366 research outputs found

    Power Law Tails in the Italian Personal Income Distribution

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    We investigate the shape of the Italian personal income distribution using microdata from the Survey on Household Income and Wealth, made publicly available by the Bank of Italy for the years 1977--2002. We find that the upper tail of the distribution is consistent with a Pareto-power law type distribution, while the rest follows a two-parameter lognormal distribution. The results of our analysis show a shift of the distribution and a change of the indexes specifying it over time. As regards the first issue, we test the hypothesis that the evolution of both gross domestic product and personal income is governed by similar mechanisms, pointing to the existence of correlation between these quantities. The fluctuations of the shape of income distribution are instead quantified by establishing some links with the business cycle phases experienced by the Italian economy over the years covered by our dataset.Comment: Latex2e v1.6; 14 pages with 10 figures; preprint submitted to Physica

    Crescita e fluttuazioni economiche: un'analisi di lungo periodo dell'Italia postunitaria, 1861-2009

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    Il lavoro fornisce una valutazione empirica dell'evoluzione economica di fondo e delle fluttuazioni cicliche in Italia per il lungo periodo di tempo dal 1861 al 2009. A tale scopo, l'analisi utilizza le ricostruzioni delle serie storiche di contabilit\ue0 nazionale elaborate da Fenoaltea per il periodo 1861-1913 e da Rossi, Sorgato e Toniolo per gli anni 1913-1970, insieme alle stime ISTAT dei conti economici nazionali dal 1970 al 2009. L'analisi di serie storiche annuali dall'Unit\ue0 al presente \ue8 stata condotta essenzialmente con l'obiettivo di riconsiderare l'ipotesi dell'uniformit\ue0 nel corso del tempo dei cicli economici implicita nell'approccio metodologico di gran parte della pi\uf9 recente ed accreditata letteratura sulle fluttuazioni di breve periodo - in particolare, della teoria RBC. Dall'evidenza empirica presentata nel lavoro emergono infatti forti "caveat" contro questa ipotesi. Intanto, la struttura economica del paese lungo il sentiero di crescita muta nel corso del tempo, il che lascia ragionevolmente supporre che il comportamento ciclico dell'economia italiana di oggi non sia paragonabile a quello, per esempio, dell'Italia all'indomani dell'Unit\ue0. Inoltre, investigando il ciclo economico italiano nel periodo considerato in base a diversi approcci metodologici sorgono notevoli perplessit\ue0 circa la possibilit\ue0 di individuare ed interpretare cambiamenti sistematici nel corso del tempo - e cio\ue8 la meccanica "ripetizione" delle fluttuazioni - aprendo piuttosto la questione del comportamento possibilmente differente dell'economia italiana durante le diverse fasi del ciclo. Infatti, l'analisi nel dominio temporale secondo l'approccio RBC mostra come la variabilit\ue0 delle fluttuazioni sia andata progressivamente attenuandosi dopo il secondo conflitto mondiale, un risultato che trova sostanziale conferma con l'applicazione della trasformata "wavelet". In secondo luogo, tutte le componenti del PIL e del valore aggiunto risultano coincidenti e procicliche, sebbene il segno e l'entit\ue0 delle correlazioni di ogni singola componente con la serie di riferimento a livello aggregato si modifichino nel corso del tempo. Infine, integrando le statistiche descrittive nel dominio temporale con un'analisi di tipo NBER, i risultati presentati evidenziano la presenza di asimmetrie tra cicli e fasi individuali sia in termini di durata che di ampiezza. Sul piano teorico, l'insieme di questi risultati sembra dunque offrire supporto alla tesi dell'eterogeneit\ue0 delle fluttuazioni in Italia. Questa conclusione, che appare incompatibile con l'approccio dominante della letteratura RBC, ha delle conseguenze rilevanti per l'analisi delle fluttuazioni in particolare, e per la teoria macroeconomica in generale. L'ipotesi di somiglianza dei cicli economici rappresenta infatti un corollario della visione secondo cui gli agenti economici sono identici, per cui l'individuo rappresentativo pu\uf2 divenire nelle rappresentazioni formalizzate lo strumento analitico che consente di utilizzare per le grandezze aggregate i risultati ottenuti a livello microeconomico. Questa metodologia ha comportato, per quanto riguarda lo studio delle fluttuazioni, che gli strumenti di analisi fossero quasi esclusivamente quelli macroeconomici. Inoltre, essa preclude la possibilit\ue0 di individuare le determinanti causali nelle componenti microeconomiche se quest'ultime influenzano le grandezze aggregate. Per l'analisi delle fluttuazioni economiche occorre, quindi, una riconsiderazione degli strumenti analitici da utilizzare. L'analisi condotta in questo lavoro rivela infatti che le fluttuazioni costituiscono un evento complesso e per molti aspetti peculiare, di cui l'indagine aggregata rappresenta solo un primo passo. Se questo \ue8 vero, individuare le regolarit\ue0 empiriche del ciclo economico, trascurando i fattori che governano i cambiamenti di tali regolarit\ue0, non pu\uf2 che generare risultati, nella migliore delle ipotesi, parziali

