330 research outputs found

    Design of experiments and manufacturing design space for multi‐step processes

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    Most industrial processes are composed of multiple subsequent steps. In this article, we provide a statistical approach to design experiments and to define the manufacturing design space of multi-step processes by taking into account the complex system of interactions among steps. We consider each intermediate outcome as an additional input factor in the next step and we plan experiments following a particular sequential structure. To encompass the potential deviations from the target levels of such input factors, designs are selected according to the D-optimality in average criterion and, in order to assess their prediction capabilities, a suitable extension of the fraction of design space technique has been proposed. The manufacturing design space of the process is then defined by combining the interconnected manufacturing design spaces of the process steps and by deriving the linear combination of the process inputs that ensures the required quality standard for the final outcome. Appealing properties of this approach are also shown by the application to a three-steps biochemical process of expression and purification of a recombinant protein in which 10 input factors are included in the design

    Valutazione radiografica della posizione rotulea verticale nel cane: implicazioni nella scelta degli interventi correttivi in corso di lussazione rotulea

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    La lussazione di rotula nel cane è una patologia displasica dell’articolazione del ginocchio. Essendo una patologia importante dello sviluppo osseo relativamente frequente nel cane, è stata ampiamente studiata, così come sono stati studiati i vari approcci terapeutici, sia di tipo conservativo che chirurgico. Gli studi presenti in letteratura veterinaria sono abbondanti per quanto riguarda i problemi relativi all’allineamento dell’arto posteriore, mentre sono ancora scarsi per quanto riguarda la caratterizzazione della posizione rotulea verticale, che si può rivelare utile per la successiva correzione chirurgica, e sono stati effettuati solo su soggetti di grossa taglia. Scopo del nostro studio è quello di verificare se anche in soggetti di media taglia i parametri proposti sono applicabili. Nella prima parte del lavoro sono stati effettuati studi radiografici preliminari su cadaveri di animali deceduti per patologie non connesse all’apparato muscolo scheletrico, allo scopo di verificare che i punti di misurazione fossero fissi e reali; si è quindi proceduto all’applicazione dell’esperienza maturata ai casi di soggetti in cui era clinicamente esclusa la lussazione di rotula e soggetti che presentavano lussazione di rotula. Sono stati quindi identificati i valori relativi alla posizione verticale della rotula, correlandoli all’incidenza delle lussazione

    Abusi di mercato e ne bis in idem: dalla sentenza della Corte EDU del 5 marzo 2014 all’adeguamento dell’ordinamento italiano alla nuova Direttiva c.d. MAD 2

