164 research outputs found

    Notes on space, body and perception in Elsa Morante "Aracoeli"

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    L’articolo analizza la spazialità come fattore poetico rilevante per la lettura dell’ultimo romanzo di Elsa Morante: Aracoeli. Grazie all’assunzione di un quadro teorico di riferimento che risale alla fenomenologia di Maurice Merlau-Ponty l’autore individua un percorso intra- ed inter-testuale che lo porta, fra l’altro, a definire un interessante contatto fra Elsa Morante, Pier Paolo Pasolini e Paolo Volponi.The aim of this article is to shows up spatiality as relevant poetic characteristic for analyzing Aracoeli, the Elsa Morante last novel. Moving from the theoretical frame of Maurice Merlau-Ponty phenomenology, the author defines an inner- and inter-textual path which brings him to define an interesting relation among Elsa Morante, pier Paolo Pasolini and Paolo Volponi

    Gy\uf6rgy Luk\ue1cs inattuale? Una teoria politica del romanzo

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    In questo intervento si tenta di mettere a fuoco alcuni punti di forza della teoria estetica di Luk\ue1cs, limitatamente al romanzo, degni di considerazione nel campo teorico attuale. Rispettto alla rigida separazione tra il giovane filosofo e critico esistenzialista e il maturo teorico del realismo, con Jameson si avanza l'ipotesi che le prime opere siano comprensibili solo alla luce delle successive. Limitatamente al problema del romanzo moderno, si tenta di dimostrare che l\u2019opera di Luk\ue1cs possa venire osservata come una continua meditazione sulla narrazione, sulle sue strutture, sulla relazione con la realt\ue0 che essa esprime e, soprattutto, sul valore epistemologico che essa acquista se confrontata ad altre forme discorsive(Jameson 1983). Il termine inattuale, presente nel titolo, vuole dunque risultare doppiamente sibillino. Al suo significato pi\uf9 comune, di segno negativo, che sta per \u201cinvecchiato\u201d, come si sa, si affianca un senso orgogliosamente apologetico e irriverente, quello delle Considerazioni inattuali di Nietzsche o dell\u2019 inattualit\ue0 come valore paradossale del saggismo frammentario di Karl Kraus

    György Lukåcs inattuale? Una teoria politica del romanzo

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    This essay intends to reflect on Lukács’s ideas about the novel, within a complex reflection starting from the tragic condition of man in contemporary society. Lukács ’s theory of the novel is developed in two very different phases of the 20th Century: at the beginning of the Century, with his work “Theory of the Novel”, and later, in the ‘30s and ‘40s, with his essays about Realism. However, the “two Lukács ” admirably find a meeting point on a page of the essay “Contemporary Meaning of Critical Realism”. Mistakenly regarded as obsolete, the whole of Lukács’s aesthetic thought leads us to reconsider the problem, broadly speaking political, of the relationship of texts with the world, here and  now.Questo saggio si propone di riconsiderare le  idee di Lukács sul romanzo, collocate nell’ambito di una complessa riflessione che prende le mosse dalla  condizione tragica dell’uomo nella modernità. La teoria del romanzo di  Lukács si  sviluppa in due  momenti  molto diversi del Novecento: a inizio secolo, con Teoria del romanzo, e negli anni Trenta e Quaranta, con i saggi sul realismo. I due Lukács tuttavia si incontrano mirabilmente in una pagina del saggio sul Significato attuale del realismo critico. Solo in apparenza desueto, tutto il pensiero estetico di Lukács ci invita dunque a ripensare qui e ora il problema, latamente politico, della relazione del testo con il mondo.

