947 research outputs found

    Automatic implantable cardioverter defibrillator pocket infection due to Providencia rettgeri: a case report

    Get PDF
    Coagulase-negative staphylococci and Staphylococcus aureus are the commonest pathogens involved in infections of pacemaker-defibrillator systems. Among causative Gram-negative bacteria, infections due to Klebsiella, Serratia, Pseudomonas, Acinetobacter and other species have been reported. We report herein a unique case of an automatic implantable cardioverter defibrillator infection due to Providencia rettgeri in a 65-year-old male who was admitted to our service with bacteremia and infection of the generator and subcutaneous array in a recently implanted device

    Esperienze sonoro-musicali prenatali e attaccamento sicuro del bambino

    Get PDF
    2011/2012Obiettivi dello studio: Gli obiettivi della presente ricerca sono stati la valutazione dell'efficacia di un intervento basato sulla sensibilizzazione all'ascolto di musica e al canto realizzato nell’ultimo trimestre di gravidanza (in particolar modo dalla 24 settimana quando l’apparato uditivo è completamente formato) sulla relazione madre bambino pre e post natale. Esito primario dello studio è stata la valutazione dell'attaccamento madre-figlio valutato ad 1 anno dalla nascita con il test AQS. Esito secondario è stata la valutazione dell'attaccamento prenatale realizzato con il test PAI. L’ipotesi è che un certo tipo di comunicazione sonora gestante-feto nel periodo della gestazione possa esser correlato ad un’altrettanta valida interazione tra mamma e bambino contribuendo ad un tipo di attaccamento sicuro nel bambino nel primo anno d’età. Procedura: E’stata essenziale la collaborazione dei Distretti dei servizi sanitari dell’ASL n°1 “Triestina” in particolar modo del Distretto 3, per chiedere ai loro utenti la partecipazione a questo studio. Il campione è composto da donne che hanno partecipato ai corsi di accompagnamento alla nascita. La partecipazione dei soggetti è stata volontaria e in doppio cieco. Le donne hanno completato in forma anonima la versione italiana del PAI al 1° incontro al corso di accompagnamento alla nascita. Lo studio è stato presentato il primo giorno del suddetto corso in presenza dell’ostetrica, senza troppi approfondimenti, in modo che le risposte non potessero essere influenzate dai contenuti trasmessi durante i futuri incontri e per non creare disillusioni o aspettative nelle mamme che avrebbero o non avrebbero partecipato attivamente alla ricerca. Le donne, che hanno dato il loro accordo a partecipare alla ricerca firmando il consenso informato, hanno compilato i questionari ai corsi di accompagnamento alla nascita alla presenza di una psicologa e di un’ostetrica. Il periodo di raccolta dati è stato di sei mesi. Successivamente tramite procedura informatica, le donne sono state randomizzate in due gruppi: “attivo”, con l’invito a partecipare a delle sedute di musica psico-pedagogica e a compilare dei tests in forma anonima e “di controllo”, con il solo invito a essere ricontattate 3 mesi dopo per compilare nuovamente il test e ad un anno dalla nascita per rivedersi con il bambino. Metodo: Due gruppi randomizzati (1 di intervento, 2 di controllo) di 71 soggetti ciascuno per un tot di 142 mamme (la scelta è ricaduta su soggetti psicologicamente ritenuti sani e con gravidanza non a rischio, con un’età compresa tra i 18 e i 47 anni, di cittadinanza italiana). Gruppo “attivo”: mamme dalla 24° settimana di gravidanza che hanno seguito il programma musicale. Sono stati proposti incontri settimanali (10 mamme max per volta) della durata di 1h e 30 per un massimo di 5 incontri in consultorio in cui erano presenti uno stereo, alcuni strumenti base dei più semplici adatti anche a chi è privo di nozioni musicali (xilofono, metallofono, tamburi, piatti, qualsiasi strumento a percussione preferito dal paziente che potrà portare a piacere, musiche registrate e, fondamentale, il corpo per la voce e il battere delle mani e dei piedi). Sono stati proposti tendenzialmente 10 brani di musica di diversi stili (dalla musica elementare Orffiana a forme più complesse tratte dalla musica classica, leggera, pop, popolare, rilassante…o