25 research outputs found

    Il mare nei paesaggi letterari dell’India antica

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    Questo articolo fa parte dell’ottavo numero dei Quaderni di PsicoArt che include molti dei testi raccolti dieci anni fa da Gianni Scalia e Raffaele Milani: erano gli anni in cui si discuteva assai di paesaggio, natura, ambiente, territorio, luogo, spazio, cercando di comprenderne il senso e il valore, la relazione e l’arricchimento reciproco in un ampio registro semantico. Si dà ora forma ai materiali di quella ricerca, conservandone lo spirito. È un viaggio che muove dal lontano mondo greco-latino e arriva alle tesi romantiche sulla natura inserendovi anche un confronto tra le culture: indiana, cinese, giapponese. Autorevoli studiosi commentano filosofi e scrittori, correnti letterarie e di pensiero della più alta tradizione mondiale, affinché la dignità dell’antico possa significare il futuro

    Il Grande Oltre

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    Venetian Indology

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    The essay traces the studies and academic responsibilities covered by all those scholars who have taught and teach Indological disciplines at Ca' Foscari, at every level, as well as of those who have studied at Ca' Foscari and have earned a position abroad or in other Italian universities. The author outlines the expansion of Indological studies in Venice and the rich network of international relations established by Venetian Indologists

    Michele Kerbaker, Napoli e l’India. Studi in memoria di Michele Kerbaker a cento anni dalla scomparsa

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    [Italiano]: Il volume raccoglie i contributi della Giornata di Studi tenutasi il 21 novembre 2014 presso l’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale” e dedicata a Michele Kerbaker (1835-1914) a cento anni dalla scomparsa. La figura del grande Studioso viene qui indagata attraverso la molteplicità degli interessi e delle attività che caratterizzarono la sua lunga e complessa attività scientifica. Agli scritti introduttivi, incentrati da un lato sulla dedizione dell’indianista alla ricerca scientifica e il valore esemplare che in questo senso la sua opera ancora testimonia per le giovani generazioni (Sferra), e dall’altro a tracciare un quadro della prospettiva «umanistica» con cui Kerbaker si rivolse agli studi indologici (Boccali), segue il profilo biografico delineato dal pronipote Andrea Kerbaker, non privo di accenni alle memorie familiari. Il contesto storico-culturale e le numerose relazioni intrecciate dallo Studioso con personalità di spicco della cultura coeva sono lumeggiati dal saggio di Crisanti che ricostruisce altresì il rapporto di Kerbaker con i molti allievi. Alla sua opera come traduttore del Ṛgveda e del Mahābhārata, e al peculiare approccio con cui si volse a queste opere di importanza fondamentale, sono dedicati rispettivamente i saggi di Sani e Piano. Sui motivi della scelta dello Studioso di adottare l’ottava rima per la resa poetica di passi dell’epica indiana e sulle caratteristiche intrinseche alla metrica sanscrita si sofferma Pelissero; il saggio di Piro esamina dal punto di vista dello storico della lingua italiana le scelte linguistiche e lessicali compiute da Kerbaker nelle proprie traduzioni, mostrando il costante dialogo con i testi della letteratura italiana. Chiude il volume la riproposizione, a cura di Dovetto, di alcune pagine pubblicate dallo Studioso in appendice alla sua prolusione universitaria del 1875 ./[English]:This volume collects the contributions to the Conference held at the University of Naples “L’Orientale” (21st November 2014) and dedicated to Michele Kerbaker (1835-1914), one hundred years after his death. The personality of this distinguished scholar’s is investigated throughout the range of interests and works that characterized his long and varied scientific activity. The introductory writings focus, on one hand, on the scholar’s dedication to scientific research and on the exemplary value that in this sense his work still represents for younger generations (Sferra), and on the other, on drawing a picture of the «humanistic» perspective with which Kerbaker turned to indological studies (Boccali). Andrea Kerbaker, the scholar’s great-grandson, outlines a biographical profile of Kerbaker while also including family memories. The historical and cultural context and the numerous relationships between the scholar and the cultural figureheads of his time are analysed by Crisanti; in her paper, she also investigates Kerbaker’s relationship with his many students. The essays of Sani and Piano are dedicated to Kerbaker’s work as a translator of, respectively, Ṛgveda and Mahābhārata, and to the peculiar approach with which he turned to these. Pelissero focuses on the reasons of the scholar’s choice to adopt the ottava rima for the poetic rendering of Indian epic and on the features of Sanskrit metre. Piro’s paper examines, from Italian language historian’s perspective, the linguistic and lexical choices made by Kerbaker in his translations, while also illustrating the dialogue with Italian literaty texts. The volume closes with the reproduction, by Dovetto, of some pages published by Kerbaker in appendix to his University prolusion (1875)

    Michele Kerbaker, Napoli e l’India: Studi in memoria di Michele Kerbaker a cento anni dalla scomparsa

