9 research outputs found

    La terapia chirurgica della malattia diverticolare in fase acuta. Nostra esperienza

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    The treatment of the acute diverticolitis is still a stimulating and complex problem sustained by several anatomopatological and clinical factors and the possibility of different therapeutic options, being the operative mortality among 5% and 45%. With the modern technologies it is possible to follow the evolution of the illness so to perform more appropriate therapeutic plan. From 1997 to 2007 we have observed 278 patients with acute diverticolitis. In 219 (78,7%) patients the inflammatory and sub-occlusive condition has been faced with medical therapy, with resolution of the disease in 170 (61%) cases. In 49 (17,6%) patients we have gotten the resolution of the inflammatory disease, but not of the sub-occlusion and therefore we liked to submit them to surgical treatment in election. In 1 case we have found a colovesical fistula. A total of 59 (21,2%) patients with signs of acute abdomen have been submitted to surgery in urgency, within the 24 hours from the hospitalization. We have performed a primary resection with anastomosis and without stomia in all the patients, except in 3 cases in which we have done the Hartmann procedure for the cheap general conditions. We have not recorded intra and postoperative mortality and only in 3 cases we have had a leakage, that has not needed a surgical treatment. In 9 cases we observed infection of the wound, treated with antibiotic therapy. In our experience, performing a surgical procedure, without derivative stomia and manual anastomosis, it seems to be the fittest and less expensive procedure, also in situation of emergency-urgency, without increase of mortality and morbility

    Genetic associations at 53 loci highlight cell types and biological pathways relevant for kidney function.

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    Reduced glomerular filtration rate defines chronic kidney disease and is associated with cardiovascular and all-cause mortality. We conducted a meta-analysis of genome-wide association studies for estimated glomerular filtration rate (eGFR), combining data across 133,413 individuals with replication in up to 42,166 individuals. We identify 24 new and confirm 29 previously identified loci. Of these 53 loci, 19 associate with eGFR among individuals with diabetes. Using bioinformatics, we show that identified genes at eGFR loci are enriched for expression in kidney tissues and in pathways relevant for kidney development and transmembrane transporter activity, kidney structure, and regulation of glucose metabolism. Chromatin state mapping and DNase I hypersensitivity analyses across adult tissues demonstrate preferential mapping of associated variants to regulatory regions in kidney but not extra-renal tissues. These findings suggest that genetic determinants of eGFR are mediated largely through direct effects within the kidney and highlight important cell types and biological pathways

    UTILIZZO DI STRATEGIE E BIOMATERIALI PER LA RIDUZIONE DELLA DEGENZA E DELLE COMPLICANZE IN CHIRURGIA TIROIDEA

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    Le indicazioni alla chirurgia tiroidea hanno subito, negli ultimi anni, modificazioni sostanziali rispetto alle tecniche comunemente adottate, proponendo la tiroidectomia totale in tutti i casi di patologia diffusa, anche se di tipo benigno. Questo orientamento si è arricchito, inoltre, di nuove tecnologie di dissezione che hanno ulteriormente perfezionato la tecnica operatoria, riducendo considerevolmente il trauma chirurgico ed i tempi di intervento. L'impiego di questi strumenti trova una precisa indicazione nelle incisioni dei tessuti molli e laddove si desideri un accurato controllo dell'emostasi con il minimo effetto termico laterale. La chirurgia della tiroide richiede un'indiscussa manualità chirurgica e comporta di norma l'uso di strumenti che possono esporre a fastidiosi sanguinamenti, spesso di non semplice controllo durante l'isolamento e la dissezione dei peduncoli vascolari e dei tessuti. Così, alle necessarie legature delle arterie polari se ne possono aggiungere numerose altre dirette ad emostasi non sempre agevoli, in particolare in ghiandole molto vascolarizzate e con rete venosa sviluppata e friabile. Tutto questo può comportare un allungamento dei tempi operatori e, quando si ricorre all'uso del bisturi elettrico, gravi rischi per le lesioni determinate dalla diffusione del calore, soprattutto in prossimità di strutture anatomiche molto delicate. Gli obiettivi di questo studio sono l’individuazione di indicatori di processo ed outcome per una chirurgia con degenza post-operatoria breve, senza complicanze

