636 research outputs found

    Place-Based Education: An Educational Approach Inside Local Place

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    Sense of place is rooted in people. Several studies show that attachment to a place is connected with the development of identity through spatial, material, and emotional dimensions. It fosters identification and the development of one’s social and cognitive skills. In an educational sense, cultivating a sense of place means inviting the individual to gather many authentic experiences that strengthen ties. This study discusses the place-based education (PBE) approach at the epistemological level, in the context of the learning-teaching relationship. PBE can help to understand culture, the environment and space by creating a multidisciplinary approach.  Moreover, PBE can build a new assumption of being a collective resource. Starting from some studies and evidence that support a positive partnership between the individual and the place, some PBE experiences are analyzed to develop deep learning with children and students

    L'approccio narrativo per lo studio sugli apprendimenti informali. La costruzione dei saperi dell'Assistente Sociale.

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    2006/2007Quando i professionisti riflettono sul proprio lavoro parlano spesso di apprendere dall’esperienza pratica, o di usare l’istinto professionale o l'intuizione per assolvere i compiti professionali. I presupposti postmoderni sull’apprendimento e i paradigmi epistemologici che definiscono l’apprendimento adulto, riconoscono che gli adulti possono vivere situazioni, avere esperienze e che questi eventi si presentano come opportunità di conoscenza. La ricerca di matrice psico-pedagogica definisce questo fenomeno come apprendimento informale, conoscenza tacita, sapere implicito. La filosofia della ricerca con cui si intende indagare il fenomeno, secondo un paradigma della ricerca qualitativa di derivazione postmoderna, assume l’approccio narrativo sia per la raccolta dei dati, sia per l’analisi degli stessi. L'obiettivo della ricerca empirica è esplorare l'esperienza raccontata degli assistenti sociali per indagare gli apprendimenti informali. In una logica induttiva partendo dai racconti dei partecipanti si è cercato di elaborare una working theory, intesa come metodologia per interpretare le modalità di apprendimento e definire gli apprendimenti che costituiscono per l’operatore sociale i suoi saperi professionali.XX Cicl

    INFORMAL LEARNING OF TEACHERS PERSPECTIVES OF RESEARCHING TEACHING PRACTICE

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    Quando gli insegnanti riflettono sulle loro pratiche didattiche, parlano spesso di apprendimento generato dall’esperienza, o di istinto professionale o intuizione che guida le loro azioni. La ricerca psicopedagogica caratterizza questo fenomeno come apprendimento informale e conoscenza tacita. L’apprendimento informale può essere definito come apprendimento non intenzionale, originato nei contesti operativi, i cui risultati si manifestano spesso inconsapevolmente. L’apprendimento in particolare nei contesti professionali, riconosce motivo di interesse in quanto esso avviene prevalentemente in modo informale, scarsa risulta la conoscenza su come questo processo avviene, si sviluppa, è supportato, nella prospettiva dell’apprendimento in età adulta non esistono conoscenze che non dipendano da apprendimenti precedenti e dai contesti socio-culturali di appartenenza. L’articolo sintetizza l’evoluzione di tipo teorico ed empirico, che ha assunto il termine apprendimento informale nella professione di insegnante, e come questo significato sia percepito, recuperato e possa costituire un processo metacognitivo sulle conoscenze, sulle pratiche didattiche, sulle azioni in classe.Kad nastavnici razmišljaju o svojoj nastavnoj praksi, često govore o učenju iz prakse, o profesionalnom instinktu, o intuiciji koja vodi njihovo djelovanje. Psihopedagoška istraživanja opisuju ovaj fenomen kao neformalno učenje i prešutno znanje. Neformalno učenje se može definirati kao nenamjerno učenje, nastalo u operativnim kontekstima, čiji rezultati se često pojavljuju nesvjesno. Posebno je zanimljivo učenje u stručnim kontekstima, jer ono pretežito nastaje na neformalan način; slabo se poznaje način na koji taj proces nastaje, razvija se, te što ga podupire; u cilju učenja u odrasloj dobi ne postoje znanja koja nisu ovisna o prethodnom učenju te o društveno-kulturnoj pripadnosti. Rad sintetizira teorijski i empirijski razvoj termina neformalno učenje u učiteljskoj profesiji, načina na koji je značenje tog termina percipirano, ponovo korišteno te može predstavljati metakognitivni proces o znanjima o nastavnoj praksi i nastavnim aktivnostima u razredu.When teachers think about their teaching practice, they often mention learning from practice, professional instinct and intuition leading their performance. Psychopedagogical research indicate this phenomenon as informal learning and tacit knowledge. Informal learning may be defined as unintentional learning, arising from operational contexts whose results are often manifested unconsciously. Especially interesting is learning in professional contexts because it is predominantly informal; the emergence and development of that process are unknown as well as what contributes to it. There is no knowledge independent of previous learning and social and cultural appurtenance when it comes to adult learning. The paper synthetisizes theoretical and empirical development of the term informal learning in the teaching profession, the way in which the meaning of that term is comprehended, used again and may represent a metacognitive process about teaching practice and teaching activities in the classroom

