354 research outputs found

    CONTENT MARKETING METRICS: THEORETICAL ASPECTS AND EMPIRICAL EVIDENCE

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    In recent years both practitioners and academics have shown an increasing interest in Content Marketing and in the metrics to measure its impact on firm performance. However the literature remains fragmented. In attempting to fill the gap, this paper has two main objectives. Firstly, we review the existing literature on content marketing and the main metrics used. Secondly, we analyse the degree of use and effectiveness of content marketing strategy and metrics, on a sample of 235 Italian firms

    Kinematic GPS survey as validation of LIDAR strips accuracy

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    As a result of the catastrophic hydrogeological events which occurred in May 1998 in Campania, in the south of Italy, the distinctive features of airborne laser scanning mounted on a helicopter were used to survey the landslides at Sarno and Quindici. In order to survey the entire zone of interest, approximately 21 km2, it was necessary to scan 12 laser strips. Many problems arose during the survey: difficulties in receiving the GPS signal, complex terrain features and unfavorable atmospheric conditions. These problems were investigated and it emerged that one of the most influential factors is the quality of GPS signals. By analysing the original GPS data, the traces obtained by fixing phase ambiguity with an On The Fly (OTF) algorithm were isolated from those with smoothed differential GPS solution (DGPS). Processing and analysis of laser data showed that not all the overlapping laser strips were congruent with each other. Since an external survey to verify the laser data accuracy was necessary, it was decided to utilize the kinematic GPS technique. The laser strips were subsequently adjusted, using the kinematic GPS data as reference points. Bearing in mind that in mountainous areas like the one studied here it is not possible to obtain nominal precision and accuracy, a good result was nevertheless obtained with a Digital Terrain Model (DTM) of all the zones of interest

    Identification alone versus intraoperative neuromonitoring of the recurrent laryngeal nerve during thyroid surgery: experience of 2034 consecutive patients

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    Background: The aim of this study was to evaluate the ability of intraoperative neuromonitoring in reducing the postoperative recurrent laryngeal nerve palsy rate by a comparison between patients submitted to thyroidectomy with intraoperative neuromonitoring and with routine identification alone. Methods: Between June 2007 and December 2012, 2034 consecutive patients underwent thyroidectomy by a single surgical team. We compared patients who have had neuromonitoring and patients who have undergone surgery with nerve visualization alone. Patients in which neuromonitoring was not utilized (Group A) were 993, patients in which was utilized (group B) were 1041. Results: In group A 28 recurrent laryngeal nerve injuries were observed (2.82%), 21 (2.11%) transient and 7 (0.7%) permanent. In group B 23 recurrent laryngeal nerve injuries were observed (2.21%), in 17 cases (1.63%) transient and in 6 (0.58%) permanent. Differences were not statistically significative. Conclusions: Visual nerve identification remains the gold standard of recurrent laryngeal nerve management in thyroid surgery. Neuromonitoring helps to identify the nerve, in particular in difficult cases, but it did not decrease nerve injuries compared with visualization alone. Future studies are warranted to evaluate the benefit of intraoperative neuromonitoring in thyroidectomy, especially in conditions in which the recurrent nerve is at high risk of injury. Keywords: Neuromonitoring, Recurrent laryngeal nerve, Thyroidectom

    Analisi del movimento e valutazione funzionale: confronto dei dati su soggetti con paralisi del muscolo trapezio.

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    Lo studio descrive la misconosciuta patologia paralisi di trapezio avvalendosi dei principali dati in letteratura, analizzandone le caratteristiche e i criteri utilizzati per riconoscerla. Il nostro lavoro propone un confronto fra le valutazioni descritte dai vari autori in letteratura e quelle da noi selezionate: valutazione con le scale cliniche Constant e Dash e valutazione strumentale con analisi cinematica ed elettromiografica di superficie. L’obiettivo è in tale quadro patologico verificare la praticabilità dell’uso di questi strumenti valutativi che hanno il vantaggio di essere non invasivi e riproducibili anche se ancora poco diffusi. Il nostro campione era composto da 8 pazienti (5 femmine, 3 maschi) con paralisi di trapezio successiva a manovra chirurgica nel distretto capo o collo, di età media 48 anni. Questi sono stati valutati con la scala Constant, il questionario DASH e l’analisi del movimento. I risultati hanno evidenziato che le scale sopra citate potrebbero dimostrarsi non sufficientemente esaurienti, mentre hanno fatto emergere i vantaggi delle tecniche valutative da noi proposte, le quali si sono dimostrate esaurienti nel descrivere il quadro clinico, oltre che non invasive, non dolorose e ripetibili, come documentato in letteratura. Queste tecniche portano ad una valutazione funzionale completa sia dell’attività muscolare che di quella articolare, consentendo ai terapisti di proporre un progetto riabilitativo coerente e incentrato su quelli che risultano essere i deficit effettivi di ciascun soggetto

