52 research outputs found

    I cronotopi grafici di Gipi. Il significato dello spazio-tempo nel graphic novel

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    Il concetto di cronotopo in Bachtin è letterario per definizione, ma è possibile trasporlo sul piano grafico? In realtà, già a partire dalla stessa denominazione di graphic novel è evidente che esiste «un ponte» tra il letterario e il grafico ‒ e che consiste nello stesso termine «novel». È presente inoltre un comune fondamento narrativo tra letteratura e graphic novel; entrambi sono infatti basati su di una struttura narrativa complessa e fortemente interconnessa, in cui nessun elemento è a sé stante ‒ e il cronotopo è per definizione un collante strutturale. Ma è evidente che il graphic novel è fondato su una maggiore rilevanza dell’aspetto formale o grafico rispetto al testo letterario. Da cui l’importanza che dovrebbero rivestire le categorie formali nel definire il dispositivo cronotopico quando viene applicata al comics. La domanda è: quali artifici o dispositivi formali vengono usati per creare un effetto spazio-tempo specifico per il comics? Partendo dalle osservazioni di McCloud, e rileggendole in base alla teoria bachtiniana del cronotopo letterario, si cercheranno delle risposte utilizzando come caso esemplare alcune opere di Gipi

    Are They Real Mad Men? La rappresentazione del disturbo mentale nelle serie televisive

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    Psicologi, psichiatri, e operatori del settore sanno che esiste una classificazione medica ufficiale dei disturbi mentali, ed è quella contenuta nel DSM, Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders. Ma esiste una diversa tipologia di ciò che si ritiene essere disturbo mentale ed è quella che potremmo definire in senso lato enciclopedica o culturale. L’idea di disturbo mentale che hanno coloro che non sono tecnici del settore deriva infatti non dall’osservazione di casi clinici, ma dalla profonda influenza che hanno in questo caso i mass media, dall’informazione giornalistica e televisiva fino alle diverse forme di narrazione che circolano all’interno di ogni contesto culturale. In particolare la serialità televisiva contemporanea (quella degli ultimi due decenni) ha proposto agli spettatori un ampio numero di personaggi mentalmente disturbati. È come se in questa forma narrativa fossimo in presenza di una sovra-esposizione del disturbo mentale. Da parte medica sono state indicate (come ogni rappresentazione mediale della malattia mentale) come scorrette e pericolose. Ma dal nostro punto di vista risultano invece interessanti perché forniscono diverse potenziali chiavi di lettura e di interpretazione. Si tratta di rappresentazioni del disturbo mentale dettate solo da esigenze retorico-narrative, finalizzate all’efficacia del prodotto sul pubblico? Quale significato può avere da un punto di vista storico-culturale questo eccesso di folli seriali televisivi

    Etica criminale. Le trasformazioni della figura dell’antieroe nella serialità televisiva

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    The aim of my essay is to show how in recent TV series the figure of a negative protagonist, a sort of tragic hero, has emerged. This atypical protagonist figure highlights the issue of the viewer’s allegiance from an ethical point of view. A possible answer to this question should be found in the perspective of the narrative ethics as outlined by Ricoeur and McIntyre.Scopo dell’articolo è mostrare come nelle più recenti produzioni della serialità televisiva sia emersa la figura di un protagonista sempre più negativo, assimilabile alla figura di un eroe tragico. Questa figura atipica di protagonista solleva la questione della sua accettabilità da un punto di vista etico da parte dello spettatore. Un tentativo di risposta a tale quesito viene cercato nella prospettiva dell’etica narrativa di derivazione Ricoeur e McIntyre

    L'antieroe dai mille volti. La migrazione di un dispositivo narrativo dalla letteratura alla serialità televisiva

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    My essay intends to explore the definition of the anti-hero and the narrative function of this figure. The concept of anti-hero clearly has a central role as a tool of both narrative structures and genres. Starting from the typology of the anti-hero and some literary examples I will analyse the many adaptations of this narrative device into different forms of expression like theatre, literature and cinema, and in particular, TV series.Il saggio intende affrontare la definizione del concetto di antieroe e comprenderne la funzione narrativa. Il concetto di antieroe sembra infatti svolgere una funzione centrale come strumento di sovversione delle strutture e dei generi narrativi. Partendo da una tipologia dell’antieroe e da alcune sue esemplificazioni letterarie vengono passate in rassegna le numerose migrazioni del dispositivo narrativo in differenti forme espressive (teatro, letteratura, cinema) fino a  giungere al suo uso più recente nelle serie televisive

