508 research outputs found

    Shell we cook it? An experimental approach to the microarchaeological record of shellfish roasting

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    In this paper, we investigate the microarchaeological traces and archaeological visibility of shellfish cooking activities through a series of experimental procedures with direct roasting using wood-fueled fires and controlled heating in a muffle furnace. An interdisciplinary geoarchaeological approach, combining micromorphology, FTIR (in transmission and ATR collection modes), TGA and XRD, was used to establish a baseline on the mineralogical transformation of heated shells from aragonite to calcite and diagnostic sedimentary traces produced by roasting fire features. Our experimental design focused on three main types of roasting procedures: the construction of shallow depressions with heated rocks (pebble cuvette experiments), placing shellfish on top of hot embers and ashes (fire below experiment), and by kindling short-lived fires on top of shellfish (fire above experiments). Our results suggest that similar shellfish roasting procedures will largely create microstratigraphic signatures of anthropogenically reworked combusted material spatially “disconnected” from the actual combustion locus. The construction of shallow earth ovens might entail an increased archaeological visibility, and some diagnostic signatures of in situ hearths can be obtained by fire below roasting activities. We also show that macroscopic visual modifications and mineralogical characterization of discarded shellfish might be indicative of specific cooking activities versus secondary burning

    Il diritto del mercato del lavoro dopo la riforma Biagi. Intermediazione pubblica e privata, regimi di autorizzazione e accreditamento, borsa del lavoro, tutele del lavoratore sul mercato (artt. 3-19 D.lgs. n. 276 del 2003, come modificato dal D.lgs. n. 251 del 2004)

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    Nell’ambito delle riforme del mercato del lavoro la centralità di un sistema efficiente e moderno di servizi per l’impiego è stata più volte enfatizzata dalle istituzioni comunitarie. Con specifico riferimento al nostro Paese, Consiglio e Commissione hanno avuto modo di rilevare – sin dall’avvio del processo di coordinamento aperto per obiettivi nell’ambito delle politiche del lavoro – le persistenti e gravi lacune della nostra strategia per l’occupazione proprio a causa delle modeste performance dei servizi per l’impiego. Eppure, nell’area del collocamento e del mercato del lavoro le riforme non sono certo mancate, a partire dal lancio del c.d. pacchetto Treu nel 1997. Il passaggio da una mera funzione garantistica e di contatto burocratico tra domanda e offerta di lavoro a una prospettiva promozionale e di orientamento attivo, a sostegno delle politiche a favore dell’occupabilità e dell’incremento dei tassi di occupazione, ha indubbiamente consentito nel corso dell’ultimo decennio di sciogliere alcuni dei principali nodi di politica legislativa che avevano pregiudicato i primi interventi di riforma intrapresi già nel corso degli anni Ottanta e inizio Novanta. Con l’effettiva entrata in vigore della riforma Biagi del mercato del lavoro si apre ora un nuovo capitolo di questo faticoso processo di modernizzazione dei servizi per l’impiego. Indubbiamente, il processo di riforma non è ancora completato nel suo insieme. Manca ancora la revisione degli incentivi all’occupazione e del sistema degli ammortizzatori sociali, che sempre la Commissione nelle recentissime raccomandazioni chiede di rendere più efficaci. E già all’orizzonte si prospetta uno “Statuto dei lavori”, affidato in questa fase all’elaborazione progettuale di una Commissione ministeriale di alto profilo. Così come non deve dimenticarsi, inoltre, che è attesa anche una riforma del sistema di sicurezza sociale. Tuttavia, per quanto attiene al segmento sulla organizzazione e disciplina del mercato del lavoro, il quadro è ora sostanzialmente completo anche se, ovviamente, occorrerà ancora aspettare la declinazione del nuovo quadro normativo sul territorio, soprattutto per quanto attiene alle norme regionali in materia di accreditamenti e alla messa a regime dei nodi regionali della borsa continua nazionale del lavoro. Così come centrale sarà il ruolo del principio di sussidiarietà che, nella prassi applicativa, dovrà concretamente informare gli interventi regionali a garanzia di un effettivo pluralismo dei soggetti operanti nel mercato del lavoro e del reale raccordo tra operatori pubblici e privati. È dunque ora possibile sviluppare un primo commento organico e compiuto del nuovo – e complesso – quadro di organizzazione e disciplina del mercato del lavoro, che la sola lettura del d.lgs. n. 276/2003 non rendeva pienamente possibile per l’assenza di importanti tasselli affidati alla normativa regolamentare e al concerto tra Stato e Regioni in Conferenza unificata. È questa la ragione che ha spinto due gruppi di ricerca recentemente impegnati nello studio dei profili evolutivi della disciplina del mercato del lavoro a unire le forze, nella convinzione che le riforme del dato legale possono ben poco – come appunto dimostra la storia del collocamento nel nostro Paese – se non vengono parallelamente accompagnate da un non facile sforzo interpretativo volto a sostenere, anche culturalmente, la concreta costruzione e messa a regime del nuovo modello di organizzazione del mercato del lavoro. Vero è, peraltro, che il processo di modernizzazione dei servizi all’incontro effettivo tra domanda e offerta di lavoro, quantunque avviato nel corso dello scorso decennio, non si è ancora tradotto in un significativo miglioramento dell’efficienza del collocamento pubblico. Il coinvolgimento, in questo tentativo di lettura organica del nuovo disegno del mercato del lavoro, anche di funzionari della pubblica amministrazione e di voci in rappresentanza dei nuovi attori, pubblici e privati, del mercato del lavoro vuole rappresentare il punto di avvio di un dialogo, si spera sempre più radicato e convinto, volto allo scambio di idee, metodologie di lavoro, buone pratiche. Elaborazione scientifica, progettualità e prassi operative devono andare di pari passo per evitare che anche quest’ultimo intervento normativo rimanga sulla carta

