36 research outputs found

    INCREMENTI TERMICI IN VITRO UTILIZZANDO DUE DIVERSI SISTEMI DI OTTURAZIONE CANALARE A CALDO: SISTEMA E&Q VS SYSTEM B

    No full text
    OBIETTIVO DELLA RICERCA: Una delle pi\uf9 comuni cause di insuccesso in Endodonzia \ue8 certamente rappresentata dall\u2019incompleta otturazione del sistema dei canali radicolari, in tal senso, un materiale da otturazione canalare dovrebbe penetrare e diffondere in modo omogeneo in tutto lo spazio endodontico. La guttaperca \ue8 il pi\uf9 comune materiale da otturazione usato e viene comunemente utilizzata in associazione con il cemento canalare. Sono da preferire tecniche che prevedono quantit\ue0 minime di cemento, come la condensazione verticale a caldo. L\u2019originale tecnica di compattazione verticale a caldo \ue8 stata modificata da Buchanan che ha introdotto la tecnica dell\u2019onda continua di condensazione mediante la sorgente di calore System B. Scopo di questo studio \ue8 quello di valutare due diversi sistemi di compattazione della guttaperca a caldo che utilizzano entrambi la tecnica dell\u2019onda continua di condensazione secondo: il System B (Sybron Endo) e E&Q Master (Sweden&Martina). Attraverso una analisi comparativa si sono valutati in vitro, mediante termocoppie, gli incrementi di temperatura lungo la superficie radicolare e lungo le pareti canalari, a vari livelli, durante l\u2019uso del System B e del sistema E&Q Master. MATERIALI E METODI: E' stato realizzato uno "split-tooth model", mediante un canino mascellare non cariato, estratto per motivi parodontali. La sagomatura del canale \ue8 stata eseguita utilizzando strumenti in Ni-Ti "M-two\u2122" (Sweden&Martina\uae). Per misurare la temperatura sono stati realizzati 6 solchi: 3 nella met\ue0 mesiale a 2, 4 e 6mm dalla LL, estensi sino alla superficie radicolare, 3 solchi nella met\ue0 distale a 2, 4 e 6mm estesi sino alla porzione intracanalare. In ognuno di questi solchi \ue8 stata inserita una termocoppia di tipo T collegata ad un termometro digitale. Sono state effettuate 20 otturazioni con il Sistema E&Q Master mediante un plugger FM portato a 3,5 mm dalla LL e 20 otturazioni con il System B, settato a 250\ub0C mediante un plugger FM portato sempre a 3,5 mm dalla LL. RISULTATI: Durante la tecnica dell\u2019onda continua di condensazione si realizzano, in entrambe le sistematiche, due picchi di temperatura, il primo causato dall\u2019inserimento del plugger all\u2019interno del canale, il secondo durante la fase di separazione. Per quanto riguarda il System B, gli incrementi termici medi pi\uf9 alti sono stati registrati nella termocoppia N.6 che ha riportato incrementi pari a 2,8\ub0C, mentre quelli pi\uf9 bassi sono stati registrati nella termocoppia N. 1 che hanno riportato valori di 0,4\ub0C. Per quanto riguarda il Sistema E&Q Master, gli incrementi termici medi pi\uf9 alti sono stati registrati nella termocoppia N.6 che ha riportato incrementi pari a 6,30\ub0C con picchi che raggiungono i 42,98 \ub0C mentre quelli pi\uf9 bassi nella termocoppia N. 1 che ha riportato valori di 2,11\ub0C. CONCLUSIONI: La diffusione del calore all\u2019interno del canale \ue8 influenzata da molti parametri come gli spessori dentinali residui, la circolazione sanguigna e la bassa conducibilit\ue0 termica della dentina. Gli incrementi termici medi sono stati registrati in relazione alla temperatura ambiente e dai risultati ottenuti si \ue8 visto che si hanno, sia sulla superficie esterna sia nella massa di guttaperca, incrementi medi inferiori a 10\ub0 C. Dall\u2019analisi dei risultati ottenuti possiamo concludere inoltre che entrambe le sistematiche ci consentono di ottenere un valido incremento termico della massa di guttaperca. I risultati evidenziano che l\u2019uso del Sistema E&Q Master e del System B, in vitro, sembra non determinare un pericoloso incremento di temperatura lungo la superficie radicolare tale da indurre danni iatrogeni

    Valutazione multicentrica dell'analizzatore Tosoh G8 per la misura dell'emoglobina A2 e dell'emoglobina F