    Occlusione intestinale da fitobezoario. Un caso clinico

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    masse di materiale parzialmente o del tutto indigeribile che si formano nello stomaco; la loro genesi è legata alla natura dell’ingesto, alla presenza di alterazioni dell’apparato digerente ed a patologie psichiatriche. Il fitobezoario (Fb) raramente è causa di occlusione intestinale e la localizzazione più frequente è a livello della valvola ileo-ciecale. Il rischio aumenta in quei pazienti che sono stati sottoposti ad interventi chirurgici in regione gastrica ed in quelli con ridotta capacità masticatoria. La formazione di un Fb, inoltre, può essere favorita da ipocinesia intestinale per disendocrinopatie

    L’anastomosi primaria nell’occlusione colica neoplastica in urgenza

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    L’anastomosi primaria nell’occlusione colica neoplastica in urgenza. Dal marzo 1997 al dicembre 2008 abbiamo riscontrato, durante la nostra attività di guardia chirurgica, 177 pazienti con ostruzione acuta intestinale. Questi pazienti rappresentano circa l’11% di tutti quelli ricoverati in urgenza presso la nostra divisione ed operati nel periodo di studio. Abbiamo selezionato 122 pazienti (66 M, 56 F), con età media di 73,9 anni (range 51-90), tutti operati entro le 24 ore dall’ingresso in pronto soccorso, che presentavano un carcinoma primitivo del colon-retto. Abbiamo eseguito una resezione primaria con anastomosi in 112 pazienti, con 103 suture manuali in duplice strato e 9 meccaniche; in 5 pazienti è stata associata una stomia decompressiva del tratto prossimale. Nei restanti 4 pazienti l’intervento eseguito è stato una resezione secondo Hartmann. Un paziente è deceduto intraoperatoriamente, mentre la mortalità post-operatoria è stata del 5%. Abbiamo registrato 8 deiscenze anastomotiche trattate con terapia medica e nutrizione parenterale. In 32 casi abbiamo registrato una infezione della ferita ed in 11 casi patologie respiratorie. L’occlusione acuta intestinale da neoplasia è una evenienza relativamente frequente, che mette in pericolo la vita del paziente. Non esiste ancora un trattamento standard di tale patologia e pertanto le procedure adottate, sono relazionate al paziente ed al quadro clinico riscontrato. Nella nostra esperienza, l’adozione di un intervento in un unico tempo, senza stomia derivativa ed anastomosi manuale, sembra essere la procedura più idonea e meno costosa, anche in situazione di emergenza-urgenza, con un basso indice di mortalità e morbilità

    La tiroidectomia totale: esperienza iniziale di un centro di riferimento territoriale

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    Gli Autori riportano la loro iniziale esperienza nel trattamento chirurgico delle tireopatie in una provincia a relativa alta incidenza di tumori della tiroide. Di 428 pazienti visitati dall’inizio del 2006, sulla base della clinica, degli esami ematochimici e degli esami strumentali, tra cui anche l’agoaspirato ecoguidato, ne sono stati selezionati 134 per l’intervento chirurgico. Analizzati i dati dei primi 93 casi, operati sino al novembre 2006, vengono sottolineate le indicazioni terapeutiche, la tecnica chirurgica e soprattutto l’alta percentuale di reperti neoplastici

