20 research outputs found

    Lingua italiana e femminile

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    Questo articolo esamina alcuni contributi recenti sul sessismo linguistico, con riferimento specificamente all'italiano. Si toccano questioni di carattere teorico e ideologico (compresa quella del «politicamente corretto») oltre ad esempi di natura grammaticale e lessicale: in particolare le parole che designano attività professionali esercitate da donne, e l'uso del suffisso «-essa» nei termini «dottoressa», «professoressa», «studentessa».This paper examines some recent discussions on linguistic sexism, with special reference to Italian. It touches on some general theoretical and ideological points (including the question of «political correctness»), as well as specific examples concerning Italian grammar and vocabulary: in particular the designations of female professional activities, and the use of the suffix «-essa» in the words «dottoressa», «professoressa», «studentessa»

    I tempi del passato

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    Normalmente in italiano, in una frase principale, per riferirci al passato, abbia­ mo la scelta fra Imperfetto (scrivevo), Passato Prossimo (PP) (ho scritto), e Passato Remoto (PR) (scrissi). Trascuriamo qui ii fatto che Imperfetto e PR appartengano inequivocabilmente al paradigma morfologico del verbo, mentre il PP è una forma composta, costruita sintatticamente, che si potrebbe voler affiancare ad altri costrutti, come sto scrivendo ecc.; del resto ci sono proposte generativiste di considerare ii PP come risultante dall'inserimento di una frase al passato entro un predicato al presente (l'ausiliare). Postuliamo invece che, a qualche livello, si ponga, nel sistema verbale italiano, la scelta fra i tre paradigmi citati (indipendentemente dalla constatazione che essi di fatto compaiono nelle tradizionali grammatiche italiane). Notiamo anche che ii Trapassato Prossimo, in maniera esplicita o implicita, e ii Trapassato Remoto in ma­ niera esplicita, nell'italiano modemo indicano anteriorità relativa, rispetto a un altro punto di riferimento passato

    Glagolske oblike za preteklost

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    Normalmente in italiano, in una frase principale, per riferirci al passato, abbia­ mo la scelta fra Imperfetto (scrivevo), Passato Prossimo (PP) (ho scritto), e Passato Remoto (PR) (scrissi). Trascuriamo qui ii fatto che Imperfetto e PR appartengano inequivocabilmente al paradigma morfologico del verbo, mentre il PP è una forma composta, costruita sintatticamente, che si potrebbe voler affiancare ad altri costrutti, come sto scrivendo ecc.; del resto ci sono proposte generativiste di considerare ii PP come risultante dall'inserimento di una frase al passato entro un predicato al presente (l'ausiliare). Postuliamo invece che, a qualche livello, si ponga, nel sistema verbale italiano, la scelta fra i tre paradigmi citati (indipendentemente dalla constatazione che essi di fatto compaiono nelle tradizionali grammatiche italiane). Notiamo anche che ii Trapassato Prossimo, in maniera esplicita o implicita, e ii Trapassato Remoto in ma­ niera esplicita, nell'italiano modemo indicano anteriorità relativa, rispetto a un altro punto di riferimento passato.Avtorja pretresata véliki in tolikokrat obdelani problem vrednosti glagolskih oblik za preteklost v italijanščini, imperfekta, enostavnega in sestavljenega preteklika, torej tistih, katerih vrednosti se preple­ tajo z glagolskim vidom v slovanskih jezikih. Začenjata s kronologijo pojava, ki mu je ravno slovansko jezikoslovje dalo ime "glagolski vid", "aspekt"; opozarjata, da je vid pravzaprav napačen prevod: eidos pomeni v grščini 'visto', 'kategorijo'. Razmejujeta aspekt od (na nemskih univerzah zraslega izraza) Aktionsart. Tehtata, nadalje, ustreznost definicij za te glagolske paradigme v italijanskih slovnicah od najstarejse, neizdane, ki je delo italijanskega renesancnika Leona Battiste Albertija pa vse do danasnjih dni. Študija opozarja, da je bila raba v starih toskanskih besedilih dokaj drugačna, arhaična raba pa da je še zmeraj mogoča, seveda kot stilistično sredstvo. Zelo natančno je analizirana raba enostavnega pretekli­ka proti sestavljenemu, posebej še v Toskani, opozarja pa se tudi na primere, kjer je raba ene ali druge paradigme izključena: v stavku Mario è arrivato da almeno due ore 'Mario je prišel vsaj že pred dvema urama' enostavni preterit ni uporabljiv; so pa stavcne dvojnice, kjer izbira paradigme spremeni pomen: Finalmente ha mangiato/Finalmente mangiò: v drugem primeru gre za ingresivni aspekt 'koncno se je spravil k jedi/sklenil je, da bo nehal s postom'. Študijo končuje kratka, zgoščena primerjava med sistemom v italijanščini in angleščini; opozarja še na negotovost italijanskega govorca (velja pa seveda tudi obratno), ko skuša glagolski sistem svojega jezika uporabiti v angleščini

    Letteratura italiana ed europea. Luigi Meneghello

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    I termini ‘italiano’ ed ‘europeo’ sono singolarmente appropriati all’opera di Luigi Meneghello, da un lato per la sua vicenda culturale e biografica e dall’altro per il contentuto dei suoi libri e per la natura linguistica ed espressiva della sua scrittura. Svevo, Gadda e Meneghello sono autori italiani, ma anche europei. Per tutti e tre la distinzione fra dialetto, lingua nazionale e lingue straniere si rivela insoddisfacente e superficiale

    Il veneto dall’estero

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    Lepschy concentrates his own remarks more on those elements associating «language» to «dialects» than on their being in contrast, because he is convinced of the fact that the opposition between the Italian language and dialects is an «illusory device», while Italian culture and civilisation can be conceived only if they coexist

    Lingua italiana e femminile

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    Questo articolo esamina alcuni contributi recenti sul sessismo linguistico, con riferimento specificamente all'italiano. Si toccano questioni di carattere teorico e ideologico (compresa quella del «politicamente corretto») oltre ad esempi di natura grammaticale e lessicale: in particolare le parole che designano attività professionali esercitate da donne, e l'uso del suffisso «-essa» nei termini «dottoressa», «professoressa», «studentessa».This paper examines some recent discussions on linguistic sexism, with special reference to Italian. It touches on some general theoretical and ideological points (including the question of «political correctness»), as well as specific examples concerning Italian grammar and vocabulary: in particular the designations of female professional activities, and the use of the suffix «-essa» in the words «dottoressa», «professoressa», «studentessa»
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