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Spazi pedagogici nell’incontro con l’altro
This work analyzes the theme of intercultural education through the pedagogical category of the possible utopia which, in the intercultural educational reflection, necessarily refers to the idea of pedagogical space. In this direction the reflections move from a fundamental question. What is the pedagogical space of intercultural education? So what is the educational space of the meeting with each other? It is through this question that work moves from the hypothesis that pedagogical spaces in the meeting with each other can create that one and only humanity, ped-agogically meant uniqueness, as the uniqueness of human rights
Disturbi specifici dell’apprendimento (DSA): linee guida pedagogiche
2009 - 2010Il mio lavoro di ricerca nasce da una riflessione sulla peculiaritĂ della ricerca educativa, quella
peculiarità che avverte l’esigenza di dialogare con una duplice prospettiva quella teorica e quella
pratica, nel tentativo cioè di collocare la ricerca educativa in una pratica reale.
La pratica diviene allora contemporaneamente il punto di partenza della ricerca educativa
(situazione iniziale-domanda), e il punto finale del processo di ricerca, perché solo la pratica è in
grado di verificare, modificare o anche smentire le conclusioni di un processo di ricerca.
Il mio lavoro dal titolo DSA: Linee guida pedagogiche parte da una riflessione sulla relazione
educativa fino a giungere ad una sorta di teorizzazione pedagogica in grado di rendere concreta e
applicabile una progettazione educativa nei DSA.
I Disturbi Specifici dell’Apprendimento, costituiti da dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia,
sono disturbi dello sviluppo caratterizzati da una discrepanza tra le abilitĂ riferibili alla categoria
degli apprendimenti della letto-scrittura, inferiore per etĂ cronologica e classe frequentata, e livello
cognitivo che si presenta invece nella norma o superiore alla norma.
Si tratta di disturbi settoriali caratterizzati da un causa di natura neuro-biologica le cui
manifestazioni si esplicitano, in genere, con l’ingresso del bambino nella scuola primaria.
La necessità di elaborare un Progetto di Linee Guida Pedagogiche nei DSA è determinata dalla
volontĂ di offrire ai DSA una visibilitĂ pedagogico-sociale nella consapevolezza che la dimensione
pedagogica è la dimensione prevalente nell’analisi, nello studio e soprattutto nell’intervento dei
DSA.
Il tentativo operato in questo lavoro è quello di far confluire le finalità e gli obiettivi di natura
legislativa e di natura clinica in un progetto piĂą specificatamente pedagogico educativo, che possa
costituire per i docenti e gli educatori uno strumento di supporto alla propria azione professionale
attraverso un approccio integrato caratterizzato da un training formativo in grado di orientare l’agire
educativo della professionalitĂ docente.
Il termine Linee Guida sta ad indicare un insieme sistematico di raccomandazioni, principi,
indicazioni, di vario genere, relativo a settori disciplinari diversi, redatto allo scopo di rendere
funzionale un’azione e orientare un comportamento.
Nel linguaggio quotidiano il termine è utilizzato nei più svariati contesti, da contesti giuridicoistituzionali
ai contesti educativo-scolastici fino a contesti piĂą specificatamente medico-clinici.
In linea generale esse costituiscono un riferimento condiviso dalla comunitĂ scientifica in grado di
orientare l’azione professionale di quanti operano in uno specifico settore.
La nostra ipotesi è quella di poter accompagnare quanti operano in contesti educativi con bambini,
giovani con DSA, attraverso Linee Guida Pedagogiche in grado da una parte, di soddisfare i criteri
scientifici per l’elaborazione di una Linea Guida forniti dall’Institute of Medicine, dall’altra di
fornire un supporto teorico-pratico alla relazione educativa nei DSA.
Il punto di partenza e il riferimento scientifico costante utilizzato sono le Linee Guida pubblicate
dalla Società Italiana di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’Adolescenza (SINPIA), condivise dai
Servizi Sanitari del territorio nazionale che costituiscono il modello teorico-pratico per la
definizione, la diagnosi, il trattamento e la gestione clinica dei DSA .
Esse assolvono una funzione di orientamento terapeutico e clinico, e sono costituite da diverse
sezioni: definizione, dati epidemiologici, aspetti eziologici, comorbilitĂ , prognosi, indagine
diagnostica, riabilitazione e bibliografia scientifica di riferimento.
