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LipoproteinâAssociated Phospholipase A2 Activity Is a Marker of Risk But Not a Useful Target for Treatment in Patients With Stable Coronary Heart Disease
Background: We evaluated lipoproteinâassociated phospholipase A2 (LpâPLA2) activity in patients with stable coronary heart disease before and during treatment with darapladib, a selective LpâPLA2 inhibitor, in relation to outcomes and the effects of darapladib in the STABILITY trial. Methods and Results: Plasma LpâPLA2 activity was determined at baseline (n=14 500); at 1 month (n=13 709); serially (n=100) at 3, 6, and 18 months; and at the end of treatment. Adjusted Cox regression models evaluated associations between LpâPLA2 activity levels and outcomes. At baseline, the median LpâPLA2 level was 172.4 ÎŒmol/min per liter (interquartile range 143.1â204.2 ÎŒmol/min per liter). Comparing the highest and lowest LpâPLA2 quartile groups, the hazard ratios were 1.50 (95% CI 1.23â1.82) for the primary composite end point (cardiovascular death, myocardial infarction, or stroke), 1.95 (95% CI 1.29â2.93) for hospitalization for heart failure, 1.42 (1.07â1.89) for cardiovascular death, and 1.37 (1.03â1.81) for myocardial infarction after adjustment for baseline characteristics, standard laboratory variables, and other prognostic biomarkers. Treatment with darapladib led to a â65% persistent reduction in median LpâPLA2 activity. There were no associations between onâtreatment LpâPLA2 activity or changes of LpâPLA2 activity and outcomes, and there were no significant interactions between baseline and onâtreatment LpâPLA2 activity or changes in LpâPLA2 activity levels and the effects of darapladib on outcomes. Conclusions: Although high LpâPLA2 activity was associated with increased risk of cardiovascular events, pharmacological lowering of LpâPLA2 activity by â65% did not significantly reduce cardiovascular events in patients with stable coronary heart disease, regardless of the baseline level or the magnitude of change of LpâPLA2 activity
Dalla progettazione allâutilizzo di un sistema informativo geologico al servizio del rilevamento geologico: la banca dati della Regione Lombardia e la cartografia geologica derivata
In questa Tesi Ăš descritto il processo di creazione di un Sistema Informativo Geologico e degli strumenti informatici per la gestione dellâinformazione su base geografica, o piĂč semplicemente GIS (Geographic Information System), al servizio delle attivitĂ di rilevamento geologico, finalizzato alla raccolta dei dati ed alla loro rappresentazione cartografica nell'ambito di un Sistema Informativo Territoriale (SIT).
Un SIT Ăš definibile come l'insieme di uomini, strumenti e procedure che, nellâambito di una organizzazione, permettono lâacquisizione e la distribuzione dei dati relativi alla conoscenza dei fenomeni e degli attori presenti su territorio; tutto questo Ăš facilitato in gran parte dalle capacitĂ e funzionalitĂ dei GIS.
Il Sistema Informativo Territoriale orientato alla Geologia (SIG â Sistema Informativo Geologico) della Regione Lombardia Ăš costituito da un gruppo di lavoro composto da geologi, informatici e geologi-informatici dellâEnte regionale e della societĂ Lombardia Servizi (Gruppo Lombardia Informatica). Ho fatto parte del team di consulenza tecnico-scientifica incaricato da Lombardia Servizi per la realizzazione del SIG regionale.
I compiti del gruppo di lavoro sono:
- definizione di ruoli e metodi per la costituzione del SIG;
- definizione delle logiche per la creazione di strumenti finalizzati allâarchiviazione del dato geologico in una banca dati geologica e loro manutenzione;
Il progetto Ăš inserito nel piĂč ampio processo di aggiornamento della Cartografia Geologica nazionale (progetto CARG).
Il SIG ha come principali obiettivi:
- la pianificazione ed esecuzione del rilevamento geologico di dettaglio (scala 1:10.000) del territorio lombardo;
- la costruzione di un database della geologia di superficie (ma anche del sottosuolo per le aree di pianura) interrogabile e aggiornabile ;
- il supporto ai processi di analisi finalizzati alla descrizione della geologia superficiale e ricostruzione degli eventi che hanno creato il paesaggio attuale;
- la rappresentazione cartografica dellâambiente geologico a partire dal database creato.
- la distribuzione dellâinformazione geologica archiviata in vari formati (cartaceo e digitale);
Sono qui descritte ed analizzate criticamente la filosofia di costruzione delle procedure e le soluzioni tecniche e metodologiche adottate per realizzare gli obiettivi prefissi.
