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    EFFETTI DI DIETE AD ELEVATO CONTENUTO DI GRASSI E FRUTTOSIO SULLO STRESS OSSIDATIVO, INFIAMMAZIONE E INSULINO - RESISTENZA

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    L'obesità rappresenta uno dei principali problemi del 21° secolo in quanto contribuisce alla crescente prevalenza di malattie croniche ad essa correlate, tra cui la resistenza all'insulina, il diabete di tipo 2 (Zatterale et al.,2020) e malattie neurodegenerative. Prove crescenti suggeriscono un ruolo critico della sovralimentazione nello sviluppo di tali patologie. In particolare, grassi e zuccheri nella dieta sono stati identificati come fattori di rischio per il sovrappeso e la neuro-degenerazione, soprattutto nella mezza età, che rappresenta una fase precoce del processo di invecchiamento in cui gli animali sono maggiormente preposti a sviluppare insulino-resistenza e danni al fegato (steatopatiti, fibrosi e cirrosi) (Lohr et al.,2016). In più è stato osservato come uno dei fattori che può maggiormente contribuire all'invecchiamento e alterare la funzionalità celebrale è rappresentato dalla dieta ed in particolare dal consumo di diete ad elevato contenuto di grassi e zuccheri (Granholm et al.2008). La disfunzione mitocondriale e lo stress ossidativo contribuiscono all'alterazione celebrare (Papa et al.,2008). L'obesità è accompagnata da un'infiammazione cronica di basso grado nel tessuto adiposo, considerata un fattore di rischio cruciale per lo sviluppo dell'insulino-resistenza e del diabete di tipo 2 negli individui obesi. I fattori scatenanti dell'infiammazione del tessuto adiposo sono ancora scarsamente definiti. Tuttavia, l'espansione del tessuto adiposo indotta dall'obesità produce segnali intrinseci (ad es. morte degli adipociti, ipossia e stress meccanico) in grado di avviare la risposta infiammatoria (Zatterale et al.,2020). L'aumento del rischio per gli individui obesi di sviluppare malattie cerebrali potrebbe essere dovuto alla capacità del tessuto adiposo di comunicare con il cervello e influire sulla sua funzione. Pertanto, l'analisi di markers specifici, i cui livelli adiposi e / o cerebrali sono influenzati dalla dieta, potrebbe contribuire a svelare l'intersezione tra obesità e neuro- degenerazione. In particolare, le citochine pro-infiammatorie, come il fattore di necrosi tumorale alfa (TNFα), sono implicate nello sviluppo dell'insulina-resistenza neuronale (Lourenco et al.,2013). Per valutare l'effetto di 4 settimane con una dieta ad alto contenuto di grassi e fruttosio sulla composizione corporea, il bilancio energetico, i marcatori specifici di stress ossidativo, infiammazione e la sensibilità all'insulina nel fegato è stato utilizzato un modello sperimentale costituito da ratti di mezza età (11 mesi). Tali ratti sono stati alimentati con una dieta ricca di acidi grassi saturi e fruttosio (i ratti HFF), imitando la "western diet" e confrontati con ratti della stessa età che sono stati alimentati una dieta di controllo (ratti LF). I ratti HFF hanno mostrato un aumento significativo nell'aumento di peso corporeo, energia e lipidi rispetto ai ratti LF. I ratti HFF hanno mostrato resistenza all'insulina epatica, insieme ad un aumento dei trigliceridi plasmatici, del colesterolo e del fattore di necrosi tumorale alfa. I lipidi epatici, i trigliceridi e il colesterolo erano più elevati nei ratti HFF, mentre in questo tessuto è stata riscontrata una significativa diminuzione dell'attività della stearoil-CoA desaturasi. Nei ratti HFF è stato riscontrato un marcato aumento della quantità di proteine del complesso I della catena respiratoria mitocondriale, concomitante a una diminuzione del suo contributo alla respirazione mitocondriale. La perossidazione lipidica come marcatore dello stress ossidativo, così come l'attività della NADPH ossidasi, erano significativamente più alta nei HFF, mentre l'enzima antiossidante catalasi diminuiva in questi ratti. L'attività della mieloperossidasi e il contenuto di lipocalina sono aumentati, mentre il recettore gamma attivato dal proliferatore dei perossisomi è diminuito nei ratti HFF. A livello celebrale la funzione mitocondriale è stata analizzata mediante respirometria ad alta risoluzione nelle due aeree maggiormente coinvolte in patologie neurodegenerative: ippocampo e corteccia prefrontale. Sono stati valutati anche i marcatori dell'equilibrio ossidativo, nonché il contenuto proteico della proteina disaccoppiante 2 (UCP2), del coattivatore 1-alfa (PGC-1α) del recettore gamma attivato da proliferatori dei perossisomi e del recettore alfa attivato dai proliferatori dei perossisomi (PPARα). Una diminuzione della quantità dei complessi I e II seguita da un aumento della quantità del complesso IV nell'ippocampo è stato riscontrata in seguito al trattamento dietetico mostrando pertanto una maggiore suscettibilità rispetto alla corteccia. L'alimentazione con una dieta HFF ha indotto una significativa riduzione della quantità di UCP2, PGC1α e PPARα, in entrambe le aree cerebrali. In fine per studiare la risposta metabolica sia del tessuto adiposo bianco che del cervello in ratti di mezza età alimentati con una tipica dieta occidentale (ricca di grassi saturi e fruttosio, HFF) e verificare se esiste una somiglianza tra i due tessuti. Cito / adipochine specifiche (fattore di necrosi tumorale alfa (TNF-α), adiponectina), marcatori infiammatori critici dell'obesità (aptoglobina, lipocalina) e via di segnalazione dell'insulina (substrato 1 del recettore dell'insulina (IRS), Akt, Erk) sono state valutate sia nel tessuto adiposo bianco dell'epididimo (eWAT), che nell'ippocampo e nella corteccia frontale. E' stato riscontrato un aumento significativo del TNF-α sia nell'e-WAT che nell'ippocampo dei ratti HFF, mentre l'espressione dell'aptoglobina e della lipocalina è stata influenzata in modo diverso nei vari tessuti. È interessante notare che la quantità di adiponectina è stata trovata significativamente ridotta nell'e-WAT, nell'ippocampo e nella corteccia frontale dei ratti HFF. La segnalazione dell'insulina è stata compromessa dalla dieta HFF nell'e-WAT ma non nel cervello. I risultati ottenuti forniscono la prova che i ratti di mezza età mostrano suscettibilità a una "dieta western" a breve termine, mostrando omeostasi redox alterata, resistenza all'insulina, alterazioni mitocondriali precoci nel fegato, conseguenze marginali della funzionalità celebrale con l'ippocampo maggiormente suscettibile agli insulti metabolici e vengono evidenziate le somiglianze nella risposta tra il tessuto adiposo e il cervello a sottolineare un possibile "crosstalk" tra i due compartimenti

