23 research outputs found

    Innovazione, ImprenditorialitĂ  e Trasferimento tecnologico: il contributo dell'European Institute of Innovation and Technology. Evidenze empiriche e prospettive future.

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    La creazione di innovazioni avviene sempre di piĂč attraverso la costituzione di network, forme varie di partenariato fra organismi nazionali e internazionali, universitĂ , enti locali, imprese, nonchĂ© di collaborazione stabile tra produttori e utilizzatori. In tal caso, i network operano, per facilitare l’incontro tra bisogni d’innovazione delle imprese e offerta di metodologie e tecnologie innovative acquisite da organismi di ricerca o imprese di altri Paesi Europei; consapevoli del fatto che le organizzazioni che agiscono a livello internazionale hanno un’opportunitĂ  unica di sfruttare varie condizioni di mercato. Diversi studi organizzativi hanno dimostrato che la forma di organizzazione a network predispone meglio, rispetto a quella gerarchica, alla condivisione di forme culturali comuni, al trasferimento di conoscenza tacita e, piĂč in generale, alla gestione equilibrata di cooperazione e competizione (Gherardi, Nicolini, 2004). Un tessuto organizzativo, che mette insieme diverse organizzazioni a vari livelli, rappresenta un sistema intrinsecamente ricco di potenzialitĂ , non solo rispetto alla creazione di nuova conoscenza e alla gestione del sapere tecnologico, ma anche rispetto al processo di circolazione e diffusione. L’Unione Europea, nonostante la presenza di numerosi e qualificati centri di ricerca, universitĂ  ed importanti dipartimenti dedicati alla R&S nazionali e comunitari, ha sempre avuto difficoltĂ  concernenti la commercializzazione dei risultati della ricerca applicata. CiĂČ Ăš dovuto a molteplici fattori, tra cui le politiche poco efficaci messe in campo dalla ComunitĂ  Europea per l’armonizzazione delle variegate policy nazionali, atteggiamenti ostili dei singoli governi nazionali, ma anche una scarsa disseminazione e conoscenza delle opportunitĂ  offerte dalle reti e dalle piattaforme promosse direttamente dalla Commissione Europea o attivate da gruppi imprenditoriali nazionali. Lo sviluppo dell’imprenditorialitĂ  costituisce la condizione per promuovere innovazioni tecnologiche e di prodotto, cosĂŹ come dello sviluppo economico. In conseguenza, alla base dell’innovazione, si ritrova l’imprenditorialitĂ  innovativa, la letteratura sull’imprenditorialitĂ  incentra la propria attenzione sugli aspetti cognitivi che conducono l’individuo ad identificare le opportunitĂ  di business per la creazione di nuove realtĂ . Le teorie relative alle opportunitĂ  imprenditoriali affermano che l’imprenditorialitĂ  Ăš influenzato dall’ambiente esterno e dal modo secondo cui le societĂ  vi si relazionano. Lo stimolo all’imprenditorialitĂ  e all’innovazione Ăš fondamentale per lo sviluppo dell’economia, anche il sistema educativo ha un ruolo chiave nel processo di stimolo ai comportamenti imprenditoriali e nello sviluppo dei processi di innovazione favorendo doti di creativitĂ  e riconoscimento di nuove opportunitĂ  che possono condurre allo sviluppo di innovazione e alla generazione di nuovi potenziali. L’importanza dell’innovazione tecnologica ai fini della crescita economica Ăš ampiamente condivisa in letteratura, cosĂŹ come Ăš riconosciuta la relazione esistente tra innovazione e ritmo di crescita di un sistema Paese. Gli elementi essenziali per il recupero e il mantenimento di competitivitĂ , elementi in grado di condizionare positivamente lo sviluppo, in un contesto globale, sono infatti la diffusione delle innovazioni tecnologiche e la valorizzazione del capitale umano, entrambi necessari per sostenere e promuovere la crescita sostenibile nel medio-lungo periodo. Sul piano della pura terminologia, diverse sono le tipologie di innovazione, in base a definizioni ampiamente condivise a livello europeo. Innovazione puĂČ essere un prodotto nuovo o migliorato in modo non routinario, sia esso un bene o un servizio, introdotto sul mercato, ovvero l’introduzione di un processo nuovo o anch’esso migliorato in modo significativo. Innovazione ed invenzione non sono sinonimi, le innovazioni sono basate su nuove conoscenze, su nuove combinazioni di conoscenze/tecnologie esistenti e possono essere radicali oppure incrementali. Il concetto di innovazione Ăš anche distinto da quello di ricerca e sviluppo, esplorativa o applicata che sia, pur essendo lo stesso oggi divenuto essenziale per la sostenibilitĂ  dei processi innovativi e per la loro effettiva trasferibilitĂ , in una societĂ  complessa dove internazionalizzazione e tecnologie abilitanti sono riconosciute come “driving force” primaria. In relazione ai gap definiti nell’analisi della letteratura e alle direzioni preliminari che hanno guidato la fase esplorativa della ricerca, sono state sviluppate ed affinate le seguenti domande di ricerca, che contribuiscono nel loro insieme a sviluppare l’obiettivo generale della ricerca che Ăš quello di indagare, comprendere e descrivere come un modello fondato su reti possa generare, guidare e sostenere l'innovazione, promuovere l’imprenditorialitĂ  e accelerare la crescita economica e sociale. Ma soprattutto comprendere in che modo ciĂČ avviene, con quali strumenti e attraverso quali logiche di