LâAPAT (Agenzia per la Protezione dell'Ambiente e per i servizi Tecnici nazionali) ha ereditato dal Servizio Geologico il compito di rilevare, aggiornare e pubblicare la Carta Geologica d'Italia (progetto nazionale CARG) quale organo cartografico dello Stato in base alla legge 68/60. Nel 1976 era stato completato il rilevamento della Carta geologica d'Italia alla scala 1:100.000 costituita da 278 fogli a copertura del territorio nazionale; per il suo aggiornamento sono stati definiti strumenti normativi idonei a garantire l'omogeneitĂ dei contenuti e della rappresentazione cartografica; la definizione delle norme discende dall'applicazione di linee guida, frutto dell'attivitĂ di Commissioni e Gruppi di lavoro, pubblicate nei Quaderni della serie III (ed. APAT).
LâEnte Regione Lombardia, per rispondere allâimpegno istituzionale di aggiornamento della Carta Geologica, allâinterno del piĂč ampio e strutturato Sistema Informativo Territoriale regionale, ha dunque creato il Sistema Informativo Geologico (SIG) regionale. Il rapido evolversi delle ricerche nel campo delle Scienze della Terra e l'importanza che riveste la cartografia geologica nella gestione del territorio, hanno spinto la Regione Lombardia a progettare un rilevamento geologico di dettaglio per dotarsi di una banca dati geologica dalla quale derivare la propria cartografia geologica (alla scala 1:10.000). Sono stati quindi definiti standard specifici rispondenti a questa esigenza di maggior dettaglio (rispetto a quanto indicato dal progetto nazionale CARG) ed Ăš stato pianificato e in gran parte realizzato un rilevamento ex-novo finalizzato alla pubblicazione del dato alla scala del rilevamento e per la sua generalizzazione alle scale 1:25.000 e 50.000.
Alla fine del processo saranno stati realizzati 14 fogli del territorio lombardo relativamente alle aree alpine e di passaggio alla pianura (Bergamo, Bormio, Breno, Clusone, Lecco, Iseo, Malonno, Ponte di Legno, Sondrio, Vimercate, Milano, Bagolino, Seregno, Voghera). In tale progetto sono anche coinvolti le UniversitĂ di Milano, di Pavia e di Bolona, il Politecnico di Milano e il CNR - Centro di Studio per la Geodinamica Alpina e Quaternaria di Milano.
LâattivitĂ di rilevamento geologico Ăš di competenza dei funzionari regionali della Struttura Sistema Informativo Territoriale della Direzione Generale Territorio e Urbanistica che, coadiuvati da geologi rilevatori, realizzano tutte le fasi del lavoro, dalla raccolta del dato fino alla sua pubblicazione.
Lâambiente informatico GIS sviluppato, denominato CARGeo (Cartografia Geologica), permette di inserire i dati raccolti da geologi rilevatori in un database appositamente predisposto, mediante interfacce grafiche semplificate e procedure standard di archiviazione e controllo di correttezza formale.
La banca dati Ăš costruita in modo da facilitare lâarchiviazione della maggior parte dei dati che normalmente il geologo registra nella carta e nei taccuini di terreno e, allo stesso tempo, guidarlo nella raccolta organica dellâinformazione geologica. Nella strutturazione del database Ăš stata privilegiata la possibilitĂ di inserire attributi direttamente associabili agli elementi geometrici anzichĂ© attraverso schede associate a punti di osservazione.
Il geologo rilevatore interviene per correggere errori di digitalizzazione o di attribuzione con un processo ciclico, fino ad ottenere una banca dati corretta secondo gli standard predefiniti.
Gli strumenti di creazione della banca dati permettono anche di:
- disegnare gli schemi accessori (sezioni geologiche, schemi stratigrafici e strutturali etc.);
- eseguire lo âsfoltimentoâ e posizionamento delle annotazioni sulla mappa (sigle di unitĂ litologiche e parametri di inclinazione delle giaciture) secondo criteri di leggibilitĂ della carta
- creare le legende;
- creare banche dati a scala inferiore (1:25.000 e 50.000);
- stampare e pubblicare carte geologiche complete di schemi e legende.
