79 research outputs found

    Processi cognitivi nell'analisi delle classi verbali dell'italiano: un approccio sperimentale

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    International audienceL'analisi della flessione, soprattutto verbale, nelle lingue romanze ha ricevuto un notevole impulso negli ultimi anni, in particolare dall'apporto alla ricerca in linguistica teorica di discipline come la psicolinguistica o le scienze cognitive. In questo articolo intendiamo riesaminare la ripartizione dei verbi italiani in classi, e osservare come la teoria morfologica e l'analisi sperimentale possano dare risultati convergenti e contribuire a mettere in luce i processi mentali che costituiscono la base della competenza morfologica dei parlanti (cf. Pirrelli 2007a; 2007b e, per un'illustrazione, Bonami et al. 2008). Nella prima parte, proporremo uno stato dell'arte della ricerca in morfologia flessiva, in particolare nell'ambito del modello "Parole e paradigmi", e suggeriremo una proposta di modellazione del sistema verbale dell'italiano. In particolar modo, ci soffermeremo sul concetto di regolarità, ossia sui criteri che servono a classificare i verbi, e in generale i lessemi, in regolari e irregolari. Nella seconda parte, renderemo conto dei risultati di una ricerca psicolinguistica, i cui risultati confermano, in maniera abbastanza prevedibile, l'esistenza di una macroclasse in italiano (quella dei verbi in -are). Per le altre classi, invece, la situazione è più complessa: anche i modelli di coniugazione generalmente considerati non regolari o semiregolari (ad esempio i verbi ad infinito in -ere atono) costituiscono poli di attrazione importanti nell'organizzazione delle forme flesse dell'italiano e sono facilmente estesi da parte dei locutori

    Analisi comparata del fenomeno dell’intransitività scissa nelle varietà campane

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    This paper presents the results of an intensive research on the phenomenon of split intransitivity in Campanian varieties. In the first part it presents the phenomenon according to the different theoretical approaches considered, in order to analyse the considerable amount of data presented in the following sections. The second part is devoted to the central Campanian varieties, in which the data from the metropolitan area of Naples, Salerno and the hinterland are exposed. The peculiarity of the Acerno variety, which is more isolated than the others, leads to present the data of this variety separately. The last part presents the data from the south of the region, the Cilento, divided into two different areas, which are very different from a sociolinguistic point of view. For each dialectal area, an attempt is made to identify the internal parameters that characterise the variation in the choice of the auxiliary and, where necessary, the authors recourse to sociolinguistic variation or contact among different varieties that may have had an influence on the phenomenon

    Verbi di ‘maniera’ e predicazione elementare in una prospettiva interlinguistica

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    In this paper we argue that the fact that a verb can be interpreted as a ‘manner’ or ‘result’ predicate mainly depends on properties of the syntactic structure in which (nominal) roots are incorporates. Specifically, we assume that the dichotomy between ‘manner’ and ‘result’ is an effect of the syntactic template in which a given root is inserted and, in particular, the sub-event layer to which the elementay predicate that introduces the root is merged (‘ProcP’ vs ‘ResP’). This contribution intends to show that the presence in the lexicon of verbal roots marked for result and manner at the same time hypothesized by Beavers and Kuntz Garboden (2012) is at mosst an apiphenomenon

    Temporal Perihrasis and Clitics in Central Romance Languages

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    Aquest article analitza el desenvolupament diacrònic i el comportament sintàctic sincrònic de la perífrasi temporal (i. e., els temps compostos) en un nombre de varietats romàniques no estàndard, sintàcticament avançades i geogràficament centrals, amb una atenció especial a la col·locació del clític. S'hi argumenta que en les llengües examinades les construccions Aux+participi passat tenen una constituència bioracional, és a dir, que consisteixen en un SC de participi plenament especificat subordinat a l'oració de l'auxiliar, i també que el canvi sintàctic que les ha portades a aquesta situació és l'últim desenvolupament d'un procés de destrucció general que en segles anteriors va afectar les construccions modals i causatives/perceptives de les llengües en qüestió

    Eduardo Blasco Ferrer, La parlate dell' Alta Ogliastra, Analisi dialettologica. Saggio di storia linguistica e culturale, Studi di Linguistica sarda, Collana diretta da Eduardo Blasco Ferrer e Heinz Jürgen Wolf, num. l; Cagliari, Edizioni De/la Torre 1988

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    Il fascino del sardo, questo «Naturpark der Romania», come J. Jud lo defini molti anni or sono, garantisce vivo interesse a qualsiasi pubblicazione che tratti questo membro della famiglia neolatina. Se tali studi sono condotti secondo i metodi attuali, basati su solide inchieste e completati dalla larghezza delle vedute antropologiche, storiche e culturali, il successo non puo mancare. È appunto il giudizio sintetico che a mo' di anticipazione possiamo fomulare sul volume qui recensito. Ne è autore il giovane studioso italiano (di origine catalana) Eduardo Blasco Ferrer, autore di alcuni libri sul sardo e sul catalano, autore anche di una serie di studi e collaboratore al Lexikon der romanistischen Linguistik (per la storia esterna del sardo)

    I verbi deponenti latini e l'unità della flessione in -r

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    La diatesi medio-passiva e i deponenti latini sono morfologicalmente contrassegnati dalla flessione in -r: lo scopo della discussione è mostrare che il dominio della flessione in -r è caratterizzato da un’intrinseca coerenza funzionale, riconosciuta nell’indicazione di una situazione deagentiva. Gli usi oppositivi della voce in -r (passivo, impersonale, anticausativo) svolgono questa funzione defocalizzando l’agente per mezzo di un’operazione sintattica. I ‘media tantum’ più antichi, invece, hanno un soggetto non prototipico (inagentivo, interno, coinvolto), il cui ruolo semantico è condizionato dal significato del tema verbale, analizzato in termini di ‘Aktionsart’. Si esplorerà l’ipotesi che tali verbi possano essere caratterizzati come predicati inaccusativi.In Latin, middle-passive diathesis and deponent verbs are morphologically marked by means of the -r inflection: the discussion aims at showing that the domain of -r inflection is characterized by an intrinsic functional coherence, identified in the coding of a de-agentive situation. Oppositional uses of -r voice (passive, impersonal, anticausative) display this function in defocusing the agent by means of a syntactic operation. The most ancient ‘media tantum’, on the other hand, have a non-prototypical subject (inagentive, internal, affected), whose semantic role is conditioned by the meaning of the verbal stem, analyzed in terms of ‘Aktionsart’. The possibility is explored that they can be treated as unaccusative predicates
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