innovazione si possa contribuire alla creazione di valore. Per rispondere alle domande di ricerca si Ăš scelto una tipica forma di indagine qualitativa finalizzata a cercare il “significato” della realtĂ  anche attraverso il vissuto esperienziale delle persone, il case study. Si Ăš proceduto per esaminare fenomeni contemporanei attraverso la loro osservazione diretta, le interviste alle persone coinvolte negli eventi stessi e le analisi documentali o di altro materiale. Le principali scelte epistemologiche alla base del lavoro sono state quelle della tipologia descrittiva e del metodo induttivo/qualitativo. L’approfondimento della conoscenza del tema della ricerca consente di definire con maggiore precisione, rispetto agli studi esplorativi, il tipo di informazioni, il tipo di fonti ed i metodi di raccolta dati (Mari, 1994). Secondo Yin (2003), il case study Ăš un’indagine empirica che pone fenomeni reali al centro dell’analisi, tentando di osservarli “nella loro unicitĂ , come parte di un particolare scenario e delle sue interazioni” (Patton, 1985) in relazione alla difficoltĂ  di distinguere “i confini del fenomeno dal contesto in cui esso si sviluppa ed agisce”. Attraverso il metodo del case study diviene possibile “studiare un fenomeno contemporaneo nel suo contesto di vita reale, particolarmente quando i confini tra fenomeno e contesto non sono chiaramente evidenti (...) e avvalersi di molteplici fonti di prova, con la necessaria triangolazione di dati” che vuol dire assumere ad oggetto di studio le condizioni contestuali considerate pertinenti al fenomeno indagato (Yin 2005). I due tipi di disegni della ricerca, esplorativo e descrittivo, nell’ambito dello studio che si sta portando a termine, possono essere considerati come degli stadi di un processo continuo; per quanto concerne il disegno di ricerca esplorativo, esso Ăš stato sviluppato quale fase a monte dello studio, attraverso la ricognizione di materiale bibliografico, cartaceo ed elettronico (che include anche rapporti di monitoraggio e di valutazione) e grazie al confronto sui temi di ricerca, con diversi attori coinvolti con l’European Institute of Innovation and Technology, in ambito nazionale ed internazionale. L’analisi documentale ha cosĂŹ consentito di postulare i propositi di ricerca oggetto di approfondimento nell’indagine empirica (fase descrittiva). Per quanto concerne le fonti dei dati, considerato il problema della ricerca ed il taglio descrittivo della stessa, si Ăš ritenuto di utilizzare in maniera complementare sia dati raccolti per lo scopo specifico dell’indagine (dati primari), che dati giĂ  disponibili sui singoli fenomeni oggetto di rilevazione (dati secondari); La successiva indagine sul campo per la verifica/approfondimento dei quesiti di ricerca Ăš stata sviluppata attraverso la realizzazione di interviste a diversi attori, direttamente coinvolte nelle attivitĂ  promosse dalla “Knowledge and Innovation Communities” (KIC) EIT Health e all’osservazione diretta. Questa derivata dall’insorgere dell’esigenza di varietĂ  e ricchezza di informazioni in relazione ad elementi difficilmente quantificabili, il cui sviluppo Ăš influenzato da molteplici variabili di tipo comportamentale, manageriale e di contesto. Il contatto diretto, infatti, ha costituito un canale informativo privilegiato in quanto sta consentendo di cogliere, oltre alle evidenze oggettive, anche quelle soggettive, che nella ricerca rivestono un ruolo non trascurabile. Considerata la complessitĂ  dell’oggetto di indagine, nella raccolta dei dati ci si Ăš avvalsi della triangolazione (Mari, op. cit., 1994), ricorrendo all’utilizzo di diversi strumenti: analisi documentale, interviste e osservazione. I risultati empirici mostrano che l'IET puĂČ essere considerato come un nuovo e valido approccio per migliorare l'innovativitĂ  a livello dell'UE. . Il passaggio a piĂč modelli di innovazione aperta riflette il potere degli approcci combinatori, sebbene siano necessarie strutture istituzionali che consentano di realizzare pienamente le opportunitĂ . Il modello di rete dell'EIT riflette questo modo di pensare e suggerisce che l'approccio rimane concettualmente ben fondato, oltre ad affrontare le carenze sistemiche riconosciute. Evidenze empiriche rivelano che nel contesto dell'economia della conoscenza e di crescente concorrenza a livello globale, anche alla luce della sfida demografica affrontata internamente dall'Europa, la crescita economica e l'occupazione in futuro verranno influenzate anche da innovazioni nei prodotti, nei servizi e nei modelli di attivitĂ , nonchĂ© dalla capacitĂ  della stessa Europa di coltivare, attrarre e trattenere talenti. I risultati possono avere alcune implicazioni pratiche, lo studio puĂČ consentire una migliore comprensione del ruolo e delle opportunitĂ  che il network EIT, anche attraverso le sue Knowledge Innovation Communities offre ai diversi attori coinvolti nell’ecosistema dell’innovazione. La comprensione dell’organismo, del suo funzionamento e degli strumenti che esso utilizza puĂČ certamente contribuire ad una maggiore consapevolezza delle opportunitĂ  intrinseche che l’appartenenza a tale network puĂ  favorire lo sviluppo di innovazione, la diffusione dell’imprenditorialitĂ  e i processi di trasferimento tecnologico all’interno del tessuto economico, anche nazionale

