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    TRANQUILLITY AREAS MAPPING: UN PROGETTO NEL PARCO NAZIONALE DELLA SILA. PRIMI RISULTATI E IMPORTANZA DELL’INTERVENTO IN EPOCA COVID-19

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    The permanence in natural environments and the contact with nature, even in urban areas of proximity (neighbourhood green areas or condominiums), have a relaxing and regenerative power and stimulate the fundamental vital processes. The relationship with open spaces and greenery is an element that promotes personal and collective well-being already in everyday life. This has become even more relevant during the current COVID-19 pandemic crisis, which has significantly changed individual and social life habits, upsetting interpersonal relationships and the relationship with the outside world often experienced from a window. In this context, the Project "Tranquillity Areas Mapping" is inserted in the Sila National Park, of which we report the first results. Carried out in collaboration between CNR-ISAFOM, Department of Agraria of the Mediterranea University of Reggio Calabria, and Sila National Park, the project aims to identify Areas of Tranquillity within the UNESCO Mab Area of the Park, based on the analysis of qualitative and quantitative parameters that characterize them. In its initial stages (September 2019), the project has seen the activation of participatory processes with the involvement of institutions and key local actors. The work presented here deals with the relevance of participation in the planning and management processes of protected natural areas and, in particular, of national parks. The processes under study play an increasingly important role, especially during the COVID-19 emergency, which has accentuated the need to stimulate public interest in natural parks. Increasingly, natural parks are being recognized for their role in providing environmental ecosystem services. Among these, cultural ecosystem services include preserving those "oases of tranquility" more easily accessible to the population of the territories concerned.  A number of participatory experiences carried out during the project are presented. Several convergent approaches were used, making the most of both e-participation and more traditional forms of confrontation (in-depth interviews, focus groups). Finally, the methods used, and the results obtained from work carried out are indicated as potential developments for mapping the quiet areas of the Sila National Park, in view of sustainable management of the latter

    Expression of NES-hTERT in Cancer Cells Delays Cell Cycle Progression and Increases Sensitivity to Genotoxic Stress

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    Telomerase is a reverse transcriptase associated with cellular immortality through telomere maintenance. This enzyme is activated in 90% of human cancers, and inhibitors of telomerase are currently in clinical trials to counteract tumor growth. Many aspects of telomerase biology have been investigated for therapy, particularly inhibition of the enzyme, but little was done regarding its subcellular shuttling. We have recently shown that mutations in the nuclear export signal of hTERT, the catalytic component of telomerase, led to a mutant (NES-hTERT) that failed to immortalize cells despite nuclear localization and catalytic activity. Expression of NES-hTERT in primary fibroblast resulted in telomere-based premature senescence and mitochondrial dysfunction. Here we show that expression of NES-hTERT in LNCaP, SQ20B and HeLa cells rapidly and significantly decreases their proliferation rate and ability to form colonies in soft agar while not interfering with endogenous telomerase activity. The cancer cells showed increased DNA damage at telomeric and extra-telomeric sites, and became sensitive to ionizing radiation and hydrogen peroxide exposures. Our data show that expression of NES-hTERT efficiently counteracts cancer cell growth in vitro in at least two different ways, and suggest manipulation with the NES of hTERT or its subcellular shuttling as a new strategy for cancer treatment

    Enea e Turno; il paesaggio del mito tra geologia ed archeologia

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    Il territorio del litorale romano che si sviluppa tra la foce del Tevere, il Fosso dell’Incastro e il complesso vulcanico dei Colli Albani, è ricchissimo di testimonianze archeologiche associate in modo più o meno diretto al mito di Enea e del suo avversario Turno, semidei le cui gesta sono celebrate nei classici ed in particolare dalla narrazione virgiliana voluta da Ottaviano Augusto. Questo paesaggio, agli albori della storia arcaica di Roma, era molto diverso dall’attuale, caratterizzato da un ampio sistema di lagune costiere in comunicazione con il mare aperto, ove confluivano quei corsi d’acqua che, dalle pendici dei Colli Albani, giungono direttamente al Tirreno, costituendo luoghi ideali presso cui rappresentare l’approdo dei tanti “eroi venuti dal mare”, che dalla Grecia e dall’Asia minore, risalivano la costa alla ricerca dei preziosi metalli dell’Etruria e dell’Isola d’Elba. Il riconoscimento di una ‘geografia’ troiana a Lavinium, in pieno accordo con le fonti antiche, è delineato dall’identificazione di un grande santuario costiero, il locus Solis Indigetis richiamato dalle fonti presso il fiume Numicus (corrispondente all’attuale fosso di Pratica). Il mito di Turno invece si sviluppa intorno all’antichissima città di Ardea e al santuario arcaico, in seguito fortificato, presso il fosso dell’Incastro di Ardea, attribuito al Castrum Inui delle fonti, in pendant con quello lavinate. I miti di Enea, Turno e i vari personaggi narrati da Virgilio sono associati in modo indissolubile al paesaggio geologico di questo straordinario territorio, non a caso proposto quale contesto qualificato per l’istituzione di un parco virgiliano

