102 research outputs found

    Ants (Hymenoptera Formicidae) and the food industry: observations in factory premises in central Italy

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    Research on ants (Hymenoptera Formicidae) in a food factory in the province of Latina (Lazio, central Italy) was carried out over several years up to 2013. The investigation started during the 1990s, and was conducted principally by examining specimens caught in light traps placed indoors on the factory premises. A smaller number of ants was collected directly during periodical inspections. The present work focuses on the observations made on specimens collected during 2007 and 2008 using light traps. Besides some ant genera and species which are well known as being typical pests of the food industry, some other more unusual and sporadic species were found. Among these latter, females of the ponerine ant Hypoponera punctatissima were sometimes collected in dozens or hundreds during single weeks of sampling using light traps. Many specimens of Pheidole pallidula (males, females, workers and soldiers) and Lasius spp. (males) were also collected using traps. H. eduardi, Cremastogaster scutellaris, Solenopsis fugax and Linepithema humile were scarce or extremely scarce in the traps, as were species of Myrmica, Aphaenogaster, Messor, Tetramorium, and Camponotus. The causes of their presence in the food factory may differ according to genera and species, and deserve to be studied in depth

    Morphological and physiological adaptations of wood-boring beetle larvae in timber

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    Beetles which develop boring tunnels inside and feed on seasoned wood present morphological and physiological adaptations related to the specific activities of their larvae in such a peculiar substrate. As far as protection of antiquarian goods made of wood is concerned, we are dealing mainly with three Coleoptera families, namely Lyctidae, Anobiidae, and Cerambycidae, which include species with wood-boring larvae. The adaptation to wood-boring and wood-feeding activities in beetle larvae was reached independently by phyletic lines not closely related, as a convergent evolution due to feeding behaviour. Among these adaptations, the following are examined with reference to the three families mentioned above. The conformation and activity of the larval mandibles and their possible correlations with the characteristics of the wood attacked are considered together with the presence of body structures for anchoring the larvae to the wood substrate inside the tunnel during the gnawing action. Intracellular endosymbiosis (endocytobiosis) with yeasts or bacteria, capable of supplementing larval diets lacking in some essential nutrients, and its main features are summarized. Last, structural and functional characteristics are discussed as regards tracheal spiracles, provided with filter devices important for preventing intrusion of wood powder into tracheae from larval tunnels as well as useful for avoiding dehydration

    State of the art on Neuropterida of Sicily and Malta

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    Sicily, the largest Mediterranean island, is surrounded by many small islands (Aeolian Islands, Ustica, Aegadian Islands, Pantelleria, Linosa, Lampedusa, Maltese Islands), some of which forming archipelagoes. The authors, after a historical sketch of the research on Neuropterida in Sicily (sensu lato), analyze the biodiversity of the area, highlighting the species richness and providing an up-to-date check-list. The lack of knowledge on some of the most paradigmatic communities of Neuropterida is discussed in relation to their various habitats. The distributional patterns of Sicilian Neuropterida are interpreted in order to obtain a biogeographical characterization of the area. It is confirmed that the location of Sicily and its surrounding islands forms a bridge between north and south and a door from the W Mediterranean region to the oriental Mediterranean basi

    Auchenorrhyncha collected in the Canavese district (Northwest Italy): (Hemiptera, Auchenorrhyncha)

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    Die Ergebnisse von Zikaden-Sammelexkursionen im Distrikt Canavese (Italien, Piemont) werden präsentiert, die im Rahmen des 14. Auchenorrhyncha-Tagung (07.-09. – 09.09.2007) und des 4. Europäischen Hemipteren-Kongresses (10.09. – 14.09.2007) in Ivrea durchgeführt wurden. Zwei neue Arten für Italien und zahlreiche neue Zikadenarten für Piemont wurden festgestellt.The results of Auchenorrhyncha collection excursions in the Canavese district (Italy, Piedmont) are presented, that were held during the 14th Central European Auchenorrhyncha Meeting (07.09. – 09.09.2007) and the 4th European Hemiptera Congress (10.09.–14.09.2007) in Ivrea are given. Two new species for Italy, and several new species for Piedmont were found

    Note biografiche e bibliografiche su Michele Medici (1782-1859) e i suoi scritti entomologici