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    Il presente elaborato dottorale mira principalmente a fornire una ricognizione dettagliata eed esaustiva della l’interpretazione del principio di preclusione espresso dal ne bis in idem, in particolare, all’interno del sistema puntivo-sanzionatorio degli abusi di mercato. Invero, si assiste alla trasformazione sempre più spinta delle garanzie penali sottese alla “materia penale”, nozione oggetto delle forme più sofisticate di interrelazione tra i vari ordinamenti a livello verticale e tendente a conquistare sempre più ambiti materiali, sul piano orizzontale le connessioni tra rami diversi dell’ordinamento diventano sempre più fluide e caotiche. Cosicché, il principiodivieto di bis in idem ha iniziato ad assumere una veste diversa dal passato, legata al profilo delle garanzie sostanziali e dei diritti dell’uomo, soprattutto in ambito penale, rappresentandone l’ultima frontiera. Invero, la cifra saliente del sistema di tutela dei mercati finanziari è rappresentata, ancora ad oggi, dalla coesistenza complessa di un binario sanzionatorio di matrice amministrativa presidiato dalla Consob accanto ad un altro sostanzialmente penale ed incentrato sulla configurazione dei reati di cui agli artt. 184 e 185 del D. Lgs. 58 del 1998 (“TUF”). Cosicchè partendo dall’esame delle posizioni teoriche assunte in materia di ne bis in idem da parte della dottrina, che attraverso la sua elaborazione ha prodotto una “frantumazione” del principio, individuandone ratio e perimetri operativi differenziati a seconda che si fosse trattato di ne bis in idem processuale ovvero sostanziale si è affrontato nel dettaglio il “crono-programma” degli eventi giuridico-politici che ne hanno ulteriormente affinato i tratti precipui a partire dal 4 marzo 2014, data in cui Corte EDU nella causa Grande Stevens e altri contro Italia ha condannato quest’ultima imponendo un ripensamento del sistema sanzionatorio “ipermuscolare” ed “efficientista” varato con la Legge 18 aprile 2005, n. 62, con conseguenze significative anche rispetto all’intero sistema penale. Si è poi perseguito nella ricostruzione del dibattito giurisprudenziale successivo passando per i revirement operati dalla stessa Corte EDU (A. e B. c. Norvegia) e le posizioni fondate sulla proporzionalità della Corte di Giustizia UE fino alla risposta dell’ordinamento italiano, dapprima analizzato ancora attraverso le posizioni della giurisprudenza di merito e di legittimità – entrambe impegnate a dialogare con le Corti europee – e poi del Legislatore, protagonista del processo di recepimento e adeguamento della disciplina italiana ai nuovi strumenti europei (il Regolamento UE n. 596/2014 alla Direttiva 2014/57/UE sulle sanzioni penali).Il presente elaborato dottorale mira principalmente a fornire una ricognizione dettagliata eed esaustiva della l’interpretazione del principio di preclusione espresso dal ne bis in idem, in particolare, all’interno del sistema puntivo-sanzionatorio degli abusi di mercato. Invero, si assiste alla trasformazione sempre più spinta delle garanzie penali sottese alla “materia penale”, nozione oggetto delle forme più sofisticate di interrelazione tra i vari ordinamenti a livello verticale e tendente a conquistare sempre più ambiti materiali, sul piano orizzontale le connessioni tra rami diversi dell’ordinamento diventano sempre più fluide e caotiche. Cosicché, il principiodivieto di bis in idem ha iniziato ad assumere una veste diversa dal passato, legata al profilo delle garanzie sostanziali e dei diritti dell’uomo, soprattutto in ambito penale, rappresentandone l’ultima frontiera. Invero, la cifra saliente del sistema di tutela dei mercati finanziari è rappresentata, ancora ad oggi, dalla coesistenza complessa di un binario sanzionatorio di matrice amministrativa presidiato dalla Consob accanto ad un altro sostanzialmente penale ed incentrato sulla configurazione dei reati di cui agli artt. 184 e 185 del D. Lgs. 58 del 1998 (“TUF”). Cosicchè partendo dall’esame delle posizioni teoriche assunte in materia di ne bis in idem da parte della dottrina, che attraverso la sua elaborazione ha prodotto una “frantumazione” del principio, individuandone ratio e perimetri operativi differenziati a seconda che si fosse trattato di ne bis in idem processuale ovvero sostanziale si è affrontato nel dettaglio il “crono-programma” degli eventi giuridico-politici che ne hanno ulteriormente affinato i tratti precipui a partire dal 4 marzo 2014, data in cui Corte EDU nella causa Grande Stevens e altri contro Italia ha condannato quest’ultima imponendo un ripensamento del sistema sanzionatorio “ipermuscolare” ed “efficientista” varato con la Legge 18 aprile 2005, n. 62, con conseguenze significative anche rispetto all’intero sistema penale. Si è poi perseguito nella ricostruzione del dibattito giurisprudenziale successivo passando per i revirement operati dalla stessa Corte EDU (A. e B. c. Norvegia) e le posizioni fondate sulla proporzionalità della Corte di Giustizia UE fino alla risposta dell’ordinamento italiano, dapprima analizzato ancora attraverso le posizioni della giurisprudenza di merito e di legittimità – entrambe impegnate a dialogare con le Corti europee – e poi del Legislatore, protagonista del processo di recepimento e adeguamento della disciplina italiana ai nuovi strumenti europei (il Regolamento UE n. 596/2014 alla Direttiva 2014/57/UE sulle sanzioni penali).LUISS PhD Thesi

    SUSCEPTIBILITY OF Listeria monocytogenes STRAINS ISOLATED FROM FOOD TO ANTIMICROBIAL AGENTS

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    The objective of this study was to evaluate the susceptibility of 40 L. monocytogenes strains isolated from seafood and processing environments to 19 antibiotics currently used in veterinary and human therapy. Susceptibility tests were performed by the automated system VITEK2. Apart from Penicillin, Ampicillin and Trimethoprim-Sulfamethoxazole, for which clinical breakpoint for Listeria susceptibility testing are defined according to the Clinical and Laboratory Standard Institute (CLSI), in the present study the CLSI criteria for staphylococci were applied. This study shows that isolated L. monocytogenes strains are susceptible to the antibiotics commonly used in veterinary and human listeriosis treatment. Very few strains (7,5%) showed a resistance behaviour towards Oxacillin, whereas a variable pattern was showed for Ciprofloxacin and Moxifloxacin. Moreover, an increase in tetracycline resistance, reported by several authors, can not be confirmed in this study, probably due to the different sources of strains isolation. At last, the VITEK2 system represents a rapid and easy-to-use means for antimicrobial susceptibility test of Listeria monocytogenes. In conclusion, because of the increase of antimicrobial resistance showed by L. monocytogenes, a continuous surveillance of emerging antimicrobial resistance among this pathogen is important to ensure effective treatment of human listeriosis. These data can be used for improve background data on antibiotic resistance of strains isolated from food and food environment, even considering the lack of clinical breakpoint provided by the CLSI

