98 research outputs found

    “Educazioni resilienti”: il non formale fa scuola

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    The COVID-19 pandemic has inspired local organizations and associations to experiment with new forms of non-formal education, which can be defined as “resilient” because, notwithstanding the critical issues linked to the state of emergency, they have allowed children and teenagers to express themselves and learn, thus integrating, and sometimes substituting the distance activities proposed by scholastic institutions. This paper therefore pro- poses to reflect upon these forms by analyzing some examples of good practice, so as to direct future educational acts, beyond the context of the emergency, towards a renewed dialectic between formal and non-formal education. Certain themes will hence be brought to the readers’ attention: the relationship between technology and new disparities and poverty, the use of different narrative forms to promote resilience processes and the development of proto-social abilities to construct new, supportive and participatory community models, as the present historical moment requires.La pandemia di COVID 19 ha indotto la sperimentazione di nuove forme di educazione non formale, promosse da organizzazioni e associazioni attive sui territori, che possiamo definire “resilienti” perché, nonostante le criticità legate allo stato di emergenza, hanno permesso a bambini e ragazzi, di esprimersi e di apprendere, integrando così e, in alcuni contesti, supplendo alle attività a distanza proposte dall’istituzione scolastica. Il presente contributo si propone pertanto di riflettere su quelle forme mediante l’analisi di alcune buone pratiche, al fine di orientare, oltre l’emergenza, il futuro agire pedagogico in una rinnovata dialettica tra educazione formale e non formale. Si porteranno pertanto all’attenzione alcuni temi: il rapporto tra tecnologie e nuove disuguaglianze e povertà, l’utilizzo delle diverse forme narrative per la promozione dei processi di resilienza, la formazione di capacità pro- sociali per la costruzione di nuovi modelli di comunità, solidali e partecipate, così come richiede l’attuale momento storico

    A Time for Wonder, a Space for Reading

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    The present paper returns the results of a project conducted in the “Germana Stefanini" Women's Prison in Rome. The initiative has had various editions with the aim of enhancing the benefits of books and reading in the prison context to promote paths of empowerment and redemption. The use of special texts (silent books or wordless picture books) and the methodological choices allowed the participants to experience a time of wonder and to consider beauty in all its forms as a resource for redefining their own identity. The space of punishment has thus been transformed into a valuable opportunity for learning outside the homologating and depersonalising logic of the disciplinary device, also in contrast with the stereotypes that still condition the biographies of many women.The present paper returns the results of a project conducted in the “Germana Stefanini” Women's Prison in Rome. The initiative has had various editions with the aim of enhancing the benefits of books and reading in the prison context to promote paths of empowerment and redemption. The use of special texts (silent books or wordless picture books) and the methodological choices allowed the participants to experience a time of wonder and to consider beauty in all its forms as a resource for redefining their own identity. The space of punishment has thus been transformed into a valuable opportunity for learning outside the homologating and depersonalising logic of the disciplinary device, also in contrast with the stereotypes that still condition the biographies of many women

    A Geometric Environment for Building up Loops

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    We start from the embedding of the Klein model of a hyperbolic plane H over a Euclidean field K in its direct motion group G := PSL_2 (K) and of both in PG(3, K). We present a geometric procedure to obtain loops which are related to suitable regular subsets of direct motions as transversals of the coset space G/D, where D is the subgroup of hyperbolic rotations fixing a given point o ∈ H. We investigate some properties of such loops and we determine their automorphism groups

    Il Nomos dell'aratro. : Pedagogia dell’emergenza per le professionalità educative

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    The article aims to contribute to the analysis of the skills that educators and pedagogists can develop in their training in the specific field of “Emergency Pedagogy”. In this sense we intend to focus on: the principles of this field (epistemological and contextual characteristics); the main theoretical constructs; the main characteristics of professional action. This theoretical-practical platform appears to be more urgent than ever to qualify the action of education professionals because of the actuality that categories such as “risk” and “emergency” are assuming on the international scene. The contribution aims to fill a specific gap in the thinking of Pedagogy compared to other human and social sciences that have long since thematised the “emergency” problem, defining sets for their own specific professional profiles.  L’articolo intende contribuire all’analisi delle competenze che i professionisti dell’educazione (d’ora in poi PE) possono sviluppare nel loro percorso di formazione nel campo specifico della “Pedagogia dell’emergenza”. In tal senso si intendono focalizzare: i principi di tale campo (caratteristiche epistemologiche e di contesto); i costrutti teorici principali; le caratteristiche principali dell’agire professionale. Tale piattaforma teorico-prassica è quanto mai urgente per qualificare l’azione dei PE in ragione dell’attualità che categorie quali “rischio” ed “emergenza” stanno assumendo sul proscenio internazionale. Il contributo è finalizzato a colmare uno specifico ritardo di riflessione della Pedagogia rispetto ad altre scienze umane e sociali che già da tempo hanno tematizzato il problema “emergenza”, delineando set di competenze per i profili professionali di propria pertinenza

    The Emergency Pedagogy Atelier: the Afghanistan case. A first practice of social engagement starting from the voices of the protagonists