    Paesaggi seriali. L’uso del cronotopo narrativo nella serialità televisiva

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    Nelle serie televisive tradizionali il paesaggio ha la funzione di uno sfondo generico per i personaggi, ma in serie più recenti, in quella che è stata definita una complessa struttura narrativa, spazio e paesaggio, o più tecnicamente, “location”, hanno un ruolo attivo nella narrazione delle storie televisive. Recentemente, sia nei film studies sia nei TV studies, è cresciuto un interesse maggiore per questo problema e sono nati studi sulle location (Waade-Lynch 2017). I luoghi sono diventati fondamentali per comprendere la narrazione stessa, possono essere considerati elementi attivi che possono cambiare lo sviluppo di storie ed eventi, ma soprattutto, essi possono cambiare la percezione della narrazione della storia da parte del pubblico. Il New Jersey di The Sopranos, la città di Baltimora in The Wire, Albuquerque per Breaking Bad, sono elementi centrali per la comprensione di queste serie. Questi paesaggi sono più che sfondi, ci dicono qualcosa sulla storia. Come succede? In che modo i luoghi interagiscono con le azioni dei personaggi, la trama narrativa e i temi principali presentati al punto di cambiare i loro significati? In traditional TV series landscape has the function of a generic background for characters, but in more recent series, in what has been defined as a complex narrative structure, space and landscape, or more technically, location, have an active role in the narration of TV stories. Recently both in Film Studies and TV Studies a major interest for this issue has grown and location studies have born (Waade-Lynch 2017). Place have become fundamental to understand narration itself, they can be considered as active elements which can change the development of stories and events, but above all, places can change the audience’s perception of the story’s narration. The New Jersey of The Sopranos, the city of Baltimora in The Wire, Albuquerque for Breaking Bad, are central elements for the understanding of these series. These landscapes are more than backgrounds, they tell us something about the story. How does this happen? How do places interact with characters’ actions, the narrative plot and the main themes presented to the point of changing their meanings

    Eleonora Federici, Quando la fantascienza è donna. Dalle utopie femminili del secolo XIX all’età contemporanea

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    Recensione di Eleonora Federici, Quando la fantascienza è donna. Dalle utopie femminili del secolo xix all’età contemporanea. Roma: Carocci, 2016. StampaReview ofi Eleonora Federici, Quando la fantascienza è donna. Dalle utopie femminili del secolo xix all’età contemporanea. Roma: Carocci, 2016. Prin

    Letteratura serializzata. L’adattamento interculturale e le logiche commerciali televisive: il caso Babylon Berlin