    Integrazione di metodologie geofisiche, geomorfologiche, sedimentologiche e geochimiche, per la definizione della genesi e dell'età degli affioramenti rocciosi presenti sul fondale marino dell'Adriatico settentrionale

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    2007/2008Da molti anni i fondali marini dell’Adriatico Settentrionale sono oggetto di interesse scientifico. Si annoverano studi accademici già dal 1792 ma solamente dalla seconda metà degli anni sessanta, grazie agli studi geologici, geofisici e geomorfologici, intrapresi da alcuni ricercatori è stato possibile evidenziare che i fondali marini del Golfo di Venezia unitamente al Golfo di Trieste sono prevalentemente sabbioso-limosi e monotoni dal punto di vista morfologico e delle forme di vita animali e vegetali. Questa monocorde caratteristica del fondo dell’alto Adriatico viene interrotta solamente dalla presenza di elevazioni a substrato roccioso denominate localmente Grebeni, Trezze, Tegnùe e Scagni. I risultati di questo dottorato di ricerca hanno permesso, attraverso l’integrazione di acquisizioni geofisiche, campionamenti diretti in situ, registrazioni video e fotografiche, misure in laboratorio, di ampliare il quadro delle conoscenze acquisite fino ad ora sugli affioramenti rocciosi presenti nel fondale marino dell’alto Adriatico, e di aggiungere nuove indicazioni sull’età dei depositi cementati e sui processi diagenetici che hanno portato alla loro formazione. Dall’attività di studio morfo-batimetrico e sismostratigrafico è stato possibile trarre una prima considerazione sulla distribuzione, numero e forma degli affioramenti segnalati facendo emergere che il loro numero è diseguale nel Golfo di Venezia rispetto a quello di Trieste, con i primi di gran lunga superiori ai secondi, e che questi si presentano in entrambi i golfi eccezionalmente in forma solitaria, normalmente in gruppi di affioramenti di densità variabile da 0,5 sino a 3,25 affioramenti per km2. Dalla tipologia di questi raggruppamenti è stato possibile distinguere quelli a gruppo puntuale, quelli a gruppo allineato ed infine, quelli a gruppo frastagliato. Si è cercato infine di verificare se esistesse un rapporto tra forma di affioramento e processo genetico; è emerso che almeno al momento non si sono riscontrate relazione univoche tra forma e processi diagenetici. Questi avvengono su depositi di ambiente continentale, oppure marino con caratteri molto simili, dove il tipo di deposito sembra essere responsabile solamente di un eventuale effetto accumulo o influenzante il regime di flusso del gas attraverso i sedimenti portando ad una maggiore concentrazione di emanazioni gasose e dunque all’instaurarsi di processi di precipitazione di carbonato di calcio, tipici delle aree di seepage, lungo aree preferenziali. L’indagine sull’immediato sottofondo marino ha messo in evidenza da un lato lo scarso radicamento degli affioramenti nella coltre sedimentaria e dall’altro la presenza di numerose sacche di gas nell’immediate vicinanze degli affioramenti. Lo studio delle sezioni sottili di roccia realizzato con microscopio petrografico ed elettronico in dispersione di energia, ha portato all’individuazione di cementi riconducibili ad una precipitazione avvenuta prevalentemente in ambienti francamente marini subtidali o al limite della fascia più profonda intertidale, mentre in alcuni casi, il cemento è risultato talmente scarso da non permettere alcuna interpretazione. Confrontando i cementi aragonitici a struttura aciculare e/o fibroso raggiata individuati in alcune rocce dell’ alto Adriatico con quelli osservati in lastre carbonatiche campionate all’interno di alcuni pockmarks presenti al largo delle coste norvegesi è evidente una forte similitudine morfologica. In tal senso risulta rafforzata una genesi legata alla fuoriuscita di gas metano originatosi per la combinazione di processi di ossidazione anaerobica e solforiduzione batterica della sostanza organica presente nei sedimenti sottostanti. Dalle analisi isotopiche è emersa la conferma di quanto dedotto dalla semplice forma dei cementi. E’ risultato che il rapporto isotopico del carbonio dei campioni bulk analizzati (frazione detritica + bioclastica) si colloca in un intervallo compreso tra -26,30 / -10,28 ‰ , mentre sono risultati valori nettamente più negativi per quanto riguarda i soli campioni di cemento accuratamente prelevato al microscopio (intervallo compreso tra -49,8 / -38,0 ‰). Infine sono state condotte analisi 14C su due campioni di cemento aragonitico e su tre bioclasti inglobati sulla roccia cementata. E’ risultato che la probabile età delle torbe da cui è iniziato il processo di metanogenesi è compatibile con l’età dei cementi analizzati, che risulta variabile da 15.940 a 21.700 anni B.P., come d’altra parte supposto in altri lavori, mentre la cementazione è avvenuta in lassi di tempo inferiori da 8.220 a 4.990 anni B. P. e si è realizzata in tempi probabilmente recenti e tutt’oggi in atto. A conclusione di questo dottorato è possibile evidenziare che è stata raggiunta una esaustiva conoscenza degli affioramenti rocciosi presenti nel fondale marino dell’alto Adriatico, definendo dettagliatamente la loro diffusione, e per alcuni la loro genesi ed età. E’ stata accertata la formazione metanogenica di alcuni di questi litosomi e la loro formazione in ambiente marino. Per altri affioramenti questa definizione non è stata possibile a causa della scarsità di materiale reperibile per analisi ottiche ed isotopiche. E’ stata accertata per questi litosomi l’età olocenica della loro cementazione; rimane comunque, da accertare se questo tipo di genesi sia la sola responsabile delle migliaia di rocce sottomarine individuate, o se questa sia solamente quella preponderante su altre tipologie, attualmente non confermate. Per ultimo ma non meno importante, va sottolineato che anche in relazione a questo dottorato di ricerca si assiste oggi ad una maggior attenzione della classe politica locale e nazionale al problema della gestione e della difesa di questi particolari geo-biositi che oltretutto possono essere utilizzati e valorizzati come aree di ripopolamento bentonico e nectonico e che recentemente sono stati censiti come probabili aree SIC.XX Ciclo197

