22 research outputs found

    AIPH 2018 - Book of Abstract

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    Abstract della Seconda conferenza italiana di Public History (Pisa, 11-15 giugno 2018

    AIPH 2020 – Book of Abstract

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    I contributi, in versione estesa, della mancata conferenza italiana di Public History di Venezia e Mestre che si sarebbe dovuta tenere nel giugno del 2020 (annullata a causa della pandemia) sono ora pubblicati in un volume in formato elettronico

    Pest risk assessment of Eotetranychus lewisi for the EU territory

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    Based on the pest categorisation prepared by EFSA, E. lewisi has the potential to be both a quarantine pest, as it fulfils all ISPM 11 criteria, and a Non-Regulated Quarantine Pest, as it fulfils all ISPM 21 criteria. However, it is noted that information on the potential impact is very limited. At the same time, the organism is currently regulated only for plants of Citrus L., Fortunella Swingle, Poncirus Raf. and their hybrids. However, the affected host range is broader than what is currently covered. There are major hosts such as plants of Euphorbia, Rubus, Fragaria, Prunus, Vitis, etc. which are not regulated for this specific organism. In the European Union (EU), it has been found, for example, also on plants of Corokia cotoneaster in 1999. The pathways of spreading are numerous. The Working Group recommends to keep this organism as Union Quarantine Pest. To support further decisions on risk reduction options, the PRA process has to continue. In particular, EFSA is asked to focus further work on the probability of entry of the pest (identification of the pathways), its establishment, as well as further spread after its establishment in the EU. It is important to explore as well the reasons for its absence in the EU. Additional information as regards the degree of impact would be also relevant even though the Working Group above acknowledges the absence of data in this respect

    The VAT directive for ornamental flowers and plants

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    Associazione italiana di Public History (Dialoghi della Public History 9 ; 7 giugno 2021)

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    C’era una volta l’album fotografico di famiglia. Aveva accompagnato i primi esordi della fotografia e aveva imperato nei salotti delle case borghesi; poi anche in certi cassetti un po’ dimenticati delle case di tutti; ma sempre era stato uno strumento fondamentale per la trasmissione di memorie visuali, per la costruzione di identitĂ  e di storie personali e familiari, in equilibrio incostante e fascinoso fra sfera pubblica e dimensione privata. Adesso che ognuno ha il suo dispositivo personalissimo di produzione e di comunicazione delle fotografie, e nel contempo le puĂČ conservare e diffonderle ovunque, la fotografia digitale – divenuta “conversazionale” – tende a destrutturare il senso di questi archivi. Ma sarĂ  vero? Oppure gli archivi personali potranno avere un loro futuro digitale

    Formare i formatori. Il manifesto della Public History for Education (Dialoghi della Public History 6 ; 24 aprile 2021)

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    La public history ha molti campi di utilizzo, ma ce n’ù uno che si presenta a noi come una sorta di ambito privilegiato. È tutto l’ampio settore dell’educazione, in particolare di quella formale, con tutti i soggetti che sono quotidianamente coinvolti, le studentesse e gli studenti, le loro famiglie, i professionisti dell’educazione: insegnanti, educatrici e educatori, dirigenti scolastici, assistenti amministrativi e collaboratori. La Public History offre alla comunità educativa una modalità particolarmente efficace di promuovere un esercizio riflessivo che, a partire dai bisogni e dalle sfide del presente, si interroga sulle possibili soluzioni prendendo in seria considerazione le proprie memorie e storie

    Storia e memorie dopo le catastrofi: esperienze e pratiche di Public History (Dialoghi della Public History 7 ; 10 maggio 2021)

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    Negli ultimi decenni si sono moltiplicati in tutto il mondo gruppi e istituti di ricerca di Disaster Studies, attivi nel rintracciare le cause e gli attori degli eventi, le conseguenze e le “ricostruzioni” nelle comunità. Prima della rivoluzione digitale e mediatica, fonti storiche, relazioni e memoriali, oggi affiancati dalla storia orale, dalla public history e dalla creazione di prodotti storici multimediali, hanno raccontato e raccontano le catastrofi, consentendo la creazione di una coscienza dei propri territori, dei rischi ambientali e dei traumi, per costruire convivenze con le fragilità e con nuove forme di cittadinanza. I disastri naturali e i conflitti violenti hanno interrotto storie di comunità, fermato memorie e creato nuove narrazioni, anche con una presenza plurale e partecipata di pubblici diversi attraverso pratiche di public history. Oggi la nostra pandemia ci fa stare con i piedi dentro a una catastrofe planetaria che sovrasta le singole catastrofi, che pur costellano il mondo attuale. Come racconteremo questa Storia che ci pone di fronte ai “prima e ai dopo” e ci porterà a ripensare il presente

    RAVENNA: Convegno nazionale Public History 05-06-2017

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    Dal 5 al 9 giugno 2017 si Ăš tenuto a Ravenna il quarto convegno annuale della International Federation for Public History (IFPH-FIHP) insieme al primo convegno della AIPH, Associazione Italiana di Public History, la prima associazione nazionale a nascere in Europa, costituitasi a Roma a giugno 201
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