29 research outputs found

    Life Monza: project description and actions’ updating

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    The introduction of Low Emission Zones, urban areas subject to road traffic restrictions in order to ensure compliance with the air pollutants limit values set by the European Directive on ambient air quality (2008/50/EC), is a common and well-established action in the administrative government of cities. The impacts on air quality improvement are widely analysed, whereas the effects and benefits concerning the noise have not been addressed in a comprehensive manner. As a consequence, the definition, the criteria for the analysis and the management methods of a Noise Low Emission Zone are not clearly expressed and shared yet. The LIFE MONZA project (Methodologies fOr Noise low emission Zones introduction And management - LIFE15 ENV/IT/000586) addresses these issues. The first objective of the project, co-funded by the European Commission, is to introduce an easy-replicable method for the identification and the management of the Noise Low Emission Zone, an urban area subject to traffic restrictions, whose impacts and benefits regarding noise issues will be analyzed and tested in the pilot area of the city of Monza, located in Northern Italy. Background conditions, structure, objectives of the project and actions’ progress will be discussed in this article

    Cabbage and fermented vegetables : From death rate heterogeneity in countries to candidates for mitigation strategies of severe COVID-19

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    Large differences in COVID-19 death rates exist between countries and between regions of the same country. Some very low death rate countries such as Eastern Asia, Central Europe, or the Balkans have a common feature of eating large quantities of fermented foods. Although biases exist when examining ecological studies, fermented vegetables or cabbage have been associated with low death rates in European countries. SARS-CoV-2 binds to its receptor, the angiotensin-converting enzyme 2 (ACE2). As a result of SARS-CoV-2 binding, ACE2 downregulation enhances the angiotensin II receptor type 1 (AT(1)R) axis associated with oxidative stress. This leads to insulin resistance as well as lung and endothelial damage, two severe outcomes of COVID-19. The nuclear factor (erythroid-derived 2)-like 2 (Nrf2) is the most potent antioxidant in humans and can block in particular the AT(1)R axis. Cabbage contains precursors of sulforaphane, the most active natural activator of Nrf2. Fermented vegetables contain many lactobacilli, which are also potent Nrf2 activators. Three examples are: kimchi in Korea, westernized foods, and the slum paradox. It is proposed that fermented cabbage is a proof-of-concept of dietary manipulations that may enhance Nrf2-associated antioxidant effects, helpful in mitigating COVID-19 severity.Peer reviewe

    Nrf2-interacting nutrients and COVID-19 : time for research to develop adaptation strategies

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    There are large between- and within-country variations in COVID-19 death rates. Some very low death rate settings such as Eastern Asia, Central Europe, the Balkans and Africa have a common feature of eating large quantities of fermented foods whose intake is associated with the activation of the Nrf2 (Nuclear factor (erythroid-derived 2)-like 2) anti-oxidant transcription factor. There are many Nrf2-interacting nutrients (berberine, curcumin, epigallocatechin gallate, genistein, quercetin, resveratrol, sulforaphane) that all act similarly to reduce insulin resistance, endothelial damage, lung injury and cytokine storm. They also act on the same mechanisms (mTOR: Mammalian target of rapamycin, PPAR gamma:Peroxisome proliferator-activated receptor, NF kappa B: Nuclear factor kappa B, ERK: Extracellular signal-regulated kinases and eIF2 alpha:Elongation initiation factor 2 alpha). They may as a result be important in mitigating the severity of COVID-19, acting through the endoplasmic reticulum stress or ACE-Angiotensin-II-AT(1)R axis (AT(1)R) pathway. Many Nrf2-interacting nutrients are also interacting with TRPA1 and/or TRPV1. Interestingly, geographical areas with very low COVID-19 mortality are those with the lowest prevalence of obesity (Sub-Saharan Africa and Asia). It is tempting to propose that Nrf2-interacting foods and nutrients can re-balance insulin resistance and have a significant effect on COVID-19 severity. It is therefore possible that the intake of these foods may restore an optimal natural balance for the Nrf2 pathway and may be of interest in the mitigation of COVID-19 severity

    Informazione, conoscenza e percezione dei rischi da radiazioni ionizzanti. Una ricerca-intervento svolta presso le scuole medie superiori di quattro città del Lazio

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    Gli autori presentano i risultati di una ricerca-intervento riguardante un campione di studenti delle scuole secondarie superiori di quattro aree del Lazio. Per lo svolgimento della ricerca, concepita nell’ambito di un programma teso alla messa a punto e alla sperimentazione di strategie comunicative efficaci per la diffusione di contenuti tematici legati al rischio radiologico, è stato adottato un disegno di indagine quasi-sperimentale: dopo aver suddiviso il campione selezionato in un gruppo sperimentale (GS) e in un gruppo di controllo (GC), è stato effettuato un primo test (pretest- T1) sui due gruppi, al fine di ottenere una base di dati sulle conoscenze, relative al tema della radioattività, già in possesso degli studenti; successivamente, è stata attuata una campagna di informazione/formazione presso il solo GS, e, infine, si è proceduto alla somministrazione di un secondo test (posttest- T2) su entrambi i gruppi per analizzare e valutare i cambiamenti avvenuti. I risultati dello studio rivelano che il GS mostra, a seguito dell’intervento formativo, di migliorare o di preservare le conoscenze intorno alla questione della radioattività, mentre le conoscenze espresse dal GC tendono nel passaggio dal T1 al T2 piuttosto a deteriorarsi che non a conservarsi. Il miglioramento interessa in modo particolare gli studenti di entrambi i gruppi (GS e GC) che mostrano una inclinazione ricettiva verso il tema, ma l’ampiezza della quota dei migliorati in tale specifico segmento di popolazione è superiore nel GS rispetto al GC. Il miglioramento delle conoscenze non determina un processo di ri-orientamento percettivo degli studenti, stante una costante sovrastima del rischio da esposizione a fonti di radiazioni nel GS e nel GC nel passaggio dal T1 al T2