di altro genere concordata con le mamme secondo le loro comuni preferenze; tra i preferiti dalle mamme autori come “Allevi ed Enja”). Tali mamme sono state invitate a partecipare settimanalmente agli incontri compatibilmente con i propri impegni (dove difficilmente hanno disertato!) e a dedicarsi giornalmente una decina di minuti ad ascoltare della musica a casa. Si sono analizzati assieme, ad ogni incontro, le sensazioni della madre, ciò che sentiva nell’utero (scalci o riposo o altro) e inaspettatamente le mamme hanno imparato a percepire lo stato attivo e fermo del bambino (di “tensione” e non rilassato, sonno attivo/passivo; veglia attiva/passiva) e a capire se il bambino ascoltasse musiche preferite o meno interpretandone i movimenti: se armoniosi o agitati (anche se di preferenza diversa dalla madre stessa, trovandoci di fronte ad una mamma quindi che non si lascia influenzare dalle proprie impressioni) e sono state considerate anche altri tipi di emozioni (che risultavano essere anche non del momento ma evocazioni del passato, ricordi, che sono stati discussi assieme), postura della stessa e coinvolgimento nel lavoro. Le mamme inoltre tenevano un diario per il percorso in cui hanno annotato sensazioni provate durante le giornate (non di incontro) in cui autonomamente e/o all’occorrenza hanno annotato varie situazioni: ad esempio se hanno saputo stimolare o tranquillizzare il feto con le musiche o il semplice cantare ed eventuali abitudini prese durante questo periodo. Il Gruppo di controllo ha continuato la sua vita normale senza frequentare alcun tipo di corso musicale o musicoterapico. Strumenti: E’ stata somministrata ai 2 gruppi la scheda sociodemografica-anamnestica e musicale. Tale questionario indaga l’età, la nazionalità, il livello di istruzione,l’occupazione lavorativa, lo stato civile, gli anni di matrimonio/ relazione, l’età gestazionale,se si tratta di gravidanza desiderata e pianificata, se a rischio, se ci sono stati precedenti aborti spontanei, morte perinatale e interruzione volontaria di gravidanza ed indaga in merito anche alla sua storia sonoro musicale e sociale; ciò permetteva da subito di verificare eventuali sensazioni, rumori graditi o meno per pilotare il percorso di quell’incontro. Al primo e ultimo incontro (ovvero alla presentazione del corso di accompagnamento alla nascita e a pochi giorni dalla scadenza) è stata somministrata in cieco la versione italiana del test PAI (Prenatal Attachment Inventary) di Müller (1993) tradotto e validato da Della Vedova 2007(scala di self report di tipo Likert con modalità ordinate da 1 “quasi mai”a 4 “quasi sempre” dove alti punteggi indicano un livello elevato di attaccamento prenatale. Il punteggio totale può variare da 21 a 84. Lo strumento nella versione italiana ha mostrato una buona coerenza interna (α di Cronbach =.869). A 12 mesi dalla nascita è stato somministrato su 142 bambini il test AQS, l’Attachment Questions Sort (di Everett Waters 1985 tradotto e validato in Italia dalla dott.ssa Cassibba ed utilizzato per la prima volta nel 2008 all’Università di Bari): strumento basato su 90 items osservativi che consente di rilevare la presenza di alcuni semplici comportamenti del bambino in ambiente naturale (a casa), mettendo in risalto le prime relazioni genitore-bambino e che caratterizza la relazione di attaccamento tra madre e bambino in “sicuro” o “dipendente”. Con una media di 4 h per caso nel domicilio abituale dei bambini (2 incontri nella stessa settimana di circa 2 h ciascuna) al fine di osservare il comportamento abituale del bambino in un contesto a lui familiare. Al termine delle due sessioni di osservazione, l’osservatore ha descritto il tipo di bambino, ordinando i 90 cartoncini degli altrettanti items dell’AQS (è uno strumento di osservazione, sulla base della Q-sort tecnica. Il compito del ricercatore è quello di osservare il bambino con dei cartoncini dove sono descritti dei comportamenti che descrivono chiaramente la situazione al fine di descrivere il comportamento osservato (Q-descrizione). In questa tipologia di test l’osservatore divide i cartoncini in nove sezioni dove alla n 1 vengono raccolti tutti i 10 comportamenti che non corrispondono