    Autovalutazione del docente. Un percorso per la crescita professionale

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    The study analyzes which strategies and conditions need to trigger an selfassessment on the teacher’s profession. The main theoretical references revolvearound three core category: the theories of self-assessment, the functionof self-evaluating processes for and with teachers, the teachers’s professionaldevelopment. The ability to self-assess their didactic performanceseems to influence and modify behavior, perception of self and thinkingabout teaching practices, and also to support professional growth.L’articolo analizza quali strategie e condizioni necessitino per attivare unprocesso auto-valutativo sulla professione di insegnante. I riferimenti teoriciprincipali del contributo ruotano attorno a tre nuclei fondanti: le teoriedi riferimento sull’auto-valutazione, la funzione dei processi auto-valutativiper e con gli insegnanti, lo sviluppo professionale del docente. La capacitàdi autovalutazione della propria performance didattica sembra influenzaree modificare comportamenti agiti, la percezione di sé e il pensiero sullepratiche, ma anche sostenere prospettive per la crescita professionale

    Analizzare i nuclei dell’insegnamento. Un’esperienza di ricerca con futuri insegnanti sulle pratiche e le teorie della didattica

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    A topic very present in the teacher education programs is the ability to analyzethe teaching in its essence, even from different perspectives, to supportepistemological processes, promote effective teaching practices,strengthen the methodological learning of future teachers. The study proposesa research experience to identify and reflect on the main teacher’sknowledge and methodological skills, through the video-analysis of teaching,with 30 preservice teachers. The framework could be of support for furtherresearch on teaching and learning and on pre-service and in serviceteachers’ professional development.Una tematica molto presente nei percorsi di formazione degli insegnanti èla possibilità di analizzare l’insegnamento nelle sue essenze, anche da differentiprospettive, per sostenere processi epistemologici, favorire pratichedidattiche efficaci, consolidare l’apprendimento metodologico dei futuriinsegnanti. Lo studio propone una esperienza di ricerca per individuare eriflettere sulle competenze metodologiche e didattiche dell’insegnante, attraverso l’utilizzazione e l’analisi di video-clip di azioni in classe. Hannopartecipato al progetto 30 futuri insegnanti durante un percorso di formazioneiniziale. L’annotazione libera e un framework teorico di supportoha consentito un processo di analisi individuale e collaborativa sull’insegnamento.Il percorso di ricerca sembra adeguato a supportare lo sviluppoprofessionale degli insegnanti in formazione iniziale e in servizio, in particolarenella prospettiva dei “nuclei del sapere didattico”, ovvero della esperienzapratica di natura situata e contestualmente negoziata con le propriecredenze e le conoscenze che si arricchiscono nel corso dell’azione

    Neuroscienze e pratiche didattiche. Approcci e modelli di Teaching Brain e NeuroTeaching