    No full text
    The analytical performance of the new Tosoh automated analyzer HLC-723 G8 (-thalassemia analysis mode) to determine hemoglobin variants and to measure HbA2 and HbF in human blood was evaluated in three Italian centres. The within- and between-run imprecision for HbA2 were good, with CV between 0.2% and 1.8% and between 0.9% and 5.4%, respectively. The CV for HbF was between 0.4% and 9.8% (within-run) and beetwen 0.8% and 13.1% (between-run). The comparability of HbA2 measurements between different centres was excellent (r=0.99), but a significant bias in comparison with the previous version of the instrument was noted. Experiments to test the HbA2 stability in blood confirmed that blood samples stored at -80 C were stable for at least 4 months and that storage at -20 C is not recommended. In conclusion, the Tosoh G8 analyser was found reliable and robust and, therefore, suitable for the measurement of HbA2 and HbF in human blood

    Valutazione multicentrica dell'analizzatore Tosoh G8 per la misura dell'emoglobina A2 e dell'emoglobina F

    No full text
    The analytical performance of the new Tosoh automated analyzer HLC-723 G8 (-thalassemia analysis mode) to determine hemoglobin variants and to measure HbA2 and HbF in human blood was evaluated in three Italian centres. The within- and between-run imprecision for HbA2 were good, with CV between 0.2% and 1.8% and between 0.9% and 5.4%, respectively. The CV for HbF was between 0.4% and 9.8% (within-run) and beetwen 0.8% and 13.1% (between-run). The comparability of HbA2 measurements between different centres was excellent (r=0.99), but a significant bias in comparison with the previous version of the instrument was noted. Experiments to test the HbA2 stability in blood confirmed that blood samples stored at -80 C were stable for at least 4 months and that storage at -20 C is not recommended. In conclusion, the Tosoh G8 analyser was found reliable and robust and, therefore, suitable for the measurement of HbA2 and HbF in human blood

    Sicurezza cardiovascolare degli inibitori selettivi della COX-2

    No full text
    Nel 2000 sono stati introdotti in commercio in Italia i nuovi farmaci antinfiammatori, celecoxib e rofecoxib (COXIB), che agiscono inibendo selettivamente la cicloossigenasi-2 (COX-2). I COXIB, per il loro selettivo meccanismo d’azione, riducono l’infiammazione con minori effetti collaterali a livello gastrointestinale, inoltre non riducono la produzione di trombossano e non inibiscono l’aggregazione piastrinica né allungano il tempo di sanguinamento. Nel 2001 fu pubblicata una review che sottolineava i rischi cardiovascolari associati ai COXIBs. Sebbene ci siano sufficienti dati ottenuti in studi randomizzati su rofecoxib, valdecoxib/parecoxib e celecoxib, che suggeriscono che ognuno di questi farmaci produce eventi cardiovascolari avversi, ci sono allo stesso modo numerosi studi che indicano differenti gradi di rischio associati ai diversi COXIBs. Quando si hanno pazienti con rischio assoluto di eventi cardiovascolari alto, come ad esempio in pazienti con malattia alle arterie coronarie, o con fattori di rischio multipli per la malattia alle coronarie, è prudente evitare i COXIBs. I COXIBs continueranno ad essere clinicamente utili, anche se per un gruppo di pazienti ben selezionato. Questi sono pazienti che necessitano del trattamento con antinfiammatori non steroidei nonostante ricevano già altre terapie ottimizzate (ad esempio farmaci curativi per l’artrite reumatoide e analgesici, fisioterapia, e aiuti fisici per l’osteoartrite), con un profilo di rischio cardiovascolare basso e con un rischio di sanguinamento gastrointestinale relativamente alto

    Possono i bifosfonati causare disturbi oculari?

    No full text
    I bifosfonati sono farmaci principalmente impiegati per prevenire o trattare l’osteoporosi, il morbo di Paget, l’ipercalcemia da tumore e per le condizioni associate ad aumentata attività osteoclastica. Si tratta di una classe di molecole che inibiscono il riassorbimento osseo e nella pratica clinica il loro uso varia in base alle caratteristiche dei singoli prodotti. Segnalazioni spontanee internazionali provenienti dai sistemi di farmacovigilanza riportano dati riguardanti le reazioni avverse a carico dell’apparato visivo associate ai bifosfonati e suggeriscono che questa classe di farmaci può causare gravi effetti avversi oculari, anche se con una bassa incidenza. Scopo del lavoro è stato quello di effettuare una revisione della letteratura sui bifosfonati e gli effetti collaterali a carico dell’occhio, per meglio comprendere questo problema e al fine di informare gli operatori sanitari che devono essere consapevoli di tale possibilità anche se questi effetti oculari possono essere rari. La maggior parte delle segnalazioni riguardano l’acido pamidronico e alendronico. Le linee guida per la cura dei pazienti che assumono bifosfonati suggeriscono in particolare di indirizzare ad un oftalmologo i pazienti che presentino infiammazioni oculari: congiuntiviti aspecifiche raramente richiedono un intervento e diminuiscono progressivamente in intensità mantenendo la terapia con bifosfonati. L’interruzione della terapia può rendersi necessaria nel caso di comparsa contemporanea di più di un effetto collaterale oculare ed è indispensabile in caso di comparsa di scleriti. Sebbene questi effetti oculari possano essere rari con i bifosfonati, gli operatori sanitari devono essere consapevoli di tale possibilità. Pertanto il medico nella gestione di pazienti in terapia con bifosfonati deve effettuare le rispettive raccomandazioni alfine di informarlo sui possibili effetti collaterali ed intervenire opportunamente