    Prognostic Value of Plasma and Urine Glycosaminoglycan Scores in Clear Cell Renal Cell Carcinoma

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    The prognosis of metastatic clear cell renal cell carcinoma (ccRCC) vastly improved since the introduction of antiangiogenic targeted therapy. However, it is still unclear which biological processes underlie ccRCC aggressiveness and affect prognosis. Here, we checked whether a recently discovered systems biomarker based on plasmatic or urinary measurements of glycosaminoglycans aggregated into diagnostic scores correlated with ccRCC prognosis.Thirty-one patients with a diagnosis of ccRCC (23 metastatic) were prospectively enrolled and their urine and plasma biomarker scores were correlated to progression-free survival (PFS) and overall survival (OS) as either a dichotomous (Low vs. High) or a continuous variable in a multivariate survival analysis.The survival difference between High vs. Low-scored patients was significant in the case of urine scores (2-year PFS rate = 53.3% vs. 100%, p = 310-4 and 2-year OS rate = 73.3% vs. 100%, p = 0.0078) and in the case of OS for plasma scores (2-year PFS rate = 60% vs. 84%, p = 0.0591 and 2-year OS rate = 66.7% vs. 90%, p = 0.0206). In multivariate analysis, the urine biomarker score was an independent predictor of PFS (HR: 4.62, 95% CI: 1.66 to 12.83, p = 0.003) and OS (HR: 10.13, 95% CI: 1.80 to 57.04, p = 0.009).This is the first report on an association between plasma or urine GAG scores and the prognosis of ccRCC patients. Prospective trials validating the prognostic and predictive role of this novel systems biomarker are warranted