    A k-generalized statistical mechanics approach to income analysis

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    This paper proposes a statistical mechanics approach to the analysis of income distribution and inequality. A new distribution function, having its roots in the framework of k-generalized statistics, is derived that is particularly suitable to describe the whole spectrum of incomes, from the low-middle income region up to the high-income Pareto power-law regime. Analytical expressions for the shape, moments and some other basic statistical properties are given. Furthermore, several well-known econometric tools for measuring inequality, which all exist in a closed form, are considered. A method for parameter estimation is also discussed. The model is shown to fit remarkably well the data on personal income for the United States, and the analysis of inequality performed in terms of its parameters reveals very powerful.Comment: LaTeX2e; 15 pages with 1 figure; corrected typo

    Heterogeneity and Aggregation in a Financial Accelerator Model

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    In this paper we present a macroeconomic model in which changes in the variance (and higher moments of the distribution) of firm's financial conditions - i.e. "distributive shocks" - are bound to play a crucial role in the determination of output fluctuations. Firms differ by degree of financial robustness, which affects (optimal) investment in a bankruptcy risk context (à la Greenwald-Stiglitz). As to households, for the sake of simplicity, we assume that they are homogeneous in every respect so that we can adopt the representative agent hypothesis. We can explore the properties of the macro-dynamic model either via the study of the two-dimensional map defining the laws of motion of the average equity ratio and of the variance of the distribution or via simulations in a multiagent framework.