    Scuola, Università e Mercato del lavoro dopo la Riforma Biagi. Le politiche per la transizione dai percorsi educativi e formativi al mercato del lavoro

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    Quale ruolo per i percorsi di educazione e formazione nella riforma del mercato del lavoro? Se ne è parlato poco, in questi ultimi tempi. Eppure, nell’impianto della legge Biagi, proprio il sistema di istruzione e quello della formazione professionale rappresentano, assieme al nuovo contratto di apprendistato, il principale canale di sviluppo e valorizzazione delle risorse umane. Un canale attraverso cui avvicinare, grazie a investimenti in ricerca, innovazione e capitale umano, le performances del nostro sistema economico-produttivo a quelle degli altri Paesi europei. E non poteva essere diversamente, in una Europa che, da Lisbona in poi, dichiara enfaticamente di voler diventare l’economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo. Il ritardo dell’Italia rispetto agli altri Stati europei è, da questo punto di vista, ancora impressionante. È sufficiente ricordare, al riguardo, come i tradizionali percorsi didattici e formativi abbiano sin qui determinato alti tassi di dispersione e, quel che più è grave, un ingresso tardivo nel mercato del lavoro. Le rilevazioni statistiche parlano di 28 anni, quando la media europea è attestata intorno ai 22-23 anni. È da tempo che se ne discute, senza tuttavia approdare a esiti concreti: gli istituti scolastici e le università italiane devono accelerare i processi volti a rafforzare la coerenza tra formazione erogata e fabbisogni del mercato del lavoro. La riforma universitaria che prevede la laurea triennale è entrata in vigore con l’anno accademico 2001/2002, i primi laureati tuttavia in minima parte si sono avvicinati al mondo del lavoro ma hanno proseguito il corso di studi verso la laurea specialistica e quindi se questa tendenza verrà confermata, difficilmente nel nostro Paese ci avvicineremo alla media europea e continueremo ad avere laureati in cerca di prima occupazione ad un’età troppo elevata per rispondere ai bisogni del mercato del lavoro

    Geoarchaeology of Pleistocene open-air sites in the Vila Nova da Barquinha-Santa Cita area (Lower Tejo River basin, central Portugal)