affatto al bambino e alla sezione 9 i 10 comportamenti che lo descrivono alla perfezione, nelle rimanenti sezioni ovviamente il resto dal meno simile al più simile. Il punteggio viene calcolato correlando la Q-descrizione dell’osservatore con il criterio di ordinamento di sicurezza effettuate con la versione 1.1 2000 del programma AQS dove >1,00 corrisponde a “bambino perfettamente sicuro” e <1,00 corrisponde a bambino “insicuro o dipendente dalla mamma”. Nel nostro caso nelle prime 18 sedute (5 bambini del gruppo attivo e 4 del gruppo di controllo, visti per 2 sedute) il test è stato effettuato in cieco e da due diversi osservatori per verificare l’obiettività e la concordanza nell’assegnazione degli items. Il coefficiente di correlazione ottenuto per i punteggi AQS assegnati dai due osservatori indipendenti è stato di 0,94 (rho di Spearman). Tale punteggio dimostra un'ottima concordanza tra osservatori. Un colloquio informale post parto (chi in Consultorio, chi via telefono, ha tenuto conto delle eventuali variabili parto difficile/allattamento/incubatrice per valutare eventuali influenze sull’effettivo attaccamento, riscontrando una minima parte di parti difficili equivalenti in ambedue i gruppi). Il gruppo di soggetti che hanno partecipato alla ricerca è composta da da 142 donne (un gruppo di controllo e un gruppo attivo di 71 elementi ciascuno), con caratteristiche molto simili. RISULTATI Primo stadio: periodo gravidanza La media del punteggio del PAI alla prima somministrazione, tra la 24esima e la 28esima settimana, per il gruppo “attivo” è stata di 62,5 (ds 7,7), valore pressochè simile nel gruppo di controllo. I punteggi variano da 42 a 78 (su un possibile range da 21 a 84). Alla seconda somministrazione, effettuata pochi giorni prima della scadenza, e quindi al termine del training che ha visto l'utilizzo della musica e in contemporanea la spiegazione di dinamiche relative alle teorie esistenti, i risultati ottenuti sono stati i seguenti 77,3 (ds 4,9) per il gruppo attivo contro 66 (ds 7) del gruppo di controllo. I dati evidenziano un risultato significativamente più alto nel gruppo in cui sono stati somministrati gli incontri di musica rispetto al gruppo di controllo. SECONDA PARTE L’obiettivo primario di questa ricerca era quello di verificare se le mamme del gruppo attivo, rispetto a quelle del gruppo di controllo, hanno,a distanza di 12 mesi dalla nascita,dei bambini con attaccamento definito “sicuro” o “di dipendenza”. A 12 mesi dalla nascita è stato somministrato su 142 casi il test AQS, con una media di 4 h per caso nel domicilio abituale dei bambini (2 incontri nella stessa settimana di circa 2 h ciascuna) al fine di osservare il comportamento abituale del bambino in un contesto a lui familiare. Al termine delle due sessioni di osservazione, l’osservatore ha descritto il tipo di bambino, ordinando i 90 cartoncini degli altrettanti items dell’AQS (è uno strumento di osservazione, sulla base della Q-sort tecnica. Il compito del ricercatore è quello di osservare il bambino con dei cartoncini dove sono descritti dei comportamenti che descrivono chiaramente la situazione al fine di descrivere il comportamento osservato (Q-descrizione). L’osservatore divide i cartoncini in nove sezioni dove alla n 1 vengono raccolti tutti i 10 comportamenti che non corrispondono affatto al bambino e alla sezione 9 i 10 comportamenti che lo descrivono alla perfezione, nelle rimanenti sezioni ovviamente il resto dal meno simile al più simile. Il punteggio viene calcolato correlando la Q-descrizione dell’osservatore con il criterio di ordinamento di sicurezza effettuate con la versione X del programma X dell’AQS dove >1,00 corrisponde a “bambino perfettamente sicuro” e <1,00 corrisponde a bambino “insicuro o dipendente dalla mamma” RISULTATI FINALINel gruppo d'intervento la media dell'indice AQS è risultata essere di 0,10 (con deviazione standard di 0,09) mentre nel gruppo di controllo di -0,07 (DS 0,05). La differenza tra i due gruppi è risultata essere statisticamente significativa (test ANOVA p<0,001). Pur in presenza di una piccola differenza tra i due gruppi nell'indice AQS l'intervento sembra aver determinato un miglior attaccamento.XXV Cicl