Il sistema contiene gli strumenti necessari alla migrazione della banca dati dalla struttura proprietaria CARG-Regione Lombardia a quella CARG-APAT secondo la struttura definita nei Quaderni della serie III
Il Sistema nel corso del biennio 2006-2007 ha raggiunto la fase di consegna dei dati (derivazione e generalizzazione della banca dati CARG-APAT 1.50.000 da quella 1:10.000 CARG-Regione Lombardia) dei primi fogli completati (ISEO, MALONNO, LECCO e SONDRIO) con ritardo rispetto alla programmazione. Sono state analizzate le cause che hanno portato a questo rallentamento del flusso di lavoro, quindi apportate le necessarie modifiche al Sistema. Sono qui descritti i problemi e le soluzioni trovate per migliorare l'efficienza del sistema.
Attualmente il Sistema Informativo Geologico Ăš in una fase di ristrutturazione, che vede la migrazione verso unâarchitettura informatica basata sulla piattaforma ARCGisÂź 9.x.
Attraverso il Sistema Informativo Geologico viene tentata una sintesi fra le logiche metodologiche dei due ambiti tecnico-scientifici coinvolti (Geologia e Informatica), in un ambiente dove ricercatori e tecnici lavorano sperimentando lâinterazione tra le conoscenze e le metodologie conoscitive tipiche delle Scienze Geologiche e le tecnologie e processi logici delle Scienze Informatiche. Con questa Tesi Ăš documentato tutto il percorso di costruzione della banca dati geologica attraverso e allâinterno del sistema realizzato assieme gruppo di lavoro composto da geologi e tecnici informatici, cui ho partecipato, riassumendo gli oltre 9 anni di lavoro dallâideazione del progetto CARGeo, anche in funzione del suo miglioramento
Pharmacogenetic meta-analysis of baseline risk factors, pharmacodynamic, efficacy and tolerability endpoints from two large global cardiovascular outcomes trials for darapladib
Darapladib, a lipoprotein-associated phospholipase A2 (Lp-PLA(2)) inhibitor, failed to demonstrate efficacy for the primary endpoints in two large phase III cardiovascular outcomes trials, one in stable coronary heart disease patients (STABILITY) and one in acute coronary syndrome (SOLID-TIMI 52). No major safety signals were observed but tolerability issues of diarrhea and odor were common (up to 13%). We hypothesized that genetic variants associated with Lp-PLA(2) activity may influence efficacy and tolerability and therefore performed a comprehensive pharmacogenetic analysis of both trials. We genotyped patients within the STABILITY and SOLID-TIMI 52 trials who provided a DNA sample and consent (n = 13,577 and 10,404 respectively, representing 86% and 82% of the trial participants) using genomewide arrays with exome content and performed imputation using a 1000 Genomes reference panel. We investigated baseline and change from baseline in Lp-PLA(2) activity, two efficacy endpoints (major coronary events and myocardial infarction) as well as tolerability parameters at genome-wide and candidate gene level using a meta-analytic approach. We replicated associations of published loci on baseline Lp-PLA2 activity (APOE, CELSR2, LPA, PLA2G7, LDLR and SCARB1) and identified three novel loci (TOMM5, FRMD5 and LPL) using the GWAS-significance threshold P <= 5E-08. Review of the PLA2G7 gene (encoding Lp-PLA(2)) within these datasets identified V279F null allele carriers as well as three other rare exonic null alleles within various ethnic groups, however none of these variants nor any other loci associated with Lp-PLA(2) activity at baseline were associated with any of the drug response endpoints. The analysis of darapladib efficacy endpoints, despite low power, identified six low frequency loci with main genotype effect (though with borderline imputation scores) and one common locus (minor allele frequency 0.24) with genotype by treatment interaction effect passing the GWAS-significance threshold. This locus conferred risk in placebo subjects, hazard ratio (HR) 1.22 with 95% confidence interval (CI) 1.11-1.33, but was protective in darapladib subjects, HR 0.79 ( 95% CI 0.71-0.88). No major loci for tolerability were found. Thus, genetic analysis confirmed and extended the influence of lipoprotein loci on Lp-PLA(2) levels, identified some novel null alleles in the PLA2G7 gene, and only identified one potentially efficacious subgroup within these two large clinical trials
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Methylxanthines are the psycho-pharmacologically active constituents of chocolate
Rationale: Liking, cravings and addiction for chocolate ("chocoholism") are often explained through the presence of pharmacologically active compounds. However, mere "presence" does not guarantee psycho-activity. Objectives: Two double-blind, placebo-controlled studies measured the effects on cognitive performance and mood of the amounts of cocoa powder and methylxanthines found in a 50 g bar of dark chocolate. Methods: In study 1, participants (n=20) completed a test battery once before and twice after treatment administration. Treatments included 11.6 g cocoa powder and a caffeine and theobromine combination (19 and 250 mg, respectively). Study 2 (n=22) comprised three post-treatment test batteries and investigated the effects of "milk" and "dark" chocolate levels of these methylxanthines. The test battery consisted of a long duration simple reaction time task, a rapid visual information processing task, and a mood questionnaire. Results: Identical improvements on the mood construct "energetic arousal" and cognitive function were found for cocoa powder and the caffeine+theobromine combination versus placebo. In chocolate, both "milk chocolate" and "dark chocolate" methylxanthine doses improved cognitive function compared with "white chocolate". The effects of white chocolate did not differ significantly from those of water. Conclusion: A normal portion of chocolate exhibits psychopharmacological activity. The identical profile of effects exerted by cocoa powder and its methylxanthine constituents shows this activity to be confined to the combination of caffeine and theobromine. Methylxanthines may contribute to the popularity of chocolate; however, other attributes are probably much more important in determining chocolate's special appeal and in explaining related self-reports of chocolate cravings and "chocoholism"
Summary of <i>PLA2G7</i> variants observed (allele count and effect size) in STABILITY and SOLID-TIMI 52 studies showing some ethnic group specificity (in bold).