    The usefulness of sustainable business models: Analysis from oil and gas industry

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    The management of offshore platforms at the end of their production phase is a complex issue for technological, socioeconomic, ecological and safety reasons. The decommissioning or reconversion of offshore platforms in the context of a circular economy (CE) will lead to new knowledge acquisition, changing values and changing behaviours towards sustainability consistent with the ‘new’ business objectives. Multiuse platforms at sea (MUPSs) represent an interesting solution for development of marine infrastructures, including areas in which to start and develop various creative economic activities that are in harmony with the needs of environmental protection including renewable energy, sea shellfish farming, decarbonisation plants, tourism, and recreation. Particularly, the research activity focused on a deep literature review of offshore platform decommissioning and sustainable business model (SBM) in a CE context. This allowed us to access the sustainable business model canvas (SBMC), a conceptual tool that represents a holistic view of the different managerial multiuse options and their social and environmental impacts. Besides, to test the SBMC, we adopt an empirical analysis by semi-structured questionnaires given to a sample of stakeholders in the decommissioning industry. The methodology was enriched by interviews with key informants to better investigate the business ecosystem and the feasibility of decommissioning applied to the case of an Italian offshore platform located in the Adriatic Sea. This article aims to contribute to supporting SBMs development following a holistic approach in relationship with all stakeholders and propose a multi-criteria decision-making analysis for evaluating and comparing alternative decommissioning options