    The F1Fo-ATPase inhibitor protein IF1 in pathophysiology

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    The endogenous inhibitor of ATP synthase is a protein of about 10 kDa, known as IF1 which binds to the catalytic domain of the enzyme during ATP hydrolysis. The main role of IF1 consists of limiting ATP dissipation under condition of severe oxygen deprivation or in the presence of dysfunctions of mitochondrial respiratory complexes, causing a collapse in mitochondrial membrane potential and therefore ATP hydrolysis. New roles of IF1 are emerging in the fields of cancer and neurodegeneration. Its high expression levels in tumor tissues have been associated with different roles favouring tumor formation, progression and evasion. Since discordant mechanisms of action have been proposed for IF1 in tumors, it is of the utmost importance to clarify them in the prospective of defining novel approaches for cancer therapy. Other IF1 functions, including its involvement in mitophagy, may be protective for neurodegenerative and aging-related diseases. In the present review we aim to clarify and discuss the emerging mechanisms in which IF1 is involved, providing a critical view of the discordant findings in the literature

    Historia de la evolucion de la calidad hospitalar: de los padrones a acreditacion

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    This work contemplates the literature revision of Quality Standardization and the evaluation process by means of Hospital Accreditation literature. A historic resume have been worked out, about the beginnings of quality evaluation within the health services, from the Hospital Standardization Program, elaborated by the American Surgeons College, in the middle of 1924, to the creation of ONA - National Accreditation Organization, who has as main goals the installation and implementation of a health assistance permanent improvement process, thus stimulating the services to reach higher quality standards. After a reflection exercise, it was considered that, in the evaluation of services, it's necessary to seek a higher value of the assistentials results, as well as the elaboration of more equanimous patterns in the structure, processes and results of the assistential quality.Trata-se de una revisión de la literatura sobre padronización de Calidad y el procedimiento de evaluación por la Acreditación Hospitalar. Fue realizado un breve histórico sobre el inicio de la evaluación de calidad en los servicios de salud, con el Programa de Padronización Hospitalar creado por el Colegio Americano de Cirujanos, a medios de 1924, hasta la creación de la Organización Nacional de Acreditación - ONA, que tiene como objetivos la implementación de un proceso permanente de mejoría de la asistencia a la salud, haciendo que los servicios lleguen a los mejores niveles de cualidad. Después de un auto-análisis, se hizo necesaria que en las evaluaciones de servicios, se buscara la valorización de los resultados asistenciales bien como la elaboración de padrones cuali - cuantitativamente más uniformes en aspectos de estructura, procesos e resultados de calidad asistencial.Trata-se da revisão da literatura sobre a padronização da Qualidade e o processo de avaliação pela Acreditação Hospitalar. Foi realizado um apanhado histórico sobre o início da avaliação da qualidade nos serviços de saúde, com o Programa de Padronização Hospitalar elaborado pelo Colégio Americano de Cirurgiões, em meados de 1924, até a criação da Organização Nacional de Acreditação - ONA, que tem como objetivos a implantação e implementação de um processo permanente de melhoria da assistência à saúde estimulando os serviços a atingirem padrões mais elevados de qualidade. Após reflexão, considerou-se que nas avaliações dos serviços faz-se necessário buscar a valorização dos resultados assistenciais bem como a elaboração de padrões quali - quantitativamente mais equânimes nos aspectos estrutura, processos e resultados da qualidade assistencial.Consultoria Saúde Brasil Responsabilidade Profissional/ Hospitalar e Gerenciamento de RiscosUNG Curso de Pós-graduaçãoUNIFESP Depto EnfermagemUNIFESP, Depto EnfermagemSciEL

    Mechanisms of HIV-1 Nucleocapsid Protein Inhibition by Lysyl-Peptidyl-Anthraquinone Conjugates