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    Tra gli scrittori di entomologia del XIX secolo Michele Medici, insigne fisiologo e anatomista, occupa una posizione piuttosto marginale. Viene ricordato infatti per un solo lavoro entomologico, le Osservazioni anatomiche, e fisiologiche intorno l\u2019apparecchio sonoro della cicala, pubblicato nel 1847 nei \u201cNuovi Annali delle Scienze Naturali\u201d: un ampio contributo che denota rigore di metodo, acume critico, vaste conoscenze bibliografiche, eleganza di stile. Vano sarebbe per\uf2 cercare, nella letteratura di comune consultazione per i cultori di storia dell\u2019entomologia, qualche dato biografico su Medici. I classici indici di Hagen (1862-63) e di Horn & Schenkling (1928-29) si limitano a registrare quel singolo suo lavoro, non diversamente da Conci (1975). Nulla aggiunge Saccardo (1895-1901), che lo menziona per un paio di pubblicazioni di botanica. Anche Goidanich (1975), nel rinverdirne lo studio sulla cicala, riporta notizie assai scarne su questo \u2018precursore minore\u2019, senza fornire neppure gli estremi cronologici della sua vita. Di certo la fama di Michele Medici \ue8 legata soprattutto all\u2019attivit\ue0 di anatomista e fisiologo, ed \ue8 nella letteratura storico-medica che troviamo notizie di prima mano su di lui. Il Medici nacque in Bologna l\u20198 maggio 1782 ed ivi si spense il 4 maggio 1859. A vent\u2019anni consegu\uec la laurea in Medicina e l\u2019abilitazione al suo esercizio pratico; preferiva per\uf2 gli stud\uee e le ricerche specialmente di fisiologia, alla cui cattedra nell\u2019Ateneo felsineo venne chiamato nel 1815. Ma ricopr\uec anche incarichi sanitar\uee di responsabilit\ue0: fu medico della coscrizione indetta da Napoleone per la campagna di Russia e, in seguito, primario dell\u2019Ospedale Maggiore. Da giovane si distinse per i suoi lavori sul sangue e sulla struttura delle ossa, successivamente per le osservazioni sul midollo spinale e i nervi intercostali. Nel 1819 dava alle stampe un Comentario intorno alla vita, nel 1833 un Manuale di fisiologia che ebbe pi\uf9 riedizioni. Testimoniano vastit\ue0 di cultura ed erudizione le Memorie storiche intorno le Accademie scientifiche e letterarie della citt\ue0 di Bologna (1853) e il Compendio storico della Scuola Anatomica di Bologna (1857). Dagli argomenti trattati traspaiono eclettismo e versatilit\ue0 inconsueti anche per quei tempi non ancora votati alla specializzazione e al settorialismo. L\u2019interesse per certe tematiche entomologiche si nota anche nella sua ampia Risposta \u2026 intorno la generazione spontanea degli insetti e la natura degli zoospermi, pubblicata nel 1843 nel \u201cGiornale per servire ai Progressi della Patologia e della Terapeutica\u201d, non registrata dai repertor\uee di cui sopra. Tra gli scritti commemorativi spicca il ricordo ufficiale tributatogli in Bologna dall\u2019Accademia delle Scienze dell\u2019Istituto, affidato alla penna di Marco Paolini (\u201cMemorie della Accademia delle Scienze dell\u2019Istituto di Bologna\u201d, 1859) e corredato da una pregevole incisione di L. Paradisi con l\u2019effigie di Medici in abiti accademici

    Simbolo, metafora, allegoria: l'ape nelle monete e nelle medaglie, tra mito e realtà, nella storia e nella cultura