Sulla scia di questa struttura il modello che abbiamo elaborato prevede un riferimento alla relazione
educativa, ai processi di apprendimento di letto-scrittura, un riferimento scientifico ai DSA – dalla
definizione, ai modelli epistemologici di riferimento, alla progettazione educativa, ai riferimenti
normativi - fino ad una consapevolezza professionale rispetto al ruolo educativo del docente,
magistralità della propria azione professionale (incontro affettivo e detico con l’altro) costituito dal
Training Formativo .
Il progetto di Linee guida Pedagogiche, che presentiamo, si orienta su tre livelli di conoscenza:
• Livello di Consapevolezza Professionale, legato alla dimensione dell’essere, del conoscere e
del riconoscersi nella relazione educativa,
• (Livello Conoscitivo-Strumentale, legato invece alla dimensione del fare nella relazione
educativa, nello specifico nella relazione educativa con DSA,
• Livello di Consapevolezza Scientifico-pedagogica, legato infine alla possibilità di
riconoscere nel panorama scientifico la presenza di modelli teorici di riferimento e di
applicarli ai contesti educativi.
Nel mio lavoro di ricerca ho tentato di essere fedele ad un atteggiamento fenomenologico
ermeneutico, attento alla valorizzazione della persona, alla sfumatura del fenomeno senza sfuggire
però al criterio di scientificità che una Linea Guida deve soddisfare.
I criteri scientifici forniti dal’institute of Medicine Validità , Riproducibilità , Rappresentatività ,
ApplicabilitĂ , FlessibilitĂ , Chiarezza, Documentazione, Forza e Aggiornamento definiti
dal’institute of Medicine sono stati declinati in ambito pedagogico ed applicati al training
formativo elaborato.
I concetti di applicabilitĂ , flessibilitĂ e chiarezza Pedagogica costituiscono nel nostro Progetto di
Linee Guida le tre caratteristiche centrali per l’applicazione del modello proposto nella pratica
quotidiana.
L’applicabilità pedagogica fa, infatti, riferimento alla capacità di mettere in pratica un modello,
una proprietĂ , una teoria, la flessibilitĂ pedagogica riguarda la capacitĂ di adattare a seconda del
contesto o delle persone coinvolte in una relazione i contenuti di quella relazione, la chiarezza
pedagogica fa riferimento alla comprensione dei processi che sottendono i DSA da una parte, e
dall’altra alla comprensione significativa, che non si riduce dunque al semplice utilizzo, delle
strategie, delle tecnologie e degli strumenti compensativi che secondo la normativa vigente la
scuola deve essere in grado di garantire ad uno studente con diagnosi di DSA.
Il criterio di applicabilitĂ pedagogica diviene in questo progetto la capacitĂ del docente di costruire
un percorso di apprendimento concreto e fondato su presupposti metodologici le cui richieste
operative siano quantitativamente adeguate ai tempi e alle modalitĂ di apprendimento del singolo
studente con DSA. Un’applicabilità pedagogica che si concretizza nella possibilità di utilizzare
strategie di apprendimento che privilegiano canali differenziati (visivi, uditivi), che integri nella
progettazione educativa l’utilizzo delle mappe concettuali come strumento di conoscenza degli
argomenti, che privilegi una didattica in grado di riproporre concetti e conoscenze attraverso
modalitĂ e linguaggi differenti, che attribuisca maggiore importanza alla comunicazione orale, che
in definitiva utilizzi una strategia pedagogico-educativa attenta all’aspetto contenutistico, più che a
quello procedurale.
Strettamente connesso all’ applicabilità si presenta il criterio di flessibilità pedagogica legato alla
capacitĂ di utilizzare una didattica flessibile che si adegui ai tempi ed alle modalitĂ di
apprendimento delle studente con DSA. Il criterio di flessibilità pedagogica del docente diviene così
uno strumento a disposizione del discente in grado di sviluppare una capacitĂ conoscitiva personale
e di conseguenza un’ applicazione consapevole di strategie e comportamenti utili per un efficace
processo di apprendimento.
Di particolare importanza risulta, infine, il criterio di chiarezza pedagogica, inteso in una duplice
modalità : da una parte legato alla comprensione del fenomeno DSA, dall’altra ad una comprensione
significativa delle strategie compensative e dispensative che la normativa vigente individua
nell’art.5 come misure educative e didattiche di supporto da utilizzare nella pratica quotidiana, in
classe.
