138 research outputs found

    The mediated innovation model: a framework for researching media influence in language change

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    Linguistic innovations that arise contemporaneously in highly distant locations, such as quotative be like, have been termed ‘global linguistic variants’. This is not necessarily to suggest fully global usage, but to invoke more general themes of globalisation vis-à-vis space and time. This research area has grown steadily in the last twenty years, and by asserting a role for mass media, researchers have departed intrepidly from sociolinguistic convention. Yet they have largely relied on quite conventional sociolinguistic methodologies, only inferring media influence post hoc. This methodological conservatism has been overcome recently, but uncertainty remains about the overall shape of the new epistemological landscape. In this paper, I review existing research on global variants, and propose an epistemological model for researching media influence in language change: the mediated innovation model. I also analyse the way arguments are constructed in existing research, including the use of rhetorical devices to plug empirical gaps – a worthy sociolinguistic topic in its own right

    A rhetoric-in-context approach to building commitment to multiple strategic goals

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    There are still few explanations of the micro-level practices by which top managers influence employee commitment to multiple strategic goals. This paper argues that, through their language, top managers can construct a context for commitment to multiple strategic goals. We therefore propose a rhetoric-in-context approach to illuminate some of the micro practices through which top managers influence employee commitment. Based upon an empirical study of the rhetorical practices through which top managers influence academic commitment to multiple strategic goals in university contexts, we demonstrate relationships between rhetoric and context. Specifically, we show that rhetorical influences over commitment to multiple goals are associated with the historical context for multiple goals, the degree to which top managers' rhetoric instantiates a change in that context, and the internal consistency of the rhetorical practices used by top managers. Copyright © 2007 SAGE Publications

    Credibility in Policy Expertise: The Function of Boundaries Between Research and Policy

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    As science becomes an increasingly crucial resource for addressing complex challenges in society, extensive demands are placed upon the researchers who produce it. Creating valuable expert knowledge that intervenes in policy or practice requires knowledge brokers to facilitate interactions at the boundary between research and policy. Yet, existing research lacks a compelling account of the ways in which brokerage is performed to gain credibility. Drawing on mixed-method analysis of twelve policy research settings, I outline a novel set of strategies for attaining symbolic power, whereby policy experts position themselves and others via conceptual distances drawn between the ‘world of ideas’ and the ‘world of policy and practice’. Disciplinary distance works to situate research as either disciplinary or undisciplinary, epistemic distance creates a boundary between complex specialist research and direct digestible outputs, temporal distance represents the separation of slow rigorous research and agile responsive analysis, and economic distance situates research as either pure and intrinsic or marketable and fundable. I develop a theoretical account that unpacks the boundaries between research communities and shows how these boundaries permit policy research actors to achieve various strategic aims.ESRC Future Research Leaders ES/N016319/1 Commonwealth Scholarship Commissio

    The Dual Consequences of Politicization of Ethnicity in Romania

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    Minimizing the Dangers of Air Pollution Using Alternative Facts: A Science Museum Case Study

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    A science museum exhibition about human health contains an exhibit that minimizes health impacts of air pollution. Relevant details, such as the full range of health risks; fossil fuel combustion; air quality statutes (and the local electrical utility’s violations of these statues), are omitted, while end users of electricity are blamed. The exhibit accomplishes this, not through outright falsification, but through selected “alternative facts” that change the focus and imply misleading alternate explanations. Using two classical rhetorical concepts (the practical syllogism and the enthymeme) allows for the surfacing of missing evidence and unstated directives underlying multimodal rhetoric. By stating multimedia arguments syllogistically, a technique is proposed for revealing hidden political sub-texts from beneath a putatively disinterested presentation of facts. The piece should be of interest to researchers, message designers and policy makers interested in the rhetoric of science, ecology, health and museums

    Caratterizzazione di alcuni siti della rete accelerometrica nazionale al fine di individuare la risposta sismica locale

