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    Su Alcune Recenti Scoperte nei Livelli Gravettiani della Grotta Paglicci (Promontorio del

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    Nel Settembre del 1970, dopo sette anni d'interruzione, dovuta alla scomparsa del compianto prof. Francesco Zorzi, gli scavi nella Grotta Paglicci (Promontorio del Gargano-Foggia) venivano ripresi ad opera dell'Istituto di Antropologia e Paleontologia Umana dell'Università di Siena. Lo Zorzi, durante il triennio 1961-63, vi aveva compiuto, assieme al suo giovane collaboratore Franco Mezzena, importanti scoperte: basti ricordare le pitture parietali paleolitiche della saletta interna, le sepolture parziali e gli oggetti d'arte mobiliare, rinvenuti nel deposito dell'atrio della grotta

    Cenni sui più antichi insediamenti umani nelle Alpi Apuane

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    Contemporaneità di Paleantropi e Fanerantropi sulle coste dell'Italia Meridionale

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    Alcuni resti scheletrici, di precisa localizzazione stratigrafica, reperiti sulle coste dell'Italia Meridionale (Sud della Campania e Penisola Salentina), rivestono particolare importanza in campo paleoantropologico in quanto sono capaci di dimostrare la coesistenza di Paleantropi e Fanerantropi nella prima parte del periodo Wurmiano, in una età che, grosso modo, va dai 70.000 ai 30.000 anni da oggi. Cioè a cominciare dalla fase umida del primo Würm, fino ad una fase arida del Wiirm avanzato

    L'industria litica e la fauna del livello 1A dell'area esterna di Paglicci (Promontorio del Gargano)

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    L’insieme faunistico dello strato 1a contiene i caratteri tipici delle associazioni legate a fasi aride interstadiali a freddo moderato rinvenute nella serie interna della grotta. L’ungulato più abbondante risulta essere il Cavallo, con 63 reperti (44.4%), seguito dallo Stambecco (26.8%), dall’Uro (18.3%) e, con frequenze molto inferiori, da Camoscio, Cervo, Cinghiale e Idruntino. Per la sua struttura tipologica ed il suo grande formato, l’industria del livello 1 A dell’area esterna ci riporta agli insiemi dell’avangrotta – strato 18 A (18 della sequenza dello Zorzi) (Mezzena, Palma di Cesnola 1967), del cunicolo di accesso alla saletta delle pitture – strato 1 e del fondo della sala 1 – strato B, già attribuiti all’Epigravettiano antico “iniziale” (Palma di Cesnola 1979, 1982; Boscato, Palma di Cesnola 2000). Ricordiamo che nell’avangrotta lo strato 18 A si trovava fra il Gravettiano finale del sottostante strato 18B, datato al tetto a 20.200 ca. da oggi ed il soprastante Epigravettiano antico a Foliati dello strato17, datato alla base a 19.600 ca. da oggi. Esso dunque dovrebbe risalire al 20.000 ca. da oggi. Caratteri generali di questo orizzonte iniziale dell’Epigravettiano antico sono: il tenore piuttosto elevato dei Bulini e dei Grattaoi, quantitativamente in equilibrio tra loro, lo scarso sviluppo della Famiglia dei RAD e l’invadenza del Substrato

    Analysis of Site Formation and Assemblage Integrity Does Not Support Attribution of the Uluzzian to Modern Humans at Grotta del Cavallo.

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    Based on the morphology of two deciduous molars and radiocarbon ages from layers D and E of the Grotta del Cavallo (Lecce, Italy), assigned to the Uluzzian, it has been proposed that modern humans were the makers of this Early Upper Paleolithic culture and that this finding considerably weakens the case for an independent emergence of symbolism among western European Neandertals. Reappraisal of the new dating evidence, of the finds curated in the Taranto Antiquities depot, and of coeval publications detailing the site's 1963-66 excavations shows that (a) Protoaurignacian, Aurignacian and Early Epigravettian lithics exist in the assemblages from layers D and E, (b) even though it contains both inherited and intrusive items, the formation of layer D began during Protoaurignacian times, and (c) the composition of the extant Cavallo assemblages is influenced in a non-negligible manner by the post-hoc assignment of items to stratigraphic units distinct from that of original discovery. In addition, a major disturbance feature affected the 1960s excavation trench down to Mousterian layer F, this feature went unrecognized until 1964, the human remains assigned to the Uluzzian were discovered that year and/or the previous year, and there are contradictions between field reports and the primary anthropological description of the remains as to their morphology and level of provenience. Given these major contextual uncertainties, the Cavallo teeth cannot be used to establish the authorship of the Uluzzian. Since this technocomplex's start date is ca. 45,000 calendar years ago, a number of Neandertal fossils are dated to this period, and the oldest diagnostic European modern human fossil is the <41,400 year-old Oase 1 mandible, Neandertal authorship of the Uluzzian remains the parsimonious reading of the evidence
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