907 research outputs found

    Ecology and justice in Africa

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    According to robust scientific evidence, the Earth could reach the extreme rates of the past “Big Five” mass extinctions of biodiversity within just few centuries if current threats to many species are not alleviated. Africa is a paradoxical and crucial laboratory in this sense. We know exactly the six interacting causes of the so-called “Sixth Mass-Extinction”, all of them working in Africa as well. All these six proximate causes are related to a remote cause: our predatory economy, our inability to look far into the future, our absurd greed, as in the case of poaching. Biodiversity, economy and social issues are strictly connected in Africa. Here we argue the reasons why we will never be able to defend biodiversity in Africa and elsewhere if we do not defend social justice and the dignity of the populations that have always lived in the midst of biodiversity

    Education in Evolution and Science Through Laboratory Activities

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    Evolution is the unifying framework for the science of biology. [...] It likewise demands an equally dominant role in biology education. [...] Simultaneously it is the most important, the most misunderstood, and most maligned concept in the syllabus—if it even appears in the syllabus (Investigating Evolutionary Biology in the Laboratory, by William F. McComas (ed.). Dubuque (Iowa): Kendall-Hunt, 2006. pp. vi + 388. s/b $ 41, 99)

    Mosaic evolution in hominin phylogeny : meanings, implications, and explanations

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    In paleoanthropological literature, the use of the term "mosaic" (mosaic evolution, mosaic trait, mosaic species, and so on) is becoming more and more frequent. In order to promote a clarification of the use of the concept in literature, we propose here a classification in three different meanings of the notion of mosaic in human evolution: 1) morphological (inter-specific and intra-specific) instability in a certain phase of a branched phylogeny; 2) multiple trajectories and versions of the same adaptive trait in a branched phylogeny; 3) the trait itself as a complex mosaic of sub-traits with different phylogenetic stories (as is the case in language). We argue that the relevance of such mosaic patterns needs a macro-evolutionary interpretation, which takes into consideration the interaction between general selective pressures (promoting different versions of the same adaptation) and a cladogenetic approach in which speciation played a crucial role, due to ecological instability, habitat fragmentation, and geographical dispersals in human evolution

