24 research outputs found

    Possible Quantum Spin Liquid States on the Triangular and Kagome Lattices

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    The frustrated spin-one-half Heisenberg model on triangualr and Kagome Lattices is mapped onto a single specis of fermion carrying statistical flux. The corresponding Chern-Simons gauge theory is analyzed at the Gaussian level and found to be massive. This provides a new motivation for the spin-liquid Kalmeyer-Laughlin wave function. Good overlap of this wave function with the numerical ground state is found for small clusters.Comment: 13 pages, revtex. IUCM-920

    Self-control enhancement in children:Ethical and conceptual aspects

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    Childhood self-control is currently receiving great scientific and public attention because it could predict much of adult’s life success and well-being. Specialized interventions based on findings in social psychology and neuroscience potentially enhance children’s capacity to exercise self-control. This perspective triggers hopes that self-control enhancement allows us to say good-bye for good to potentially unsafe psychopharmacological agents and electronic brain stimulants. This chapter provides an in-depth ethical analysis of pediatric self-control enhancement and points toward a series of serious conceptual and ethical concerns. First, it gives an overview of current psychological as well as neuroscientific research on self-control, and it presents longitudinal studies that emphasize the importance of childhood self-control for adult life success. Second, it critically discusses the concept of self-control presupposed in these approaches and points to crucial limitations. Going beyond an understanding of self-control as a sophisticated means of goal-achievement, i will argue for a comprehensive understanding that takes the inherent normativity of self-controlled behavior seriously. In that context, self-control enhancement appears as not necessarily desirable and occasionally even detrimental. Finally, this chapter questions the notion of childhood implicit in current research and how values typically put on this phase of life could get affected by self-control enhancement. I finish with an exploration of the conditions under which pediatric self-control enhancement is either impermissible, permissible, or maybe obligatory

    Mortality and pulmonary complications in patients undergoing surgery with perioperative SARS-CoV-2 infection: an international cohort study

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    Background: The impact of severe acute respiratory syndrome coronavirus 2 (SARS-CoV-2) on postoperative recovery needs to be understood to inform clinical decision making during and after the COVID-19 pandemic. This study reports 30-day mortality and pulmonary complication rates in patients with perioperative SARS-CoV-2 infection. Methods: This international, multicentre, cohort study at 235 hospitals in 24 countries included all patients undergoing surgery who had SARS-CoV-2 infection confirmed within 7 days before or 30 days after surgery. The primary outcome measure was 30-day postoperative mortality and was assessed in all enrolled patients. The main secondary outcome measure was pulmonary complications, defined as pneumonia, acute respiratory distress syndrome, or unexpected postoperative ventilation. Findings: This analysis includes 1128 patients who had surgery between Jan 1 and March 31, 2020, of whom 835 (74·0%) had emergency surgery and 280 (24·8%) had elective surgery. SARS-CoV-2 infection was confirmed preoperatively in 294 (26·1%) patients. 30-day mortality was 23·8% (268 of 1128). Pulmonary complications occurred in 577 (51·2%) of 1128 patients; 30-day mortality in these patients was 38·0% (219 of 577), accounting for 81·7% (219 of 268) of all deaths. In adjusted analyses, 30-day mortality was associated with male sex (odds ratio 1·75 [95% CI 1·28–2·40], p\textless0·0001), age 70 years or older versus younger than 70 years (2·30 [1·65–3·22], p\textless0·0001), American Society of Anesthesiologists grades 3–5 versus grades 1–2 (2·35 [1·57–3·53], p\textless0·0001), malignant versus benign or obstetric diagnosis (1·55 [1·01–2·39], p=0·046), emergency versus elective surgery (1·67 [1·06–2·63], p=0·026), and major versus minor surgery (1·52 [1·01–2·31], p=0·047). Interpretation: Postoperative pulmonary complications occur in half of patients with perioperative SARS-CoV-2 infection and are associated with high mortality. Thresholds for surgery during the COVID-19 pandemic should be higher than during normal practice, particularly in men aged 70 years and older. Consideration should be given for postponing non-urgent procedures and promoting non-operative treatment to delay or avoid the need for surgery. Funding: National Institute for Health Research (NIHR), Association of Coloproctology of Great Britain and Ireland, Bowel and Cancer Research, Bowel Disease Research Foundation, Association of Upper Gastrointestinal Surgeons, British Association of Surgical Oncology, British Gynaecological Cancer Society, European Society of Coloproctology, NIHR Academy, Sarcoma UK, Vascular Society for Great Britain and Ireland, and Yorkshire Cancer Research

