394 research outputs found

    Un modello ontologico per l'integrazione delle informazioni del patrimonio culturale: Cidoc-crm

    Get PDF
    L’articolo intende presentare l’ontologia formale CIDOC-Conceptual Reference Model, utilizzata per rendere scambiabili e integrabili le informazioni e la documentazione in fonti eterogenee del patrimonio culturale, e da anni impostasi come ontologia di riferimento per il settore. Si analizzano in particolare i fondamenti logici sui quali essa si basa, entrando nel merito della Description Logics, e l’impostazione teoretica che soggiace alla modellazione dello schema. Si presenta la struttura delle relazioni (proprietà), vero fulcro dell’ontologia, e i meccanismi proposti per la integrazione delle informazioni culturali. Infine, il lavoro offre una breve rassegna, non esaustiva, dei sistemi informativi che oggi adottano l’ontologia CIDOC-CRM, da CLAROS al portale CulturaItalia.The article aims at presenting the formal ontology CIDOC-Conceptual Reference Model, used for allowing information and documentation exchange and integration into the diverse sources of cultural heritage, and which is the leading ontology in the field since years. The ontology logical foundations are examined, entering into the details of the Description Logics, and also the theoretical configuration underlying the schema modelling. The relation (properties) structure - which is the ontology core - is presented along with the mechanisms proposed for the integration of cultural heritage information. In the end, this essays offers a brief and non-exhaustive overview of the information systems actually adopting the CIDOC-CRM ontology, from CLAROS to CulturaItalia

    Strumenti per l'analisi dei sistemi di trasporto alla scala regionale:modelli di simulazione e sistemi informativi.