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    This paper aims to provide insight into human occupation and landscape change during the Pleistocene in a central area of the Lower Tejo basin (Portugal). Detailed geomorphological mapping, coupled with lithostratigraphy, sedimentology and luminescence dating, supports the identification of a complete terrace staircase sequence. It consists of six gravely terraces located below the culminant (Pliocene) basin unit. A chronological framework for the sedimentary sequences and associated human industries is proposed and correlated with marine oxygen isotope stages (MIS): T1 terrace, not dated; T2, not dated; T3, >300 ka; T4, 300–160 ka (MIS8, MIS7 and MIS6); T5, 136–75 ka (MIS5); T6, 62–30 ka (MIS3); colluviumand aeolian sands, 30–14 ka (MIS2); valley fill deposits, 14 ka to present (MIS1). The oldest artefacts were found at the base of the T4 terrace, with the local stratigraphic level dated to 175 6 ka (Middle Pleistocene). The lithic assemblages collected from distinct stratigraphic levels (T4, T5 top, T6 terraces and colluvium) are characterized by the predominance of opportunistic technological choices, a feature that can be attributed partly to the preferential exploitation of the available raw material, dominated by local-sourced quartzites and quartz pebbles. The adaptation to local raw material (texture and volume), together with subsistence patterns and behaviours, could explain the rarity of Acheulian types (handaxes and cleavers) and picks in the T4 terraces of the Tejo tributaries; this is in contrast to the same terrace of the Tejo valley, in which these types are found. Interpretation of the environmental conditions (controlled by climate and glacio-eustatic sea-level changes) affecting the hunter-gatherer human groups is also presente

    Імплементація протоколів ERAS у хірургічному лікуванні кіст підшлункової залози

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    The aim of the work: implementation of the enhanced recovery after surgery (ERAS) in the surgical treatment of pancreatic cysts. Materials and Methods. The analysis of surgical treatment of 12 patients with pancreatic cyst was performed. All patients underwent laparoscopic cystojejunostomy according to Ru due to pancreatic pseudocyst, which was formed after suffering acute destructive pancreatitis. ERAS was used during perioperative period. Results and Discussion. Due to the usage of ERAS, the duration of surgery averaged (172.23±53.30) minutes, blood volume loss up to 100–150 ml, average bed-day – (3.92±0.92) days, drainage was removed after the control ultrasound study on the first postoperative day in all patients. In 8 patients, the first bowel movement was noted during the 1st postoperative day, in 4 patients – during the 2nd after the use of a single attenuating enema. There were no complications related to anastomotic failure. The intensity of the pain syndrome in the first and second postoperative days with the use of VAS was 5.25 and 3.5 points, respectively. All operated patients had satisfactory diastasis rates. Nausea in the first postoperative day was noted in 3 patients, who immediately purchased effective medication. Vomiting was not observed in any patient. During the 1-st year, all patients were monitored with ultrasound. No distant postoperative complications were detected.Цель работы: имплементация программы быстрого восстановления (ERAS) в хирургическом лечении кист поджелудочной железы. Материалы и методы. Проведен анализ хирургического лечения 12 больных с кистой поджелудочной железы, которым была выполнена лапароскопическая цистоеюностомия по Ру по поводу псевдокист поджелудочной железы, которая сформировалась после перенесенного острого деструктивного панкреатита. У всех пациентов использовали периоперационную программу ERAS. Результаты исследований и их обсуждение. Вследствие использования программы ERAS продолжительность операции в среднем составила (172,23 ± 53,30) минут, объем кровопотери до 100 – 150 мл, средний койко-день – (3,92 ± 0,92) сутки, дренаж удаляли после контрольного УЗИ в первую послеоперационную сутку у всех пациентов. У 8 пациентов первой стул отмечено в течение первых послеоперационной суток, в 4-х – в течение второй сутки после использования однократно слабительной клизмы. Осложнений, связанных с несостоятельностью анастомозов, не было. Интенсивность болевого синдрома в первую и вторую послеоперационную сутки с помощью ВАШ составило 5,25 и 3,5 балла, соответственно. Во всех оперированных пациентов были удовлетворительные показатели диастазы. Тошноту в первую послеоперационную сутки отмечали у 3 пациентов, что сразу эффективно купировали введением медикаментов. Рвоту не наблюдали ни у одного пациента. В течение первого года все пациенты находились под наблюдением УЗИ-контроля. Никаких отдаленных послеоперационных осложнений не выявлено.Мета роботи: імплементація програми швидкого відновлення (ERAS) у хірургічному лікуванні кіст підшлункової залози. Матеріали і методи. Проведено аналіз хірургічного лікування 12 хворих із кістою підшлункової залози, яким було виконано лапароскопічну цистоєюностомію за Ру з приводу псевдокіст підшлункової залози, що сформувалась після перенесеного гострого деструктивного панкреатиту. У всіх пацієнтів використано періопераційну програму ERAS. Результати досліджень та їх обговорення. Внаслідок використання програми ERAS тривалість операції в середньому склала (172,23 ± 53,30) хв, обʼєм крововтрати до 100 – 150 мл, середній ліжко-день – (3,92±0,92) доби, дренаж видаляли після контрольного УЗД дослідження на першу післяопераційну добу у всіх пацієнтів. У 8 пацієнтів перше випорожнення спостерігали протягом першої післяопераційної доби, у 4-х – протягом 2-ї після використання одноразово послаблюючої клізми. Ускладнень, пов’язаних з неспроможністю анастомозів, не спостерігали. Інтенсивність больового синдрому в першу і другу післяопераційну добу за допомогою ВАШ склало 5,25 і 3,5 бала, відповідно. У всіх оперованих пацієнтів були задовільні показники діастази. Нудоту в першу післяопераційну добу спостерігали в 3 пацієнтів, що одразу ефективно купірувалась введенням медикаментів. Блювання не спостерігали у жодного пацієнта. Протягом 1-го року всі пацієнти знаходились під наглядом з УЗД-контролем. Жодних віддалених післяопераційних ускладнень не виявлено