Gli strumenti compensativi indicati dal Ministero della Pubblica Istruzione sono, ad esempio, la
tabella dei mesi, la tavola pitagorica, la tabella delle misure, dei numeri, la calcolatrice, il
registratore, il computer con i programmi di videoscrittura, il lettore vocale, mentre gli strumenti
dispensativi sono quelle misure che obbligano gli insegnanti a dispensare gli alunni con diagnosi di
DSA da attivitĂ specifiche quali: la lettura ad alta voce, lo studio mnemonico di tabelle, la scrittura
in corsivo e/o in stampato minuscolo, copia alla lavagna, interrogazioni non programmate ecc…
Il criterio di chiarezza pedagogica fa riferimento proprio a questo aspetto, la sola applicazione della
nota ministeriale non ha valore pedagogico, nel senso per cui non è sufficiente consentire l’utilizzo
di questi strumenti in classe per migliorare la comprensione e sviluppare competenze , Gli strumenti
compensativi e le misure dispensative costituiscono, nel panorama italiano, le due parole chiave di
una didattica specifica ai DSA.
Quello che ci preme evidenziare è che la semplice applicazione di questi strumenti, non ha alcuna
valenza pedagogica se non è supportata da una progettualità educativa consapevole, competente e
responsabile.
ValiditĂ Pedagogica
Il termine validitĂ sta ad indicare la capacitĂ di una tecnica, di un metodo o di un percorso di
raggiungere gli obiettivi prefissati.
Nell’ambito della ricerca il concetto di validità ha una sua complessità epistemologica, che ci porta
a distinguerne diverse dimensioni. La validitĂ pedagogica nel nostro caso, è intesa come la capacitĂ
di raggiungere obiettivi educativi attraverso una’azione consapevole, intenzionale e progettuale
pedagogicamente orientata, che parte dalla descrizione e dalla comprensione dell’evento iniziale.
L’evento iniziale si configura come la consapevolezza dei fattori e degli elementi coinvolti nel caso
di DSA e la possibilità che il docente sia in grado di progettare un’azione educativa
pedagogicamente valida, ossia che tenga conto della diversa attivazione dei processi di
apprendimento del proprio alunno con DSA (evento iniziale), creando le condizioni per consentirgli
di raggiungere, nei tempi del gruppo classe ma con strategie e modalitĂ individualizzate, gli
obiettivi prefissati, gli stessi del gruppo classe (gli obiettivi di apprendimento non devono, nel caso
di DSA, essere ridotti o ridimensionati, piuttosto devono essere individualizzati e adattati alle
esigenze del singolo studente.)
La validità pedagogica del training formativo proposto si configura, invece, come l’azione
progettuale pedagogicamente orientata sostenuta da riferimenti scientifici che aiutano il docente e
quanti lavorano nella relazione educativa con DSA alla comprensione dell’evento iniziale.
RiproducibilitĂ Pedagogica.
Il concetto di riproducibilitĂ richiama la possibilitĂ che un evento, un metodo o un percorso
possano essere in qualche modo riprodotti.
Nel nostro caso il concetto di riproducibilitĂ pedagogica assume una funzione particolare che non
fa riferimento alla relazione educativa in quanto “la prassi pedagogica è per principio non
ripetibile.” La riproducibilità pedagogica fa dunque riferimento da una parte alle ricorrenze del
fenomeno DSA (indicatori, caratteristiche specificitĂ del disturbo), e dall’altro alla riproducibilitĂ
degli strumenti da utilizzare durante un percorso di apprendimento con DSA (tabelle, strumenti
compensativi, mappe concettuali).
La riproducibilità pedagogica del training formativo proposto è invece legata alla possibilità di
utilizzare alcuni tra gli strumenti (schede, esercitazioni) in contesti formativi differenti adattandoli
alle esigenze degli utenti.
RappresentativitĂ Pedagogica
Utilizziamo in questo lavoro il termine rappresentativitĂ pedagogica per indicare una capacitĂ delle
Linee Guida Pedagogiche ai DSA, non tanto di riassumere i caratteri principali di una teoria o di un
orientamento, quanto piuttosto, quello di essere rappresentative di un Progetto multidisciplinare che
ritrova nell’azione didattico-educativa la dimensione pedagogica del fare, per poter essere in
maniera efficace nella relazione educativa con DSA.
La rappresentatività pedagogica del training, infine, è interpretata come l’applicazione del progetto
multidisciplinare al contesto formativo, nel tentativo di essere rappresentativo delle esigenze dei
soggetti coinvolti nel training stesso.
I criteri di documentazione, aggiornamento e forza pedagogica sono relativi alla dimensione
teorico operativa del Progetto di Linee Guida Pedagogiche nei DSA, quindi al training formativo
elaborato.