    L’asimmetria e l’attrazione. Pittura e chimica dei sentimenti in L’amore normale di Alessandra Sarchi

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    Some thoughts on Alessandra Sarchi's recent novel, L'amore normale.L’amore normale (Einaudi stile libero, 2014) di Alessandra Sarchi ù un romanzo che sa guardare, goethianamente, “dietro il sipario” dei sentimenti, spingendosi con coraggio “oltre l’orlo”. La vicenda ù bipartita: la prima parte consta di 22 capitoletti, la seconda di 17. Ogni capitolo reca nel titolo il nome di uno dei personaggi a cui vien data voce (la coppia principale, Laura e Davide, le figlie Violetta e Bettina, Mia, Fabrizio, Letizia, Giovanna) e solo per tre volte le voci narranti s’incrociano nell’ambito di un medesimo capitolo

    L’altro ù lo stesso? Una lettura postfreudiana del "Figlio cambiato" di Luigi Pirandello (pp. 58-69)

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    Il saggio si propone di mettere alla prova alcuni strumenti desumibili dalla teoria freudiana di Francesco Orlando e propone un’analisi del racconto di Pirandello Il figlio cambiato, 1923 (raccolto nell’ottavo volume delle Novelle per un anno) a partire sia dalla distinzione che dalla sovrapposizione, all’interno del testo, di elementi semantici che siamo abituati a concepire come distinti: naturale e soprannaturale, logica scientifica e pensiero magico. È possibile dunque riconoscere nel tema pirandelliano del doppio la manifestazione della logica delle emozioni: una logica diversa, che Ignacio Matte Blanco definirebbe “simmetrica” e che ù tipica del funzionamento psichico inconscio

    Etica e desiderio: Il responsabile delle risorse umane di Abram Yehoshua

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    This work offers a Freudian lecture of Yehoshua’s novel, based on the contrast between ethical project and dynamics of desire. The protagonist is a human resources manager from Jerusalem going to Russia with the corpse of an employee dead in an attack; he has a metamorphosis that seems on one hand functional to the construction of a moral apologue: as in Lévinas’ late thinking, so in Yehoshua the responsibility for the Other is entrenched in our subjective being. The Manager arbitrary inverts his route and brings back to Jerusalem the victim’s coffin, mother and child because this allegoric City belongs to everyone and its sharing is the only achievable reparation. What stays in the background in the ‘ethical’ interpretation of the text is the role of desire. The beginning of the inquiry on Julia’s corpse causes in the text the emerging of symmetrization (as Matte Blanco would say). Julia’s body, desirable althought (or because) closed in a coffin, causes the breaking in a dimension that, potentially, don’t know the distinction between things but, conversely, assimilate and confuse them in a unique reality.L’intervento propone una lettura freudiana del romanzo di Yehoshua incentrata sul contrasto fra progetto etico e dinamiche del desiderio. La metamorfosi del protagonista, il responsabile del personale di un’azienda di Gerusalemme che accompagna in Russia il cadavere di una dipendente uccisa in un attentato, sembra da un lato funzionale alla costruzione di un apologo morale: come nel tardo pensiero di Lévinas anche in Yehoshua la responsabilità per l’Altro è radicata all’interno della nostra costituzione soggettiva. Il Responsabile inverte arbitrariamente il proprio tragitto, riporta a Gerusalemme la bara, la madre e il figlio della vittima perché questa Città allegorica appartiene a tutti e la sua condivisione è l’unico risarcimento possibile. Ciò che rimane in ombra nell’interpretazione ‘etica’ del testo è il ruolo svolto dal desiderio. L’avvio dell’inchiesta sul cadavere di Julia determina nel testo il riaffiorare della simmetrizzazione (per dirla con Matte Blanco). Il corpo di Julia, desiderabile benché (o perché) rinchiuso in una bara, induce l’irruzione di una dimensione che, potenzialmente, non conosce la distinzione fra le cose ma, viceversa, le assimila e le confonde in una sola realtà