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    [Italiano]: Il volume raccoglie i contributi della Giornata di Studi tenutasi il 21 novembre 2014 presso l’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale” e dedicata a Michele Kerbaker (1835-1914) a cento anni dalla scomparsa. La figura del grande Studioso viene qui indagata attraverso la molteplicità degli interessi e delle attività che caratterizzarono la sua lunga e complessa attività scientifica. Agli scritti introduttivi, incentrati da un lato sulla dedizione dell’indianista alla ricerca scientifica e il valore esemplare che in questo senso la sua opera ancora testimonia per le giovani generazioni (Sferra), e dall’altro a tracciare un quadro della prospettiva «umanistica» con cui Kerbaker si rivolse agli studi indologici (Boccali), segue il profilo biografico delineato dal pronipote Andrea Kerbaker, non privo di accenni alle memorie familiari. Il contesto storico-culturale e le numerose relazioni intrecciate dallo Studioso con personalità di spicco della cultura coeva sono lumeggiati dal saggio di Crisanti che ricostruisce altresì il rapporto di Kerbaker con i molti allievi. Alla sua opera come traduttore del Ṛgveda e del Mahābhārata, e al peculiare approccio con cui si volse a queste opere di importanza fondamentale, sono dedicati rispettivamente i saggi di Sani e Piano. Sui motivi della scelta dello Studioso di adottare l’ottava rima per la resa poetica di passi dell’epica indiana e sulle caratteristiche intrinseche alla metrica sanscrita si sofferma Pelissero; il saggio di Piro esamina dal punto di vista dello storico della lingua italiana le scelte linguistiche e lessicali compiute da Kerbaker nelle proprie traduzioni, mostrando il costante dialogo con i testi della letteratura italiana. Chiude il volume la riproposizione, a cura di Dovetto, di alcune pagine pubblicate dallo Studioso in appendice alla sua prolusione universitaria del 1875 ./[English]:This volume collects the contributions to the Conference held at the University of Naples “L’Orientale” (21st November 2014) and dedicated to Michele Kerbaker (1835-1914), one hundred years after his death. The personality of this distinguished scholar’s is investigated throughout the range of interests and works that characterized his long and varied scientific activity. The introductory writings focus, on one hand, on the scholar’s dedication to scientific research and on the exemplary value that in this sense his work still represents for younger generations (Sferra), and on the other, on drawing a picture of the «humanistic» perspective with which Kerbaker turned to indological studies (Boccali). Andrea Kerbaker, the scholar’s great-grandson, outlines a biographical profile of Kerbaker while also including family memories. The historical and cultural context and the numerous relationships between the scholar and the cultural figureheads of his time are analysed by Crisanti; in her paper, she also investigates Kerbaker’s relationship with his many students. The essays of Sani and Piano are dedicated to Kerbaker’s work as a translator of, respectively, Ṛgveda and Mahābhārata, and to the peculiar approach with which he turned to these. Pelissero focuses on the reasons of the scholar’s choice to adopt the ottava rima for the poetic rendering of Indian epic and on the features of Sanskrit metre. Piro’s paper examines, from Italian language historian’s perspective, the linguistic and lexical choices made by Kerbaker in his translations, while also illustrating the dialogue with Italian literaty texts. The volume closes with the reproduction, by Dovetto, of some pages published by Kerbaker in appendix to his University prolusion (1875)

    Understanding Factors Associated With Psychomotor Subtypes of Delirium in Older Inpatients With Dementia

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    Prefazione

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    Kalidāsa, Kumārasambhava, ‘L’origne di Kumāra’: lettura di I, 19-51

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    Dopo una breve introduzione, che mette in luce le caratteristiche della poesia indiana classica (chiamata kavya con il termine originale sanscrito), si presenta la traduzione italiana del I canto di un poema famosissimo. Il commento che accompagna ogni quartina ha lo scopo di illuminare per il lettore non specialista alcuni elementi dell’immaginario letterario che l’Autore esibisce nel testo e la sofisticata costruzione retorica e letteraria delle strofe. A short introduction, which highlights the features of classical Indian poetry (or kavya, in the original Sanskrit word), is followed by the Italian translation of the I canto of a very famous poem. The comment accompanying each stanza fulfils the purpose of clarifying to the non-specialised reader some elements of the literary imagery that the author displays in the text, as well as the sophisticated rhetorical and literary construction of the verses

    Tutto è sacro in India

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    Tutto è sacro in India torna in libreria in un’edizione interamente riveduta, ricca di contenuti aggiuntivi – in particolare gli interventi sulla condizione femminile e sul cinema – e con una nuova veste grafica, cui si accompagnano le fotografie di Christopher Taylor. La ricerca, che si propone di avvicinare il mondo orientale e la sua sensibilità, approfondisce alcuni aspetti dell’induismo. In particolare si è cercato d’indagare come in India le grandissime trasformazioni in fieri interagiscano con l’induismo, millenario non solo come religione, ma anche come modo di vita che impronta dai fondamenti l’intera esistenza del popolo indiano, fin nei più piccoli gesti quotidiani
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