    Rischi tecnologici e ambiente nella stampa settimanale italiana

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    La relazione si propone di illustrare i primi risultati di un'attività di ricerca sulla rappresentazione dei rischi tecnologico-ambientali nella stampa settimanale italiana generalista a maggiore diffusione. L'indagine è finalizzata alla ricostruzione dell'"immagine" delle diverse tipologie di rischio ambientale di origine antropica veicolata da alcune testate settimanali, attraverso lo studio della rilevanza attribuita a tali tematiche e attraverso l'esplorazione, l'analisi e la valutazione delle modalità di trattazione e dei principali contenuti comunicativi. I settimanali oggetto di ricerca sono: "Oggi", "Gente", "Donna Moderna", "Panorama", Famiglia Cristiana" e "L'Espresso", per un arco temporale di 28 mesi. L'indagine è svolta secondo la cosiddetta analisi del contenuto come inchiesta. La relazione riporta le principali risultanze dell'indagine relativamente ai temi trattati, alle caratteristiche formali (ad es. titoli, tipi di prezzo, stile, immagini, grado di approfondimento, tono) e ad alcuni aspetti di contenuto della trattazione (ad es. fonti di rischio e vantaggi/rischi associati, attribuzione di responsabilità, processi di valutazione e corsi d'azione descritti)

    Editoriale

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    Il processo di accentuazione – proprio della nostra epoca – della “crisi discontinuità” nella “trama delle relazioni complesse che i sistemi storici hanno instaurato con i sistemi naturali” (Beato, 1993) ha determinato rilevanti modificazioni nella natura stessa dei rischi che, combinandosi con i processi di differenziazione sociale e individuale degli stessi rischi, hanno profondamente modificato il rapporto tra individui, sistemi sociali e ambiente, ridefinendo radicalmente le condizioni sociali attraverso cui i rischi sono percepiti, riconosciuti, compresi e gestiti. In un simile contesto, la “visione tradizionale” (e strumentale) della comunicazione del rischio rischia di opacizzare anziché chiarire la posta in gioco delle sfide ambientali e dei processi di costruzione discorsiva del rischio, che riguardano, in ultima analisi, il confronto e il conflitto tra particolari visioni del futuro. L’articolazione di questi conflitti appare sempre più irriducibile ai classici modelli di mediazione della società di massa e al ruolo egemone dei tradizionali media broadcast: in un’arena sempre più ampia e meno circoscrivibile, gli attori e le forme che assumono questi processi di mediazione si moltiplicano, richiedendo una visione più ampia della comunicazione del rischio e dei conflitti politici e culturali ad essa sottesi.Published5-131SR. TERREMOTI - Servizi e ricerca per la Società2SR. VULCANI - Servizi e ricerca per la Società3SR. AMBIENTE - Servizi e ricerca per la Società3TM. ComunicazioneN/A or not JC

    Introduzione

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    Risques technologiques et environnement dans la presse hebdomadaire italienne

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    Troisième Congrès de l’Association Française de Sociologie (AFS) "Violences et Société". Réseau Thematique 38 “Sociologie de l’environnement et des risques”, sess. n. 2 (mardi 14 avril 2009) “Représentation des risques

    Editoriale

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    Il processo di accentuazione – proprio della nostra epoca – della “crisi-discontinuità” nella “trama delle relazioni complesse che i sistemi storici hanno instaurato con i sistemi naturali” (Beato, 1993) ha determinato rilevanti modifica-zioni nella natura stessa dei rischi che, combinandosi con i processi di differenzia-zione sociale e individuale degli stessi rischi, hanno profondamente modificato il rapporto tra individui, sistemi sociali e ambiente, ridefinendo radicalmente le condizioni sociali attraverso cui i rischi sono percepiti, riconosciuti, compresi e gestiti. In un simile contesto, la “visione tradizionale” (e strumentale) della comunicazione del rischio rischia di opacizzare anziché chiarire la posta in gioco delle sfide ambientali e dei processi di costruzione discorsiva del rischio, che riguardano, in ultima analisi, il confronto e il conflitto tra particolari visioni del futuro. L’articolazione di questi conflitti appare sempre più irriducibile ai classici modelli di mediazione della società di massa e al ruolo egemone dei tradizionali media broadcast: in un’arena sempre più ampia e meno circoscrivibile, gli attori e le forme che assumono questi processi di mediazione si moltiplicano, richiedendo una visione più ampia della comunicazione del rischio e dei conflitti politici e culturali ad essa sottesi
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