    La storicitĂ  delle forme e dei temi letterari nella teoria di Francesco Orlando

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    The historicizing potential of Orlando’s “method” lies in the intersection of his two models, Freud and Auerbach. The original aspects of his “historiography” rely on the choice of exemplary instances, on the broad chronological extent of his analysis, and on his trust in the truth potential literature possesses, if it is seen as a field of conflicting forces. This essay examines two different propositions for historicizing which Orlando puts forth: first, historicizing literary forms, as he shows in Illuminismo, barocco e retorica freudiana; second, historicizing themes, as he sets out to do in Gli oggetti desueti nelle immagini della letteratura. The essay will then compare them with his posthumous research on the supernatural in fiction. My aim is to find, in Orlando’s perspective, innovative and still valid critical tools both for the interpretation of literature and for teaching it.The historicizing potential of Orlando’s “method” lies in the intersection of his two models, Freud and Auerbach. The original aspects of his “historiography” rely on the choice of exemplary instances, on the broad chronological extent of his analysis, and on his trust in the truth potential literature possesses, if it is seen as a field of conflicting forces. This essay examines two different propositions for historicizing which Orlando puts forth: first, historicizing literary forms, as he shows in Illuminismo, barocco e retorica freudiana; second, historicizing themes, as he sets out to do in Gli oggetti desueti nelle immagini della letteratura. The essay will then compare them with his posthumous research on the supernatural in fiction. My aim is to find, in Orlando’s perspective, innovative and still valid critical tools both for the interpretation of literature and for teaching it

    L'occhio del signor Palomar. Calvino e il cinema

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    Questo saggio prende in considerazione l\u2019esperienza calviniana di spettatore e di critico del cinema: le interviste, i reportage dagli anni \u201950 e le opere narrative, e intende avanzare l\u2019ipotesi che il cinema per Calvino rappresenti costantemente un archetipo ingombrante e ambivalente: uno \uabschermo d\u2019inganni\ubb, un fluire seducente, di immagini in movimento, una calamita divertente e pericolosa che colonizza l\u2019immagine-percezione, e che non va mai oltre il grado zero di ogni immagine, come risposta allo stimolo senso-motorio elementare fatto di azioni concatenate in una trama. Si tenta in tal modo di riconoscere, in filigrana, in Von Aschenbach personaggio di un gustoso apologo cinematografico calviniano, in Marcovaldo spaesato dopo un film esotico nella nebbia cittadina, in Palomar che impara a desoggettivare il proprio sguardo per geometrizzare il mondo, una medesima esperienza paradossale della modernit\ue0 mediatica. L\u2019obiettivo del saggio \ue8 dunque verificare come la scrittura di Calvino sia sorprendentemente reattiva e perfino antagonista rispetto al cinema

    La critica come didattica: dissenso e veritĂ . Nove tesi

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    Esiste ancora la necessitĂ  della critica e la questione del lavoro critico continua a comportare anche oggi il rischio intellettuale di “dire la verità”. PerchĂ©esiste la veritĂ , ineludibile pur nel suo essere relativa, parziale e provvisoria (unaveritĂ  che riguarda l’etica, l’esistenza, la nostra relazione con il mondo). EdwardSaid, di cui non condivido il metodo “orientalista” ma di cui ammiro lo spirito critico, in Dire la veritĂ . Gli intellettuali e il potere (1995) argomenta coraggiosamente come la questione della veritĂ  pertenga alla funzione dell’intellettuale ridefinito nel contesto dei conflitti del mondo globalizzato e della precarietĂ  del suo riconoscimento sociale. A differenza di quanto accade a figure di intrattenitori professionisti che pongono il proprio lavoro al servizio dell’ordine costituito, Said riprende Gramsci e Sartre e identifica la vocazione di dire la veritĂ  con la critica al potere, in bilico tra solitudine e allineamento. Qualche decennio prima, Elsa Morante in Pro o contro la bomba atomica (1965) poneva in modo radicale la questione della veritĂ  dell’arte in rapporto alla “lotta contro in drago dell’irrealtà”: “nel sistema organizzato della irrealtĂ , la presenza dello scrittore Ăš sempre uno scandalo”. Elsa Morante considerava la bomba nucleare come il “fiore” della societĂ  piccolo-borghese, della pulsione di morte dei ceti medi e la letteratura come “il contrario della disintegrazione”. Nulla di ciĂČ che hanno scritto Said e Morante su realtĂ  e veritĂ  mi sembra oggi tramontato
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