    Novel insulin receptor substrate 1 and 2 variants in breast and colorectal cancer

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    The insulin/insulin-like growth factor pathway is involved in breast and colorectal cancer (CRC) development. In the present study, we analyzed the coding region and short intron-exon borders of the insulin receptor substrate 1 and 2 (IRS-1 and IRS-2) genes in 12 cell lines derived from breast cancer (BC), 14 cell lines derived from CRC and 33 primary CRCs. The nucleotide variants identified in BC were 3 in IRS-1, 1 of which (p.Arg267Cys) was novel and with a pathogenic potential as predicted by in silico analysis and 6 in IRS-2. Twenty-one variants in IRS-1 and 18 in IRS-2 were identified in the CRC samples. These included 11 novel IRS-1 variants detected exclusively in CRCs, which included 5 missense (p.Pro559Leu, p.Gln655His, p.Asp1014Gly, p.Asp1181His and pPro1203Ser) with a pathogenic potential as predicted by in silico analysis, 2 frameshifts predicted to generate a truncated protein, 1 splice-site mutation and 3 silent variants. In the CRC samples we also identified 7 novel IRS-2 variants, including 4 missense variants, which included 2 (p.Asp782Asn and p.Gly1230Ser) with a pathogenic potential as predicted by in silico analysis, 2 frame insertion mutations and 1 silent variant. Most of the novel IRS-1 and IRS-2 variants may be involved in the modulation of IRS-1 or IRS-2 functions and could be relevant to breast and colorectal tumorigenesis

    Il lavoro da remoto. Aspetti giuridici e sociologici

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    Conciliazione, flessibilità, disconnessione. Sono alcune delle parole chiave che guidano la riflessione sul lavoro da remoto nell'era della digitalizzazione. A queste si è aggiunta, negli ultimi due anni, la parola emergenza. Il volume esamina le trasformazioni e le problematiche connesse all'utilizzo del lavoro da remoto, muovendo dai risultati di due ricerche svolte in divers Atenei italiani durante il periodo della pandemia, da aprile 2020 a settembre 2021, con specifico riferimento alle realtà produttive dell'Italia settentrionale. Grazie a un approccio interdisciplinare sociologico e giuslavoristico, lo studio permette di comprendere le ripercussioni della remotizzazione sulle condizioni di lavoro, sulla conciliazione tra i diversi tempi di vita, sulla parità di genere, sul rapporto tra lavoratori, imprese e organizzazioni sindacali. Specifica attenzione è dedicata altresì ai modelli e agli strumenti di tutela, nella ricerca dei delicati punti di equilibrio tra le istanze di flessibilità, conciliazione e inclusione, i rischi per la salute e la riservatezza dei lavoratori e i poteri datoriali di organizzazione e controllo

    SEPOLTURE ANOMALE NELLE TOMBE DEL BA I-III DI TELL ES-SULTAN/ GERICO (SCAVI J. GARSTANG)

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    La letteratura scientifica inerente i contesti funerari del Levante, si è limitata ad una descrizione superficiale delle sepolture senza procedere nello specifico ad un’analisi dettagliata dei resti osteologici, fondamentale per la comprensione e l’interpretazione dei rituali funerari. In questo contributo si vogliono analizzare in particolar modo le tombe di Gerico scavate dalla prima missione inglese condotta da J. Garstang dal 1930-al 1936. L’importanza di questa necropoli deriva soprattutto, dall’estensione cronologica e dalla continuità delle sequenze stratigrafiche che vanno dall’inizio dell’urbanizzazione in Palestina fino al Bronzo Tardo. Sono state analizzate le fasi del Bronzo Antico, estremamente importanti per comprendere la struttura economica, sociale e ideologica connessa con il fenomeno della sedentarizzazione. L’interesse risiede anche nell’impiego coincidente con la prima esperienza urbana gerichiota che è ben visibile nella necropoli ed è testimoniata dal passaggio dalla sepoltura secondaria a quella primaria, questo a conferma della sedentarizzazione, a partire dal Bronzo Antico IB, degli abitanti di Gerico. Le sepolture primarie prese in esame si distinguono per la singolare posizione fatta assumere al defunto, al momento della deposizione e in alcuni casi anche per il corredo funerario ad esso associato. Si tratta di sepolture provenienti dalla grande tomba A e dalla tomba 351; ognuna delle quali è caratterizzata da un’anomalìa che non trova immediati confronti nel territorio palestinese. La metodologia adottata parte dall’analisi dei diari di scavo e di tutta la documentazione edita e inedita, fino ad una rielaborazione grafica delle piante originali. L’obiettivo finale è comprendere la simbologia che sta dietro al gesto intenzionale per poter così intuire il pensiero religioso che ha portato al singolare trattamento del defunto
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