40 research outputs found

    Determinazione di mercurio mediante DMA-80

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    I fenomeni di contaminazione antropica da mercurio sono sempre piĂč diffusi e preoccupanti, tanto da spingere all’ attivazione di politiche nazionali ed internazionali atte a ridurre o almeno “contenere” i rischi legati a questo metallo tossico. Con quest’obiettivo Ăš prioritaria la necessitĂ  di determinare la concentrazione del metallo in maniera veloce, economica ed efficiente. Il seguente report intende fornire informazioni utili nell’utilizzo dello spettrofotometro DMA-80 nell’analisi di Hg in varie matrici ambientali. Lo strumento Ăš stato acquistato dall’IAMC-CNR di Capo Granitola per rispondere alle esigenze progettuali del progetto “Dinamica dei processi di evasione e deposizione del mercurio nell’area industrializzata della Rada di Augusta e definizioni delle mappe di rischio sanitario per le popolazioni residenti” (prot.n°0000466 18/2/2011) finanziato dall’Assessorato alla Salute della Regione Sicilia con l’obbiettivo di verificare il potenziale impatto del mercurio, derivato dalle emissioni dei reflui non trattati dell’impianto di cloro-soda SYNDIAL Priolo-Gargallo sulle popolazioni residenti nell’aria fortemente industrializzata di Augusta-Melilli (Siracusa)

    Report on research activities carried out for determination of mercury neuro-toxicological effects on cetacean brain

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    In this study we analyzed Hg and Se concentrations in dolphin brain tissues of fifteen specimens of striped dolphin (Stenella coeruleoalba) and eight specimens of bottlenose dolphin (Tursiops truncatus) stranded in the Tyrrhenian and Adriatic Seas, in order to assess the toxicological risks associated with Hg exposure. High Hg concentrations were found in brain tissues of both analyzed specie (1.86–243mg/kg dw for striped dolphin and 2.1–98.7 mg/kg dw for bottlenose dolphin), exceeding levels associated with marine mammals neurotoxicity. Although the results clearly suggest that the protective effects of Se against Hg toxicity occur in cetaceans’ brain tissues, a molar excess of mercury with respect to selenium was found, particularly in adult specimens of Stenella coeruleoalba. On contrary, negligible neuro-toxicological risks were found for Tursiops truncatus specimens, due to detoxification processes. Data obtained allowed to prove a more marked neuro-toxicological risk for adult specimens of Stenella coeruleoalba in both Tyrrhenian and Adriatic Seas

    Report on research activities carried out for determination of Mercury in different tissues of cetaceans

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    Mercury concentration in different tissues of two dolphin species (Stenella coreuleoalba and Tursiops truncatus), stranded along the Italian coasts during the period 2000– 2009, were reported in order to assess Hg distribution patterns in different tissues. The highest concentrations of Hg were found in liver samples of both species (8.4-1752 mg/kg dw for Stenella coeruleoalba and 9.6-1404 mg/kg dw for Tursiops truncatus). Relative high mercury concentrations were reported also in kidney and lung tissues. The existence of Hg bioaccumulation process over time was also reported. The dataset documents the existence of different mechanisms of mercury bioaccumulation in the different tissues analyzed

    Report on research activities carried out for determination of Cadmium and Arsenic in tissues of different cetacean species

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    Concentrations of Cd and As were determined in organs and tissues (muscle, heart, kidney, lung and liver) of two cetacean species (Stenella coeruleoalba and Truncatus truncatus) stranded along the Italian coasts during the period 2000–2009. Significant differences were found between Cd concentrations in the different analyzed tissues. Particularly, the kidney shows the highest concentrations of Cd in all analyzed specimens, followed by the liver. The heart shows the highest As concentrations with respect to the other tissues analyzed. Specimens of S. coeruleoalba show higher Cd concentrations in their tissue than specimens of T. truncatus, probably because of a higher proportion of squid in their diet

    Rapporto finale sull'impatto del sistema ISWEC nell'area marina interessata (isola di Pantelleria) dal punto di vista idrologico, dei nutrienti e metalli pesanti.

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    Il presente report tecnico riporta i risultati di un monitoraggio dei parametri fisici e biogeochimici della colonna d'acqua finalizzati a valutare l'eventuale impatto ambientale del sistema ISWEC (Inertial Sea Wave Energy Converter). Il sistema ù un convertitore di tipo galleggiante che utilizza l'inclinazione del fianco dell'onda per produrre energia elettrica ubicato all’interno della zona ZPS (Zona a Protezione Speciale) in prossimità dell’isola di Pantelleria (Stretto di Sicilia). I risultati ottenuti hanno evidenziato una variabilità ipotizzabile interna al sistema marino sia per quanto riguarda le principali caratteristiche chimico-fisiche delle acque che per quanto riguarda la componente biogeochimica intesa come nutrienti disciolti e metalli sia disciolti che in fase particolato

    Rapporto tecnico sulle attività di campionamento della “Campagna Oceanografica CISAS_1” Augusta-Priolo 19-23 ottobre 2017