    Get PDF
    2006/2007Nel corso del presente lavoro di tesi è stata presentata un’analisi delle problematiche inerenti alla schematizzazione dell’offerta di trasporto alla scala regionale, evidenziando i vantaggi derivanti da un utilizzo congiunto di modelli di simulazione e sistemi informativi. L’attività di ricerca è stata condotta nell’ambito di un accordo di collaborazione scientifica tra il Dipartimento di Costruzioni e trasporti dell’Università di Padova e la Provincia di Venezia, sul tema della progettazione ed implementazione di un sistema informativo a supporto della pianificazione e del monitoraggio del sistema dei trasporti delle persone, relativamente ad un ambito territoriale extraurbano quale quello provinciale. In particolare l’analisi ha interessato la componente relativa alla rappresentazione dell’offerta di trasporto, sia per quanto riguarda la schematizzazione topologica della rete di trasporto e la zonizzazione del territorio che per quanto concerne la valutazione prestazionale della rete mediante funzioni di costo. La realizzazione di tale sistema informativo secondo metodologie evolute proprie di ambiti disciplinari trasversali all’Ingegneria dei trasporti (sistemi informativi territoriali) è stata quindi avvalorata da un’analisi delle esigenze da considerare nel processo di schematizzazione ai fini dell’analisi trasportistica. Infatti partendo da una rete commerciale gerarchica (RC), che costituisce una fonte di dati disponibile e aggiornata periodicamente ed operando coerentemente con gli standard normativi attuali (TRANSMODEL e GDF), sono state individuate e materializzate le corrispondenze tra questa ed il grafo della rete viaria (GRV), sviluppando allo scopo specifiche procedure informatiche. Una volta realizzata la corrispondenza fra gli elementi del GRV e quelli della RC, si sono potute sfruttare in modo efficiente, ai fini dell’analisi trasportistica, le potenzialità di uno strumento quale il sistema di gestione della base di dati nella fornitura, organizzazione ed estrazione di informazioni dai dati. Non si è tralasciato inoltre di indagare e testare le possibilità di una gestione organica ed unitaria delle varie schematizzazioni ed elaborazioni relative ad uno stesso contesto territoriale (ad esempio grafo del trasporto privato e grafo del trasporto pubblico). L’analisi delle funzioni di prestazione da associare agli archi del grafo è partita da una ricognizione delle formulazioni presenti in letteratura (e dal confronto metodi e valori proposti dall’HCM). Tale analisi ha permesso di constatare come le formulazioni utilizzate provengano da approcci in buona parte empirico-induttivi, privi di una modellizzazione del fenomeno basata su di un procedimento rigorosamente deduttivo. Le ragioni di tale lacuna sono molteplici. Innanzitutto la teoria del deflusso non presenta, in generale, i livelli di accuratezza descrittiva riscontrabili in altri campi (fisica meccanica, termodinamica ecc.). Ciò è dovuto alla presenza di caratteristiche di eterogeneità ed aleatorietà difficilmente eliminabili, soprattutto nel caso di rappresentazioni aggregate. Soprattutto in contesti come quelli dell’Area Centrale Veneta, caratterizzata da un’urbanizzazione diffusa, la frammentarietà delle caratteristiche della viabilità secondaria rendono problematica la descrizione del fenomeno sulla base di poche grandezze, relativamente alle quali si possa ipotizzare di disporre informazioni per tutti gli elementi della rete. Infatti in una visione a livello macroscopico del deflusso veicolare tali caratteristiche di eterogeneità (interna alle grandezze utilizzate come variabili esplicative) si traducono in componenti significative di varianza non spiegata. D’altra parte l’assunzione di un tale punto di vista risulta necessaria nell’analisi del sistema di trasporto nel suo complesso, in particolar modo nel caso della modellizzazione a scala regionale. Inoltre si deve considerare che le funzioni di costo, oltre a rappresentare in maniera realistica le prestazioni dell’arco al variare del flusso, devono rispondere alle esigenze poste dal loro utilizzo negli algoritmi di assegnazione. Occorre poi tener presente che il livello di tolleranza, spesso piuttosto ampio, è legato a quello più generale accettato nel processo di determinazione dei flussi e dei percorsi scelti dagli utenti nella rete. Da un punto di vista pragmatico appare pertanto, in molti casi, sostanzialmente inutile oltre che gravoso e non sostenibile in termini di requisiti informativi spingere l’analisi verso modellizzazioni particolarmente raffinate ed articolate. Pertanto, nell’ambito del processo di modellizzazione, la mancanza di una caratterizzazione ed interpretazione, unitamente all’esigenza di una rappresentazione semplificata, aumenta l’importanza relativa delle fasi di calibrazione e attribuzione agli archi delle funzioni di costo. É stata quindi elaborata una metodologia di classificazione funzionale degli archi della rete sulla base delle informazioni provenienti dalla banca dati Multinet in modo da rendere maggiormente efficiente la fase di calibrazione delle funzioni di costo. Va osservato come la classificazione sia stata effettuata su un numero limitato di informazioni. L’integrazione con altre fonti dati (come il Catasto Stradale), nel caso del presente studio non disponibili, e/o un arricchimento del contenuto informativo nelle prossime versioni della banca dati potranno portare ad un notevole miglioramento dell’efficacia del metodo. Nell’ambito dello studio è stata effettuata la calibrazione di funzioni di costo, segnatamente del tipo “BPR”, per alcuni archi campione delle classi di archi definite. Allo scopo sono stati realizzati diversi rilievi sia su sezione che su tratta: la metodologia di rilievo su sezione, pur consentendo un facile approvvigionamento dei dati, pone il problema della rappresentatività del dato rilevato su sezione, allorquando lo si riferisca ad un intero arco della rete. Per ovviare a tali inconvenienti si è quindi proceduto alla realizzazione di rilievi su tratta; tuttavia tali rilievi hanno comportato diverse difficoltà operative ed interpretative. Pertanto, date le problematiche insite nei vari metodi, si ritiene auspicabile l’utilizzo di un approccio integrato, includendo il metodo del veicolo sonda, che, oggigiorno, si può avvalere delle possibilità offerte dalla tecnologia GPS. Sviluppi futuri della ricerca potranno consentire di espandere il campione di calibrazione ed estendere l’analisi ad altre forme funzionali. Ulteriori spunti di approfondimento riguardano l’analisi delle condizioni di stazionarietà, relativamente agli intervalli temporali di riferimento e l’influenza di diverse tipologie di veicoli e dei flussi in archi diversi da quello considerato (funzioni non separabili) sulle modalità del deflusso. In tal senso risulterà particolarmente efficace l’impiego delle funzionalità del sistema informativo proposto nel porre in relazione i diversi elementi di interesse.XX Ciclo197

