58 research outputs found
Leggere Montaigne agli inizi del ventesimo secolo: il contributo di Giovanni Setti
Questo contributo analizza il saggio di Giovanni Setti, Tassoni e Montaigne, pubblicato nella Miscellanea tassoniana, che Angelo Fortunato Formiggini edita nel 1908. Il confronto di Setti tra l’opera di Montaigne e i Pensieri di Tassoni non presenta un’argomentazione convincente ma mette in luce interessanti affinità – di pensiero e di scrittura – tra i due autori, ne sottolinea il tratto innovativo, in sintonia con l’esordio editoriale di Formiggini. Setti mostra un’ottima conoscenza del dibattito europeo che concerne l’opera di Montaigne e la storia editoriale del suo testo, e ci consegna un tassello, piccolo ma prezioso, della storia della ricezione italiana degli Essais
Il lettore per amico
PublishedAlimentando un filone di ricerca inaugurato qualche anno fa nell’ambito dei Seminari Balmas, e che intende esplorare pratiche ed effetti della lettura dei testi letterari, i saggi presentati in questo volume scelgono di collocarsi nel campo d’azione dello scrittore, per osservare le strategie con cui egli attira il lettore in un legame di empatia assai più stringente di una semplice affinità intellettuale. Che sia il complice che sostiene e legittima un’impresa trasgressiva, lo spirito eletto che risponde all’appello di una comunità ideale, o l’essere sensibile che allevia la sofferenza d’un’anima che gli si offre senza reticenze, il lettore amico è il sogno segreto d’ogni scrittore, anche il più elitario e sprezzante, o il più disperatamente chiuso in sé. Incontrare lo sguardo di qualcuno che accoglie, comprende, condivide è fare l’esperienza del perfetto amore: ed è paradossalmente l’atto di lettura – il meno tangibile dei congiungimenti – che può realizzare quest’utopia. Per inseguirla gli autori utilizzano, ciascuno a suo modo – al mutare dei contesti storicoculturali, e dei sostrati biografici in cui la creazione prende forma – gli espedienti di cui è provvista la loro arte: dalle scintillanti seduzioni dello stile alle allusioni nascoste, agli enigmi, ai messaggi criptati; dalle più sofisticate formulazioni retoriche all’invettiva, al grido, all’impudica esposizione di sé stessi
La Fabbrica dei Classici. La Traduzione delle Letterature straniere e l'Editoria milanese (1950-2021)
L'editoria milanese ha avuto un ruolo centrale nella traduzione delle letterature straniere, soprattutto dall'immediato dopoguerra a oggi, nel periodo in cui la letteratura tradotta è stata uno strumento essenziale alle istanze di rinnovamento del canone letterario nazionale. La fioritura di collane, il moltiplicarsi dei generi letterari tradotti, l’ambizione sempre più visibile di rispettare il testo originale, anche in lingue extraeuropee, hanno dato vita a un panorama ricco e articolato, documentato negli archivi del Centro APICE, da cui prendono le mosse la maggior parte dei contributi raccolti in questo volume. Essi riportano il dibattito sviluppato nel corso del Convegno di Studi La Fabbrica dei classici. La Traduzione delle Letterature straniere e l’Editoria milanese (1950-2021), che il Centro APICE ha organizzato nel novembre del 2021, presso l’Università degli Studi di Milano. Il titolo stesso evoca un luogo di costruzione e un dinamismo nell’organizzare e produrre che ben rappresentano l’alacrità del mondo editoriale milanese. Un’intraprendenza aperta alle suggestioni delle letterature straniere che caratterizza il capoluogo lombardo ben prima del 1950: la data non evidenzia il momento di una rottura, bensì la piena consapevolezza di una ripartenza che accelera – in modo impressionante e in più direzioni – un processo di modernizzazione e internazionalizzazione già in atto da tempo e destinato ancora a grandi trasformazioni. Questo volume ne rende testimonianza a partire innanzitutto dal lavoro dei traduttori che, di questa 'fabbrica dei classici’, sono il vero motore
Positive symptoms associate with cortical thinning in the superior temporal gyrus via the ENIGMA-Schizophrenia consortium
