60 research outputs found
Deep seated gravitational slope deformation effects on Quaternary deposits in the Western Alps (NW Italy )
Deep-seated gravitational slope deformations (DSGSDs) are well-known to affect the landscape and the morphology
of Alpine valleys. In contrast, little is known on their influence on Quaternary deposits. This paper, focused on the Western Italian
Alps, aims to fill this gap. Eight case studies, identified after a long term field experience, are presented, representative of different
geological settings. To fully define their distinctive features, such sites have been characterized using various methods: geological
surveys, geophysics and geomatic techniques.
DSGSD proved to influence the sediment deposition primarily with the continuous supply of centimetric/decimetric angular clasts.
This have different consequences on sediments, depending on their features, in some cases deeply modifying their typical facies
(i.e., glacial, colluvial and lacustrine sediments), whilst in other cases their influence is less evident (i.e., debris, avalanche and
torrential deposits). This paper can be a useful tool when dealing with DSGSD-related deposits, helping avoid misinterpretations
gstop a new tool for3d geomorphological survey and mapping
In geological mapping activities, geomatics can facilitate data collection during field survey and avoid practical problems related to the transposition of these data onto maps for GIS production. The Solid True Orthophoto (STOP) can reduce these difficulties using a dedicated instrument developed by the Authors called GSTOP. It can run on laptops or tablets, managing a direct connection with low cost navigation sensors in real time, to define its location and attitude. The user can produce a 3D solid image in order to compare the effective scene to record notes and to acquire evidence. GSTOP has been used to produce a geomorphological map of the Rodoretto Valley (Germanasca Valley, NW Italy), reconstructing its Quaternary evolutio
PRESERVATION OF QUATERNARY SEDIMENTS IN DSGSD ENVIRONMENTS: THE MONT FALLÈRE CASE STUDY (AOSTA VALLEY, NW ITALY)
Deep seated gravitational slope deformations (DSGSD) in the Western Alps, which usually affect glacial valleys, produce
strong deformation in both bedrock and Quaternary cover, generally favouring erosion. This research, which examines a DSGSD along the
Mont Fallère southern slope in the Aosta Valley, suggests that DSGSD can also locally favour the formation and preservation of the Quaternary
stratigraphic successionns for the following reasons:
- the development of transversal elongated depressions, which are essentially connected with the onset of gravitational structures
(trenches, minor scarps, and counterscarps) and filled by differentiated Quaternary successions;
- the occurrence of closed depressions along the slope, which originate from the gradual evolution of gravitational structures (trenches or
minor scarps and associated counterscarps) and are occupied by lakes that are progressively filled by lacustrine and palustrine sequences;
- the occurrence of wide, flat, irregular surfaces that are characterized by lower erosional phenomena with respect to the surrounding
steep slopes and preserve various Quaternary stratigraphic successions;
- the development of rounded reliefs and associated wide depressions, both of which exhibit topographic surfaces that hang over torrential
incisions that are located along the main fractures; this morphology favours the preservation of glacial, outwash, lacustrine and palustrine
sediments;
- wide colluvial and debris cover that buries and partially preserves older Quaternary sediments;
- the local occurrence of a travertine cover and carbonatie-cemented sediments, which preserve the older Quaternary sediments.
These morphological conditions are favourable to prehistoric human settlements, resulting in archaeological mountain sites that also provide
a chronological reference for the evolution of DSGSD
Investigating the properties of stripped-envelope supernovae; what are the implications for their progenitors?
We present observations and analysis of 18 stripped-envelope supernovae observed during 2013-2018. This sample consists of five H/He-rich SNe, six H-poor/He-rich SNe, three narrow lined SNe Ic, and four broad lined SNe Ic. The peak luminosity and characteristic time-scales of the bolometric light curves are calculated, and the light curves modelled to derive 56Ni and ejecta masses (MNi and Mej). Additionally, the temperature evolution and spectral line velocity curves of each SN are examined. Analysis of the [O I] line in the nebular phase of eight SNe suggests their progenitors had initial masses ☉. The bolometric light curve properties are examined in combination with those of other SE events from the literature. The resulting data set gives the Mej distribution for 80 SE-SNe, the largest such sample in the literature to date, and shows that SNe Ib have the lowest median Mej, followed by narrow-lined SNe Ic, H/He-rich SNe, broad-lined SNe Ic, and finally gamma-ray burst SNe. SNe Ic-6/7 show the largest spread of Mej ranging from ∼1.2-11 M☉, considerably greater than any other subtype. For all SE-SNe ej> = 2.8 ± 1.5 M☉ which further strengthens the evidence that SE-SNe arise from low-mass progenitors which are typically ☉ at the time of explosion, again suggesting MZAMS ☉. The low ej> and lack of clear bimodality in the distribution implies ☉ progenitors and that envelope stripping via binary interaction is the dominant evolutionary pathway of these SNe
“Dall’aratro di legno al futuro sostenibile”
Viene recensita una mostra allestita presso l'ITIS "G. Marconi" di Forlì, che era diretta non solo ai giovani ma anche a tutti coloro che desideravano gettare uno sguardo d’insieme sul vasto mondo delle risorse, delle tecnologie e degli usi dell’energia. Oltre ad offrire un'interessante documentazione, la mostra tentava di rispondere alle seguenti domande:
- Si può risolvere il problema di richiesta di energia e diminuire le disuguaglianze?
- I combustibili fossili e l’uranio per l’energia nucleare finiranno?
- Quali danni stiamo provocando?
- Quali sono le proposte?
- E se fossimo più responsabili?
