34 research outputs found

    Rationale and design of an independent randomised controlled trial evaluating the effectiveness of aripiprazole or haloperidol in combination with clozapine for treatment-resistant schizophrenia

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    <p>Abstract</p> <p>Background</p> <p>One third to two thirds of people with schizophrenia have persistent psychotic symptoms despite clozapine treatment. Under real-world circumstances, the need to provide effective therapeutic interventions to patients who do not have an optimal response to clozapine has been cited as the most common reason for simultaneously prescribing a second antipsychotic drug in combination treatment strategies. In a clinical area where the pressing need of providing therapeutic answers has progressively increased the occurrence of antipsychotic polypharmacy, despite the lack of robust evidence of its efficacy, we sought to implement a pre-planned protocol where two alternative therapeutic answers are systematically provided and evaluated within the context of a pragmatic, multicentre, independent randomised study.</p> <p>Methods/Design</p> <p>The principal clinical question to be answered by the present project is the relative efficacy and tolerability of combination treatment with clozapine plus aripiprazole compared with combination treatment with clozapine plus haloperidol in patients with an incomplete response to treatment with clozapine over an appropriate period of time. This project is a prospective, multicentre, randomized, parallel-group, superiority trial that follow patients over a period of 12 months. Withdrawal from allocated treatment within 3 months is the primary outcome.</p> <p>Discussion</p> <p>The implementation of the protocol presented here shows that it is possible to create a network of community psychiatric services that accept the idea of using their everyday clinical practice to produce randomised knowledge. The employed pragmatic attitude allowed to randomly allocate more than 100 individuals, which means that this study is the largest antipsychotic combination trial conducted so far in Western countries. We expect that the current project, by generating evidence on whether it is clinically useful to combine clozapine with aripiprazole rather than with haloperidol, provides physicians with a solid evidence base to be directly applied in the routine care of patients with schizophrenia.</p> <p>Trial Registration</p> <p><b>Clincaltrials.gov Identifier</b>: NCT00395915</p

    Reducing the environmental impact of surgery on a global scale: systematic review and co-prioritization with healthcare workers in 132 countries

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    Abstract Background Healthcare cannot achieve net-zero carbon without addressing operating theatres. The aim of this study was to prioritize feasible interventions to reduce the environmental impact of operating theatres. Methods This study adopted a four-phase Delphi consensus co-prioritization methodology. In phase 1, a systematic review of published interventions and global consultation of perioperative healthcare professionals were used to longlist interventions. In phase 2, iterative thematic analysis consolidated comparable interventions into a shortlist. In phase 3, the shortlist was co-prioritized based on patient and clinician views on acceptability, feasibility, and safety. In phase 4, ranked lists of interventions were presented by their relevance to high-income countries and low–middle-income countries. Results In phase 1, 43 interventions were identified, which had low uptake in practice according to 3042 professionals globally. In phase 2, a shortlist of 15 intervention domains was generated. In phase 3, interventions were deemed acceptable for more than 90 per cent of patients except for reducing general anaesthesia (84 per cent) and re-sterilization of ‘single-use’ consumables (86 per cent). In phase 4, the top three shortlisted interventions for high-income countries were: introducing recycling; reducing use of anaesthetic gases; and appropriate clinical waste processing. In phase 4, the top three shortlisted interventions for low–middle-income countries were: introducing reusable surgical devices; reducing use of consumables; and reducing the use of general anaesthesia. Conclusion This is a step toward environmentally sustainable operating environments with actionable interventions applicable to both high– and low–middle–income countries

    The European Account Preservation Order Procedure

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    The European Account Preservation Order Procedur

    Osservazioni sul principio di non contestazione

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    Osservazioni sul principio di non contestazione

    Una lettura sostanziale e funzionale dell'art. 342 c.p.c.

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    Una lettura sostanziale e funzionale dell'art. 342 c.p.c

    La relativit&#224; della tutela camerale

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    Questa riflessione sistematica muove dalla percezione che la tutela camerale ha un significato relativo per la discrezionalit\ue0 che \ue8 implicita nella scelta del metodo d\u2019indagine e del sistema giurisdizionale di riferimento. L\u2019autore, ponendo al centro della riflessione le situazioni giuridiche sostanziali e la strumentalit\ue0 del processo rispetto a queste, osserva che il carattere relativo della tutela camerale non esclude il sistema, lo sposta semplicemente di pi\uf9 verso l\u2019elemento sostanziale, facendo dialogare rito e merito per mezzo dei principi costituzionali, pur con diverse modalit\ue0 e variet\ue0 di effetti. Cos\uec la tesi della relativit\ue0 della tutela camerale, come intesa dall\u2019autore, non solo non esclude il sistema, ma al contrario mette in evidenza in modo ancora pi\uf9 netto le possibili relazioni strumentali tra rito e merito e, segnatamente, la circostanza che il rito va modulato in correlazione alla peculiarit\ue0 delle situazioni soggettive coinvolte e in funzione delle specifiche esigenze di tutela quali derivano dal piano sostanziale. \uc8 questo il punto su cui \ue8 necessario insistere, secondo l\u2019autore, giacch\ue9 \ue8 vana fatica circoscrivere l\u2019ambito di applicazione della tutela camerale, quasi che ve ne fosse uno solo da considerarsi elettivo, mentre in realt\ue0 l\u2019ambito di applicazione dei procedimenti camerali \ue8 in funzione di quel rapporto tra forma e sostanza che sotto diverse apparenze si ripresenta in tutti i campi della scienza processuale. L\u2019indagine offre dunque una definizione relativa, fluida della tutela camerale, tale da potersi adattare alle diverse fattispecie sostanziali e rispondere alle specifiche esigenze di tutela: ci\uf2 \ue8 quanto richiede la riconosciuta strumentalit\ue0 del processo rispetto al diritto materiale