Objective: Based on the role of the superior temporal gyrus (STG) in auditory processing, language comprehension and self-monitoring, this study aimed to investigate the relationship between STG cortical thickness and positive symptom severity in schizophrenia. Method: This prospective meta-analysis includes data from 1987 individuals with schizophrenia collected at seventeen centres around the world that contribute to the ENIGMA Schizophrenia Working Group. STG thickness measures were extracted from T1-weighted brain scans using FreeSurfer. The study performed a meta-analysis of effect sizes across sites generated by a model predicting left or right STG thickness with a positive symptom severity score (harmonized SAPS or PANSS-positive scores), while controlling for age, sex and site. Secondary models investigated relationships between antipsychotic medication, duration of illness, overall illness severity, handedness and STG thickness. Results: Positive symptom severity was negatively related to STG thickness in both hemispheres (left: βstd = −0.052; P = 0.021; right: βstd = −0.073; P = 0.001) when statistically controlling for age, sex and site. This effect remained stable in models including duration of illness, antipsychotic medication or handedness. Conclusion: Our findings further underline the important role of the STG in hallmark symptoms in schizophrenia. These findings can assist in advancing insight into symptom-relevant pathophysiological mechanisms in schizophrenia
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Prevalence, associated factors and outcomes of pressure injuries in adult intensive care unit patients: the DecubICUs study
Funder: European Society of Intensive Care Medicine; doi: http://dx.doi.org/10.13039/501100013347Funder: Flemish Society for Critical Care NursesAbstract: Purpose: Intensive care unit (ICU) patients are particularly susceptible to developing pressure injuries. Epidemiologic data is however unavailable. We aimed to provide an international picture of the extent of pressure injuries and factors associated with ICU-acquired pressure injuries in adult ICU patients. Methods: International 1-day point-prevalence study; follow-up for outcome assessment until hospital discharge (maximum 12 weeks). Factors associated with ICU-acquired pressure injury and hospital mortality were assessed by generalised linear mixed-effects regression analysis. Results: Data from 13,254 patients in 1117 ICUs (90 countries) revealed 6747 pressure injuries; 3997 (59.2%) were ICU-acquired. Overall prevalence was 26.6% (95% confidence interval [CI] 25.9–27.3). ICU-acquired prevalence was 16.2% (95% CI 15.6–16.8). Sacrum (37%) and heels (19.5%) were most affected. Factors independently associated with ICU-acquired pressure injuries were older age, male sex, being underweight, emergency surgery, higher Simplified Acute Physiology Score II, Braden score 3 days, comorbidities (chronic obstructive pulmonary disease, immunodeficiency), organ support (renal replacement, mechanical ventilation on ICU admission), and being in a low or lower-middle income-economy. Gradually increasing associations with mortality were identified for increasing severity of pressure injury: stage I (odds ratio [OR] 1.5; 95% CI 1.2–1.8), stage II (OR 1.6; 95% CI 1.4–1.9), and stage III or worse (OR 2.8; 95% CI 2.3–3.3). Conclusion: Pressure injuries are common in adult ICU patients. ICU-acquired pressure injuries are associated with mainly intrinsic factors and mortality. Optimal care standards, increased awareness, appropriate resource allocation, and further research into optimal prevention are pivotal to tackle this important patient safety threat
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Correction to: Prevalence, associated factors and outcomes of pressure injuries in adult intensive care unit patients: the DecubICUs study
The original version of this article unfortunately contained a mistake
Du peintre au poète : Les portraits de Laure et Cassandre au seuil du recueil poétique
Le portrait devient ainsi un double simulacre: simulacre de la femme en tant que canon esthétique et simulacre du livre , comme utopie d'une unité organique de l'œuvre qui transcende la multiplicitè et ses constituantes centrifuges
introduzione