    Scelta del trapianto nella chirurgia primaria del legamento crociato anteriore

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    Il legamento crociato anteriore (LCA) esercita un ruolo determinante per la stabili- tà del ginocchio, in quanto si oppone al moto combinato di traslazione anteriore e ro- tazione interna della tibia rispetto al femore. Sollecitazioni abnormi, tuttavia, in par- ticolare momenti torcenti di intensità tale da causare una sublussazione tibiale antero- interna, possono provocarne la rottura o una deformazione plastica, come di frequente accade negli sportivi, e una conseguente insufficienza funzionale1. Le lesioni del LCA possono interessare uno o entrambi i fasci costitutivi (antero- mediale e postero-laterale) e, in base alle caratteristiche individuali e al grado di attivi- tà, compromettere la funzionalità del legamento e la stabilità del ginocchio, suggeren- do strategie di trattamento diverse. Se infatti in alcuni casi è possibile ottenere un buon recupero funzionale con appropriati programmi di riabilitazione, una lesione che pro- vochi un’insufficienza biomeccanica del LCA rende spesso necessaria la ricostruzione chirurgica. La stima della prevalenza della lesione non è semplice, in quanto non tutte le lesioni sono sintomatiche e vengono, pertanto, diagnosticate; uno studio condotto su un ampio campione di studenti di college negli Stati Uniti stima in oltre il 3% la possibilità di su- bire una rottura del LCA in un arco temporale di 4 anni di attività sportiva, con un ri- schio più elevato nel sesso femminile2. Più precisa invece è la misura del numero di in- terventi di ricostruzione: 21.621 in Italia nel 2005, quasi il 10% in più rispetto al 2000 (Ministero della Salute, SDO). Per il trattamento di lesioni primarie isolate del LCA la ricostruzione chirurgica pre- vede il trapianto autologo di tendini (quasi sempre il rotuleo o gli ischiocrurali) o il tra- pianto omologo da cadavere, mentre la sostituzione con materiale sintetico, una meto- dica abbandonata in passato a causa dell’elevato tasso di fallimenti, è stata recentemen- te riproposta. Il ricorso all’una o all’altra delle diverse tipologie di trapianto risponde a motivazio- ni cliniche e biomeccaniche, nonché alla tradizione e all’esperienza dei chirurghi e va- ria in differenti contesti geografici, come dimostrato in alcuni sondaggi tra gli addetti ai lavori. Un’indagine condotta nel 2003 tra i membri dell’American Academy of Or- thopaedic Surgeons, evidenziava come il 79% dei chirurghi preferisse il tendine rotu- leo, il 12% gli ischiocrurali, l’8% il trapianto da cadavere e un restante 1% altro (vero- similmente il tendine quadricipitale)3. Nel 2004 un articolo di analoga fattura riferiva l’esperienza britannica: 58% di pre- ferenza per il tendine rotuleo, 33% per gli ischiocrurali, altro per il restante 9%4. Non sono reperibili tramite i database biomedici studi analoghi a quelli internazio- nali sopracitati in grado di definire la realtà italiana. Per mezzo di una ricerca sul web con Google è stato identificato un sondaggio eseguito nel contesto del 16° Congres- so Annuale della Società Italiana di Artroscopia (Zaccherotti, Genova 2003): di fron- te alla simulazione di uno scenario clinico (giovane sportivo con lesione accertata del LCA) venivano posti una serie di quesiti sulle strategie di trattamento che sottolinea- vano una discreta variabilità di comportamenti, a cominciare dall’indicazione all’inter- vento. Con riferimento al quesito oggetto della nostra ricerca, quelli dal tendine rotu- leo (48%) e dagli ischiocrurali (44%) risultavano i trapianti maggiormente utilizzati, l’8% ricorreva a trapianti alternativi (tendine quadricipitale) e nessuno degli intervistati faceva riferimento all’uso di legamenti artificiali o da cadavere. Va sottolineato tuttavia che i tre sondaggi appaiono tutti piuttosto datati, specialmente se si considera la rapida evoluzione delle metodologie in questo campo della chirurgia ortopedica, e potrebbero quindi non riflettere i comportamenti attuali. Rimane comunque il dato di una eleva- ta variabilità nella pratica clinica, che rende quanto mai opportuna una revisione criti- ca della letteratura sull’argomento. Obiettivo di questo documento pertanto è guidare il chirurgo ortopedico nella scel- ta del trapianto più indicato per la ricostruzione primaria del LCA alla luce di una re- visione sistematica rapida della letteratura, ricercata e attentamente valutata secondo i metodi descritti nel capitolo che segue. Non sono invece oggetto di questa analisi i diversi sistemi di fissazione del trapian- to, né le diverse tecniche di preparazione pre-operatoria e di riabilitazione post-opera- toria