    Il vecchio e il nuovo art. 26-bis, comma 1, c.p.c.: che cosa (non) cambia?

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    L'articolo analizza la modifica dell’art. 26-bis, comma 1, c.p.c. disposta dall’art. 1, comma 29, l. 26 novembre 2021, n. 206, in tema di competenza per territorio nel pignoramento presso terzi quando il debitore esecutato sia una pubblica amministrazione

    Il vincolo di strumentalità «a doppio binario» tra tutela anticipatoria e tutela di merito nella novellazione del 2005

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    Il vincolo di strumentalità «a doppio binario» tra tutela anticipatoria e tutela di merito nella novellazione del 2005

    Appunti sulla scindibilit\ue0 d'ufficio dell'an debeatur dal quantum debeatur

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    a) La possibilit\ue0 di scindere, su istanza di parte, il giudizio sull\u2019an e sul quantum. L\u2019art. 278, comma 1\uba, c.p.c. prevede che, nell\u2019ambito di un giudizio per risarcimento danni, il giudice possa, su istanza di parte, scindere la pronuncia sull\u2019an da quella sul quantum nell\u2019ambito del medesimo giudizio, quando, proposta in origine una domanda di condanna volta ad accertare l\u2019esistenza di un diritto e la liquidazione di una somma, la situazione probatoria consigli di provvedere intanto con una sentenza non definitiva che accerti la sussistenza dell\u2019an, rinviando poi la liquidazione del quantum alla prosecuzione dello stesso giudizio. b) La scindibilit\ue0 d\u2019ufficio del giudizio sull\u2019an debeatur da quello sul quantum debeatur. La Corte di cassazione consente al giudice, nell\u2019ambito di un giudizio per risarcimento danni, di scindere d\u2019ufficio, anzich\ue9 su istanza di parte come previsto dall\u2019art. 278, comma 1\uba, c.p.c., la pronuncia sull\u2019an da quella sul quantum, cio\ue8 il profilo della sussistenza del diritto dal profilo risarcitorio, rinviando quest\u2019ultimo ad una fase successiva del medesimo giudizio. c) Spunti di riflessione. La sentenza annotata si espone a rilievi critici non solo rispetto al tenore letterale dell\u2019art. 278, comma 1\uba, c.p.c., ai principi della corrispondenza fra il chiesto ed il pronunciato e dell\u2019onere della prova, ma anche sotto il profilo di una tutela efficace del convenuto sul piano sostanziale e processuale

    L'abuso dell'appello

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    Questa riflessione sistematica sull'abuso dell’appello muove dalla constatazione della difficoltà di assicurare la tutela giurisdizionale nel doppio grado: il principio costituzionale di ragionevole durata del processo si riflette nel concetto di abuso, vale a dire nella richiesta di protezione giuridica di posizioni che non ne sono meritevoli. Le recenti e non terminate tensioni legislative, che hanno visto l’introduzione nel 2012 del cosiddetto "filtro in appello", esprimono la fatica nel trovare un giusto equilibrio fra il diritto di difesa e la necessità di sfoltire rapidamente le impugnazioni abusive. L'autore, dopo un'attenta analisi della disciplina oggi vigente, incentra la propria attenzione sulla nozione di interesse ad impugnare. Questo concetto è stato tradizionalmente identificato con la semplice soccombenza. L’autore propone, invece, di integrare tale condizione di ammissibilità con la sussistenza di una ragionevole attesa di ottenere, attraverso l'impugnazione, un risultato utile. Se questo ulteriore elemento manca, secondo la tesi sottoposta a dimostrazione, l’appello risulta carente di interesse e quindi abusivo, il che giustifica l’adozione, da parte del legislatore, di misure (quelle attuali o altre diverse e future) idonee a permettere la reiezione dell’impugnazione in via immediata. Il punto non è solo italiano e l’autore lo dimostra analizzando le soluzioni di altri sistemi, da quello dell’Unione europea a quello tedesco, talora impropriamente assunto a modello della riforma del 2012. Le tesi svolte nel volume si distaccano, in una certa misura, dalla posizione della dottrina prevalente che ha ampiamente criticato l’introduzione del filtro in appello, proponendo invece una lettura che, almeno in parte, recupera in positivo l’iniziativa del legislatore
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