27 research outputs found

    Differentiation-Inducing Factor-1 and -2 Function also as Modulators for Dictyostelium Chemotaxis

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    BackgroundIn the early stages of development of the cellular slime mold Dictyostelium discoideum, chemotaxis toward cAMP plays a pivotal role in organizing discrete cells into a multicellular structure. In this process, a series of signaling molecules, such as G-protein-coupled cell surface receptors for cAMP, phosphatidylinositol metabolites, and cyclic nucleotides, function as the signal transducers for controlling dynamics of cytoskeleton. Differentiation-inducing factor-1 and -2 (DIF-1 and DIF-2) were originally identified as the factors (chlorinated alkylphenones) that induce Dictyostelium stalk cell differentiation, but it remained unknown whether the DIFs had any other physiologic functions.Methodology/Principal FindingsTo further elucidate the functions of DIFs, in the present study we investigated their effects on chemotaxis under various conditions. Quite interestingly, in shallow cAMP gradients, DIF-1 suppressed chemotaxis whereas DIF-2 promoted it greatly. Analyses with various mutants revealed that DIF-1 may inhibit chemotaxis, at least in part, via GbpB (a phosphodiesterase) and a decrease in the intracellular cGMP concentration ([cGMP]i). DIF-2, by contrast, may enhance chemotaxis, at least in part, via RegA (another phosphodiesterase) and an increase in [cGMP]i. Using null mutants for DimA and DimB, the transcription factors that are required for DIF-dependent prestalk differentiation, we also showed that the mechanisms for the modulation of chemotaxis by DIFs differ from those for the induction of cell differentiation by DIFs, at least in part.Conclusions/SignificanceOur findings indicate that DIF-1 and DIF-2 function as negative and positive modulators for Dictyostelium chemotaxis, respectively. To our knowledge, this is the first report in any organism of physiologic modulators (small molecules) for chemotaxis having differentiation-inducing activity

    The Dictyostelium discoideum acaA Gene Is Transcribed from Alternative Promoters during Aggregation and Multicellular Development

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    Background: Extracellular cAMP is a key extracellular signaling molecule that regulates aggregation, cell differentiation and morphogenesis during multi-cellular development of the social amoeba Dictyostelium discoideum. This molecule is produced by three different adenylyl cyclases, encoded by the genes acaA, acrA and acgA, expressed at different stages of development and in different structures. Methodology/Principal Findings: This article describes the characterization of the promoter region of the acaA gene, showing that it is transcribed from three different alternative promoters. The distal promoter, promoter 1, is active during the aggregation process while the more proximal promoters are active in tip-organiser and posterior regions of the structures. A DNA fragment containing the three promoters drove expression to these same regions and similar results were obtained by in situ hybridization. Analyses of mRNA expression by quantitative RT-PCR with specific primers for each of the three transcripts also demonstrated their different temporal patterns of expression. Conclusions/Significance: The existence of an aggregation-specific promoter can be associated with the use of cAMP as chemo-attractant molecule, which is specific for some Dictyostelium species. Expression at late developmental stages indicates that adenylyl cyclase A might play a more important role in post-aggregative development than previously considered

    Comparison of the effects of exercise and anti-TNF treatment on cardiovascular health in rheumatoid arthritis: results from two controlled trials.

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    People with rheumatoid arthritis (RA) are at increased risk for cardiovascular disease (CVD). Both pharmacological treatment and exercise are suggested in the management of CVD risk in RA. This study explored the effects of exercise and anti-TNF treatment on CVD risk in RA. Twenty RA patients (70% female, 50 (10) years) completed a 3-month exercise intervention and 23 RA patients (65% female, 54 (15) years) started anti-TNF treatment. Markers of disease activity, CVD risk, and vascular function were assessed before and after 3-months of intervention/treatment. Both exercise and anti-TNF treatment improved functional ability and fatigue, anti-TNF treatment was more successful in improving inflammation, disease activity, functional ability and pain. Exercise induced a reduction in overall CVD risk and improvement in vascular function, which was significantly different from anti-TNF treatment where no such changes were found. These findings showed that exercise and anti-TNF had differential effects on CVD risk in RA, and should be combined for optimal CVD risk reduction. Whereas anti-TNF treatment is likely to impact on CVD risk through reducing the systemic inflammatory load, exercise should be recommended to people with RA as an effective self-management strategy to reduce CVD risk further. Once RA patients have responded successfully to anti-TNF treatment, increasing exercise should be encouraged to reduce the risk for CVD. Thus, supporting exercise programmes when the disease is controlled, is likely to enhance the uptake and the maintenance of exercise, which will result in additional benefits to cardiovascular health and wellbeing in people with RA

    Caratterizzazione di alcuni siti della rete accelerometrica nazionale al fine di individuare la risposta sismica locale