    Analisi del flusso di informazioni tra i modelli BIM e i sistemi di automazione e controllo degli edifici tramite BACnet e IFC

    Get PDF
    La presente tesi ha come obiettivo quello di analizzare nel dettaglio la relazione che intercorre tra i sistemi informativi digitali (BIM) e i sistemi di controllo e di automazione degli edifici (BACS), dato il loro ruolo sempre più strategico e fondamentale nel settore costruttivo e la rapida evoluzione digitale alla quale si sta assistendo. Lo studio si concentra prevalentemente sulle affinità tra due standard aperti: l’IFC (Industry Foundation Classes) il formato di interscambio dati tra applicativi BIM più utilizzato, nonché l’unico recepito a partire dal 2013 dall’International Organization for Standardization (ISO), e BACnet (Building Automation and Control Networking protocol), il quale si contraddistingue dalle altre tecnologie di comunicazione per un tipo di organizzazione dei dati orientata agli oggetti, i quali hanno tutti delle determinate proprietà e garantiscono al protocollo lo sviluppo di servizi. Da questa analisi poi, ne deriva lo sviluppo di un caso studio applicativo con lo scopo di testare l’integrazione sistematica di un unico file completo IFC nell’ambiente BACS, riducendo gli oneri, semplificando le procedure ed eliminando le ambiguità anagrafiche derivabili dall’elaborazione di più modelli in discipline diverse. Nell’elaborazione dei contenuti si è svolta un’analisi inziale sullo sviluppo della building automation a partire dal 1980, quando l'automazione era intesa a livello del singolo apparato o dispositivo. Successivamente sono stati accurati grandi progressi nell'integrazione del sistema di intelligenza degli edifici in termini sia di tecnologia che di scala. Non solo, è stata studiata anche la digitalizzazione con la recente affermazione dell’IoT, la quale disegna una convergenza di varie tendenze informatiche e di connettività, evolutesi per decenni. È, infatti, diventato un fulcro tecnologico per il mondo accademico, per i settori industriali (automobilistico, elettronico casalingo e di consumo, sanitario, manifatturiero e tanti altri) e persino per le organizzazioni governative. Nel secondo capitolo, si è trattato esaustivamente il concetto di building automation, delineando le tecnologie di comunicazione associate al tema. Sono dunque stati presentati i concetti generali dei sistemi di automazione e controllo dell’edificio, descrivendone per prima cosa l’architettura di sistema contraddistinta da stack di livelli gerarchici. Sono poi stati analizzati gli elementi elementari che compongono un BACS e le relative interfacce di comunicazione. Particolare attenzione è stata dedicata allo studio degli standard per la comunicazione dei sistemi di automazione e controllo degli edifici, notando come la building automation sia stata, fin dal principio, popolata da una pletora di soluzioni proprietarie. Ci si è focalizzati soprattutto nel delineare accuratamente lo standard BACnet, descrivendone tutti i dispositivi, gli oggetti con le relative proprietà e i servizi applicativi, essendo oggetto di sperimentazione. Nel capitolo terzo vengono indagati in letteratura i riferimenti BACnet all’interno dello standard IFC, notando come questi siano perlopiù assenti o sommari. Si è rivelato perciò necessario procedere ad associare, dove possibile, ad ogni oggetto BACnet un’entità specificata dallo standard IFC, comprendendo come esista un’analogia da implementare in un percorso di sperimentazione. Nel capitolo quarto viene proposto il caso studio applicativo citato, il quale si propone di dimostrare come questi standard abbiano un’effettiva affinità e come sia possibile trasferire in modo soddisfacente determinati dati a partire da un modello in formato ifc ad un file in formato xml, al fine di automatizzare il percorso di modellazione degli impianti domotici in software specializzati che applicano lo standard BACnet