    Kinematic GPS survey as validation of LIDAR strips accuracy

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    As a result of the catastrophic hydrogeological events which occurred in May 1998 in Campania, in the south of Italy, the distinctive features of airborne laser scanning mounted on a helicopter were used to survey the landslides at Sarno and Quindici. In order to survey the entire zone of interest, approximately 21 km2, it was necessary to scan 12 laser strips. Many problems arose during the survey: difficulties in receiving the GPS signal, complex terrain features and unfavorable atmospheric conditions. These problems were investigated and it emerged that one of the most influential factors is the quality of GPS signals. By analysing the origi¬nal GPS data, the traces obtained by fixing phase ambiguity with an On The Fly (OTF) algorithm were iso¬lated from those with smoothed differential GPS solution (DGPS). Processing and analysis of laser data showed that not all the overlapping laser strips were congruent with each other. Since an external survey to verify the laser data accuracy was necessary, it was decided to utilize the Kinematic GPS technique. The laser strips were subsequently adjusted, using the Kinematic GPS data as reference points. Bearing in mind that in mountainous areas like the one studied here it is not possible to obtain nominal precision and accu¬racy, a good result was nevertheless obtained with a Digital Terrain Model (DTM) of all the zones of inter¬est

    CONTENT MARKETING METRICS: THEORETICAL ASPECTS AND EMPIRICAL EVIDENCE

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    In recent years both practitioners and academics have shown an increasing interest in Content Marketing and in the metrics to measure its impact on firm performance. However the literature remains fragmented. In attempting to fill the gap, this paper has two main objectives. Firstly, we review the existing literature on content marketing and the main metrics used. Secondly, we analyse the degree of use and effectiveness of content marketing strategy and metrics, on a sample of 235 Italian firms
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