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    PROGETTO “MESSINA 1908 – 2008”. RAPPORTO DELLA CAMPAGNA OBS NELL’AREA EOLIANA E DELLO STRETTO DI MESSINA

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    Il Centro Nazionale Terremoti (CNT), in collaborazione con la sezione di Catania, ha progettato e realizzato un esperimento di sismica passiva nell’area Calabro–Peloritana il cui scopo è fornire nuovi dati sismici volti a comprendere come le dinamiche superficiali ed il processo di subduzione interagiscano tra loro, migliorando così la comprensione dei processi sismogenetici nella zona colpita dal terremoto del 1908 [Margheriti et al., 2008; http://dpc-s5.rm.ingv.it]. Con l’obiettivo di ridurre l’errore di localizzazione degli ipocentri degli eventi verificatisi nell’area interessata dal progetto, ad integrazione delle 30 stazioni della rete sismica nazionale già presenti nell’area in esame, l’esperimento ha previsto l’installazione di 15 stazioni della rete mobile e la deposizione di 5 OBS/H (Ocean Bottom Seismometer with Hydrophone), per un numero complessivo di 50 stazioni sismiche larga banda 3C coinvolte nel progetto. La campagna sismica a terra ha avuto inizio nell’ottobre 2007 e ad oggi (gennaio 2009), le stazioni sono ancora in funzione, mentre la deposizione dei cinque OBS/H è avvenuta tra il 15 e il 18 luglio 2008 ed il loro recupero è stato effettuato tra il 6 e il 7 novembre 2008. Gli OBS/H, progettati e realizzati presso l’OBS Lab di Gibilmanna, sono stati equipaggiati con sismometri Nanometrics Trillium 120p (120s - 175 Hz) e con sensori differenziali di pressione (Differential Pressure Gauge) Cox-Webb, con banda passante tra i 200s e i 2Hz. La base autolivellante sulla quale è installato il sensore sismico è stata realizzata anch’essa presso l’OBS Lab di Gibilmanna nei mesi intercorsi tra il recupero degli OBS impiegati nella prima campagna NERIES, avvenuto nel marzo 2008, e il luglio 2008, data della deposizione degli OBS del progetto “Messina 1908 – 2008”. La necessità di realizzare una nuova base autolivellante in tempi così brevi, è stata una diretta conseguenza dei risultati negativi ottenuti dalla base Nautilus in occasione della già citata campagna NERIES [D’Anna et al., 2008]: due sismometri su tre non si erano livellati nel range di ±0.2°, massimo tilt dinamico previsto per i Trillium 120p, provocando il non funzionamento degli stessi. Come meglio verrà analizzato nei paragrafi successivi, le problematiche affrontate nella realizzazione di questi dispositivi di livellamento sono state molteplici e di difficile soluzione. L’analisi preliminare dei dati ha evidenziato che soltanto uno dei cinque sensori sismici ha funzionato correttamente per l’intero periodo, mentre gli altri quattro hanno funzionato in media per circa 20 giorni. Causa di ciò, un rapido consumo delle batterie dovuto ad un livellamento sì compreso nel range di ±0.2° dall’orizzontale, condizione necessaria perché il sismometro sia in grado di rilevare eventi sismici, ma oltre il range di ±0.1°, condizione necessaria perché i consumi del Trillium120p si riducano da circa 2.5W ai 600mW nominali. I risultati ottenuti da questo esperimento, sono comunque da inquadrare in una successione degli eventi che ha fatto sì che lo sviluppo di questa nuova base autolivellante fosse condizionato da una certa urgenza: al CNT premeva presentare i dati raccolti dagli OBS al convegno “Scienza e società a 100 anni dal grande Terremoto”, che si sarebbe tenuto a Reggio Calabria dal 10 al 12 dicembre 2008 e visti gli insuccessi della base Nautilus nel precedente esperimento, ci si è trovati di fronte alla necessità di progettare e sviluppare un nuovo sistema di livellamento per i Trillium 120p nell’arco di tre mesi e mezzo. Queste, oltre a quelle di natura economica, le ragioni per cui non è stato possibile procedere secondo un iter che per noi, come per le aziende che operano nel settore marino, è uno standard: - Progettazione; - Realizzazione del prototipo; - Test in laboratorio (e. g. tavola vibrante) - Test in camera iperbarica; - Test in mare; - Produzione in serie; E’ nostra intenzione, in un prossimo futuro, portare avanti lo sviluppo di questa base autolivellante, con tempi e risorse finanziare ed umane più appropriate. Ciò che riportiamo in questo Rapporto Tecnico vuole essere una descrizione del lavoro sin qui svolto, anche se non conclusivo e risolutivo, ma che ci ha già permesso di individuare delle problematiche fondamentali la cui soluzione sarà oggetto di studi più approfonditi. Rimane positivo il fatto che le basi già realizzate riescono già da adesso a livellare automaticamente un sensore entro un range di ±0.2°. Gli OBS/H dell’INGV verranno nuovamente deposti con la stessa disposizione del progetto “Messina 1908 – 2008” nell’estate 2009, nell’ambito del progetto S5 finanziato dal Dipartimento della Protezione Civile. Per sopperire alle problematiche riscontrate nella marinizzazione del Trillium 120p, si è scelto di installare a bordo degli OBS dei sensori Guralp CMG40T-OBS (60s – 100 Hz), progettati per installazioni in mare sino a profondità di 6000 m è già dotati di una propria base autolivellante. Il motivo per il quale non si è utilizzato nelle passate campagne questo tipo di sensore è da addebitare unicamente al fatto che sui fondi DPC della convenzione 2005-2007 non è stato possibile inserire l’acquisto di questi specifici sensori, mentre erano disponibili i Trillium 120p

