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    14094 research outputs found

    La seconda rivoluzione quantistica: il computer quantistico e la crittografia

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    La Computazione Quantistica

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    Informazione Quantistica: sembra la formula stregonesca di un qualche personaggio poco affidabile. In realtà è un corpus di attività scientifiche che sta ricevendo sempre più attenzione, soprattutto da parte dei governi che aspirano ad ottenere la supremazia quantistica, come chiave di quella politica. Qui cercheremo di indicare le sue basi scientifiche e le sue possibili prospettive

    Sacred lakes as conservation sites for crocodiles. Case study of Esiribi sacred lake in Niger delta, Nigeria

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    The Biseni Clan is located in Central Bayelsa State, Nigeria. It is a small tribe represented by Southeast Ijaw speaking people. The Biseni people occupy the upper regions of the Niger Delta River. They perceive their lands and particularly their lakes as sacred and are home to the crocodiles. This study examined the perception of residents around Esiribi Sacred Lake to investigate the effectiveness of sacred lake in biodiversity conservation with respect to crocodiles. A structured questionnaire was used to obtain information from the people of Biseni on the presence and type of crocodile found in Esiribi Lake. Focus group discussions were carried out with the community members while Key Informant Interviews (KII) were conducted with the Lake Priest and some of the elders conversant with history of the lake. A total of 175 adults residents, comprising of 96 males and 74 females having formal education were interviewed. The people of Biseni regard the crocodiles in Esiribi Lake as sacred animals and live in harmony with them. The number of crocodiles in the lake seems to have increased over the years as a result of the sacredness the people accord to the species. The two most common species are the West African dwarf crocodile (Osteolaemus tetraspis) and Nile crocodile (Crocodylus niloticus). Fishing is only allowed in the lake biennially. We conclude that communal governance should be strengthened for the continued protection of crocodiles and other species in and around the lake as well as a reduction in human activities that could threaten the species conservation

    A new intergeneric orchid hybrid found in Salento (Souther Italy), xSerapicampitis ranaldoae (Anacamptis morio x Serapias neretina)

