations. Reliabilitycalculations provide a means of evaluating the combined effects of uncertainties and a meansof distinguishing between conditions where uncertainties are particularly high or low.Eurocode 7 is a commonly used method which introduces the reliability design conceptin calculations through the usage of the partial coefficients (γ) using three design methods.To compare these methods, in this article is represented the detailed calculation of twocase studies related to slope stability analysis using each of the methods separately. Theresults drawn by these methods are then combined together and interpreted in order to retrievethe conclusions. Both of these methods are found to be able to give satisfying results

    Super-heavy fermion material as metallic refrigerant for adiabatic demagnetization cooling

    Get PDF
    Low-temperature refrigeration is of crucial importance in fundamental research of condensed matter physics, as the investigations of fascinating quantum phenomena, such as superconductivity, superfluidity and quantum criticality, often require refrigeration down to very low temperatures. Currently, cryogenic refrigerators with 3^3He gas are widely used for cooling below 1 Kelvin. However, usage of the gas is being increasingly difficult due to the current world-wide shortage. Therefore, it is important to consider alternative methods of refrigeration. Here, we show that a new type of refrigerant, super-heavy electron metal, YbCo2_2Zn20_{20}, can be used for adiabatic demagnetization refrigeration, which does not require 3He gas. A number of advantages includes much better metallic thermal conductivity compared to the conventional insulating refrigerants. We also demonstrate that the cooling performance is optimized in Yb1−x_{1-x}Scx_xCo2_2Zn20_{20} by partial Sc substitution with x∌x\sim0.19. The substitution induces chemical pressure which drives the materials close to a zero-field quantum critical point. This leads to an additional enhancement of the magnetocaloric effect in low fields and low temperatures enabling final temperatures well below 100 mK. Such performance has up to now been restricted to insulators. Since nearly a century the same principle of using local magnetic moments has been applied for adiabatic demagnetization cooling. This study opens new possibilities of using itinerant magnetic moments for the cryogen-free refrigeration

    Një varrezë e mesjetës së hershme në Bukël të Mirditës / Une nécropole haute-médiévale à Bukël de la Mirditë

    No full text
    Anamali Skënder. Një varrezë e mesjetës së hershme në Bukël të Mirditës / Une nécropole haute-médiévale à Bukël de la Mirditë. In: Iliria, vol. 1, 1971. pp. 209-226

    Dy punishte kandilash me firma në Bylis. / Deux ateliers de lampes estampillées à Byllis

    No full text
    Anamali Skënder. Dy punishte kandilash me firma në Bylis. / Deux ateliers de lampes estampillées à Byllis. In: Iliria, vol. 18 n°1, 1988. pp. 216-219
    • 

    corecore