    Sustainable Decommissioning of Offshore Platforms: a Proposal of Life-Cycle Cost-Benefit Analysis in ItalianOil and Gas Industry

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    The decommissioning of offshore Oil & Gas platforms, at the end of their life cycle, has been a very controversial topic in recent years. Moreover, the decommissioning complexity increases if we consider a shift towards a linear economy to a circular one. The latter pushes to innovate business models and re-configure the value chain activities in a sustainable way. Starting from these considerations, this work aims to identify a cost-benefit model suitable for evaluating sustainable business models of offshore platforms. After a literature review of different models for analysing maintenance and decommissioning Real Options (ROs), the Life-Cycle Cost-Benefit (LCCB) analysis has been selected as the most adequate managerial tool for evaluating and comparing the Net Present Value (NPV) of platforms compared the maintenance and decommissioning costs. The LCCB tool could aid the managers in the oil and gas industry to quantify the decommissioning and maintenance costs including capital expenditure (CapEx) and risk expenditure (RiskEx). In the future steps, to test the LCCB model, an empirical analysis could be carried out on a sample of organizations interested in the sustainable decommissioning of offshore platforms

    The Role of Oil and Gas Offshore Platform Reconversion in Creating Artificial Reefs

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    In recent times, decommissioning of offshore platforms has become an even more discussed topic, for its relevant environmental, social, and economic repercussions. In particular, by carrying out economic considerations, all the divestiture possibilities applicable to an offshore platform and the relative sustainable business models (SBMs) will be analyzed in a wide framework of the circular economy and sustainable principles. In this scenario, sustainable decommissioning (SD) of offshore platforms process refers to multidimensional and interdisciplinary challenges, which requires a deep understanding of technical, legal, economic, financial, social, and environmental variables. The decommissioning of these structures is an issue that has gained a great deal of international attention and will require in the next years an open dialogue and exchange between institutions, oil and gas companies, enterprises, and the environment

    An ecosystems perspective on the reconversion of offshore platforms: Towards a multi‐level governance

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    The decommissioning of offshore platforms has been increasingly discussed due to its economic, social, and environmental impacts. The high complexity of this multilevel context pushes for the adoption of a service ecosystem view to explore the value propositions and actors' relations involved in resource exchanges. This study follows a mixed-method approach based on semistructured interviews conducted with oil and gas stakeholders and content analysis of the secondary data collected. The results highlight the ecosystem elements and identify the main drivers for sustainable growth in the process of the reconversion of oil and gas assets. A “meta” level is theorized to investigate how the actors' purposes can be harmonized with an ecosystem's goal to encourage the diffusion of a sustainable-oriented culture in the context of offshore decommissioning. In this sense, the study provides several insights for researchers and professionals in both the local and national governance field and the oil and gas industry

    Efficacy Evaluation of Cu- and Ag-Based Antibacterial Treatments on Polypropylene Fabric and Comparison with Commercial Products

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    Filter masks are disposable devices intended to be worn in order to reduce exposure to potentially harmful foreign agents of 0.1–10.0 microns. However, to perform their function correctly, these devices should be replaced after a few hours of use. Because of this, billions of non-biodegradable face masks are globally discarded every month (3 million/minute). The frequent renewal of masks, together with the strong environmental impact of non-biodegradable plastic-based mask materials, highlights the need to find a solution to this emerging ecological problem. One way to reduce the environmental impact of masks, decrease their turnover, and, at the same time, increase their safety level is to make them able to inhibit pathogen proliferation and vitality by adding antibacterial materials such as silver, copper, zinc, and graphene. Among these, silver and copper are the most widely used. In this study, with the aim of improving commercial devices’ efficacy and eco-sustainability, Ag-based and Cu-based antibacterial treatments were performed and characterized from morphological, compositional, chemical–physical, and microbiological points of view over time and compared with the antibacterial treatments of selected commercial products. The results demonstrated the good distribution of silver and copper particles onto the surface of the masks, along with almost 100% antibacterial capabilities of the coatings against both Gram-positive and Gram-negative bacteria, which were still confirmed even after several washing cycles, thus indicating the good potential of the developed prototypes for mask application