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    ItIl 2.04.2023 si è svolta una escursione orchidologica nel Parco Naturale Regionale di Porto Selvaggio e Palude del Capitano (Nardò, LE), sulla costa ionica occidentale del Salento, nell'ambito delle attività svolte dal Museo della Preistoria di Nardò che opera nel Parco, allo scopo di definire la distribuzione e la consistenza di Serapias neretina, una orchidacea recentemente scoperta proprio nel Parco. Nell'ambito del popolamento più consistente della nuova specie, al margine di un sentiero parallelo alla costa rocciosa, in una zona con vegetazione erbacea di tipo substeppico abbiamo osservato una orchidacea che indubbiamente richiamava le caratteristiche di un ibrido intergenerico risultato di incrocio fra una specie del genere Anacamptis con una del genere Serapias, cioè una xSerapicamptis. Il Parco in questione accoglie un vasto rimboschimento con pino d'Aleppo (Pinus halepensis), esteso su circa 300 ha e impiantato intorno alla metà del secolo scorso. La vegetazione dell'area costiera è caratterizzata da macchia mediterranea, praterie substeppiche e da flora rupicola e alofila di scogliera. Pertanto si riscontra un'ampia diversità di habitat che conferiscono al sito una notevole rilevanza ecologica e uno spiccato interesse botanico soprattutto per la presenza di specie vegetali rare a distribuzione prevalentemente balcanica o di endemiche, quali Aurinia leucadea (Guss.) Koch (Alisso di Leuca), Campanula versicolor Andrews subsp. tenorei (Moretti) I. Jankovic & D. Lakusic (Campanula pugliese), Hellenocarum multiflorum (Sm.) H. Wollf (Kümmel di Grecia), Scrophularia lucida L. (Scrofularia pugliese), oltre a numerose specie di orchidee selvatiche (Albano et al., 2008; Inguscio et al., 2012). Nel sito, per quanto riguarda le orchidacee, risultavano presenti numerosi esemplari di Anacamptis morio (L.) R.M.Bateman, Pridgeon & M.W.Chase, Anacamptis papilionacea (L.) R.M.Bateman, Pridgeon & M.W.Chase, Neotinea lactea (Poir.) R.M.Bateman, Pridgeon & M.W.Chase, Serapias neretina (Lumare & Medagli) Biagioli, Kreutz, Lumare, Medagli & De Simoni. Altre orchidacee presenti nell'area del Parco sono: Serapias parviflora Parl., Serapias politisii Renz, Serapias bergonii E.G.Camus e Serapias vomeracea (Burm.f.) Briq. (con entrambe le sottospecie vomeracea e longipetala); un po' meno abbondanti Serapias cordigera L. subsp. cordigera e Anacamptis pyramidalis (L.) Rich., più numerose Ophrys neglecta Parl., Ophrys apulica O. Danesch & E. Danesch e Ophrys candica (E.Nelson ex Soó) H.Baumann & Künkele. L'esemplare ibrido mostrava 6 foglie basali, delle quali 1 ormai secca e 2 ingiallite, disposte a rosetta basale, di forma lanceolata-lineare. Alcuni particolari dei fiori, come il colore, erano riferibili ad Anacamptis morio, anche se a prima vista i caratteri tipici di Serapias erano più evidenti e prevalenti, come la forma della spiga fiorale, dei sepali, del perianzio a casco (con segmenti non completamente conniventi). Dopo i rilevamenti in campo riguardanti le misure delle parti principali della pianta e la documentazione fotografica, sono stati raccolti due fiori, dei sei complessivamente presenti, da utilizzare per la realizzazione di due preparati di pezzi fiorali da eseguire in laboratorio. Ad una accurata osservazione delle caratteristiche fiorali il parentale di Serapias è stato individuato in Serapias neretina, tra l'altro unica Serapias in fiore in quel momento nell'area. L'esemplare di xSerapicamptis rinvenuto è risultato un ibrido intergenerico non ancora descritto, anche in considerazione del fatto che Serapias neretina è di recente scoperta proprio nel Parco e nel sito di rinvenimento dell'ibrido, originariamente considerata quale subspecie di Serapias apulica (Lumare et al., 2017) e successivamente riconosciuta come specie distinta (Biagioli et al., 2022). Di questa entità, della quale vengono riportate in Figg. 1 e 2 immagini della pianta e dei pezzi fiorali, si descrivono di seguito le caratteristiche morfologiche. [Anacamptis morio (L.) R.M. Bateman, Pridgeon & M.W. Chase × Serapias neretina (Lumare & Medagli) Biagioli, Kreutz, Lumare, Medagli & De Simoni. Aspetto generale: pianta mediamente robusta, alta 18 cm, con spiga fiorale densa, che nell'aspetto generale richiama il genere Serapias, composta da 6 fiori, tutti completamente aperti al momento del ritrovamento; tutte le foglie sono lanceolate-lineari, 6 basali (3,7 × 6,2 mm) e due risalenti, guainanti lungo il fusto; scapo verde chiaro. Brattea ampia e lanceolata, acuta, sovrastante il fiore (Serapias), con nervature longitudinali marcatamente bruno-violacee. Casco tepalico con sepali ad inizio fioritura conniventi, poi lievemente divaricati nella metà distale. Sepalo centrale lanceolato, di colore rosato con tonalità verdastre e nervature