<p>Summary of <i>PLA2G7</i> variants observed (allele count and effect size) in STABILITY and SOLID-TIMI 52 studies showing some ethnic group specificity (in bold).</p
List of significant results for efficacy endpoints (MCE and MI).
<p>List of significant results for efficacy endpoints (MCE and MI).</p
Effect estimates, population-specific frequency of top-associated common, low frequency and rare variants contributing to baseline and change from baseline Lp-PLA<sub>2</sub> enzyme activity.
<p>Effect estimates, population-specific frequency of top-associated common, low frequency and rare variants contributing to baseline and change from baseline Lp-PLA<sub>2</sub> enzyme activity.</p
Characteristics of PGx study subjects (n = 23,981).
<p>Characteristics of PGx study subjects (n = 23,981).</p
Effect of darapladib on major coronary events after an acute coronary syndrome: The SOLID-TIMI 52 randomized clinical trial
Abstract
IMPORTANCE:
Lipoprotein-associated phospholipase A2 (Lp-PLA2) has been hypothesized to be involved in atherogenesis through pathways related to inflammation. Darapladib is an oral, selective inhibitor of the Lp-PLA2 enzyme.
OBJECTIVE:
To evaluate the efficacy and safety of darapladib in patients after an acute coronary syndrome (ACS) event.
DESIGN, SETTING, AND PARTICIPANTS:
SOLID-TIMI 52 was a multinational, double-blind, placebo-controlled trial that randomized 13,026 participants within 30 days of hospitalization with an ACS (non-ST-elevation or ST-elevation myocardial infarction [MI]) at 868 sites in 36 countries.
INTERVENTIONS:
Patients were randomized to either once-daily darapladib (160 mg) or placebo on a background of guideline-recommended therapy. Patients were followed up for a median of 2.5 years between December 7, 2009, and December 6, 2013.
MAIN OUTCOMES AND MEASURES:
The primary end point (major coronary events) was the composite of coronary heart disease (CHD) death, MI, or urgent coronary revascularization for myocardial ischemia. Kaplan-Meier event rates are reported at 3 years.
RESULTS:
During a median duration of 2.5 years, the primary end point occurred in 903 patients in the darapladib group and 910 in the placebo group (16.3% vs 15.6% at 3 years; hazard ratio [HR], 1.00 [95% CI, 0.91-1.09]; Pâ=â.93). The composite of cardiovascular death, MI, or stroke occurred in 824 in the darapladib group and 838 in the placebo group (15.0% vs 15.0% at 3 years; HR, 0.99 [95% CI, 0.90-1.09]; Pâ=â.78). There were no differences between the treatment groups for additional secondary end points, for individual components of the primary end point, or in all-cause mortality (371 events in the darapladib group and 395 in the placebo group [7.3% vs 7.1% at 3 years; HR, 0.94 [95% CI, 0.82-1.08]; Pâ=â.40). Patients were more likely to report an odor-related concern in the darapladib group vs the placebo group (11.5% vs 2.5%) and also more likely to report diarrhea (10.6% vs 5.6%).
CONCLUSIONS AND RELEVANCE:
In patients who experienced an ACS event, direct inhibition of Lp-PLA2 with darapladib added to optimal medical therapy and initiated within 30 days of hospitalization did not reduce the risk of major coronary events.
TRIAL REGISTRATION:
clinicaltrials.gov Identifier: NCT01000727