Nonostante la complessità delle domande, le risposte erano convincenti
Sogni e brevetti - La Fotochimica di Ciamician e gli americani
All’VIII Congresso Internazionale di Chimica Applicata, che si tenne a New York e Washington nel 1912, Giacomo Ciamician faceva parte del ristretto gruppo di relatori invitati a rappresentare le nazioni delle quattro lingue ufficiali: francese, tedesco, italiano e inglese. Con un discorso pronunciato in italiano dal titolo "La fotochimica dell'avvenire", sostenne che il sole poteva costituire una valida alternativa energetica al carbone. Ciamician denunciò la “crescente avidità e spensierata prodigalità" con cui si ricorreva al carbone, il combustibile, a rischio di esaurimento, sul quale l'umanità aveva fondato il proprio sviluppo fino a quel momento. L'argomento gli particolarmente era congeniale, perché proprio a Ciamician si debbono le prime indagini sistematiche sull’azione chimica della luce. Il relatore delineò ipotesi ardite, avanzando proposte che sembrarono sogni. Ciamician si domandò se l'energia solare fossile fosse la sola che potesse giovare alla civiltà moderna e se invece non si dovesse ricorrere ad altre fonti di energia. Secondo i calcoli di Ciamician, un chilometro quadrato di superficie tropicale riceveva, per sei ore di insolazione, una quantità di calore equivalente a quella prodotta dalla combustione di 1000 tonnellate di carbone. Per rimediare a questo enorme spreco, Ciamician propose di aumentare prima di tutto la produzione di materia organica vegetale, migliorare le rese delle industrie di trasformazione ed estendere l’impiego dei materiali di origine vegetale. In secondo luogo, suggerì di trasformare le piante in combustibile gassoso. Disse infatti : “La messe, seccata al sole, dovrebbe venire convertita integralmente nel modo più perfetto in combustibile gassoso, avendo cura di fissare durante questa operazione l’ammoniaca (ad es. col sistema Mond) per restituirla poi al terreno quale concime azotato, assieme a tutte le sostanze minerali delle ceneri”. In terzo luogo, sempre secondo Ciamician, occorreva valorizzare la capacità delle piante di produrre sostanze preziose per l’industria (alcaloidi, glucosidi, essenze, gomme e coloranti) che, altrimenti, dovevano essere ricavate per sintesi dai derivati del catrame. D’altronde, non mancò di osservare che: “Negli ultimi tempi alcune industrie organiche si sono sviluppate rigogliosamente all’infuori dell’anello benzolico del catrame”. Poi, citando i risultati ottenuti nel suo laboratorio di Bologna, ricordò che “si può intervenire direttamente nella vita delle piante e modificare in un certo senso i processi chimici che in esse si compiono”. L’ultima prospettiva che indicò riguardava la fotochimica industriale. Secondo Ciamician il problema principale dal punto di vista tecnico era quello di fissare con opportune reazioni fotochimiche l’energia solare. Occorreva imitare il processo di assimilazione delle piante e immaginare pile a base di processi fotochimici. Riferendosi anche alle sue ricerche, immaginava applicazioni industriali degli effetti chimici della luce (polimerizzazioni, isomerizzazioni, idrolisi, ossido-riduzioni ecc…). Nella sua geografia fotochimica, Ciamician riservava alle zone temperate i processi basati sulle piante e ai deserti le applicazioni della fotochimica industriale, in apposite “colonie industriali” con serre e tubi trasparenti. Terminò il suo intervento con un messaggio di speranza, sostenendo che sulla terra, "v’è largamente posto per tutto e per tutti…quando le colture sieno debitamente perfezionate ed intensificate ed adattate razionalmente alla condizioni del clima e del suolo". Affidarsi alla fotochimica voleva dire, secondo lui, costruire una società più tranquilla, meno frettolosa e più felice. Qualcuno considerò il discorso di Ciamician immaginoso e poetico, ma agli americani, notoriamente pragmatici, la poesia non poteva bastare. Non mancarono interviste e lettere di congratulazioni ma, insieme a queste, ci furono richieste di informazioni su quali brevetti avesse già presi per far funzionare “un’officina ..
ELEMENTI STILE LIBERTY
L’accuratezza esecutiva dei parametri esterni dell’edificio che ospita il Dipartimento di Chimica dell’Università di
Bologna risalta specialmente in alcune ceramiche decorative, stile liberty, tra le quali si può ricomporre un tavola
degli elementi ante litteram. Vi si ritrovano infatti i simboli dei quattro elementi ai quali Empedocle faceva risalire tutto l'esistent
La devianza nella scienza: alcuni riscontri e aggiornamenti alle Reflections di Charles Babbage sulle frodi scientifiche (1830)
Charles Babbage (Londra 1791-1871) tenne la cattedra lucasiana di matematica a Cambridge, fondò la Società Statistica di Londra ed ebbe vari interessi. I suoi articoli scientifici e le sue monografie testimoniano che fu uno spirito enciclopedico. La sua opera più nota, un vero best-seller, s’intitola "On the Economy of Machinery and Manufactures" (1832). Tuttavia, Babbage è soprattutto ricordato come padre del calcolatore programmabile in quanto progettò due Macchine alle Differenze e una Macchina Analitica. Acceso polemista, era critico nei confronti della stagnazione culturale della classe dirigente. Propose di riformare gli studi scientifici e la Royal Society. Nel 1830 pubblicò l’opera "Reflections on the decline of science in England" and on some of its causes in cui trattò anche le frodi scientifiche. Questo lavoro riprende la sua classificazione e discute alcuni esempi recenti, inclusi quelli di plagio, da lui trascurati
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