    Sviluppo di un sistema di business intelligence utilizzando un approccio metodologico Lean-Agile

    Get PDF
    Questa tesi si propone come obiettivo di descrivere la progettazione e lo sviluppo di un sistema di supporto alle decisioni, partendo dalla costruzione del data warehouse, fino alla costruzione dell’applicazione vera e propria. Per raggiungere questo obiettivo si è utilizzato un approccio progettuale basato su Metodologie Lean-Agile

    Progetto di un sistema per la conservazione a lungo termine e a norma di legge di documenti elettronici

    Get PDF
    NOT AVAILABLENell\u27articolo viene presentato il lavoro svolto dall\u27Istituto di Fisiologia Clinica del CNR per la progetta- zione di un sistema di gestione elettronica dei dati prodotti durante l\u27attivit? clinica. Per garantire una conservazione di lungo periodo e il rispetto dei termini di validit? legale, ? stato necessario utilizzare strumenti e metodi di prevenzione nei confronti dell\u27invecchiamento dei supporti, dell\u27obsolescenza dei formati software e della scadenza delle firme digitali. Il sistema ? stato progettato rispettando la normativa CNIPA e in con- formit? con lo standard ISO OAIS. Il risultato finale ? stato la realizzazione di un sistema molto semplice dal punto di vista architetturale, modulare e flessibile in vista di un\u27esportazione verso altri enti. Particolare attenzione ? stata posta agli strumenti di indicizzazione e all\u27utilizzo di software open source

    Linked open data e ontologie per la descrizione del patrimonio culturale: criteri per la progettazione di un registro ragionato

    Get PDF
    La tesi affronta il tema del semantic web e della pubblicazione delle informazioni relative al patrimonio culturale in modalità linked open data. In particolare, oggetto dell’attività di ricerca sono i registri di ontologie, vale a dire quegli strumenti che descrivono formalmente i modelli ontologici disponibili sul web e ne agevolano il reperimento e la valutazione, incentivandone il riuso e facilitando i processi di allineamento semantico e di interoperabilità. I registri di ontologie rispondono in modo efficace all’assenza di strumenti di riferimento e di orientamento nei processi di modellazione concettuale delle risorse informative e sono stati sperimentati con successo in diversi domini, ma sono ancora inediti in ambito culturale. L’esame puntuale delle iniziative condotte nell’ultimo decennio nell’ambito dei beni culturali ha evidenziato con chiarezza la mancanza di un assetto epistemologico consolidato nella modellazione concettuale delle risorse informative, a fronte delle numerose ontologie realizzate in funzione dei molteplici progetti di pubblicazione di linked open data. Di conseguenza, risulta tutt’altro che agevole conoscere esaustivamente tutte le ontologie disponibili in relazione al proprio abito di interesse ed ottenere in maniera agevole e sistematica una valutazione attendibile circa la loro capacità rappresentativa e il loro grado di interoperabilità semantica. L’analisi dei principali registri di ontologie finora realizzati al di fuori del dominio dei beni culturali ha consentito di individuare e definire i requisiti di un registro di ontologie per i beni culturali (denominato CLOVER, Culture – Linked Open Vocabularies – Extensible Registry), e di elaborarne la relativa ontologia. L’ontologia ADMS-AP_IT (Asset Description Metadata Schema – Application Profile – Italy) è stata redatta a seguito di un’analisi sistematica e di una valutazione critica di preesistenti ontologie concepite per scopi similari. Essa è stata sottoposta ad AgID, che l’ha inclusa nella rete di ontologie e vocabolari controllati della pubblica amministrazione detta OntoPiA. Tale ontologia rappresenta un punto di arrivo del progetto di ricerca, ma anche una base di partenza per approfondire l'indagine su tali temi: in questo senso, la sua inclusione nella rete OntoPiA di ontologie e vocabolari controllati della pubblica amministrazione si configura come un'opportunità rilevante per sperimentarne l'applicabilità e migliorarne la qualità