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    Possono le neuroscienze influenzare le conoscenze sull’educazione, sull’apprendimento, sull’insegnamento? L’idea, che le neuroscienze possano informare e potenzialmente influenzare l’educazione suscita controversie e dibattiti aperti. Le preoccupazioni avanzate ormai qualche decennio fa sulla possibilità che gli apporti della ricerca neurodidattica possano offrire indicazioni e strategie per le pratiche educative e didattiche, richiede una continua riflessione anche sul piano pedagogico e alcune cautele. Il contributo analizza alcune recenti studi neuroscientifici tratti da modelli definiti Teaching and Learning Brain. Le evidenze possono essere interpretate come architetture neurali che inferiscono o informano i comportamenti e le azioni dell’insegnante e degli studenti anche in contesti reali come la classe

    Cornici mentali e stereotipie didattiche nella formazione degli insegnanti

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    Evidence based research on the efficacy of instruction and teachers with expertise recentlyhas provided a framework for new models of teacher training. It has highlightedespecially how teaching mind frames are elements to distinguish between teacherswith or without expertise. Revealing teachers’ mind frames and especially their implicitmisconceptions may be of particular relevance to promote a critical reflection and acomparison with teaching behaviors informed by evidence. This paper describes theEffective Teaching Questionnaire (ETQ) designed for this purpose. It has been administeredto ungraduated students – first year of university course – and teachers. Resultsshow no substantial differences between instructional misconceptions of studentsand teachers. This suggests that misconceptions remain similar over the years withno relevant changes during university education.Le recenti acquisizioni che provengono dalla Evidence Based Education relative alleazioni proprie della didattica efficace e degli insegnanti esperti forniscono un quadrodi riferimento per nuovi modelli di formazione; esse mettono in evidenza in particolarecome le cornici mentali che guidano le scelte didattiche degli insegnanti rappresentinoun elemento fondamentale da cui deriva la differenza tra insegnanti espertie non esperti. Portare alla luce le cornici mentali degli insegnanti e le loro credenzedidattiche diventa di particolare importanza nell’intento di favorire una riflessione criticae un confronto con le azioni didattiche informate da evidenza. Il presente lavoroillustra uno strumento, l’Effective Teaching Questionnaire (ETQ), progettato per questoscopo. Significativo è il fatto che dalle applicazioni condotte sia su studenti all’iniziodel loro percorso in Scienze della Formazione Primaria sia su insegnanti in servizioemerga un substrato di misconcezioni, in ambiti rilevanti, che sembra mantenersi indennenegli anni, senza essere sostanzialmente modificato nemmeno dalla formazioneuniversitaria

    NeuroTeaching. To bring educational neuroscience into the classroom

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    How neuroscientific research can help educational sciences and education and understand cognitive pro-cesses is the challenge of those involved in educational neuroscience. Neuroscience seems to be an invisible matrix of other sciences and practices, and it is easy to be tempted to fall into a neurocentric logic to understand aspects with evidence considered more authoritative than others. The NeuroTeaching approach aims to present current scientific debates and the prospective impact of the field of educational neuroscience with the science of teaching. The present paper aims to explore teaching methods through a framework based on recent neuroscientific findings in real contexts, such as a school classroom. The evidence gathered can also foster new processes of understanding learning

    Measurement of the top quark forward-backward production asymmetry and the anomalous chromoelectric and chromomagnetic moments in pp collisions at √s = 13 TeV

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    Abstract The parton-level top quark (t) forward-backward asymmetry and the anomalous chromoelectric (d̂ t) and chromomagnetic (μ̂ t) moments have been measured using LHC pp collisions at a center-of-mass energy of 13 TeV, collected in the CMS detector in a data sample corresponding to an integrated luminosity of 35.9 fb−1. The linearized variable AFB(1) is used to approximate the asymmetry. Candidate t t ¯ events decaying to a muon or electron and jets in final states with low and high Lorentz boosts are selected and reconstructed using a fit of the kinematic distributions of the decay products to those expected for t t ¯ final states. The values found for the parameters are AFB(1)=0.048−0.087+0.095(stat)−0.029+0.020(syst),μ̂t=−0.024−0.009+0.013(stat)−0.011+0.016(syst), and a limit is placed on the magnitude of | d̂ t| < 0.03 at 95% confidence level. [Figure not available: see fulltext.
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