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    Le indagini geotecniche finalizzate alla stima della risposta sismica locale si limitano molto spesso ai primi 30 m di profondità, valore che è diventato uno standard per la classificazione delle caratteristiche di un sito. Negli anni ’90 Borcherdt (1994) e Martin e Dobry (1994) suggerirono 30 m come la profondità standard di indagine per la verifica delle strutture. Boore et al. (1993, 1994, 1997) e Boore e Joyner (1997) basarono le regressioni per il calcolo delle leggi predittive del moto del suolo sullo stesso parametro. Nel 1997 negli Stati Uniti il National Earthquake Hazards Reduction Program (NEHRP) nella stesura delle norme tecniche per le costruzioni in zona sismica (FEMA, 1997) utilizza per la prima volta il parametro Vs30 come indice per la classificazione dei suoli, con lo scopo di definirne l’amplificazione. Le norme tecniche per le costruzioni in zona sismica della comunità Europea, EC8 (ENV, 1998) ente da dati provenienti dagli Stati Uniti occidentali e, utilizzando dati provenienti dalla stessa regione, Wald & Mori (2000) segnalano che le VS,30 non sono molto ben correlate con l’entità dell’amplificazione, in quanto esiste una forte dispersione dei dati. La figura 1.1 mostra il rapporto tra le amplificazioni, mediate sull’intervallo di frequenza compreso tra 3-5 Hz. raccomandano lo stesso parametro per suddividere i terreni, anche se le classi differiscono in parte dalla classificazione NEHRP. Infine, anche in Italia, le Norme Tecniche per le Costruzioni (Normative Tecniche per le Costruzioni, Gazzetta Ufficiale del 14/01/2008) adottano la stessa suddivisione dei terreni adottata dall’EC8.L’attendibilità della velocità delle onde di taglio nei primi 30 m (VS,30) come estimatore della risposta sismica di un sito, in termini di frequenza e amplificazione, è tuttavia molto discussa.Innanzitutto il parametro è stato ricavato unicamente da dati provenienti dagli Stati Uniti occidentali e, utilizzando dati provenienti dalla stessa regione, Wald & Mori (2000) segnalano che le Vs30 non sono molto ben correlate con l’entità dell’amplificazione, in quanto esiste una forte dispersione dei dati. La figura 1.1 mostra il rapporto tra le amplificazioni, mediate sull’intervallo di frequenza compreso tra 3-5 Hz. I valori risultano effettivamente molto dispersi, ma questo risultato può essere spiegato col fatto che non tutte le classi di sito hanno frequenza di risonanza compreso in questo intervallo di frequenza. Perciò per alcuni siti la media è stata calcolata nell’intorno della frequenza di risonanza (sulle amplificazioni massime), mentre per altri è stata calcolata sulle armoniche superiori, che hanno ampiezze minori. Lavori eseguiti con dati provenienti da altre regioni sottolineano come le Vs30 non siano buoni estimatori per la predizione di amplificazioni in bacini profondi (Park & Hashash, 2004), per la stima delle amplificazioni in altre regioni (Stewart et al., 2003) o in presenza di inversioni di velocità (Di Giacomo et al., 2005). Uno studio recente, eseguito su dati giapponesi (Zhao et al., 2006) si è evitato l’uso della Vs30 perché strati spessi di terreno rigido posti sopra il substrato roccioso amplificano il moto di lungo periodo, mentre gli strati sottili e soffici tendono ad amplificare il moto di corto periodo: ciò significa che la VS,30 non può rappresentare il periodo predominante del sito, dato che si basa solo sugli strati superficiali. Secondo Mucciarelli e Gallipoli (2006) il confronto tra l’amplificazione sismica al sito e la Vs30 mostra che quest’ultimo parametro non è adeguato per spiegare gli effetti di sito osservati in Italia a causa delle situazioni geologiche particolari che sono diffuse nel nostro paese. La figura 1.2 mostra la distribuzione dell’ampiezza rispetto alla classe di sito, in cui si vede che le classi sono mal discriminate e le mediane delle classi A e B (indicate dalla linea nera) sono uguali. È però necessario notare che questo grafico è stato costruito utilizzando le ampiezze ricavate col metodo dei rapporti spettrali H/V, ma in letteratura (Bard, 1999) è dimostrato che tali rapporti spettrali permettono di stimare la frequenza di risonanza, ma falliscono nella stima del valore di amplificazione. In particolare la Vs30 sottostima gli effetti locali ai siti con inversione di velocità e li sovrastima in siti con bacini profondi. La Vs30 sembra fornire dei buoni risultati solo in siti che abbiano un profilo di velocità monotono, crescente con la profondità e un forte contrasto di impedenza nella prima decina di metri. Questo studio si propone di verificare l’attendibilità della velocità delle onde di taglio valutate nei primi 30 m come estimatore della risposta sismica di un sito. Per questo scopo sono state selezionate 45 stazioni della Rete Accelerometrica Nazionale, di cui si conoscono i profili stratigrafici e i profili di velocità delle onde di taglio e di compressione. Inoltre sono state raccolte le registrazioni strong motion relative ai terremoti registrati da queste stazioni. Gli effetti di sito sono stati valutati in due modi: · Le registrazioni sono state utilizzate per calcolare i rapporti spettrali H/V per ricavare la frequenza fondamentale propria di ciascun sito (f0) e il relativo valore di amplificazione; · I profili di velocità delle onde di taglio sono serviti per ricavare il modello teorico monodimensionale per il calcolo della funzione di trasferimento del sito, eseguito per mezzo del modello proposto da Haskell e Thomson (Haskell, 1953, Thomson 1950), da cui ricavare la f0 e l’amplificazione. I valori ottenuti con i due metodi sono stati poi confrontati per verificare la congruenza dei risultati. I profili di velocità hanno permesso di classificare le stazioni utilizzando la velocità media delle onde di taglio nei primi 30 m (Vs30), secondo la normativa italiana. I risultati ottenuti dalla valutazione della risposta di ciascun sito, espressi in termini di frequenza fondamentale e amplificazione, sono stati correlati con la rispettiva classe di sito per verificare l’attendibilità del parametro delle Vs30 come estimatore degli effetti di sito
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