    Come ripensare la teoria evoluzionistica. Una pluralità di pattern evolutivi

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    Recentemente, sulla rivista «Nature», i progressi empirici della teoria dell’evoluzione sono stati descritti nei termini di un confronto tra «riformisti», i quali auspicano una revisione dell’approccio neodarwiniano standard attraverso l’inclusione di fattori e processi fino ad ora trascurati, e «conservatori», secondo i quali l’attuale programma di ricerca evoluzionistico, basato sulla variazione genetica e sulla selezione naturale, «va bene così». Il dissidio, che concerne principalmente il problema del riduzionismo genetico, sembra non portare a nessun risultato. I riformisti mettono in luce dei fattori molto importanti, ma paiono non portare ancora nessuna proposta coerente quanto alla struttura di questa versione estesa della teoria evoluzionistica a venire. I conservatori si mettono sulla difensiva, facendo affidamento soltanto su quelle aggiunte che non modificano il nucleo neodarwiniano quanto ai suoi tratti essenziali, mantenendolo ben saldo nei vecchi connotati. Analizziamo qui il suddetto dibattito, proponendone un’interpretazione. La biologia evoluzionistica è un campo di ricerche in rapida espansione. L’oggetto del contendere è la modalità di estendere e aggiornare il nucleo centrale dell’eredità darwiniana. La nostra ipotesi è che, nel campo della biologia evoluzionistica attuale, si stia producendo un avanzamento del programma di ricerca, la cui struttura è composta da una serie di pattern evolutivi integrabili e compatibili tra di loro. Nel corso della sua storia la biologia evoluzionistica si è infatti accresciuta tramite l’inclusione progressiva di modelli diversi, senza che questo significasse una revisione del nucleo della teoria. La «teoria gerarchica» di Niles Eldredge è un esempio di struttura globale (metateoria) che si propone come fine quello di incorporare e unificare i pattern evoluzionistici attualmente accettati.Recentemente, sulla rivista «Nature», i progressi empirici della teoria dell’evoluzione sono stati descritti nei termini di un confronto tra «riformisti», i quali auspicano una revisione dell’approccio neodarwiniano standard attraverso l’inclusione di fattori e processi fino ad ora trascurati, e «conservatori», secondo i quali l’attuale programma di ricerca evoluzionistico, basato sulla variazione genetica e sulla selezione naturale, «va bene così». Il dissidio, che concerne principalmente il problema del riduzionismo genetico, sembra non portare a nessun risultato. I riformisti mettono in luce dei fattori molto importanti, ma paiono non portare ancora nessuna proposta coerente quanto alla struttura di questa versione estesa della teoria evoluzionistica a venire. I conservatori si mettono sulla difensiva, facendo affidamento soltanto su quelle aggiunte che non modificano il nucleo neodarwiniano quanto ai suoi tratti essenziali, mantenendolo ben saldo nei vecchi connotati. Analizziamo qui il suddetto dibattito, proponendone un’interpretazione. La biologia evoluzionistica è un campo di ricerche in rapida espansione. L’oggetto del contendere è la modalità di estendere e aggiornare il nucleo centrale dell’eredità darwiniana. La nostra ipotesi è che, in campo biologico, si stia producendo un avanzamento del programma di ricerca evoluzionistico, la cui struttura è composta da una serie di pattern evolutivi integrabili e compatibili tra di loro. Nel corso della sua storia la biologia evoluzionistica si è infatti accresciuta tramite l’inclusione progressiva di modelli diversi, senza che questo significasse una revisione del nucleo della teoria. La «teoria gerarchica» di Niles Eldredge è un esempio di struttura globale (metateoria) che si propone come fine quello di incorporare e unificare i pattern evoluzionistici attualmente accettati.

    Diseño de propuesta de enseñanza virtual mediante TICs en los trabajos prácticos para la asignatura de Diagnóstico y Terapéutica por Imágenes de la Carrera de Medicina de la UNLP

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    La idea de realizar una propuesta de intervención se relaciona con la necesidad de los últimos años de la carrera, donde los estudiantes adquieren las capacidades y competencias necesarias para responder a las exigencias de su actividad práctica profesional. Con esta propuesta de innovación se pretende lograr que los estudiantes posean una atención más personalizada en un entorno que les permita deconstruir y construir conocimientos y alternativas de solución a problemas con una participación responsable en su proceso de formación integral. Promoviendo una reconceptualización de la docencia de manera que los docentes actúen como mediadores del aprendizaje, se mantengan actualizados tanto en lo pedagógico como en los conocimientos específicos de su disciplina con una fuerte relación con las prácticas profesionales. La metodología hasta ahora utilizada para el dictado de los trabajos prácticos de la materia de Diagnóstico y Terapéutica por Imágenes de la carrera de Medicina de la UNLP, consiste en la mostración de imágenes mediante un cañón, que proyecta a la pared, donde se van mostrando imágenes sueltas del tema que corresponde a la clase, del cual han tenido el teórico día por medio anterior, al dictado de dicho TP. El sentido de esos trabajos prácticos es que vayan visualizando e interpretando las imágenes en relación con lo ya visto en el teórico. El objetivo de este trabajo es elaborar una propuesta innovadora de trabajos prácticos para la asignatura Diagnóstico y Terapéutica por Imágenes de la Carrera de Medicina de la UNLP a partir de una modalidad que promueva el trabajo grupal y análisis de casos clínicos mediante la presentación de imágenes correspondientes al tema del programa de manera que promueva el pensamiento crítico, a partir del planteo a los estudiantes de situaciones problemas semejantes a las que se deberán enfrentar y resolver durante el ejercicio de la profesión.Facultad de Ciencias Médica

    Human umbilical cord blood-borne fibroblasts contain marrow niche precursors that form a bone/marrow organoid in vivo

