8 research outputs found

    Synergic stimulation of serotonin 5-HT1A receptor and α2-adrenoceptors for neuropathic pain relief: Preclinical effects of 2-substituted imidazoline derivatives

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    Neuropathic pain affects millions of people causing disability and impairing quality of life. Commonly used analgesics are generally characterized by limited therapeutic outcomes. The serotonin 5-HT1A receptor and the α2 adrenergic receptors are involved in central nociceptive mechanisms with a pivotal role in the inhibitory descending pain pathway. Since their stimulation may modulate the nervous signaling altered by neuropathies, the purpose of the present research is the study of the combined activation of 5-HT1A and α2 receptors by rationally designed imidazoline ligands ((S)-(-)-1 and 2-5) in a rat model of neuropathic pain (chronic constriction injury - CCI). On day 14 after nerve damage, the acute administration per os (p.o.) of low doses of (S)-(-)-1 (0.1-1mg/kg) was able to significantly increase the pain threshold to mechanical noxious stimuli for more than 1h. (S)-(-)-1 efficacy was confirmed by the decrease of spontaneous pain evaluated as hind limb weight bearing alterations. The clinically-used compound gabapentin (100mg/kg p.o.) induced a pain relieving effect similar to (S)-(-)-1 administered at 100 fold lower dose. In the same model, the selected analogues, compounds 2-5 (1mg/kg p.o.) were effective 30min after administration. In particular, 5 fully reverted the CCI-induced hypersensitivity. The pain relieving activity of 5 was significantly prevented by the selective 5-HT1A receptor antagonist WAY 100635 (1mg/kg intraperitoneally, i.p.) and, at a lesser extent, by the α2 antagonist yohimbine (3mg/kg i.p.). A novel pharmacodynamic approach to the treatment of neuropathic pain is presented

    "Space show" - La spettacolarizzazione dello spazio

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    La perdita di significato dello spazio urbano, il suo crescente anonimato e la sua drammatica discontinuità, tipica delle città post - industriali, ha indotto a condensare la complessità delle funzioni e delle attività, che erano una volta specifiche degli spazi urbani, all’interno dei chiusi perimetri degli edifici. L’architettura oggi, attraverso un procedimento che metabolizza le infinite condizioni della società contemporanea, dà forma a progetti innovativi e sperimentali. Questo processo apre la strada a un’architettura multiforme che è in grado di organizzare più variabili, di ragionare in termini di entità ibride, di conseguenza, l’edificio che accoglie funzioni diverse e molteplici, dà luogo a uno spazio complesso in costante interscambio con quello circostante. Gli organismi architettonici, espressione della città recente, sono edifici ibridi, crogiolo di funzioni plurali ed articolate che prendono il posto delle tipologie edilizie monofunzionali che hanno caratterizzato la modernità, riferendosi a spazialità e tipologie di relazioni sociali divenute ormai insufficienti a descrivere la realtà e la complessità dei luoghi. Vengono quindi introdotte, nuove strutture spaziali in cui non si abita, non si lavora o non si socializza solamente. Tali organismi sono rappresentati dagli edifici complessi, condensatori urbani che si contraddistinguono per la dimensione eccessiva (bigness), per la mixitè funzionale, per la spettacolarizzazione dello spazio interno, per la connessione e l’interscambio con le infrastrutture e per le sinergie che costruiscono con la città consolidata. La presente ricerca intende indagare il tema della spettacolarizzazione dello spazio in seno agli edifici complessi che, in epoca recente, assume una posizione di grande rilievo e di notevole centralità nel dibattito architettonico. Essa utilizza elementi di complessità che sono articolati in varie modalità che ritroviamo, con una progressiva discesa di scala, dal generale al particolare, all’interno dello spazio urbano, dell’ edificio e dell’ estetica. Gli edifici polifunzionali, assumono un ruolo di primaria importanza nel recupero e nella riqualificazione urbana. Il progetto diventa uno strumento di controllo dinamico della trasformazione, un elemento di connessione di attività urbane, spazio fisico dove la capacità estetica risponde alla funzionalità ma contemporaneamente fa di questo uno strumento espressivo: qualcosa di più di una semplice operazione di ricucitura e completamento urbano. E’, quindi, talvolta possibile rivitalizzare intere aree, anche attraverso la dislocazione di edifici ibridi e complessi, nei punti strategici e nodali. Lo spazio dinamico della città recente estende le sue caratteristiche dall’esterno all’interno degli organismi edilizi sempre più articolati tanto che le spazialità aperte e plurali dell’edificio sono sempre più prossime ai caratteri della città esterna. E’ quindi possibile affermare che una tendenza dell’architettura odierna consiste nel fare dello spazio interno una specie di universo urbano, nell’interiorizzare la molteplicità e la complessità della città al momento della conformazione dello spazio interno al punto tale da poter pensare l’edificio come una metafora urbana. Lo spazio all’interno degli edifici complessi è spettacolare, articolato, multiforme e mai univoco, esso ricopre un ruolo di attore, di protagonista della scena. Si tratta di uno spazio cinematografico, narrativo, dinamico, straniante, percettivo, en between, in cui pubblico e privato coesistono senza soluzione di continuità, quasi come su un set cinematografico ed in cui giocano un ruolo importante delle componenti come la scenografia, la cromaticità, la fluidità degli spazi ecc. La spettacolarizzazione dello spazio si concretizza a livello estetico attraverso linguaggi quali l’uso del colore, della luce, della trasparenza molto diffusi nella spazialità contemporanea che si pongono in netta antitesi alla matericità e massività della modernità. La complessità dello spazio inoltre viene generata dall’uso di tecnologie avanzate ed innovative, da accostamenti insoliti, audaci o stridenti tra materiali, dal trattamento delle superfici, da scelte stilistiche e figurative. L’obiettivo che questa ricerca si pone è quello di mettere in luce l’evoluzione ed il cambiamento della concezione dello spazio dalla modernità sino ai nostri giorni e di mettere in evidenza i caratteri propri dello spaceshow presenti in molti edifici plurifunzionali attraverso l’analisi delle loro sezioni che risultano gli strumenti più significativi ed incisivi per illustrare lo spazio della spettacolarizzazione. La selezione di alcuni progetti realizzati o soltanto elaborati prevalentemente negli ultimi anni, senza ambire all’esaustività, consente di restituire una visione della diversità e complessità di approccio alla tematica

    RAZIONALE VS EMOZIONALE. Progetto per la riqualificazione dell'area industriale di Mosciano S. Angelo.

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    Testo e progetto contenuto all'interno del libro: (a cura di) L. Pignatti, G. Vallese. TRASFORMING THE LANDSCAPE. Il progetto di trasformazione nei luoghi della produzione. Gangemi Editore, Roma 2011 Saggi, progetti e libro sono gli esisti e le riflessioni di un workshop di progettazione architettonica internazionale al quale hanno partecipato docenti, dottorandi e studenti di diverse nazioni europee. G. Mondaini. Responsabile Scientifico UNIVP
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