Quello del desiderio \ue8 un tema caldo nel dibat\uadtito attuale, oggetto di analisi riguardo alle sue modalit\ue0 e anche di interessata attenzione da parte della societ\ue0 dei consumi. In questa arena di discussione il filosofo Silvano Petrosino si inserisce con un approccio nuovo, cercando vie d\u2019indagine che escano dal seminato della riduzione banale. In continuo dialogo con il pensiero di Heidegger, Sartre, Koj\ue8ve, L\ue9vinas e soprattutto Lacan, egli arriva a rintracciare nel desiderio quel particolare modo di essere dell\u2019u\uadmano che lo distingue da tutti gli altri viventi, quella \u2018stranezza\u2019 gi\ue0 riconosciuta dai tragici greci che rimanda a una \u2018mancanza\u2019 incolma\uadbile, ben diversa dall\u2019\u2018assenza\u2019 del bisogno, che invece pu\uf2 essere colmata e soddisfatta. Il desiderio si manifesta dunque come tensio\uadne a un qualcosa d\u2019altro mai racchiudibile nel possesso, una tensione in cui troviamo la radice stessa dell\u2019identit\ue0 dell\u2019umano, sempre aperta a un\u2019eccedenza che spiazza ogni pretesa di dominio. E in questa sorprendente, libera e positiva \u2018scena umana\u2019 abitata dalla mancanza radicale si apre infine la possibilit\ue0 di pensare a Dio, non come colui che spegne il desiderio umano, come riem\uadpimento di un vuoto a mo\u2019 di tappabuchi, ma come colui che ne \ue8 la sorgente e non finir\ue0 mai di accrescerlo