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La fotodiagnosi cutanea nella delimitazione in vivo di carcinomi basocellulari problematici dell'estremo cefalico: studio di un caso
Il carcinoma basocellulare (CB) eÌ il piuÌ frequente tumore maligno della cute e costituisce lâ80% dei tumori cuta-nei non melanocitari. Presenta unâincidenza superiore a 2 milioni di nuovi casi ogni anno in tutto il mondo. Lâelevata prevalenza dei CB, il rischio di recidive e la spesso non semplice delimitazione visiva, sottolineano lâimportanza di studiare nuove alternative diagnostiche e terapeutiche che, attraverso una corretta delimitazione dei margini tumorali della lesione cutanea, possano consentire unâasportazione chirurgica completa. La fotodiagnosi cutanea si basa sulla diversa fluorescenza emessa dalle cellule tumorali, trattate con un farmaco fotosensibilizzante e successivamente illuminate con luce di Wood, rispetto al tessuto sano circostante. EÌ una metodica diagnostica che permette una corretta distinzione tra il tessuto tumorale e il tessuto sano circostante rispetto a quanto non sia possibile con la sola diagnosi clinica e rappresenta pertanto una procedura di riferimento per la determinazione visiva e in vivo dei margini di una lesione tumorale da asportare chirurgicamente e mal definibile nei contorni di superficie. Presentiamo il caso di una paziente con un carcinoma basocellulare recidivante, localizzato in sede nasale con difficile definizione dei margini della lesione, in cui la fotodiagnosi ha permesso di ottenere una piuÌ precisa valutazione dellâarea tumorale e una conseguente asportazione radicale
Acne Fulminans e sindrome SAPHO: studio di un caso
Lâacne fulminans (AF) eÌ una rara grave forma di acne vulgaris associata a sintomi sistemici. Essa colpisce principalmente adolescenti di sesso maschile. Sebbene lâeziologia dellâAF rimanga sconosciuta, molte teorie sono state avanzate: ipersecrezione androgenetica, presenza di immunocomplessi e predisposizione genetica. La ma-lattia si presenta con lâinsorgenza acuta di noduli dolenti, ulcerati sul viso, petto e dorso e franche raccolte asces-suali. Le manifestazioni sistemiche associate sono febbre e dolore muscolo-scheletrico, di solito presenti giaÌ al momento dellâesordio con perdita di peso. Il trattamento dellâAF eÌ difficile poicheÌ la risposta alle tradizionali terapie per lâacne eÌ scarsa. Le linee guida raccomandano un trattamento aggressivo con una combinazione di steroidi orali e isotretinoina. Presentiamo il caso di un giovane adolescente che ha sofferto di AF ed eÌ stato trat-tato efficacemente con associazione di isotretinoina e prednisone. Successivamente ha sviluppato una sacroileite con grosse difficoltaÌ alla deambulazione e con intenso dolore, interpretata come sindrome SAPHO (sinovite, acne, pustolosi, iperostosi e osteite). Lâassociazione tra AF e sindrome SAPHO eÌ molto rara e comunque sono entrambe considerate nello spettro delle patologie autoimmuni reumatologiche; eÌ pertanto richiesto un approccio multidisciplinare per una corretta gestione diagnostico-terapeutica
Benthic O-2 uptake by coral gardens at the Condor seamount (Azores)
Using the non-invasive aquatic eddy covariance technique, we provide the first oxygen (O-2) uptake rates from within coral gardens at the Condor seamount (Azores). To explore some of the key drivers of the benthic O-2 demand, we obtained benthic images, quantified local hydrodynamics, and estimated phototrophic biomass and deposition dynamics with a long-term moored sediment trap. The coral gardens were dominated by the octocorals Viminella flagellum and Dentomuricea aff. meteor. Daily rates of O-2 uptake within 3 targeted coral garden sites (203 to 206 m depth) ranged from 10.0 t 0.88 to 18.8 +/- 2.0 mmol m(-2) d(-1) (mean +/- SE) and were up to 10 times higher than 2 local sandy reference sites within the seamount summit area. The overall mean O-2 uptake rate for the garden (13.4 mmol m(-2) d(-1)) was twice the global mean for sedimentary habitats at comparable depths. Combined with parallel ex situ incubations, the results suggest that the octocorals might contribute just -similar to 5% of the observed O-2 uptake rates. Deposition of particulate organic matter (POM) assessed by the sediment trap accounted for less than 10% of the O-2 demand of the coral garden, implying a substantial POM supply circumventing the deployed traps. Our results expand the database for carbon turnover rates in cold-water coral habitats by including the first estimates from these largely understudied coral gardens.Peer reviewe
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