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    Le attività di campionamento ed acquisizione dati svolte durante la campagna CISAS_1 si inseriscono in seno al progetto “Centro internazionale di studi avanzati su ambiente ed impatti su ecosistema e salute umana (CISAS)” del CNR. Tra gli obiettivi principali del progetto, lo sviluppo di una complessa e decisa azione di ricerca scientifica volta ad una profonda comprensione dei fenomeni di inquinamento ambientale e dei loro risvolti sull’ecosistema e la salute umana. Le aree di indagine del progetto sono rappresentate dai Siti di Interesse Nazionale di Priolo, Milazzo-Pace del Mela e Crotone che, per specificità e modalità di impatto antropogenico sull’ambiente, l’ecosistema e la salute umana, coprono un ampio spettro di tipologie di interesse

    OR1.1 Report sullo stato dell’arte della conoscenza a livello internazionale sull’esplorazione, lo sfruttamento e la conservazione dei depositi di origine idrotermale (GSI)

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    Il presente report (OR1.1 Stato dell’arte della conoscenza a livello internazionale sull’esplorazione, lo sfruttamento e la conservazione dei depositi di origine idrotermale) ù stato sviluppato nell’ambito dell’Obiettivo Realizzativo 1 (OR1) del progetto PON Marine Hazard (PON “R&C" 2007-2013 - Avviso D.D. 713/Ric. del 29 ottobre 2010 - TITOLO III - Progetto PON03PE_00203_1) e costituisce un deliverables al progetto stesso per l’attività “Stato dell’arte della conoscenza a livello internazionale sull’esplorazione, lo sfruttamento e la conservazione dei depositi di origine idrotermale (GSI)” (mese 6). Tale report rappresenta il completamento delle attività di confronto multidisciplinare svolte attraverso meeting, riunioni e conference dedicate, fondamentale per mettere a fattor comune le conoscenze sullo stato dell’arte e per definire i mezzi adeguati per il rilevamento, la cartografia, la mappatura e la caratterizzazione geochimica dei rilievi, l’indagine delle caratteristiche sedimentologiche di studio del Progetto. Obiettivi specifici di questo report sono: a. La presentazione dello stato dell’arte della conoscenza in ambito internazionale sulle aree di venute di fluidi, lo stato dell’arte della conoscenza dei depositi ad esse associati (in termini chimico-fisico, mineralogico e della potenziale ricaduta economica del deep sea mining) b. L’individuazione (localizzazione) delle aree con presenza di sorgenti di immissione di contaminanti naturali da sistemi sottomarini attivi connessi a strutture vulcaniche e tettoniche su aree con presenza di idrotermalismo del basso Tirreno, arco Eoliano e Canale di Sicilia; c. La presentazione dello stato dell’arte della letteratura sulle comunità microbiche e definizione delle forme vitali associate ai diversi sistemi idrotermali in funzione delle condizioni chimico-fisiche, della pressione idrostatica, delle relazioni con l’attività vulcanica. La definizione della tipologia di elementi chimici e specie gassose immessi nelle acque marine e loro possibili relazioni con i sistemi di alimentazione profonda

    OR1.3 Reportistica dei survey effettuati nel Mar Tirreno sud-orientale e Canale di Sicilia: dati disponibili per OR1

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    In questo report vengono presentati i dati disponibili per la realizzazione delle attività di OR1 del progetto Marine Hazard (geofisica, campionature di sedimento e dati chimico-fisici della colonna d’acqua). I datasets presentati derivano da campagne oceanografiche eseguite dal CNR nel mar Tirreno SE (Semounts Marsili e Palinuro, alti relativi del fondo mare dell’Arco Eoliano) con focus sulla catena vulcanica del Palinuro (Seamounts Palinuro, Glabro, Enotrio, Ovidio). Vengono introdotte, quindi, le rappresentazioni cartografiche dei datasets batimetrici, side scan sonar, campionature del fondo, dati magnetici e dati sismici a riflessione già disponibile e in fase di elaborazione

    Community-Level Responses to Iron Availability in Open Ocean Plankton Ecosystems

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    Predicting responses of plankton to variations in essential nutrients is hampered by limited in situ measurements, a poor understanding of community composition, and the lack of reference gene catalogs for key taxa. Iron is a key driver of plankton dynamics and, therefore, of global biogeochemical cycles and climate. To assess the impact of iron availability on plankton communities, we explored the comprehensive bio-oceanographic and bio-omics data sets from Tara Oceans in the context of the iron products from two state-of-the-art global scale biogeochemical models. We obtained novel information about adaptation and acclimation toward iron in a range of phytoplankton, including picocyanobacteria and diatoms, and identified whole subcommunities covarying with iron. Many of the observed global patterns were recapitulated in the Marquesas archipelago, where frequent plankton blooms are believed to be caused by natural iron fertilization, although they are not captured in large-scale biogeochemical models. This work provides a proof of concept that integrative analyses, spanning from genes to ecosystems and viruses to zooplankton, can disentangle the complexity of plankton communities and can lead to more accurate formulations of resource bioavailability in biogeochemical models, thus improving our understanding of plankton resilience in a changing environment
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