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Il piu antico testo portolanico attualmente noto: lo STADIASMOS HTOI PERIPLOUS THS MEGALHS QALASSHS - Stadiasmo o Periplo del Mare Grande
I portolani sono documenti tecnico-nautici che differiscono in modo sostanziale da quelli che
nell’antichità sono chiamati peripli; i quali, al contrario, rientrano nel contesto della letteratura geografica (periplografica). Accettando la datazione della versione finale al I secolo d.C., fatta salva la stratificazione interna al testo, lo Stadiasmo o Periplo del Mare Grande rappresenta il più
antico testo portolanico finora conosciuto. Pur non potendo ancora parlare di un portolano in senso stretto, lo Stadiasmo contiene però numerose notizie derivate certamente da istruzioni nautiche. Effettivamente, il nostro testo si caratterizza per la qualità prettamente nautica di molti contenuti e, nel contempo, per l’assenza di ogni abbellimento letterario, di ogni riferimento a notizie di carattere storico, mitologico, etnografico e, in generale, ad ogni notizia che non sia direttamente relazionata con la pratica della navigazione.The portolani (pilot’s books) are technical-nautical documents which basically differ from those
well-known in Antiquity as periploi, that instead form part of geographic literature (periplographic).
Accepting the dating of the final text version in the I century AD, despite the internal chronological layers, the Stadiasmus represent the ancients "portolanic" known up to now. Although we cannot yet speak of a pilot book (portolano) in the strict sense of the term, the Stadiasmus does contain a great number of informations certainly derived from nautical instructions. It is actually characterized by really nautical informations and, at the same time, by the absence of any literary embellishment, of historical, mythological and ethnographic interest; in general of any information not directly connected with the practice of navigation
Late-archaic navigation in the Adriatic sea: The naval iconography and the peculiarity of the nautical tradition
La navigazione nell’Adriatico in epoca arcaica, tra il IX e il VI sec. a.C., si caratterizza per una fitta rete di scambi e
contatti interni, sia in senso est-ovest, tra le due coste, sia in senso nord-sud. Tale situazione, ben documentata a livello
archeologico, trova riscontro in un piccolo nucleo di iconografie navali, databili tra il VII e il VI / inizi V sec. a.C. che
presentano caratteristiche peculiari nel più ampio panorama dell’iconografia navale del Mediterraneo. Si riscontrano,
infatti, tipologie navali specifiche in cui, al posto dei classici timoni laterali, compare per la prima volta un timone unico
al centro della poppa, che anticipa una soluzione tecnica introdotta a livello generale solo nel Medioevo. In base al
riscontro dell’iconografia, l’uso di questo timone rimane un fatto isolato al VII-VI secolo e al solo Adriatico centro-settentrionaleAdriatic navigation in archaic period, between IX and VI century BC, is characterized by a dense network of inner
exchanges and contacts, both in east-west direction, between both coasts, and in north-south direction. This situation
is well reflected by archaeological findings and also by a small group of naval iconographies dated back between VII
and VI / early V century BC, representing peculiar features inside the largest context of ancient Mediterranean naval
iconography. It is recognized specific naval typologies with a central rudder instead of the classical ancient side rudders,
a technical solution introduced at a general level, as known, only in the Middle Ages. Based on the ancient naval
iconography, the use of this archaic central rudder is a fact confined chronologically to the VII-VI century BC and geographically
to the only central-northern Adriatic Se
La navigazione di Posidonio dall'Iberia all'Italia e le rotte d'altura nel Mediterraneo occidentale in etĂ romana
none1noUn frammento di Posidonio conservato nella Geografia di Strabone (III, 2, 5) descrive le difficoltĂ incontrate dal filosofo di Apamea durante il suo viaggio per mare dall'Iberia all'Italia. Il testo viene analizzato da un punto di vista nautico, in relazione con le condizioni ambientali e meteo-marine (venti e correnti) nel Mediterraneo occidentale, con le rotte d'altura e con le tecniche di navigazione in alto mare nell'antichitĂ .A Posidonius fragment in the Strabo's Geography (III, 2, 5) describes the difficulties that the scholar from Apamea encountered during his sea voyage from Spain to Italy. The text is considered from a nautical point of view, with regard to the meteorological and maritime conditions (winds and currents) in the Western Mediterranean, to the open sea routes and techniques of ancient open sea sailing.mixedStefano MedasStefano Meda
I casoni della laguna sud di Venezia. Un caso di indagine archeologica subacquea
I casoni hanno rappresentato per secoli un elemento caratterizzante del paesaggio della laguna di Venezia e delle altre lagune distribuite lungo la fascia nord-adriatica. Edifici in origine realizzati in legno e canne, vennero poi strutturati come edifici in mattoni. L'articolo, oltre ad offrire una panoramica generale sui casoni inseriti nel paesaggio lagunare, presenta il caso delle indagini archeologiche subacquee condotte sui ruderi del casone della Rivola Vecchia, nella laguna sud di Venezia. Documentato nella cartografia storica dal XVI secolo, il sito su cui sorgeva il casone (motta o isolotto lagunare) ha fornito materiali che consentono di datarne la frequentazione dal XIV a tutto il XIX secolo. Nelle vicinanze è stato indagato un secondo sito sommerso, fino ad ora sconosciuto, che in base ai materiali si data tra il XIV e il XV secolo. Lo sprofondamento delle motte o isolotti lagunari, dovuto alla subsidenza causata in primo luogo dal compattamento degli strati di torba successivamente alla diversione dei fiumi dalla laguna (dunque all'apporto di acqua dolce) ha determinato l'attuale giacitura subacquea, evidenziando i profondi cambiamenti geomorfologici intervenuti nella laguna sud negli ultimi cinquecento anni.Humble buildings of simple structure, but peculiar for typology, location and functionality, the lagoon casoni (literally “big
houses”) are one of the strongest signs of the ancient and close relationship that always existed between man and lagoon, not
only in Venice lagoon but throughout the entire lagoon area of the western upper Adriatic. For centuries they have been a
distinctive element of the lagoon landscape, logistical and residential bases in the management of this particular territory marked by the mixture of land and water, basically for fishing and hunting activities. At first they were built entirely with plant matter, afterwards, especially since 17th - 18th centuries, the reed walls were replaced by brick walls. Two underwater archaeological sites in the southern Venice lagoon referred to the ruins of casoni were investigated. The sites are now submerged because of the subsidence and erosion. In the first case it deals with the ruins of a casone already known by the historical cartography from XVI to the beginning of XX centuries. The finds attest a chronological range between the XIV and the whole XIX centuries. In the second case it deals with a new discovery, the ruins of a smaller site dated back between the XIV and XV centuries
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