    Real-time urban seismic network and structural monitoring by means of accelerometric sensors: Application to the historic buildings of Catania (Italy)

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    A real-time urban seismic network for seismic and structural health monitoring is being installed in the city of Catania (Sicily, Italy). The 27 monitoring stations, specifically designed and assembled, equipped with a low-noise 3-axial MEMS accelerometer, are located in 23 high exposure and vulnerability buildings. In this paper we present the characteristics of the monitoring station and of the network. In case of strong seismic events, the system will provide shake maps to the emergency management centre, and will allow to assess the health conditions of the monitored buildings. The network is conceived to be further expandable over the whole historical city centre of the city of Catania.PublishedMilan, Italy1IT. Reti di monitoraggi

    Interplay between COVID-19, pollution, and weather features on changes in the incidence of acute coronary syndromes in early 2020

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    Coronavirus disease 2019 (COVID-19) has caused an unprecedented change in the apparent epidemiology of acute coronary syndromes (ACS). However, the interplay between this disease, changes in pollution, climate, and aversion to activation of emergency medical services represents a challenging conundrum. We aimed at appraising the impact of COVID-19, weather, and environment features on the occurrence of ST-elevation myocardial infarction (STEMI) and non-ST-elevation myocardial infarction (NSTEMI) in a large Italian region and metropolitan area

    Ecological stages of the Venice Lagoon analysed using landing time series data

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    The time series of landings in the Venice Lagoon from 1945 to 2001 were analysed with the aim of explaining the ecosystem changes occurred. The comparative analysis of the total landings and mean Trophic Level (mTL) time series allowed to identify four different stages in the lagoon ecosystem. The first period, from 1945 to 1973, was characterised by increasing trends in the landings and their mTL. The second one, from 1974 to 1989, showed a decrease in the landings but still an increase in the mTL. The third period, from 1990 to 1998, had again a positive trend in the landings, but the mTL showed a sharp decline. After 1998, a slight decreasing trend in both mTL and landings was observed: the analyses of the artisanal fishery landings only date back to 1995 this effect. The presence of four distinct periods was also confirmed by the analysis of the trends of other indices estimated using landings data: the Fishing in Balance index (FiB), the Trophic Efficiency (TE) and the Pelagic on Demersal landings ratio (P/D). In the first period, the increasing fishing pressure, along with no evidence of ecosystemcrisis, suggested that an increased nutrient dischargewas supporting it; analogously, the bottom-up effects had driven the dynamics of the ecosystem also in the second period, when the decrease in nutrient loads caused a shift of the primary producers fromplanktonic tomacrobenthic. The spreading of theManila clam, a non-native species, and the development of its massive mechanical exploitation have been the main forces driving the ecosystem during the third period, forwhich, however, no signs of criseswere detected. The fourth period showed evidence of the ‘‘fishing down the food web’’ effect. Possible causes of such an effect were investigated and allowed us to conclude that not overfishing, but the effects ofmechanical harvesting of theManila clamhad caused relevant impacts on habitat and benthic communities, concluding that the present level of exploitation of the stock ofManila clamis not sustainable in the long term. Our findings were also compared with the general evolution of enclosed seas, subjected to high nutrient loads, fishing pressure and invasion by non-native species

