94 research outputs found

    La Festa. Raccogliersi, riconoscersi, smarrirsi

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    Da sempre gli uomini si incontrano per riconoscersi, raccontarsi e così istituire, celebrando il legame tra l'umano e il divino, la propria identità culturale. Di un simile incontro la festa rappresenta uno dei momenti fondamentali e costitutivi. Si tratta - ecco il suo paradosso essenziale dell'essere evento centrale della convivenza umana e al tempo stesso sovversione delle sue regole. E un'uscita dal quotidiano che tuttavia permette una rimessa a nuovo dei fondamenti del vivere insieme riguadagnando il centro stesso della quotidianità. Affascinante e drammatica, come ogni esperienza autenticamente umana, la festa è antropologicamente l'alternativa per eccellenza alla guerra, sebbene tuttavia le guerre ne facciano spesso uso per legittimare il conflitto stesso ch'esse scatenano. Uno studio approfondito che aiuta a comprendere la festa come dispositivo fondamentale attraverso il quale la socialità umana si rinsalda incanalando le tensioni distruttive che l'attraversano in una pratica regolata da leggi che dia loro sfogo, rafforzando, anziché compromettere, lo stesso vincolo sociale. Il volume è il frutto del terzo Seminario Internazionale organizzato nel 2012 dall'"Archivio 'Julien Ries' per l'antropologia simbolica" presso l'Università Cattolica di Milano

    Levino „Pirmosios filosofijos“ samprata

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    Straipsnio tikslas – išnagrinėti Levino etikos kaip pirmosios filosofijos apibrėžimo prasmę. Iš tikrųjų, visą Levino kūrybinį palikimą persmelkęs siekis yra radikalus: čia ne tiek nustatinėjami kokios nors moralės principai, kiek veikiau apčiuopiama ir išreiškiama moralės terminais gilioji tikrovės esmė. Šia prasme etika yra „pirmoji filosofija“, nes, filosofo manymu, tik etiniais terminais įmanoma mąstyti ir nusakyti „tikrovės paslaptį“, ar, vartojant Totalité et Infini leksiką, „galutinę buvimo struktūrą“. Šio straipsnio hipotezė: norint adekvačiai suprasti šio radikalaus siekio prasmę, būtina nuo skirtumo temos pereiti prie vienatinumo temos

    L’economia delle tracce

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    The article develops a reflection around the term «économie des traces» that Derrida uses in one of his first interviews (1968). The aim is to show how, according to the French philosopher, inside the «originary historicity of being» (Heidegger), on the one hand «there is always economy», and on the other, at the same time, «there is always beyond the economy». The economic aspect of diVérance therefore imposes a calculation that necessarily must take account of a remainder or surplus that eludes every calculation: economics, which is an essential feature of a finite and deadly being, has, therefore, to be a «double science». Thus emerges the fundamental link between the «économie des traces» and the «political question» of deconstruction

    Contro il post-umano. Ripensare l'uomo, ripensare l'animale

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    Un dialogo su alcuni temi fondamentali del dibatitto filosofico contemporaneo (statuto dell'uomo. edell'animele, ecologia, rapporto etica-economia) fra un cattolico e un laico

    Light as matter

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    Le fiabe non raccontano favole. Credere nell'esperienza

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    "Come negare che non solo non ha senso misurare/calcolare un'esperienza, ma soprattutto che non \ue8 possibile in alcun modo farlo? Come misurare/calcolare l'intensit\ue0 di un dolore o di un amore, la fedelt\ue0 di un'amicizia, l'abisso senza fondo dell'angoscia, il peso insopportabile di un lutto, la forza di una fede, la magnifica sorpresa dello stupore? D'altra parte - sar\ue0 il problema al centro di queste pagine - riconoscere che l'esperienza \ue8 incompatibile con una certezza di tipo matematico non significa affatto abbandonarla all'irrazionale, come se essa fosse semplicemente il campo dell'effimero e dell'illusorio, quanto piuttosto significa accettare che il suo particolare modo d'essere eccede il tipo di misura, dunque la ratio, di cui il calcolo scientifico \ue8 l'espressione pi\uf9 articolata e matura. In effetti, all'interno di un simile calcolo la parola dell'esperienza non pu\uf2 che risultare un linguaggio ultimamente indecifrabile." Un saggio filosofico che affronta il tema dell'esperienza attraverso la "parola essenziale" della fiaba; un'articolata riflessione sul "viaggio della donna" attraverso un'originale interpretazione di Cappuccetto Rosso e Biancaneve

    Il desiderio. Non siamo figli delle stelle

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    Quello del desiderio \ue8 un tema caldo nel dibat\uadtito attuale, oggetto di analisi riguardo alle sue modalit\ue0 e anche di interessata attenzione da parte della societ\ue0 dei consumi. In questa arena di discussione il filosofo Silvano Petrosino si inserisce con un approccio nuovo, cercando vie d\u2019indagine che escano dal seminato della riduzione banale. In continuo dialogo con il pensiero di Heidegger, Sartre, Koj\ue8ve, L\ue9vinas e soprattutto Lacan, egli arriva a rintracciare nel desiderio quel particolare modo di essere dell\u2019u\uadmano che lo distingue da tutti gli altri viventi, quella \u2018stranezza\u2019 gi\ue0 riconosciuta dai tragici greci che rimanda a una \u2018mancanza\u2019 incolma\uadbile, ben diversa dall\u2019\u2018assenza\u2019 del bisogno, che invece pu\uf2 essere colmata e soddisfatta. Il desiderio si manifesta dunque come tensio\uadne a un qualcosa d\u2019altro mai racchiudibile nel possesso, una tensione in cui troviamo la radice stessa dell\u2019identit\ue0 dell\u2019umano, sempre aperta a un\u2019eccedenza che spiazza ogni pretesa di dominio. E in questa sorprendente, libera e positiva \u2018scena umana\u2019 abitata dalla mancanza radicale si apre infine la possibilit\ue0 di pensare a Dio, non come colui che spegne il desiderio umano, come riem\uadpimento di un vuoto a mo\u2019 di tappabuchi, ma come colui che ne \ue8 la sorgente e non finir\ue0 mai di accrescerlo

    Il dramma dell'abitare

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    Petrosino affronta in questo testo il tema della casa e del nesso che lega l'economia alla giustizia. "Non c'\ue8 esperienza che possa definitivamente allontanare da s\ue9 fantasmi, illusioni, sensi di colpa, autocensure e paure; di conseguenza non c'\ue8 calcolo economico che possa del tutto escludere dalla propria ricerca di giustizia l'insistente rischio di quel capovolgimento essenziale al termine del quale ci si trova di fronte alla perversione; anzi, a tale riguardo non \ue8 affatto raro che proprio l'insistenza sulla prima abbia condotto e continui a condurre il soggetto nei pressi della seconda. Infatti, chi pu\uf2 negare che nel suo abitare l'uomo abbia spesso finito per costruire non una casa, ma una torre o una prigione o una tana e talvolta perfino una tomba, dando cos\uec vita a un'economia indifferente a ogni richiamo della giustizia? Giustizia e perversione dunque, e sempre intrecciate tra loro: anche per questa ragione l'uomo non \ue8 mai un semplice vivente; anche per questa ragione l'uomo non \ue8 ancora veramente a casa"
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