longitudinali bruno-violacee e più o meno visibili macule rade (Serapias), dimensioni: 11-12 × 5 mm (larghezza massima). Sepali laterali ovato-lanceolati, lievemente divaricati, con 5-6 nervature longitudinali bruno-verdastre, dimensioni 12 x 5 mm (larghezza massima). Petali con base gocciforme, che si restringe gradatamente verso l'apice; colorazione viola-rossastra con nervature bruno-verdastre, marcate e delle quali solo la centrale percorre il petalo in tutta la lunghezza; dimensioni: 13 × 5,5 mm. Labello chiaramente bipartito (Serapias), vagamente subcordiforme, triangolare, che nella forma generale richiama S. neretina, con bordi ondulati (che ricordano la crenatura dei bordi del labello di A. morio), netta piegatura a delimitare ipochilo da epichilo; ipochilo largo, molto ampio rispetto ad epichilo; villosità rada e corta; colorazione rosso-violacea uniforme; lunghezza totale: 17-18 mm; callo basale emergente nettamente dal profilo del labello, costituito da due lamelle mediamente spesse nel distale (Serapias), che formano una conca che si apre anteriormente e delimita la cavità stigmatica (A. morio). Ipochilo con spalle leggermente ricadenti, che ricordano S. neretina, tondeggianti sui lobi laterali, i cui bordi inferiori tendono a toccarsi ma senza sovrapporsi all'epichilo (richiamo a S. neretina). Pollinodi: caudicole distinte, ma con pollinii destrutturati, a volte inesistenti, a volte in ammassi grumiformi di granuli molto piccoli, che lasciano supporre l'infertilità della pianta; colorazione olivastro-chiara. Luogo del ritrovamento: Italia, Apulia, Salento, Parco Naturale Regionale di Porto Selvaggio e Palude del Capitano presso Nardò - LE (N 40°08'52.95; E 17°57'56.48). Olotipo: 2.04.2023, raccolto da Piero Medagli, depositato nell'erbario dell'Università del Salento con sigla internazionale LEC e numero di erbario LEC ORCH 0402202301. Etimologia: dal nome della Dott.ssa Filomena Ranaldo, archeologa e direttrice del Museo della Preistoria di Nardò, che opera attivamente nel Parco di Porto Selvaggio e organizzatrice della escursione orchidologica. Un ibrido intergenerico consente generalmente di risalire ai parentali, sia pure con qualche difficoltà; la cosa è spesso più complessa nel caso del genere Serapias, a causa del numero elevato di differenti morfospecie, come avviene spesso nel Salento, dove esse sono presenti in abbondanza e spesso costituite da popolamenti polimorfi. In caso di ibridi intergenerici, anche se è chiara l'appartenenza di un genitore al genere Serapias, il tentativo di risalire alla specie può risultare quindi problematico. Nel caso del nostro ibrido intergenerico una delle entità parentali era chiaramente riferibile ad Anacamptis morio e l'altra al genere Serapias, pertanto risalire al rango specifico della seconda si manifestava più complesso. Infatti la morfologia dell'ibrido deriva non solo dall'influenza dei singoli parentali, ma anche dal livello di dominanza espresso dai singoli caratteri morfologici. Nel caso del nostro ibrido le dimensioni e la forma dei petali sono risultate rientrare nel campo di variabilità di S. neretina. In effetti le dimensioni e della forma dei petali di Serapias negli ibridi intergenerici risulta dominante, come pure la forma dell'ipochilo, che pur risultante dell'influenza dei due parentali di genere diverso, tende a risentire della dominanza da parte del parentale Serapias.EnDuring an orchidological trip into the Regional Natural Park of Porto Selvaggio and Palude del Capitano on the Ionian coast of Salento (Lecce, Apulia), a hybrid specimen attributed to a cross between two species belonging to two different genera was identified: an intergeneric hybrid of ×Serapicamptis between the genus Anacamptis and the genus Serapias. It was represented by a single specimen in a context of substeppe vegetation on the edge of a reforestation pine forest with Pinus halepensis, in an area close to the sea characterized by the presence of limestone cliffs sloping into the sea. The specimen, robust and luxuriant in appearance, showed intermediate morphological characteristics between Anacamptis morio and the Serapias genus; the similarity of the sizes, the shape of the petals and of the labellum reminded the characters of Serapias neretina which allowed this species to be considered as the second parental unit of the cross. The new hybrid was called ×Serapicamptis ranaldoae from the name of Dr. Filomena Ranaldo, archaeologist and director of the Museum of Prehistory of Nardò, that actively carries out researches at Porto Selvaggio Park and she was the organizer of the orchidological excursion. Based on recently published reports as well as on the basis of this study, the authors highlight a dominant effect of the petal size-shape and hypochile shape traits of Serapias in intergeneric hybrids