    Reducing the environmental impact of surgery on a global scale: systematic review and co-prioritization with healthcare workers in 132 countries

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    Abstract Background Healthcare cannot achieve net-zero carbon without addressing operating theatres. The aim of this study was to prioritize feasible interventions to reduce the environmental impact of operating theatres. Methods This study adopted a four-phase Delphi consensus co-prioritization methodology. In phase 1, a systematic review of published interventions and global consultation of perioperative healthcare professionals were used to longlist interventions. In phase 2, iterative thematic analysis consolidated comparable interventions into a shortlist. In phase 3, the shortlist was co-prioritized based on patient and clinician views on acceptability, feasibility, and safety. In phase 4, ranked lists of interventions were presented by their relevance to high-income countries and low–middle-income countries. Results In phase 1, 43 interventions were identified, which had low uptake in practice according to 3042 professionals globally. In phase 2, a shortlist of 15 intervention domains was generated. In phase 3, interventions were deemed acceptable for more than 90 per cent of patients except for reducing general anaesthesia (84 per cent) and re-sterilization of ‘single-use’ consumables (86 per cent). In phase 4, the top three shortlisted interventions for high-income countries were: introducing recycling; reducing use of anaesthetic gases; and appropriate clinical waste processing. In phase 4, the top three shortlisted interventions for low–middle-income countries were: introducing reusable surgical devices; reducing use of consumables; and reducing the use of general anaesthesia. Conclusion This is a step toward environmentally sustainable operating environments with actionable interventions applicable to both high– and low–middle–income countries

    Universities and Knowledge Triangle Mode: The EIT Health experience

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    The awareness of Knowledge Triangle as one of the drivers of innovation has been increasing in the past decades. Cooperation between higher education, business and research is at the core of the Knowledge Triangle universities are key players in Europe’s research and innovation landscape. This paper aims to analyzes the Knowledge Triangle and the ways in which its principles are applied in university practice. This work analyzes the European Institute of Innovation and Technology (EIT) - specifically on its “Knowledge and Innovation Community” (KIC) focused on the health sector named “EIT Health” – to improve our understanding of the different ways to implement a model in practice. The concept of the Knowledge Triangle is not just a theoretical idea has attracted already considerable interest, however, there is scant evidence on the different forms Knowledge Triangle may actually display. The present study starts to remedy this gap and contributes the management field by providing evidence about the EIT Health experience. The research methodology applied in this study is case study approach. The phenomenon under investigation is the relationship between Knowledge Triangle and forms of collaboration. The preliminary empirical results show that policies and strategies focusing upon practice application of the Knowledge Triangle play a key role, also highlights the opportunities that integration of the they dimensions is essential to delivering the added value in terms of fostering innovation

    How About Value Chain in Smart Cities? Addressing Urban Business Model Innovation to Circularity

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    In the last years, the concept of “smart city” has been the subject of increasing attention in urban planning and governance due to the sustainability challenges and great technological advancements. Although the relevant literature highlights those smart cities can create a fertile environment to drive innovation from a technological, managerial and organizational, and policy point of view how smart cities function, in terms of their value chain and in light of sustainability and circularity is still an open question. Based on these considerations, this work aims to investigate how smart cities deliver value by combining environmental, societal, and financial priorities to re-imagine their core business models and shift the boundaries of urban competition in light of circular economy principles. To reach this goal, the tool Sustainable Business Model Innovation Canvas has been applied in the urban context with the aim to create and leverage an environmental and societal surplus in light of circularity in the smart city framework. Preliminary results shed light on new vistas on the future and new challenges of smart cities particularly relevant for facing the current complexity of the economy, social, and environmental changes
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