    Connell and Slatyer's models of succession in the biodiversity era

    Get PDF
    Understanding how species interactions drive succession is a key issue in ecology. In this study we show the utility of combining the concepts and methodologies developed within the biodiversity–ecosystem functioning research program with J. H. Connell and R. O. Slatyer’s classic framework to understand succession in assemblages where multiple interactions between early and late colonists may include both inhibitory and facilitative effects. We assessed the net effect of multiple species interactions on successional changes by manipulating the richness, composition, and abundance of early colonists in a low-shore assemblage of algae and invertebrates of the northwestern Mediterranean. Results revealed how concomitant changes in species richness and abundance can strongly alter the net effect of inhibitory vs. facilitative interactions on succession. Increasing richness of early colonists inhibited succession, but only under high levels of initial abundance, probably reflecting the formation of a highly intricate matrix that prevented further colonization. In contrast, increasing initial abundance of early colonists tended to facilitate succession under low richness. Thus, changes in abundance of early colonists mediated the effects of richness on succession

    Neutrophil unsaturated fatty acid release by GM-CSF is impaired in cystic fibrosis

    Get PDF
    Dysregulated inflammation in cystic fibrosis (CF) is attributed to an altered production of inflammatory mediators derived from polyunsaturated lipids. In comparison to the arachidonic acid (AA) cascade, little is known about the modulation of docosahexaenoic acid (DHA) membrane release. We compared data on neutrophil DHA- and AA- release from both control (CT) and patients with CF using [3H]AA or [14C]DHA as a markers for, respectively, AA and DHA- release. Granulocyte-macrophage-colony stimulating factor stimulated DHA release from CT, but not CF, neutrophils. Comparison showed that both [14C]DHA and [3H]AA liberated after stimulation was higher in CT than in CF neutrophils. Since bioactive mediators derived from DHA are resolving factors and those derived from AA are both pro- and anti- inflammatory, these results suggest that CF is associated with a reduction of the release of PUFA-precursors of lipooxygenated resolving mediators. This leads to the hypothesis that defects in the resolving factors production could contribute to the inflammatory dysregulated processes in CF. Furthermore, the methodology used may help to improve knowledge on the regulation and resolution of inflammation

    Subtle differences in growth rate drive contrasting responses of ephemeral primary producers to recurrent disturbances

    Get PDF
    Although the importance of time after disturbance is well established in the ecological literature, studies examining how differences in growth rate affect species recovery and persistence in relation to the interval between recurrent perturbations are rare. We examined the response of two ephemeral primary producers inhabiting high-shore rock pools, epilithic microphytobenthos (EMPB), and green filamentous algae, to disturbance regimes varying for the time interval between consecutive events. Informed from an empirically parametrized growth model's outcomes, we tested the hypothesis that EMPB would be able to recover from more frequent disturbance compared with filamentous algae in a field experiment involving three physical disturbance patterns differing for the clustering degree: high, moderate, and low (20, 40, and 80 days between disturbances). We predicted that: high clustering would prevent the recovery of both taxa; moderate clustering would prevent the recovery of the slower growing taxon only (filamentous algae); both taxa would recover under low clustering. Results showed that EMPB persisted independently of the clustering degree, whereas filamentous algae did not withstand any disturbance regime. Dramatically different effects of disturbance on organisms with subtle differences in their growth rate indicate that even stronger responses may be expected from taxa with more markedly contrasting life histories

    Molecular characterisation of breast cancer patients at high and low recurrence risk

    Get PDF
    The ability to predict the recurrence risk in breast cancer patients is not available for the individual. It is commonly accepted that the different clinical course of tumours with identical histology and stage are the result of differences at the molecular level. This case study of 80 patients affected by breast cancer looked at the messenger ribonucleic acid expression level of 22 genes, by using quantitative reverse transcriptase-polymerase chain reaction. Our results showed that a panel of seven genes is associated to patients' survival. Moreover, the combination of two couples of genes is able to define short- and long-living cohorts of patients. In particular, our findings strongly demonstrate that retinoblastoma (RB) and cyclin-dependent kinase 2 (CDK2) on one side and cytokeratin 8 (CK8) and epidermal growth factor receptor 2 (HER2) on the other may affect the clinical course of the disease in 56% of patients. Groups characterised by low RB and high CDK2 as with low CK8 and high HER2 have a higher risk of recurrences and death in 5 years. The identification of these sub-groups of patients with higher risk of early relapse could have further involvement in the selection of the cases to submit to therapy against HER2 or CDK2 as a possible therapy target