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    L’articolo presenta il primo di una serie di “Atelier di pedagogia dell’emergenza” organizzato dall’Università del Salento con la collaborazione dell’Università Roma Tre e dell’Università dell’Aquila e con la partecipazione del fondatore della ONG PenPath operativa in Afghanistan e da qui collegato. L’iniziativa è stata realizzata per proporre e verificare l’efficacia e la funzionalità di un format pensato nel contesto del gruppo di lavoro sulla Pedagogia dell’emergenza della Siped. L’iniziativa ha inteso integrare la dimensione più tradizionalmente seminariale di approfondimento e divulgazione di tematiche educative con quella dell’apertura di uno spazio-tempo di contatto diretto e vivo con i soggetti e le realtà in emergenza. Grazie al loro intervento diretto si è inteso focalizzare specifiche tematiche che, particolarmente sentite nel contesto in emergenza, sono però di rilevante interesse generale. Tre, dunque, i passaggi centrali del presente contributo: 1) la precisazione, nel primo paragrafo, dell’orizzonte formale (le lenti con le quali guardare il fenomeno oggetto dell’Atelier in more pedagogico) e, dunque, la precisazione dell’opportunità di pensare e impegnarsi in un campo di riflessione e pratica pedagogica intitolati specificata-mente all’emergenza; 2) la definizione, nel secondo paragrafo, di un modello rivedibile e implementabile per la realizzazione dell’in-contro dove centrali sono la presenza di testimonianze, documentazioni, spaccati di vita in emergenza, non meno che l’attivazione di sistemi di monitoraggio dell’esperienza da parte degli utenti finali; 3) la centratura, a partire anche dal quadro istituzionale di azione dei testimoni privilegiati (paragrafo tre), di focalizzate tematiche (questioni di genere ed educazione delle bambine) di partico-lare rilievo non solo per il contesto ospitato ma anche, per trasposizione, per realtà a noi più prossime (paragrafo quattro) e comunque non estranee alle questioni trattate per lo specifico contesto in emergenza

    Public libraries and visual narrative: inclusive readings and good practices

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    Public libraries are traditional safeguards of democracy, where books sustain the empowerment of communities. International scientific literature provides evidence for the fact that in suburban areas and border territories around the world these institutions qualify as open spaces, education laboratories, strong enough to counteract the area’s educational poverty and to favour an intercultural dialogue. This entry’s aim is to promote the role of public libraries in protecting the rights of everyone, especially children, to be an active part of a community, fostering a journey towards a proactive citizenship. The purpose is to locate tools and methodologies that qualify these spaces, strengthening their educational rather than their preservative dimension. In this regard significant educational experiences that give value to visual narrative will be presented. Specifically, this will feature wordless picture books as a starting point for intercultural encounters, defining the role of social educators better by building inclusive routes through these kinds of books.Le biblioteche pubbliche sono per tradizione presidi di democrazia dove, attraverso i libri, è possibile sostenere l’empowerment delle comunità. Nei luoghi di confine e nelle periferie del mondo, come documenta la letteratura scientifica internazionale, queste realtà si qualificano come spazi aperti, laboratori pedagogici in grado di contrastare la povertà educativa dei territori e favorire il dialogo interculturale. Il presente contributo mira quindi a valorizzare il ruolo delle biblioteche pubbliche nel salvaguardare i diritti di tutti, in special modo dei bambini, di sentirsi parte della comunità in modo attivo e propositivo, promuovendo percorsi di cittadinanza attiva. La finalità è individuare strumenti e metodologie che qualifichino questi spazi potenziando la dimensioneeducativa rispetto a quella conservativa. A questo riguardo si porteranno alcune esperienze pedagogiche significative valorizzando la visual narrative, nello specifico l’utilizzo dei wordless picture books, per l’avvio di pratiche interculturali, definendo il ruolo dell’educatore/animatore nel costruire percorsi inclusivi con tali testi

    Voci di donne immigrate dal carcere

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    This paper investigates the conditions of immigrant women in Italian penitentiaryinstitutions from a “militant” pedagogy perspective. The approach is centered onthe rights and empowerment of people experiencing detention in order to explorehow they combat stereotypes that generate exclusion, as well as to designeducational settings accordingly. Supported by a variety of sources, favoring theautobiographical and narrative ones, the author attempts to bring light to foreignwomen’s experience of imprisonment, to what strategies and resources they implement to withstand prison life and how to identify educational pathways thatstem from the values of a woman’s world.Il presente saggio indaga le condizioni delle donne immigrate negli Istituti penitenziari italiani da una prospettiva di pedagogia “militante”, assumendo un approccio centrato sui diritti e sulla responsabilizzazione dei soggetti che vivono un’esperienza di detenzione per contrastare gli stereotipi che generano esclusione e predisporre contesti educativi di empowerment. Attraverso una pluralità di fonti, privilegiando quelle autobiografico-narrative, si è tentato di mettere in luce come le donne straniere percepiscono il carcere, quali strategie e risorse mettono in campo per resistere, come sia possibile individuare percorsi trasformativi che partano proprio dai valori specifici del mondo femminile

    Educare oggi tra rischi e opportunità

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    Il saggio esplora le nuove rotte per l'educazione oggi, in un'epoca di crisi e di disorientamento valoriale e traccia nuovi orizzonti per una pedagogia che voglia definirsi “militante”, attenta cioè ad elaborare modelli interpretativi e strategie d’azione nei diversi territori per assicurare le migliori condizioni di sviluppo della persona nel rispetto dei diritti
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