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    Testimoni non mute di antiche città-stato e repubbliche, di regni e imperi, di vicissitudini socio-economiche e politico-dinastiche di singoli luoghi o d’intere regioni, le monete offrono alla scienza numismatica, ausiliaria della Storia, la possibilità di spaziare su buona parte del trimillenario arco temporale che ha visto, nel susseguirsi delle epoche, il progredire di molte civiltà. Questi oggetti sono fonte di conoscenze anche per gli storici dell’arte, gli studiosi di iconografia, gli araldisti e, più in generale ancora, per chiunque sia interessato a cercarvi impresso, per il proprio campo di ricerca, qualche messaggio non effimero per i contemporanei e la posterità: non solo l’autorità emittente e garante del valore intrinseco del metallo, ma anche gli emblemi, i motti, i fatti storici, il rapporto dell’uomo con la natura e il soprannaturale, ecc. In sintesi: la cultura, il cammino dell’umanità civilizzata. L’arte della medaglia, più tardiva, con il suo spiccato carattere celebrativo e commemorativo ha enfatizzato certe qualità della moneta ampliandone le potenzialità espressive e la ricchezza comunicativa. Gli insetti compaiono nei nummi già alcuni secoli avanti Cristo. È la multicentrica civiltà dell’Ellade, irradiata nelle fiorenti colonie della Ionia, della Magna Grecia e in Sicilia, ad attingere per prima anche agli entomi per tradurne nelle monete certe valenze simboliche. La fragorosa cicala, la nociva locusta, l’operosa formica, lo scarabeo di filiazione egizia e ovviamente anche l’ape - si veda ad esempio la monetazione della ionica Efeso nel IV-III secolo a.C. – figurano così in monete di alcune póleis del mondo ellenico, spesso a fianco dell’effigie di numi tutelari locali di cui anche questi animali ‘minori’ talora sono simbolo. Nella sua opera enciclopedica sugli insetti (De Animalibus Insectis Libri Septem, l’editio princeps è del 1602), Ulisse Aldrovandi non mancherà di trattare e illustrare, tra i primi se non per primo, questo tema di confine tra cultura umanistica e sapere scientifico. Da sempre l’ape è l’insetto di maggiore rilevanza per l’uomo. Per il miele, alimento ‘divino’ per gli antichi, ma anche per la cera, la cui importanza nei secoli passati oggi rischiamo di non valutare appieno. Ma l’ape e l’alveare assurgono a ricorrente emblema, a metafora di valori e virtù, ad allegoria di credenze e ideali, grazie anche o soprattutto ad altre prerogative: l’ordinata organizzazione sociale sotto la guida di quello che fino al Seicento si credeva fosse un re; la sapiente costruzione di favi a cellette di geometrica precisione; la riproduzione che si pensava fosse solo partenogenetica, quindi simbolo di castità; il frenetico, instancabile adempimento di mansioni di cui sono primarie espressioni il solare rapporto con le fioriture e la previdente costituzione di riserve alimentari. Raffigurazioni apistiche complesse, con significati allegorici, si trovano nella monetazione e nella medaglistica rinascimentale del Ducato estense. All’inizio del Seicento non manca di affiorare con valore simbolico, nell’iconografia di medaglie papali (di Leone XI de’ Medici), la credenza, assai diffusa nel mondo antico, della generazione spontanea di sciami d’api da carcasse di grandi mammiferi (nel caso, un leone), e di cui oggi sappiamo dare una spiegazione razionale. Non si può tacere, in questo sommario e per forza di cose incompleto excursus, l’araldico trigono d’api di Urbano VIII Barberini, impresso pure in monete, e che diede impulso allo studio morfologico dell’ape, in omaggio al pontefice, da parte dei primi Lincei; o, molto più di recente, l’alveare che certi Istituti di credito hanno scelto a emblema di lavoro e risparmio, effigiandolo anche in medaglie. Sono solo alcune delle espressioni di un legame plurimillenario che accompagna la storia dell’umanità e si riflette anche in queste testimonianze non secondarie di popoli ed epoche

    Moth monitoring results for a commercial dairy in northern Italy (Lepidoptera: Tineidae, Oecophoridae)

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    Il riassunto è pubblicato sia in inglese sia in italiano, nei rispettivi libri degli abstracts online, reperibili nel sito internet del XXVII CNIE (Libro degli Abstracts; Book of Abstracts), a pag. 322 di ciascun volume. Per i riassunti, si rimanda a quelli

    A proposito di estinzioni locali presunte o reali: il caso di Isoscelipteron fulvum A. Costa, 1863, superlatitante d'Aspromonte

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    E' ricordato il recente ritrovamento in Calabria del Neurottero Berotide Isoscelipteron fulvum, a distanza di oltre un secolo e mezzo dalla sua scoperta e descrizione effettuate da Achille Costa. Sono brevemente rievocate la figura e l'attivit\ue0 entomologica di A. Costa
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