In questo senso la documentazione pedagogica fa riferimento alla capacitĂ da parte dei docenti di
redigere un Piano Educativo Personalizzato la cui progettualitĂ pedagogica, fondata su una
consapevolezza dei DSA, sia sostenuta da un processo di osservazione. Nelle nostre Linee Guida
Pedagogiche, facciamo riferimento ad una progettualità fondata su un’osservazione di tipo
scientifico che si declina in una duplice dimensione:
• Osservazione diretta del bambino negli aspetti relazionali e nei comportamenti messi in
atto rispetto agli impegni scolastici;
• Osservazione Indiretta, legata invece alla capacità docente di utilizzare, come risorsa per
la propria azione educativa, la documentazione esistente, da quella di tipo diagnostico, ai
materiali che la famiglia ritiene funzionali all’apprendimento del bambino.
Il concetto di aggiornamento fa riferimento alla capacitĂ di adeguare la propria professionalitĂ e le
proprie competenze all’ incremento delle conoscenze scientifiche in uno specifico settore.
Il criterio di aggiornamento pedagogico, se da una parte è legato alla normativa di riferimento,
dall’altra è legato alla flessibilità della professionalità docente in grado di modificare l’azione
educativa, in uno specifico settore, quando la comunitĂ scientifica, orientando le proprie ricerche in
quella direzione, offre nuovi modelli di riferimento, nuovi spunti di riflessione alla propria azione
professionale.
Il criterio di forza pedagogica, infine, definisce la capacitĂ multidimensionale e multi progettuale
delle Linee Guida Pedagogiche, per la pluralitĂ degli orientamenti, dei contributi e delle risorse
coinvolte.
La forza pedagogica diviene il criterio in grado di operare una progettualitĂ educativa condivisa
nella convinzione che un processo pedagogico di apprendimento possa realizzarsi attraverso metodi,
modalità e strumenti differenti e differenziati, ma l’impegno della comunità educante sta nella
condivisione degli obiettivi educativi e nel senso consapevole della propria azione professionale. [a cura dell'autore]IX n.
Spazi pedagogici nell’incontro con l’altro
This work analyzes the theme of intercultural education through the pedagogical category of the possible utopia which, in the intercultural educational reflection, necessarily refers to the idea of pedagogical space. In this direction the reflections move from a fundamental question. What is the pedagogical space of intercultural education? So what is the educational space of the meeting with each other? It is through this question that work moves from the hypothesis that pedagogical spaces in the meeting with each other can create that one and only humanity, ped-agogically meant uniqueness, as the uniqueness of human rights
Disturbi specifici dell’apprendimento e professionalità docente
This work provides a moment of reflection as part of a wider study that guides my research entitled “Relational-scholastic uneasiness and didactive-educational skills”. I use “relational-scholastic uneasiness” term to define the concept of uneasiness as the emotional state that arises in the educational relationship andsees in that relationship a possible preventive tool. Can the teacher’s didactiveeducational skills guide to a responsible educational relationality? In the specific case of Specific Learning Disabilities (DSA) we wonder: on the one hand, can the teacher’s pedagogical planning reduce the risk of making chronic the difficulties of the child with the DSA? On the other hand, can theskills acquired by the teacher release his professionalism from a sense of education failure?These are the basic questions that drive the following work, an analysis of a vast and complex topic that doesn’t certainly claim to be exhausted, but arises a moment of reflection and simultaneously challenge because it’s directed to guide the complexity of teaching profession in educational complexity of specific learning disabilities (DSA).Il presente lavoro costituisce un momento di riflessione nell’ambito di uno studio più ampio che guida il mio lavoro di ricerca dal titolo “Disagio relazionale-scolastico e competenze educativo-didattiche”. Utilizzo il termine disagio relazionale scolastico per definire il concetto di disagio come stato emotivo che nasce nella relazione educativa e che vede nella relazione stessa un possibile strumento di prevenzione. Possono le competenze educative-didattiche del docente orientare ad una relazionalità educativa responsabile?Nel caso specifico dei DSA ci chiediamo: può,da una parte, la progettualità pedagogica del docente ridurre il rischio di cronicizzare le difficoltà del bambino con DSA? E, dall’altro, le competenze acquisite dal docente possono sollevare la sua professionalità da un senso di fallimento educativo?Questi gli interrogativi di fondo che guidano il seguente lavoro, analisi di una tematica vasta e complessa che non si ha certo la pretesa di esaurire, ma che si pone come momento di riflessione e contemporaneamente di sfida perché volto a orientare la complessità della professione docente nella complessità educativa dei disturbi specifici dell’apprendimento (DSA)
Making the Communication of CCS more "human"
CCS communication has proven a tough challenge, particularly for the difficulty in raising interest for the technology, which is still unknown to the majority of the population, and for the complexity of conveying information about its potential for reducing emissions. In this paper we present a research based effort for bringing CCS nearer to people, through visual material developed taking into account emotional needs related to the technology. The production of a short introductory film on CCS is illustrated and its testing with a sample of 700 high school students