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    Human umbilical cord blood (CB) has attracted much attention as a reservoir for functional hematopoietic stem and progenitor cells, and, recently, as a source of blood-borne fibroblasts (CB-BFs). Previously, we demonstrated that bone marrow stromal cell (BMSC) and CB-BF pellet cultures make cartilage in vitro. Furthermore, upon in vivo transplantation, BMSC pellets remodelled into miniature bone/marrow organoids. Using this in vivo model, we asked whether CB-BF populations that express characteristics of the hematopoietic stem cell (HSC) niche contain precursors that reform the niche. CB ossicles were regularly observed upon transplantation. Compared with BM ossicles, CB ossicles showed a predominance of red marrow over yellow marrow, as demonstrated by histomorphological analyses and the number of hematopoietic cells isolated within ossicles. Marrow cavities from CB and BM ossicles included donor-derived CD146-expressing osteoprogenitors and host-derived mature hematopoietic cells, clonogenic lineage-committed progenitors and HSCs. Furthermore, human CD34+ cells transplanted into ossicle-bearing mice engrafted and maintained human HSCs in the niche. Our data indicate that CB- BFs are able to recapitulate the conditions by which the bone marrow microenvironment is formed and establish complete HSC niches, which are functionally supportive of hematopoietic tissue

    Bucket thinking:the future framework for evolutionary explanation

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    ABSTRACTThe hierarchical interplay between ecology and genealogy is a fundamental ingredient for the most compelling current explanations in evolutionary biology. Yet philosophy of biology has hardly welcomed a classic fundamental intuition by palaeontologist Niles Eldredge, i.e. the non-coincidence and interrelation between ecology and genealogy, and their interaction in a Sloshing Bucket fashion. Hierarchy Theory and the Sloshing Bucket need to be made precise, developed and updated in light of an explosion of new discoveries and fields and philosophical issues. They also suggests re-thinking concepts such as natural selection, species, and speciation that have always been part of evolutionary theory.KEYWORDSEVOLUTION, ECOLOGY, HIERARCHY THEORY, SLOSHING BUCKET, HOMO SAPIENSRESUMENLa interacción jerárquica entre ecología y genealogía es un ingrediente fundamental de las más convincentes explicaciones de la biología evolucionista en la actualidad. Sin embargo, la filosofía de la biología apenas ha acogido una intuición fundamental y clásica debida al paleontólogo Niles Eldredge, a saber: la no-coincidencia e interrelación entre la ecología y la genealogía, y su interacción a modo de cubeta rebosante. La Teoría de la Jerarquía y la de la Cubeta Rebosante necesitan mayor precisión, así como un ulterior desarrollo y acutalización a la luz de la explosión de nuevos descubrimientos y campos y de cuestiones filosóficas. Siguieren asimismo la necesidad de repensar conceptos tales como selección natural, especie y especiación, que han formado siempre parte de la teoría evolucionista.PALABRAS CLAVEEVOLUCIÓN, ECOLOGÍA, TEORÍA DE LA JERARQUÍA, CUBETA REBOSANTE, HOMO SAPIEN

    Pan‐Africanism vs. single‐origin of Homo sapiens: Putting the debate in the light of evolutionary biology

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    The scenario of Homo sapiens origin/s within Africa has become increasingly complex, with a pan-African perspective currently challenging the long-established single-origin hypothesis. In this paper, we review the lines of evidence employed in support of each model, highlighting inferential limitations and possible terminological misunderstandings. We argue that the metapopulation scenario envisaged by pan-African proponents well describes a mosaic diversification among late Middle Pleistocene groups. However, this does not rule out a major contribution that emerged from a single population where crucial derived features—notably, a globular braincase—appeared as the result of a punctuated, cladogenetic event. Thus, we suggest that a synthesis is possible and propose a scenario that, in our view, better reconciles with consolidated expectations in evolutionary theory. These indicate cladogenesis in allopatry as an ordinary pattern for the origin of a new species, particularly during phases of marked climatic and environmental instability
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