    Effects of grazer diversity on marine microphytobenthic biofilm: a ‘tug of war’ between complementarity and competition

    Get PDF
    Species loss is one of the most striking problems related to human-driven environmental changes. Nevertheless, biodiversity and ecosystem functioning experiments have mainly focused on primary producers, paying less attention to the consequences of changing diversity at higher trophic levels. We performed a field experiment using cage enclosures to test the effects of species richness, identity and density of gastropod grazers on the photosynthetic efficiency and biomass of intertidal biofilm on an exposed rocky shore in the northwest Mediterranean. The diversity and composition of intertidal grazers affected the photosynthetic efficiency of biofilm with only negligible effects on biomass. Individual species showed strong identity effects. In assemblages of 2 or more species, positive or negative complementarity effects occurred. The magnitude of the ecosystem response is expected to depend on the particular species assemblage and its density, which will determine whether niche partitioning or competition is the prevailing process. Grazer preference in specific components of biofilm, characterized by different photosynthetic efficiency and competitive abilities, might explain concomitant changes in photosynthetic efficiency and comparable levels in biomass among treatments. The effects of grazers declined following the natural trend of decreasing biomass of biofilm during the study period, highlighting the importance of considering temporal variability in the effects of biodiversity on ecosystem functioning. This work emphasizes the key role of species identity to predict effects on their resources and ecosystem functioning.This work was partially supported by the University of Pisa

    Understanding the Private Worlds of Physicians, Nurses, and Parents: A Study of Life-Sustaining Treatment Decisions in Italian Paediatric Critical Care

    Get PDF
    This study's aim was to describe: (a) How life-sustaining treatment (LST) decisions are made for critically ill children in Italy; and (b) How these decisional processes are experienced by physicians, nurses and parents. Focus groups with 16 physicians and 26 nurses, and individual interviews with 9 parents were conducted. Findings uncovered the 'private worlds' of paediatric intensive care unit (PICU) physicians, nurses and parents; they all suffer tremendously and privately. Physicians struggle with the weight of responsibility and solitude in making LST decisions. Nurses struggle with feelings of exclusion from decisions regarding patients and families that they care for. Physicians and nurses are distressed by legal barriers to LST withdrawal. Parents struggle with their dependence on physicians and nurses to provide care for their child and strive to understand what is happening to their child. Features of helpful and unhelpful communication with parents are highlighted, which should be considered in educational and practice changes

    A Refined Calibration Procedure of Two-Channel Sun Photometers to Measure Atmospheric Precipitable Water at Various Antarctic Sites

    Get PDF
    Abstract Two-channel sun photometers can be easily employed at Antarctic sites, where harsh environmental conditions prevail, to carry out measurements of precipitable water W. In the very dry air conditions observed in the Antarctic atmosphere, water vapor does not produce strong absorption features along the sun path. Therefore, these instruments need to be calibrated using analytical forms different from the square root regime, which can be determined by simulating the output voltages measured at Antarctic sites, for the spectral near-IR curves of extraterrestrial solar irradiance, instrumental responsivity parameters, and atmospheric transmittance, relative to various measurement periods. For this purpose, average models of the Antarctic atmosphere from the ground level up to the 30-km altitude were considered for different solar zenith angles and relative humidity conditions. The ratios between the output voltages simulated in the band and window channels were plotted as a function of total water vapor content Cw, for each site and each period, to define the best-fit calibration curves, which were subsequently normalized to the field measurements to take into account the aging effects on the filter transmission characteristics. Each of the five calibration curves was found to present a slope coefficient decreasing gradually with Cw from values higher than 0.8 to about 0.6. Using these curves, measurements of W were obtained, which differ appreciably at both sea level and high-altitude sites from those given by the square root calibration curves, avoiding large overestimation errors of 10%–40% at the high-altitude sites and underestimation errors of 5%–15% at the sea level site
    corecore