    L’altra Madonna di Trastevere. La tavola della Vergine di S. Cosimato

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    Il contributo presenta un dipinto su tavola con l'immagine della Vergine con bambino, proveniente dalla chiesa del convento francescano dei Ss. Cosma e Damiano "in mica aurea" di Roma. La Madonna di S. Cosimato, relativamente poco nota agli studi, rientra in una tipologia molto documentata a Roma e nella regione romana tra XII e XIII secolo. In base alle caratteristiche formali, l'esecuzione dell'opera potrebbe agevolmente collocata intorno alla metà del XIII secolo. In effetti, lo stile della tavola rivela una certa parentela con le pitture della 'Sala Gotica', riferibili, com'è noto al 1235-1247. Più o meno allo stesso momento (1234 -1246) risale un importante ciclo di lavori architettonici messo in opera da Jacopa Cenci, prima badessa della comunità di clarisse che si insediò a S. Cosimato, la più antica e prestigiosa fondazione benedettina di Trastevere. Un aspetto di non minore interesse rivela la storia del dipinto, che il "Libro dell'antichità del Monastero di S. Cosimato", redatto agli inizi del XVII secolo da Orsola Formicini, dichiara proveniente da uno degli altari dall'antico S. Pietro: quello dei Ss. Processo e Martiniano, realizzato da Pasquale I (817-824). Quale che ne sia l'autorevolezza, la fonte segnala con una certa fedeltà un carattere reale del dipinto. In corrispondenza di uno degli angoli della tavola, si indovinano tracce di una stesura pittorica precedente, che un'indagine strumentale potrebbe forse rendere più leggibile

    Human-environment interactions in Sicilian inland during the Early Middle Ages (8th-11th c. AD): the case of Contrada Castro (C-W Sicily)

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    Poster at 40th Association for Environmental Archaeology Conference, 30/11-01/12/2019, University of Sheffield (UK)Within the project "Harvesting memories: ecology and archaeology of Monti Sicani landscapes" this paper aims to reconstruct human-environment relationship in the inland of Central-Western Sicily during the Early Middle Ages through a comparative analysis between archaeological data and vegetation dynamics in current landscape. The environmental archaeological record (faunal remains and anthracological/ carpological finds) has been analysed from different layers of the rural settlement (Contrada Castro, Corleone, Palermo) -excavated in 2017, 2018 and 2019- mainly occupied during Byzantine age and Islamic period (8th-11th c. AD). The first examination of charcoals provided the identification of the plant species selected and exploited in the surrounding landscape of the site for each chronological phase. The archaeobotanical data indicates punctual and qualitative picture on the historical vegetation of this area. The phytosociological data allowed the spatial arrangements of archaeobotanical finds within plant communities and its ecological distribution. The archaeozoological data added more information on the reconstruction of rural economy, husbandry management and its ecological environment. An integrated comparison between the structure and composition of current phytocoenoses with archaeobotanical and archaeozoological data allowed to interpret the dynamics of interaction between a rural community and its environment.Financiación: beca "Juan de la Cierva-incorporación, IJCI-2017-31494, MINECO), IJCI-2017-31494" y proyecto "Harvesting Memories" de la Universidad de Palermo (financiado por Bona Furtuna LLC)

    Viscoelasticity of nematic liquid crystals at a glance

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    Polarised microscopy is shown to be a powerful alternative to light scattering for the determination of the viscoelasticity of aligned nematic liquid crystals. We perform experiments in a wide range of temperatures by using an adapted version of the recently introduced differential dynamic microscopy technique, which enables us to extract scattering information directly from the microscope images. A dynamic analysis of the images acquired in different geometries provides the splay, twist and bend viscoelastic ratios. A static analysis allows a successful determination of the bend elastic constant. All our results are in excellent agreement with those obtained with the far more time-consuming depolarised light scattering techniques. Remarkably, a noteworthy extension of the investigated temperature-range is observed, owing to the lower sensitivity of microscopy to multiple scattered light. Moreover, we show that the unique space-resolving capacities of our method enable us to investigate nematics in the presence of spatial disorder, where traditional light scattering fails. Our findings demonstrate that the proposed scattering-with-images approach provides a space-resolved probe of the local sample properties, applicable also to other optically anisotropic soft materials
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