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    The Nucleocapsid protein NCp7 (NC) is a nucleic acid chaperone responsible for essential steps of the HIV-1 life cycle and an attractive candidate for drug development. NC destabilizes nucleic acid structures and promotes the formation of annealed substrates for HIV-1 reverse transcription elongation. Short helical nucleic acid segments bordered by bulges and loops, such as the Trans-Activation Response element (TAR) of HIV-1 and its complementary sequence (cTAR), are nucleation elements for helix destabilization by NC and also preferred recognition sites for threading intercalators. Inspired by these observations, we have recently demonstrated that 2,6-disubstituted peptidylanthraquinone-conjugates inhibit the chaperone activities of recombinant NC in vitro, and that inhibition correlates with the stabilization of TAR and cTAR stem-loop structures. We describe here enhanced NC inhibitory activity by novel conjugates that exhibit longer peptidyl chains ending with a conserved Nterminal lysine. Their efficient inhibition of TAR/cTAR annealing mediated by NC originates from the combination of at least three different mechanisms, namely, their stabilizing effects on nucleic acids dynamics by threading intercalation, their ability to target TAR RNA substrate leading to a direct competition with the protein for the same binding sites on TAR, and, finally, their effective binding to the NC protein. Our results suggest that these molecules may represent the stepping-stone for the future development of NC-inhibitors capable of targeting the protein itself and its recognition site in RNA

    Plastics today: Key challenges and EU strategies towards carbon neutrality: A review

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    Never as today the need for collaborative interactions between industry, the scientific community, NGOs, policy makers and citizens has become crucial for the development of shared political choices and protection of the environment, for the safeguard of future generations. The complex socio-economic and environmental interconnections that underlie the EU strategy of the last years, within the framework of the Agenda 2030 and the green deal, often create perplexity and confusion that make difficult to outline the definition of a common path to achieve carbon neutrality and “net zero emissions” by 2050. Scope of this work is to give a general overview of EU policies, directives, regulations, and laws concerning polymers and plastic manufacturing, aiming to reduce plastic pollution, allowing for a better understanding of the implications that environmental concern and protection may generate from a social-economical point of view

    How many marine aliens in Europe?

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    In the framework of the European Alien Species Information Network (EASIN; http://easin.jrc.ec.europa.eu/), an inventory of marine alienspecies in Europe was created by critically reviewing existing information in 34 global, European, regional and national databases. In total, 1369 marine alien species have been reported in the European seas (including 110 cryptogenic and 139 questionable species); this is a substantial increase from the 737 species previously reported in 2009 based on the DAISIE (Delivering Alien Invasive Species Inventories for Europe; http://www.europe-aliens.org) dataset. Most of the reported species were invertebrates (63.3%), followed by chromists (13.7%), vertebrates (11.6%), and plants (10.1%). Mollusca is the most numerous phylum, followed by Arthropoda, Chordata, and Annelida. Thecountries with the highest reported numbers of marine alien species were Israel, Turkey, Italy, France, Egypt and Greece. A reporting bias is evident as efforts for monitoring and reporting alien species vary among countries

    Aspectos basilares do interacionismo sociodiscursivo: conceitos vygotskyanos revisitados

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    In this paper, we will revisit some Vygostkian concepts which underpin the theoretical framework of Socio-Discursive Interactionism (SDI), proposed by Bronckart. From a resumption of studies on Vygotsky about higher mental processes, we will seek to understand the relevance of social relations for language acquisition and, from this, for human psychological development, for their insertion on social activities, and, consequently, for their citizenship education

    Co-evaluación y autoevaluación a través de Moodle-UA para asignaturas de lenguas y literaturas extranjeras

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    La implementación de la evaluación formativa en asignaturas del Departamento de Filologías Integradas desde hace ya cinco años, cuando iniciamos nuestra investigación en este campo, nos ha llevado a plantearnos la utilización de nuevos instrumentos y herramientas de evaluación. La plataforma virtual Moodle-UA 2 disponía de utilidades a las que podían adaptarse perfectamente las asignaturas de lenguas y literaturas extranjeras que impartimos desde del departamento de Filologías Integradas. Nuestro principal propósito ha sido el de formarnos en la utilización y conocimiento de las posibilidades que esta plataforma virtual ofrecía en materia de evaluación. Nos hemos centrado sobre todo en la adaptación de los cuestionarios de autoevaluación y coevaluación vinculados a las actividades formativas evaluables de nuestras asignaturas, a las herramientas de la plataforma. En este sentido, hemos trabajado en la manera de vincular todos los aspectos de la evaluación formativa a través de la plataforma Moodle- UA para así optimizar y agilizar el proceso, tanto para el docente como para el discente
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