    Il Piano paesaggistico del Piemonte / The Landscape Plan of Piedmont Region

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    A quasi vent’anni dalla Convenzione europea sul paesaggio e più di dieci dal Codice dei beni culturali e del paesaggio, in Italia si apre una nuova stagione, in cui piani paesaggistici regionali approvati preludono all’implementazione della pianificazione paesaggistica anche a scala locale. Il Piano paesaggistico della Regione Piemonte è uno dei primi piani italiani, un’esperienza pilota, già considerata un modello dal punto di vista metodologico. Il numero monografico di A&RT illustra il Ppr, la sua impostazione metodologica, struttura e funzionamento, rapporto con le politiche del paesaggio e strumenti di settore, azione locale. La stessa natura e missione della pianificazione paesaggistica viene discussa con riferimenti al contesto europeo. Almost twenty years after the European Landscape Convention, and more than ten years since the Code of Cultural Heritage and Landscape, a new season opens in Italy, in which approved Regional Landscape Plans are a prelude to the implementation of landscape planning even at a local scale. The Landscape Plan of the Piedmont Region is one of the first Italian Plans to have been approved and considered a model from the methodological point of view. The monographic issue of A&RT magazine illustrate the Regional Landscape Plan in terms of methodology, structure and functioning, relationships with landscape policies and sectorial tools, and local action. The same nature and mission of landscape planning is discussed with references to the European context

    Un caso realizzato di pianificazione paesaggistica / A successful example of landscape planning

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    A quasi vent’anni dalla Convenzione europea sul paesaggio e più di dieci dal Codice dei beni culturali e del paesaggio, in Italia si apre una nuova stagione, in cui piani paesaggistici regionali approvati preludono all’implementazione della pianificazione paesaggistica anche a scala locale. Il Piano paesaggistico della Regione Piemonte è uno dei primi piani italiani, un’esperienza pilota, già considerata un modello dal punto di vista metodologico. Il saggio dei curatori introduce il numero monografico che la rivista dedica al Ppr, collocando tale strumento all’interno di una cornice più vasta, fatta di politiche del paesaggio e di azione locale, e indicando le nuove prospettive di lavoro. La stessa natura e missione della pianificazione paesaggistica viene discussa con riferimenti al contesto europeo. Almost twenty years after the European Landscape Convention, and more than ten years since the Code of Cultural Heritage and Landscape, a new season opens in Italy, in which approved Regional Landscape Plans are a prelude to the implementation of landscape planning even at a local scale. The Landscape Plan of the Piedmont Region is one of the first Italian Plans to have been approved and considered a model from the methodological point of view. The essay by the editors introduces the monographic issue that the magazine dedicates to the Regional Landscape Plan, placing this instrument within a broader framework, made up of landscape policies and local action, and indicating new working and research trajectories. The same nature and mission of landscape planning is discussed with references to the European context

    The difficulty of recognising less obvious forms of group-based discrimination

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    Research on perceptions of discrimination has focused on group-based differential treatment that is widely accepted as being illegitimate (e.g., based on race or gender). The present research investigates how individuals interpret less obvious forms of group-based exclusion based on age (Study 1) and vision correction status (Study 2). We propose that individuals will not question the legitimacy of such treatment, unless they are provided with explicit cues to do so. Participants who merely encountered exclusion (baseline control) did not differ from those who were directed to consider the legitimate reasons for this treatment, with respect to perceived legitimacy, felt anger, and collective action intentions. In contrast, individuals who were directed to consider the illegitimate reasons for the exclusion perceived it to be less legitimate, felt more anger, and reported higher collective action intentions. Participants’ own status as potential victims or mere observers of the exclusion criterion did not influence their legitimacy perceptions or felt anger. Results suggest that when confronted with forms of group-based exclusion that are not commonly defined as discrimination, people do not perceive an injustice unless explicitly directed to seek it out

    Toxoplasma gondii lineages circulating in slaughtered industrial pigs and potential risk for consumers

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    Toxoplasma gondii is a cosmopolitan zoonotic protozoan parasite, and the consumption of raw or undercooked pig meat is one of the most important sources of T. gondii infection. Three predominant lineages, types I, II, and III, are widespread in Europe. Although still poorly understood, a relationship between each type and the severity of illness represents a public health issue. To gain further knowledge of the genotypes in circulation and of the potential risk for consumers, one heart sample and one diaphragm sample (206 total) were taken from each of 103 pig carcasses at an abattoir in Italy. Then, we used 529-bp repetitive element PCR and a B1 real-time PCR high-resolution melting assay coupled with sequencing to detect and genotype T. gondii isolates. T. gondii DNA was detected in 14 pigs (13.6%, 95% confidence interval ¼ 7 to 20.2%), and types I (3.9%), II (5.8%), and III (3.9%) were identified. We found that heart tissue had a significantly higher PCR positivity rate for T. gondii than did diaphragm tissue. This is Europe’s largest study on genotyping of T. gondii from pigs, and it demonstrates that all three main lineages are present in carcasses of industrially reared pigs in Italy. There is a potential risk to consumers of infection with any or all of the three lineages, and the related clinical consequences should be taken into account. This study suggests that monitoring of T. gondii types in meat is essential, especially in meat that is traditionally eaten raw or that is minimally processed
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