    Come Euclid ci aiuterà a scoprire la storia dell'Universo

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    Ametà del secolo scorso Allan Sandage, uno dei maggiori astronomi del tempo, era solito dire che la cosmologia si riduceva alla ricerca di due numeri: la costante di Hubble e il parametro di decelerazione. La prima ci dice quanto velocemente l'universo si sta espandendo, mentre il secondo permette di rispondere alla domanda se questa espansione stia accelerando o rallentando. Settanta anni dopo, quella frase ha lo stesso valore di un reperto archeologico. Ci mostra quale fosse il pensiero dominante di un'epoca e ci fa capire quanto cammino abbiamo fatto da allora. Quei due numeri oggi li conosciamo e, soprattutto, sappiamo che cosa li determina. Conosciamo, quindi, dove dobbiamo guardare per rispondere alla domanda di Sandage su quale sia il valore dell'accelerazione dell'espansione dell'universo

    Nursalia fenestrata n. sp. (Actinopterygii: Pycnodontiformes) dal Turoniano inferiore della Formazione di Akrabou, Marocco sudorientale

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    ItL'autore descrive una nuova specie di picnodonte, Nursallia fenestrata n. sp., proveniente dalla Formazione di Akrabou, datata al Turoniano inferiore, affiorante nell'Alto Atlante marocchino. La nuova specie è un picnodonte di media taglia, caratterizzato dalla presenza: (i) di denti vomerini con corona a contorno circolare con incisura mediana, (ii) di un'ampia finestra temporale, (iii) di articolazioni intervertebrali estremamente complesse per la presenza di tre coppie (anteriori e posteriori) di zigoapofisi su ciascun arcocentro, sia ventrale che dorsale, (iv) di scaglie a barra estese esclusivamente nella regione dorsale, che non oltrepassano mai ventralmente la colonna vertebrale.EnThe author describes the new species of pycnodont, Nursallia fenestrata n. sp., from the Akrabou Formation, dated to the lower Turonian (Late Cretaceous), outcropping in the Moroccan High Atlas Mountains. The new species is a medium-sized pycnodont, characterized by the presence of the following unique combination of the anatomical traits: (i) vomerine teeth with crown with a circular outline and a median notch, (ii) large, well-developed temporal fenestra, (iii) extremely complex intervertebral joints, due to the presence of three pairs (anterior and posterior) of zygoapophyses on each both ventral and dorsal arcocentra, (iv) bar-scales extending exclusively in the dorsal region, never ventrally beyond the vertebral column. The new species has some highly developed characteristics typical of the Nursalliini tribe, such as the complexity of the intervertebral joints. In fact, in Nursallia fenestrata n. sp. the articulations between adjacent arcocentra are hyper-complex throughout the spine. On the other hand, the new species Nursallia fenestrata n. sp. demonstrates that it possesses skeletal characteristics hitherto never found within the Nursalliini tribe, as is the case with the parietal window. Finally, the new species represents the first report of a skeletal remains – moreover in a very peculiar state of conservation (in a three-dimensional calcareous nodule) – of a pycnodon within the Akrabou Formation, dated to the Lower Turonian, outcropping in the Moroccan High Atlas

    Frontespizio e pagine iniziali

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    Euclid

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    First substantiated record of mediterranean spearfish Tetrapturus belone (Istiophoridae) from the Syrian Coast

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    Investigations conducted off the coast of Syria (eastern Mediterranean Sea) allowed capturing on 6 November 2022 of a specimen of Mediterranean spearfish Tetrapturus belone Rafinesque, 1810, constituting the first record of the species in the area. The studied specimen measured 1100 mm in total length (TL), its total body weight was 2015 g. It is described in the present paper including morphometric measurements and meristic counts. Its distribution in the Syrian marine waters and in the Mediterranean Sea is discussed and commented

    Caudal fin malformation in Saurida lessepsianus Russell, Golani & Tikochinski, 2015 collected from Gökova Bay, Aegean Sea, Türkiye

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    One specimen of S. lessepsianus Russell, Golani and Tikochinski, 2015, with 296 mm TL showing caudal fin anomaly, was collected using a gill net from the Gökova Bay, Aegean Sea, at 52 meters of depth. The lower three fin rays were deformed in the caudal fin's lower lobe. The length of the lower lobe of the tail of the abnormal fish is 75.6% of the length of the upper lobe of the abnormal fish, while it is 76.5% in the normal specimen. Possible reasons that could cause this abnormality, such as viral or bacterial infection or environmental pollution, are discussed. Since the anomaly was observed in a single specimen and not a frequent state in other fish within the studied area, spontaneous genetic mutation was also considered. The present finding represents the first record of caudal fin-deformed wild fish, S. lessepsianus, from the southeastern Aegean Sea ever reported and highlighted the need for closer monitoring of the marine environment for the identification of the specific factor that caused this abnormality

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