    Una rilettura della crescita ciclica in Italia tra il 1861 e il 2009

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    Il lavoro fornisce una valutazione empirica dell'evoluzione economica di fondo e delle fluttuazioni cicliche in Italia per il lungo periodo di tempo dal 1861 al 2009. A tale scopo, l'analisi utilizza le ricostruzioni delle serie storiche di contabilit\ue0 nazionale elaborate da Fenoaltea (2005a,b, 2006) per il periodo 1861-1913 e da Rossi et al. (1993) per gli anni 1913-1970, insieme alle stime ISTAT dei conti economici nazionali dal 1970 al 2009. L'analisi di serie storiche annuali dall'Unit\ue0 al presente \ue8 condotta con l'obiettivo di riconsiderare la tesi dell'uniformit\ue0 nel corso del tempo dei cicli economici, implicita nell'approccio metodologico di gran parte della pi\uf9 recente ed accreditata letteratura sulle fluttuazioni di breve periodo\u2014in particolare, della teoria RBC. Dall'evidenza empirica presentata nel lavoro emergono infatti forti caveat contro questa ipotesi. Intanto, la struttura economica del paese lungo il sentiero di crescita muta nel corso del tempo, il che lascia ragionevolmente supporre che il comportamento ciclico dell'economia italiana di oggi non sia paragonabile a quello, per esempio, dell'Italia all\u2019indomani dell'Unit\ue0. Inoltre, investigando il ciclo economico italiano nel periodo considerato in base a diverse metodologie di analisi, sorgono notevoli perplessit\ue0 circa la possibilit\ue0 di individuare ed interpretare cambiamenti sistematici nel corso del tempo. Infatti, i risultati dell'analisi nel dominio temporale secondo l'approccio RBC mostrano in primo luogo una riduzione della variabilit\ue0 delle fluttuazioni nel secondo dopoguerra, che riflette la maggiore stabilit\ue0 delle componenti di domanda e di offerta. Inoltre, tutte le componenti del PIL e del valore aggiunto sono coincidenti e procicliche, sebbene il segno e l'entit\ue0 delle correlazioni di ogni singola componente con la serie di riferimento a livello aggregato si modifichino nel corso del tempo. Infine, integrando le statistiche descrittive nel dominio temporale con un'analisi dettagliata di cicli e fasi presi individualmente come nella tradizione NBER, i risultati segnalano nel complesso la presenza di asimmetrie tra cicli e fasi individuali, sia in termini di durata che di ampiezza, che offrono ulteriore supporto alla tesi dell'eterogeneit\ue0 delle fluttuazioni in Italia. Questa conclusione, che appare incompatibile con l'approccio dominante della letteratura RBC, ha delle conseguenze rilevanti per l'analisi delle fluttuazioni in particolare, e per la teoria macroeconomica in generale. L'ipotesi di somiglianza dei cicli economici rappresenta infatti un corollario della visione secondo cui gli agenti economici sono identici, per cui l'individuo rappresentativo pu\uf2 divenire nelle rappresentazioni formalizzate lo strumento analitico che consente di utilizzare per le grandezze aggregate i risultati ottenuti a livello microeconomico. Questa metodologia ha comportato, per quanto riguarda lo studio delle fluttuazioni, che gli strumenti di analisi fossero quasi esclusivamente quelli macroeconomici. Inoltre, essa preclude la possibilit\ue0 di individuare le determinanti causali nelle componenti microeconomiche se quest'ultime influenzano le grandezze aggregate. Per l'analisi delle fluttuazioni economiche occorre, dunque, una riconsiderazione degli strumenti analitici da utilizzare. L'analisi condotta in questo lavoro rivela infatti che le fluttuazioni costituiscono un evento complesso e per molti aspetti peculiare , di cui l'indagine aggregata rappresenta solo un primo passo. Se questo \ue8 vero, individuare le regolarit\ue0 empiriche del ciclo economico, trascurando i fattori che governano i cambiamenti di tali regolarit\ue0, non pu\uf2 che generare risultati, nella migliore delle ipotesi, parziali

    Financial production and the subprime mortgage crisis

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    The causes of the 2007-8 subprime crisis continue to be the subject of much debate, with explanations ranging from de-regulation and fraudulent behavior to global imbalances and rising inequality. However, a comprehensive analysis of the endogenous forces that made the crisis inevitable has yet to be presented. This paper offers a ‘structural’ interpretation of the crisis by synthesising insights from conventional financial economics and the Minskyian and Schumpeterian literature. While highlighting the innovative character of US financial firms evolving from credit providers to producers of financial commodities, we stress the key features of their path towards financial fragility. We contend that financial institutions were able to achieve progressively unsustainable positions due to the ‘enforced indebtedness’ of US households, which played a functional, albeit secondary, role in the development of the crisis

    Financial fragility and distress propagation in a network of regions

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    We investigate how the financial fragility in the real economy is affected by the average level of interdependence among agents across different regions of the economy. To this end, we develop a parsimonious agent-based model of firms and banks organized in geographic regions. The model is built on the framework of an existing class of models for business fluctuations. The goal of our exercise is to clarify the effect on systemic failures of the interplay between network interconnectedness and financial acceleration. In particular, we investigate the probability of individual and systemic failures with varying levels of interconnectedness. We find that, in the absence of financial acceleration, connectivity makes the system more resilient. In contrast, in the presence of financial acceleration, the probability of both individual and systemic failures are minimized at intermediate level of diversification

    Economic dynamics with financial fragility and mean-field interaction: a model

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    Following the statistical mechanics methodology, firstly introduced in macroeconomics by Aoki [1996,2002], we provide some insights to the well known works of Greenwald and Stiglitz [1990, 1993]. Specifically, we reach analytically a closed form solution of their models overcoming the aggregation problem. The key idea is to represent the economy as an evolving complex system, composed by heterogeneous interacting agents, that can partitioned into a space of macroscopic states. This meso level of aggregation permits to adopt mean field interaction modeling and master equation techniques.Comment: APFA6 proceeding
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