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    Le indagini geotecniche finalizzate alla stima della risposta sismica locale si limitano molto spesso ai primi 30 m di profondità, valore che è diventato uno standard per la classificazione delle caratteristiche di un sito. Negli anni ’90 Borcherdt (1994) e Martin e Dobry (1994) suggerirono 30 m come la profondità standard di indagine per la verifica delle strutture. Boore et al. (1993, 1994, 1997) e Boore e Joyner (1997) basarono le regressioni per il calcolo delle leggi predittive del moto del suolo sullo stesso parametro. Nel 1997 negli Stati Uniti il National Earthquake Hazards Reduction Program (NEHRP) nella stesura delle norme tecniche per le costruzioni in zona sismica (FEMA, 1997) utilizza per la prima volta il parametro Vs30 come indice per la classificazione dei suoli, con lo scopo di definirne l’amplificazione. Le norme tecniche per le costruzioni in zona sismica della comunità Europea, EC8 (ENV, 1998) ente da dati provenienti dagli Stati Uniti occidentali e, utilizzando dati provenienti dalla stessa regione, Wald & Mori (2000) segnalano che le VS,30 non sono molto ben correlate con l’entità dell’amplificazione, in quanto esiste una forte dispersione dei dati. La figura 1.1 mostra il rapporto tra le amplificazioni, mediate sull’intervallo di frequenza compreso tra 3-5 Hz. raccomandano lo stesso parametro per suddividere i terreni, anche se le classi differiscono in parte dalla classificazione NEHRP. Infine, anche in Italia, le Norme Tecniche per le Costruzioni (Normative Tecniche per le Costruzioni, Gazzetta Ufficiale del 14/01/2008) adottano la stessa suddivisione dei terreni adottata dall’EC8.L’attendibilità della velocità delle onde di taglio nei primi 30 m (VS,30) come estimatore della risposta sismica di un sito, in termini di frequenza e amplificazione, è tuttavia molto discussa.Innanzitutto il parametro è stato ricavato unicamente da dati provenienti dagli Stati Uniti occidentali e, utilizzando dati provenienti dalla stessa regione, Wald & Mori (2000) segnalano che le Vs30 non sono molto ben correlate con l’entità dell’amplificazione, in quanto esiste una forte dispersione dei dati. La figura 1.1 mostra il rapporto tra le amplificazioni, mediate sull’intervallo di frequenza compreso tra 3-5 Hz. I valori risultano effettivamente molto dispersi, ma questo risultato può essere spiegato col fatto che non tutte le classi di sito hanno frequenza di risonanza compreso in questo intervallo di frequenza. Perciò per alcuni siti la media è stata calcolata nell’intorno della frequenza di risonanza (sulle amplificazioni massime), mentre per altri è stata calcolata sulle armoniche superiori, che hanno ampiezze minori. Lavori eseguiti con dati provenienti da altre regioni sottolineano come le Vs30 non siano buoni estimatori per la predizione di amplificazioni in bacini profondi (Park & Hashash, 2004), per la stima delle amplificazioni in altre regioni (Stewart et al., 2003) o in presenza di inversioni di velocità (Di Giacomo et al., 2005). Uno studio recente, eseguito su dati giapponesi (Zhao et al., 2006) si è evitato l’uso della Vs30 perché strati spessi di terreno rigido posti sopra il substrato roccioso amplificano il moto di lungo periodo, mentre gli strati sottili e soffici tendono ad amplificare il moto di corto periodo: ciò significa che la VS,30 non può rappresentare il periodo predominante del sito, dato che si basa solo sugli strati superficiali. Secondo Mucciarelli e Gallipoli (2006) il confronto tra l’amplificazione sismica al sito e la Vs30 mostra che quest’ultimo parametro non è adeguato per spiegare gli effetti di sito osservati in Italia a causa delle situazioni geologiche particolari che sono diffuse nel nostro paese. La figura 1.2 mostra la distribuzione dell’ampiezza rispetto alla classe di sito, in cui si vede che le classi sono mal discriminate e le mediane delle classi A e B (indicate dalla linea nera) sono uguali. È però necessario notare che questo grafico è stato costruito utilizzando le ampiezze ricavate col metodo dei rapporti spettrali H/V, ma in letteratura (Bard, 1999) è dimostrato che tali rapporti spettrali permettono di stimare la frequenza di risonanza, ma falliscono nella stima del valore di amplificazione. In particolare la Vs30 sottostima gli effetti locali ai siti con inversione di velocità e li sovrastima in siti con bacini profondi. La Vs30 sembra fornire dei buoni risultati solo in siti che abbiano un profilo di velocità monotono, crescente con la profondità e un forte contrasto di impedenza nella prima decina di metri. Questo studio si propone di verificare l’attendibilità della velocità delle onde di taglio valutate nei primi 30 m come estimatore della risposta sismica di un sito. Per questo scopo sono state selezionate 45 stazioni della Rete Accelerometrica Nazionale, di cui si conoscono i profili stratigrafici e i profili di velocità delle onde di taglio e di compressione. Inoltre sono state raccolte le registrazioni strong motion relative ai terremoti registrati da queste stazioni. Gli effetti di sito sono stati valutati in due modi: · Le registrazioni sono state utilizzate per calcolare i rapporti spettrali H/V per ricavare la frequenza fondamentale propria di ciascun sito (f0) e il relativo valore di amplificazione; · I profili di velocità delle onde di taglio sono serviti per ricavare il modello teorico monodimensionale per il calcolo della funzione di trasferimento del sito, eseguito per mezzo del modello proposto da Haskell e Thomson (Haskell, 1953, Thomson 1950), da cui ricavare la f0 e l’amplificazione. I valori ottenuti con i due metodi sono stati poi confrontati per verificare la congruenza dei risultati. I profili di velocità hanno permesso di classificare le stazioni utilizzando la velocità media delle onde di taglio nei primi 30 m (Vs30), secondo la normativa italiana. I risultati ottenuti dalla valutazione della risposta di ciascun sito, espressi in termini di frequenza fondamentale e amplificazione, sono stati correlati con la rispettiva classe di sito per verificare l’attendibilità del parametro delle Vs30 come estimatore degli effetti di sito

    The Effects of Cyclic Nucleotide Derivatives on Cell Metabolism

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