    L’ernia crurale: problematiche chirurgiche in urgenza

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    L’ernia crurale si può definire un’ernia infrequente che predilige il sesso femminile con un picco di incidenza tra i 30 e i 40 anni. Dimostra un’alta propensione allo strozzamento che può arrivare anche al 40%, soprattutto a causa della presenza del legamento di Gimbernat che con il suo margine fibroso piuttosto teso favorisce lo strozzamento definito “a cresta viva”. La diagnosi può non essere agevole soprattutto in. presenza di quadri di addome acuto nelle persone anziane o nei soggetti disabili o comunque scarsamente collaboranti. Va quindi puntualmente ricercata con una adeguata esplorazione bilaterale della regione in tutti i pazienti occlusi specie davanti a quadri radiologici di livelli del tenue. La riparazione attualmente praticata è quella protesica proposta da Lichtenstein e variamente modificata da Gilbert, Rutkow, Bendavid e altri e che prevede l’utilizzo di plug di prolene opportunamente preparati a sigaro, o ad ombrello o a cestello, a seconda della grandezza e della qualità del difetto parietale. In condizioni di urgenza la tecnica non cambia salvo che non ci si trovi di fronte ad un inquinamento stercoraceo della regione, nel qual caso è consigliabile ripiegare sulla riparazione diretta secondo la vecchia metodica di Bassini. Negli ultimi dieci anni abbiamo trattato in urgenza 37 ernie crurali utilizzando solo due volte la riparazione diretta. In tre casi abbiamo utilizzato il PTFE, negli altri 32 sempre il prolene. Venti pazienti sono stati operati in anestesia locale, 12 in generale e 5 in peridurale. I risultati sono stati soddisfacenti con una degenza media di 1,4 giorni, ripresa precoce tra 3 e 5 giorni e due sole recidive

    A prospective cohort analysis of the prevalence and predictive factors of delayed discharge after laparoscopic cholecystectomy in Italy: the DeDiLaCo Study

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    Background: The concept of early discharge ≤24 hours after Laparoscopic Cholecystectomy (LC) is still doubted in Italy. This prospective multicentre study aims to analyze the prevalence of patients undergoing elective LC who experienced a delayed discharge >24 hours in an extensive Italian national database and identify potential limiting factors of early discharge after LC. Methods: This is a prospective observational multicentre study performed from January 1, 2021 to December 31, 2021 by 90 Italian surgical units. Results: A total of 4664 patients were included in the study. Clinical reasons were found only for 850 patients (37.7%) discharged >24 hours after LC. After excluding patients with nonclinical reasons for delayed discharge >24 hours, 2 groups based on the length of hospitalization were created: the Early group (≤24 h; 2414 patients, 73.9%) and the Delayed group (>24 h; 850 patients, 26.1%). At the multivariate analysis, ASA III class ( P <0.0001), Charlson's Comorbidity Index (P=0.001), history of choledocholithiasis (P=0.03), presence of peritoneal adhesions (P<0.0001), operative time >60 min (P<0.0001), drain placement (P<0.0001), pain ( P =0.001), postoperative vomiting (P=0.001) and complications (P<0.0001) were independent predictors of delayed discharge >24 hours. Conclusions: The majority of delayed discharges >24 hours after LC in our study were unrelated to the surgery itself. ASA class >II, advanced comorbidity, the presence of peritoneal adhesions, prolonged operative time, and placement of abdominal drainage were intraoperative variables independently associated with failure of early discharge

    Genetic associations at 53 loci highlight cell types and biological pathways relevant for kidney function

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    Reduced glomerular filtration rate defines chronic kidney disease and is associated with cardiovascular and all-cause mortality. We conducted a meta-analysis of genome-wide association studies for estimated glomerular filtration rate (eGFR), combining data across 133,413 individuals with replication in up to 42,166 individuals. We identify 24 new and confirm 29 previously identified loci. Of these 53 loci, 19 associate with eGFR among individuals with diabetes. Using bioinformatics, we show that identified genes at eGFR loci are enriched for expression in kidney tissues and in pathways relevant for kidney development and transmembrane transporter activity, kidney structure, and regulation of glucose metabolism. Chromatin state mapping and DNase I hypersensitivity analyses across adult tissues demonstrate preferential mapping of associated variants to regulatory regions in kidney but not extra-renal tissues. These findings suggest that genetic determinants of eGFR are mediated largely through direct effects within the kidney and highlight important cell types and biological pathways
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