    Gestione del Workflow Clinico: analisi degli standard esistenti e proposta di nuove linee guida IHE

    Get PDF
    L'obbiettivo del lavoro di tesi è di arrivare alla definizione di un profilo IHE in grado di permettere la gestione efficace dei Workflow Clinici. In quest'ottica si è deciso di valutare gli standard presenti in letteratura individuando le caratteristiche principali dei linguaggi per la gestione di Workflow. Sulla base delle informazioni così raccolte è stata definita la struttura del Workflow Document, documento alla base delle nuove linee guida IHE proposte. All'interno del processo IHE, come in tutte le realtà che si propongono di essere centro di coordinamento di attività di ricerca cooperativa, si instaura una forte dialettica costruttiva tra le parti coinvolte; ciò ha portato alla definizione della versione definitiva del documento partendo dallo sviluppo di una prima versione elaborata presso il consorzio Arsenàl.IT. Questa proposta è caratterizzata dall'utilizzo di una composizione di standard diversi per la gestione di Workflow. Il profilo IHE così definito (che prende il nome XDW o Cross Enterprise Workflow Document) è stato approvato da IHE quale linea guida internazionale per la gestione di Workflow Cliniciope

    Sviluppo di un RDBMS in Java

    Get PDF
    Sviluppo di un DBMS basato sul modello relazionale. Ho utilizzato come base il software libero HSQLDB e l' ho adattato per il funzionamento con il gestionale aziendale.openEmbargo per motivi di segretezza e/o di proprietà dei risultati e informazioni di enti esterni o aziende private che hanno partecipato alla realizzazione del lavoro di ricerca relativo alla tes

    Approccio analitico all'infrastruttura IoT con proposta operativa open source

    Get PDF
    L’obbiettivo dell’IoT è quello di facilitare l’interconnessione tra il mondo fisico e quello digitale in modo da collegare applicazioni e dispositivi per scopi legati alla vita quotidiana ma questo compito, oggi giorno, è sempre più arduo da svolgere. All’inizio del 2019 è stata riportata la presenza di 25 miliardi di dispositivi connessi ad Internet di cui la metà appartenenti alla famiglia dei dispositivi IoT. In un ambiente cos´ı vasto per varietà di dispositivi dovuta al continuo avanzamento tecnologico, la gestione delle comunicazioni tra le varie categorie e versioni di periferiche è diventata ormai un’attività spesso difficile da svolgere. Per questo motivo è importante che i fornitori di servizi adottino soluzioni sempre più aperte che abilitino all’uso tutte le categorie passate, presenti e future. In caso contrario a subirne le conseguenze sono poi gli utenti, che si ritrovano ad avere dispositivi SMART ma ”stupidi” poichè non riescono a comunicare tra di loro o ad integrarsi in infrastrutture IoT già esistenti, a meno di interventi ad hoc. E’ forse giusto doversi ”affiliare” ad un’unica famiglia di dispositivi IoT per avere garanzie di funzionamento e intercomunicazione? L’obbiettivo di questa tesi è quello di fornire una soluzione modulare, scalabile e soprattutto opensource, senza quindi doversi affidare a tecnologie o protocolli proprietari; risolvendo al contempo problemi legati all’uso di dispositivi per quanto riguarda compatibilità, registrazione e autenticazione senza dover affrontare sempre i soliti problemi ricorrenti d’implementazione. Verranno presentate nel dettaglio le caratteristiche di un’infrastruttura IoT per comprendere più approfonditamente la struttura della soluzione proposta. Verrà spiegato in che modo questa si integra e dove si va ad inserire all’interno dello stack di un sistema IoT ed i vantaggi che riesce ad apportare sia internamente al sistema, che esternamente a dispositivi e consumatori finali
    corecore