    Revisione sistematica sulle protesi d'anca: affidabilità dell'impianto

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    L’intervento di sostituzione protesica dell’anca costituisce una soluzione sempre più dif- fusa per numerose patologie invalidanti, come l’artrosi, l’artrite reumatoide, le fratture del collo del femore, che colpiscono prevalentemente, ma non solo, le persone anzia- ne. L’indiscusso successo della chirurgia protesica dell’anca ha determinato un conti- nuo incremento del numero di interventi e si è accompagnato a una evoluzione tecno- logica importante, ma spesso disordinata e solo parzialmente sotto il controllo della comunità scientifica. Abbiamo dunque cercato di organizzare secondo i criteri della medi- cina basata sulle prove di efficacia (EBM) le conoscenze sul tema, restringendo per ora il campo alla scelta del modello di impianto adeguato. Dopo aver raccolto informazio- ni di tipo amministrativo sulle protesi disponibili in Italia e le modalità della loro immis- sione sul mercato, abbiamo analizzato la letteratura scientifica sull’argomento seguen- do il principio della revisione sistematica e restringendo i criteri di eleggibilità ai trial clinici controllati randomizzati. Abbiamo incluso studi prospettici randomizzati che confrontavano gli esiti ad almeno tre anni di interventi effettuati utilizzando differenti dispositivi protesici con metodi di impianto diversi su qualsiasi tipo di popolazione. Il campo di indagine è stato ristretto alla scelta del tipo di dispositivo protesico. Un gruppo di revisione composto da chirurghi ortopedici con maggiore o minore spe- cializzazione nella patologia dell’anca e con conoscenze di statistica ed epidemiologia clinica è stato affiancato da metodologi ed esperti in ricerche bibliografiche. Una revisione sistematica e 57 articoli sono stati selezionati e analizzati in maggiore det- taglio. Separatamente vengono anche riportati l’elenco (non definitivo) dei modelli sicuramente già impiantati in Italia e le norme che regolano l’immissione in commercio di disposi- tivi protesici in Italia. Il dato più lampante che emerge dal presente lavoro è che esiste una evidente disparità fra l’elevato numero di modelli protesici disponibili sul mercato in Italia e la scarsità di prove scientifiche di buona qualità metodologica a sostegno dell’utilizzo della maggior parte di essi. Va anche sottolineato che esistono altre fonti di prove scientifiche di buo- na qualità potenzialmente rilevanti che, tuttavia, non rientrano nei criteri di inclusione della presente ricerca; in particolare i dati provenienti dai registri potrebbero far aumen- tare il numero di protesi che rispondono a requisiti minimi di affidabilità clinica, anche se è improbabile che il divario venga colmato interamente. Altre considerazioni riguardano l’assenza di proporzionalità tra costo della protesi e aspet- ti quali la documentazione scientifica della sua efficacia e la qualità della ricerca sull’ar- gomento che, seppure in costante miglioramento quantitativo e qualitativo, continua- no a registrare notevoli carenze metodologiche. Anche se attualmente questo rapporto contiene più domande che risposte, ci auguria- mo che possa costituire uno stimolo alla ricerca clinica in ambito muscolo-scheletrico affinchè possano essere prodotte nuove informazioni scientifiche da inserire nei prossi- mi aggiornamenti di questa revisione

    Towards an advanced cell-based <em>in vitro</em> glioma model system

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    Oxidative stress, cellular senescence and ageing

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    Thermal energy storage based on cementitious materials: A review

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