L’editoria ha spesso avuto con la traduzione un rapporto controverso, radicato in una necessità duplice: rendere accessibile un testo in una lingua “altra” e rispettarne precisamente il senso, la misura, la musicalità. Nel tempo, si sono affinati strumenti e strategie che hanno acquisito significati diversi in contesti nazionali differenziati. In questa cornice, l’editoria milanese ha avuto un ruolo centrale, soprattutto dall’immediato dopoguerra a oggi, in un periodo in cui la letteratura tradotta è stato uno strumento essenziale alle istanze di rinnovamento del canone letterario nazionale. La fioritura di collane, il moltiplicarsi dei generi letterari tradotti, l’ambizione sempre più visibile di rispettare il testo originale, anche in lingue non europee, hanno dato vita a un panorama ricco e articolato, documentato negli archivi del Centro APICE, da cui prendono le mosse la maggior parte dei contributi raccolti in questo volume. Essi riportano il dibattito sviluppato nel corso del Convegno di Studi, La Fabbrica dei classici. La Traduzione delle Letterature Straniere e l’Editoria milanese (1950-2021), che il centro APICE ha organizzato nel novembre del 2021, presso l’Università degli Studi di Milano. Il titolo stesso evoca un luogo di costruzione e una modalità dinamica di organizzazione e produzione, che ben rappresenta il pragmatismo e l’alacrità del mondo editoriale milanese. Un attivismo concreto e aperto alle suggestioni delle letterature straniere che caratterizza il capoluogo lombardo ben prima del 1950: la data non evidenzia il momento di una rottura, bensì la piena consapevolezza di una ripartenza che accelera – in modo impressionante e in più direzioni – un processo di modernizzazione e internazionalizzazione già in atto da tempo e tuttavia destinato a grandi trasformazioni. Questo volume ne rende testimonianza a partire innanzitutto dal lavoro dei traduttori che, di questa ‘fabbrica dei classici’, sono il vero motore
«Vergine bella, che, di sol vestita»: ‘fragmenta’ spirituali di Petrarca nella poesia francese del Cinquecento
Milano e gli Essais, una storia ottocentesca
Il contributo indaga la presenza dell’opera di Montaigne nella cultura mila- nese ottocentesca, a partire da due versioni italiane degli Essais, pubblicate nel capoluogo lombardo nel 1831 e nel 1871.
La prima di queste edizioni dei Saggi, che riprende in verità una tradu- zione in parte già pubblicata, permette di attraversare il mondo dell’editoria milanese, in grande sviluppo negli anni Venti e Trenta dell’Ottocento, e di seguire la carriera di un avventuroso editore di origine veneta, Nicolò Bettoni, che individua a Milano una promettente modernità – di mezzi, di gusti, di relazioni internazionali – in grado di ampliare in modo proficuo il suo pubblico di lettori. L’edizione dei Saggi che Bettoni propone, nel 1831, in cerca di ampio consenso, contribuisce a mettere in relazione tale moder- nità con l’opera cinquecentesca del bordolese, evidenziandone contenuti e forme in linea con il dibattito culturale coevo. L’indagine procede a latere degli intellettuali più frequentati dalla critica, presenti a Milano nel primo Ottocento e piuttosto spregiudicati nella lettura degli Essais – Francesco Lomonaco, per esempio, ma anche il giovane Foscolo –; si intende mettere in luce una zona più moderata della cultura milanese, riformista e di matri- ce cattolica, che coniuga istanze di autonomia politico-intellettuale con esi- genze rigorose di moralità e riconosce negli Essais – si tratta di vedere comee attraverso quali operazioni all’interno dell’atelier editoriale di Bettoni – un’opera di riferimento a forte vocazione didattica.
La versione successiva – i Saggi pubblicati a partire dal 1871 – consen- te invece una breve esplorazione della cultura milanese post-unitaria: lo sguardo si sposta dall’ambiente editoriale e dai salotti letterari, ormai in lento declino nella città lombarda, a nuovi contesti culturali, anche di segno scientifico, in cui trova espressione una sorta di umanesimo moderno in grado di sostenere, a livello intellettuale quanto sul piano economico, la pubblicazione di una nuova versione degli Essais. Si ricongiungono saperi apparentemente distanti, che trovano spesso nella stessa persona punti di convergenza significativi, come nel caso del medico alienista Andrea Verga, lettore appassionato di Montaigne, amico e collaboratore stretto del tradut- tore di questa seconda versione, Natale Contini.
Questa indagine offre innanzitutto delle traiettorie, come dal titolo ge- nerale della silloge, ricostruisce letture, curatele, collaborazioni, segue di- namiche interne a gruppi letterari e case editrici, nel tentativo di ascrivere queste due versioni degli Essais in un sistema letterario significativo per la cultura italiana del tempo, e, in una prospettiva europea, di singolare interesse per la riflessione critica consacrata a Montaigne; ci proponiamo di condurre in altra sede2, in modo ben più articolato, l’analisi linguistica delle singole traduzioni
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