10 research outputs found

    The cardiac torsion as a sensitive index of heart pathology: A model study.

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    The torsional behaviour of the heart (i.e. the mutual rotation of the cardiac base and apex) was proved to be sensitive to alterations of some cardiovascular parameters, i.e. preload, afterload and contractility. Moreover, pathologies which affect the fibers architecture and cardiac geometry were proved to alter the cardiac torsion pattern. For these reasons, cardiac torsion represents a sensitive index of ventricular performance. The aim of this work is to provide further insight into physiological and pathological alterations of the cardiac torsion by means of computational analyses, combining a structural model of the two ventricles with simple lumped parameter models of both the systemic and the pulmonary circulations. Starting from diagnostic images, a 3D anatomy based geometry of the two ventricles was reconstructed. The myocytes orientation in the ventricles was assigned according to literature data and the myocardium was modelled as an anisotropic hyperelastic material. Both the active and the passive phases of the cardiac cycle were modelled, and different clinical conditions were simulated. The results in terms of alterations of the cardiac torsion in the presence of pathologies are in agreement with experimental literature data. The use of a computational approach allowed the investigation of the stresses and strains in the ventricular wall as well as of the global hemodynamic parameters in the presence of the considered pathologies. Furthermore, the model outcomes highlight how for specific pathological conditions, an altered torsional pattern of the ventricles can be present, encouraging the use of the ventricular torsion in the clinical practice.This is the author accepted manuscript. The final version is available from Elsevier via http://dx.doi.org/10.1016/j.jmbbm.2015.10.00

    Ulcerative colitis associated with leukocytoclastic vasculitis of the skin

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    Ulcerative colitis may be associated with a number of skin lesions such as erythema nodosum and pyoderma gangrenosum. We here describe an unusual case of a 33-year-old-caucasian male with ulcerative colitis and skin lesions diagnosed as leukocytoclastic vasculitis. An initial treatment with oral deflazacort led to little benefit, while treatment with oral mesalazine caused remission of the skin and intestinal manifestations in 2 weeks. © 2008 Editrice Gastroenterologica Italiana S.r.l

    L’attività dei Centri Antifumo italiani tra problematiche e aree da potenziare: i risultati di un’indagine svolta attraverso un questionario on-line

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    Introduzione. In Italia sono 295 i Servizi per la cessazione dal fumo di tabacco (Centri Antifumo - CA) afferenti al Servizio Sanitario Nazionale (SSN) censiti nel 2011 dall’Osservatorio Fumo, Alcol e Droga (OssFAD) dell’Istituto Superiore di Sanità. La presente indagine, condotta dall’OssFAD in collaborazione con i CA, è stata volta a rilevare alcune delle problematiche con le quali il personale dei CA si confronta per portare avanti la propria attività e le iniziative ritenute utili per migliorarla. Materiali e metodi. L’indagine è stata condotta dal 7 al 21 maggio 2012, mediante un questionario compilabile on-line composto da 5 brevi sezioni di domande con un totale di 38 items da completare. Il link al questionario on-line è stato inviato per e-mail a 322 indirizzi dei CA censiti nel 2011 dall’OssFAD. I dati raccolti sono stati elaborati statisticamente con il programma SPSS 20. Risultati. All’indagine hanno risposto 146 operatori dei CA (45,3%). Sebbene ci siano aspetti ormai consolidati dell’attività dei CA, sono ancora molte le criticità che gli operatori riscontrano nella loro attività. Le principali problematiche che influiscono in modo fondamentale/rilevante per la buona attività del centro sono le “Scarse o nulle risorse economiche” per il 60,7% del personale, “la mancanza di personale dedicato” per il 52,4% del personale; il “riconoscimento/mandato istituzionale del CA” per il 40,9% del personale. Tra le azioni ritenute più efficaci per facilitare l’accesso ai CA sono risultate la sensibilizzazione del personale sanitario (91%), in particolare dei medici di famiglia e l’inserimento delle prestazioni antitabagiche nei LEA (76,8%). Conclusioni. È auspicabile che l’attività dei CA riceva una maggiore attenzione, attraverso la dotazione di strutture, personale e finanziamenti adeguati a svolgere un importante ruolo nella tutela e promozione della salute
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