    Importance of C*−H Based Modes and Large Amplitude Motion: Effects in Vibrational Circular Dichroism Spectra: The Case of the Chiral Adduct of Dimethyl Fumarate and Anthracene

    No full text
    The role played by the C*−H based modes (C* being the chiral carbon atom) and the large amplitude motions in the vibrational absorption (VA) and vibrational circular dichroism (VCD) spectra is investigated. The example of an adduct of dimethyl fumarate and anthracene, i.e., dimethyl-(+)-(11R,12R)-9,10-dihydro-9,10-ethanoanthracene-11,12-dicarboxylate, and two deuterated isotopomers thereof specially synthesized for this goal, are considered. By comparing the experimental and DFT calculated spectra of the undeuterated and deuterated species, we demonstrate that the C*−H bending, rocking, and stretching modes in the VA and VCD spectra are clearly identified in well defined spectroscopic features. Further, significant information about the conformer distribution is gathered by analyzing the VA and VCD data of both the fingerprint and the C−H stretching regions, with particular attention paid to the band shape data. Effects related to the large amplitude motions of the two methoxy moieties have been simulated by performing linear transit (LT) calculations, which consists of varying systematically the relative positions of the two methoxy moieties and calculating VCD spectra for the partially optimized structures obtained in this way. The LT method allows one to improve the quality of calculated spectra, as compared to experimental results, especially in regard to relative intensities and bandwidths

    Valutazione termografica a infrarossi lungo la superficie radicolare durante la tecnica dell\u2019onda continua di condensazione

    No full text
    INTRODUZIONE: La tecnica dell\u2019onda continua di condensazione \ue8 stata ampiamente descritta in letteratura e in particolare sono molti i lavori che si sono occupati di stabilire le temperature sviluppate lungo la superficie radicolare durante la realizzazione di tale tecnica. Hussey et al.(1997) per la prima volta hanno utilizzato la termografia a infrarossi per determinare le temperature raggiunte lungo la superficie radicolare. Questa \ue8 un indagine non invasiva che ci consente di avere e registrare una mappatura termica lungo l\u2019intera superficie radicolare. SCOPO DEL LAVORO: Scopo di questo studio \ue8 una valutazione termografica a infrarossi sull\u2019incremento della temperatura lungo la superficie radicolare durante la tecnica dell\u2019onda continua di condensazione MATERIALI E METODI: Quaranta incisivi mandibolari estratti per motivi protesici o parodontali sono stati selezionati e alesati con strumenti rotanti al NiTi (M-two). In tutti i campioni \ue8 stata eseguita un\u2019otturazione canalare mediante coni di guttaperca non standardizzati (Fine-Medium) e utilizzando il System B, settato a 250\ub0C, con un plugger FINE portato a 4mm dalla lunghezza di lavoro. Durante ciascuna otturazione canalare i cambiamenti di temperatura sono stati misurati e registrati mediante una Termocamera a infrarossi (IR FlexCam Thermal Imagers Ti45FT; Fluke Corporation, Everett, USA) ad intervalli di 2sec. per un periodo di 60sec. E\u2019 stata, inoltre, piazzata una termocoppia in cromo-alluminio di tipo K connesse a un termometro digitale, nel terzo medio della superficie radicolare mesiale di ciascun elemento in modo da fornire un controprova al dato ottenuto. RISULTATI: Dall\u2019analisi dei risultati ottenuti \ue8 emersa in corrispondenza della superficie radicolare esaminata una temperatura media dell\u2019intera fase di otturazione canalare di 40,81\ub1 2,67 \ub0C con valori massimi ottenuti principalmente durante la fase di inserimento del plugger e separazione, fino a raggiungere livelli massimi di 61,5\ub0C. CONCLUSIONI: Questo studio suggerisce che durante la tecnica dell\u2019onda continua di condensazione si realizzano due picchi di temperatura, il primo causato dall\u2019inserimento del plugger all\u2019interno del canale, il secondo durante la fase di separazione. In questa fase si ottengono i valori di temperatura pi\uf9 alti probabilmente perch\ue9 \ue8 presente una dentina gi\ue0 precedentemente riscaldata. In molti campioni gli incrementi di temperatura raggiunta superano di gran lungo i 10\ub0C limite stabilito oltre il quale si posso verificare danni ai tessuti parodontali. Probabilmente l\u2019assenza di un circuto vascolare periapicale e la selezione di elementi con ridotti spessori dentinali sta alla base di incrementi cos\uec elevati
    corecore