    Ovalbumin production using Trichoderma reesei culture and low-carbon energy could mitigate the environmental impacts of chicken-egg-derived ovalbumin

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    Ovalbumin (OVA) produced using the fungus Trichoderma reesei (Tr-OVA) could become a sustainable replacement for chicken egg white protein powder—a widely used ingredient in the food industry. Although the approach can generate OVA at pilot scale, the environmental impacts of industrial-scale production have not been explored. Here, we conducted an anticipatory life cycle assessment using data from a pilot study to compare the impacts of Tr-OVA production with an equivalent functional unit of dried chicken egg white protein produced in Finland, Germany and Poland. Tr-OVA production reduced most agriculture-associated impacts, such as global warming and land use. Increased impacts were mostly related to industrial inputs, such as electricity production, but were also associated with glucose consumption. Switching to low-carbon energy sources could further reduce environmental impact, demonstrating the potential benefits of cellular agriculture over livestock agriculture for OVA production.Peer reviewe

    Commentario sistematico del Ccnl per i dipendenti degli studi professionali

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    Nell’analizzare il CCNL per i dipendenti degli studi professionali, sottoscritto in data 29 novembre 2011, tra Confprofessioni, Confedertecnica, Cipa, Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil, si è ritenuto opportuno effettuare un commento sistematico, a carattere teorico-pratico, anche in ragione dell’ampliamento della platea di lavoratori a cui esso si applica, che ricomprende non soltanto i dipendenti degli studi e delle attività professionali appartenenti alle singole aree – economica/amministrativa (commercialisti, contabili, revisori), giuridica (avvocati, notai), tecnica (ingegneri, architetti, geometri, periti, geologi, agrari, agro-tecnici ed agronomi), medico-sanitaria ed odontoiatrica (medici, dentisti, odontoiatri, veterinari, psicologi, operatori sanitari) – ma anche quelli che rientrano nella categoria più generale delle professioni intellettuali, anche non regolamentate. Questo commentario di ADAPT University Press, realizzato con il contributo dei ricercatori e dei collaboratori della Scuola di alta formazione in relazioni industriali e di lavoro di ADAPT (www.adapt.it), si volge a fornire un valido supporto a tutti gli operatori ai quali il CCNL si applica. Al fine di renderne più utile ed agevole la lettura, il commentario, strutturato in 10 parti e in 34 capitoli, vanta una organizzazione sistematica degli argomenti e degli istituti trattati
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