A recombination-based method to characterize human BRCA1 missense variants
Purpose. Many missense variants in BRCA1 are of unclear clinical significance. Functional and genetic approaches have been proposed for elucidating the clinical significance of such variants. The purpose of the present study was to evaluate BRCA1 missense variants for their effect on both Homologous Recombination (HR) and Non Homologous End Joining (NHEJ). Methods. HR frequency evaluation: HeLaG1 cells, containing a stably integrated plasmid that allows to measure HR events by gene conversion events were transfected with the pcDNA3β expression vector containing the BRCA1-wild type (BRCA1-WT) or the BRCA1-Unclassified Variants (BRCA1-UCVs). The NHEJ was measured by a random plasmid integration assay. Results. This assays suggested a BRCA1 involvement mainly in the NHEJ. As a matter of fact, the Y179C and the A1789T variant altered significantly the NHEJ activity as compared to the wild type, suggesting that they may be related to BRCA1 associated pathogenicity by affecting this function. The variants N550H and I1766S, and the mutation M1775R did not alter the NHEJ frequency. Conclusions. These data, beside proposing a method for the study of BRCA1 variants effect on HR and NHEJ, highlighted the need for a range of functional assays to be performed in order to identify variants with altered function
Diagnosis and Treatment of Obstructive Hypertrophic Cardiomyopathy
Left ventricular outflow obstruction (LVOTO) and diastolic dysfunction are the main pathophysiological characteristics of hypertrophic cardiomyopathy (HCM)LVOTO, may be identified in more than half of HCM patients and represents an important determinant of symptoms and a predictor of worse prognosis. This review aims to clarify the LVOTO mechanism in, diagnosis of, and therapeutic strategies for patients with obstructive HCM
Hip subluxation in Italian cerebral palsy children and its determinants: a retrospective cohort study
The study's aim was two-fold: to describe the trend of hip subluxation in the largest sample of Italian nonambulatory cerebral palsy (CP) children ever published; to investigate its determinants. This single-centre retrospective cohort study included patients with spastic or dyskinetic CP, Gross Motor Function Classification System (GMFCS) level IV or V, age 0-18 years, having been referred to our unit before March 2020. The hip subluxation was measured by means of the migration percentage (MP). Other data were gathered such as sex, CP subtype, GMFCS level, presence of drug-resistant epilepsy, age, use of walkers with weight relief or standing devices, previous botulinum injection or hip surgery, oral or intrathecal baclofen and hip pain. Multiple linear stepwise regression was performed and descriptive statistics are provided. Spastic CP had MP maximum increase in early ages, with GMFCS level V values persistently higher than level IV. The dyskinetic subtype showed a slower increase of the MP, with GMFCS level IV presenting similar or higher values, compared to level V. Age, CP severity and spastic subtype are the main determinants. The stepwise multiple regression analysis demonstrated that weight relief walking and standing assistive devices, combined with botulinum contributed to reduce the MP progression. Dyskinetic CP showed overall lower MP values and a more variable behaviour relative to age and GMFCS level, compared to the spastic subtype. Standing and walking assistive devices, with partial or total weight relief, combined with individually targeted botulinum injections, should be considered in the management of bilateral nonambulatory CP patients, to prevent hip subluxation or its recurrence after surgery
Eye-tracking glasses for improving teacher education: the e-Teach project
Abstract
This paper is about "Improvement of teaching techniques by eye tracking in technology enhanced classrooms" (e-Teach), an innovative project funded by the Erasmus Plus Programme (KA2 - Strategic Partnership in the field of School Education). The project aims to study teachers' eye movements in real teaching situation using eye-tracking glasses and compares the teachers' use of digital technologies between novices and experts teaching the same school subject. The purpose of this study was to provide indicators of skill gaps between novices and experts which can be addressed appropriately with highly targeted teacher education. The first part of the paper reviews recent developments in conceptual frameworks for digital competence and in digital competence descriptors. The second part describes the project status, the methods and its phases. In conclusion, the paper gives a brief overview of initial findings of ongoing research, focusing largely on the Italian experience, and development tasks for the next project phases. The initial findings suggest that teachers valued the benefits of using digital technologies in classrooms and recognized the necessity of professional development. They also provided specific insights for the purpose of developing an online course for teacher education in four languages: English, Turkish, Italian and Lithuanian
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