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    La serialità televisiva degli ultimi decenni ha spesso utilizzato fonti letterarie per i propri soggetti e non solo per i classici costume dramas. Un caso particolare di adattamento dalla, letteratura alla serialità narrativa è quello offerto dalla serie di produzione tedesca Babylon Berlin tratta dalla serie dei romanzi di Volker Kutscher incentrati sulle indagini del commissario Gereon Rath. Al centro della narrazione non è solo la trama crime delle indagini di Rath, ma la particolare cura posta nei romanzi dall’autore nei riferimenti storico-culturali – il racconto è ambientato nella Germania della repubblica di Weimer tra il 1929 e il 1933 – e, per quanto riguarda il formato audiovisivo, nella attenzione quasi filologica nel ricostruire le locations e l’intero contesto culturale del tempo. Il processo di adattamento è interessante non solo per le inevitabili differenze nella costruzione narrativa, dovuta alle diverse caratteristiche delle due forme espressive e relative semiotiche, ma anche perché è frutto di un consapevole processo (e progetto) di internazionalizzazione del costrutto narrativo. La serie è stata fin da principio pensata per un mercato internazionale con un budget estremamente alto per questo genere di produzione in Europa, più di quaranta milioni di euro. Se per le serie televisive statunitensi questi meccanismi sono ormai quasi scontati, per produzioni europee non si può dire la stessa cosa. Ma questi meccanismi legati al produrre pensando ad un mercato internazionale, in realtà ben noti anche in ambito letterario, vedi i casi di Dan Brown o di Joel Dicker, cambiano inevitabilmente le forme del narrare, ancor più quando in essi è coinvolto un processo di adattamento intermediale. Questo adattamento culturale del prodotto audiovisivo, necessariamente correlato alla sua internazionalizzazione, in che modo cambia la narrazione? In che modo le dinamiche economiche e commerciali di produzione determinano quindi un cambiamento delle dinamiche narrative, ad incominciare dalla stessa scelta della serializzazione del racconto? Quale tipo di fruizione di un prodotto raffinato e visivamente curato come la serie Babylon Berlin sembra presupporre dal punto di vista del mercato e dell’audience?In the last decades TV series have utilised literary sources to create their subjects, and not only for TV costume dramas. A particular example of adaptation from a literary text to TV series is Babylon Berlin produced in Germany from Volker Kutscher’s novels focused on police commissioner Gereon Rath. At the heart of the narration are not only Rath’s investigations but the attention to the novels’ historical and cultural references. The story is set in Weimar Republic between 1929 and1933 and the audiovisual format clearly recreates the locations and the entire cultural context of the time with an almost philological care. The process of adaptation is interesting not only for the inevitable differences between the two expressive forms and inherent semiotic processes, but also because it is the result of a chosen process (and project) of internazionalization of the narrative product. The series has been thought for an international market with an extremely high budget for this kind of production in Europe, more than forty millions euros. If for American Tv series these mechanisms are common, for European productions it is not so. However, these mechanisms connected to production and marketing – used also within the literary panorama with examples such as Dan Brown’s and Joel Dicker’s works – inevitably change narrative forms, even more so when an intermedial adaptation occurs. How does this cultural adaptation of the audiovisual product linked to its internazionalization change the narrative form? To which point economical and marketing dynamics determine a change in narrative forms, beginning with a serialization of the product? Which fruition of a refined and visually well-finished product like Babylon Berlin presuppose for its specific audience

    Serie tv di culto, ovvero il culto delle serie tv. Protagonisti seriali come cult icons nell’epoca della complex tv

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    Last generation TV series – the Tv series of the last two decades – seem to be a true obsession for their audiences, to the point these series can be defined as cult series. The main element which raises such veneration is the protagonist’s figure, or of a character who becomes a cult icon, and the mechanisms that make this possible. So the question is whether a good marketing campaign suffices to create the worship of a TV series, or if on the contrary, we should also work on building up a protagonist that could become a cult icon for the audience. Can we determine which narrative strategies can induce this process? And how can a cult character be built in television series

    Intervista a Leo Ortolani

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    Interview with Leo OrtolaniIntervista a Leo Ortolan

    An updated portrait of monocyte-macrophages in classical Hodgkin lymphoma

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    Classical Hodgkin lymphoma (cHL) is a unique neoplastic ecosystem characterized by a heterogeneous immune infiltrate surrounding the rare malignant Hodgkin Reed-Sternberg cells. Though less abundant than T-cells, tumor-infiltrating macrophages play a pivotal role in supporting HRS survival through cell-to-cell and paracrine interactions. Traditional immunohistochemistry based upon the M1-M2 dichotomy yielded controversial results about the composition, functional role and prognostic impact of macrophages in cHL. More recent studies exploiting single-cell technologies and image analyses have highlighted the heterogeneity and the peculiar spatial arrangement of the macrophagic infiltrate, with the most immunosuppressive subpopulations lying in close proximity of HRS cells and the most tumor-hostile subsets kept far away from the neoplastic niches. High-throughput analysis of peripheral blood mononuclear cells in cHL patients have also identified a novel, potentially cytotoxic, subpopulation predicting better response to PD-1 blockade. This review examines the phenotypic profile, spatial localization and clinical impact of tumor-infiltrating macrophages and circulating monocytes in cHL, providing an up-do-date portrait of these innate immune cells with possible translational applications
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