101 research outputs found

    Upwelling regime off the Cabo Frio region in Brazil and impact on acoustic propagation

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    This work introduces a description of the complex upwelling regime off the Cabo Frio region in Brazil and shows that ocean modeling, based on the feature-oriented regional modeling system (FORMS) technique, can produce reliable predictions of sound speed fields for the corresponding shallow water environment. This work also shows, through the development of simulations, that the upwelling regime can be responsible for the creation of shadow coastal zones, in which the detection probability is too low for an acoustic source to be detected. The development of the FORMS technique and its validation with real data, for the particular region of coastal upwelling off Cabo Frio, reveals the possibility of a sustainable and reliable forecast system for the corresponding (variable in space and time) underwater acoustic environment. (C) 2018 Acoustical Society of AmericaBrazilian Navy; Conselho Nacional de Desenvolvimento Cientifico e Tecnologico (CNPq)/Ciencias Sem Fronteiras [400671/2014-0]; European Union [OAEX-230855]; Fundacao de Amparo a Pesquisa (FAPERJ) [E-26/110.327/2012

    Idrocarburi e aree ad alta diversit\ue0 culturale e biologica: un\u2019analisi geografica in Amazzonia

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    Le operazioni di esplorazione ed estrazione di idrocarburi in diversi contesti geografici sono ampiamente documentate tra le attivit\ue0 antropiche di maggiore impatto sui sistemi socio-ecologici e sul cambiamento climatico, cosi come \ue8 riconosciuta la necessit\ue0 di politiche pi\uf9 efficaci e l'uso di tecnologie pi\uf9 pulite. Lo studio presentato in questo contributo mira a: 1) analizzare e mappare le interazioni tra le attivit\ue0 legate agli idrocarburi e le aree che presentano un'elevata diversit\ue0 e sensibilit\ue0 culturale e biologica; 2) Discutere proposte di criteri geografici per individuare aree unburnable, ovvero dove lasciare gli idrocarburi sottoterra. La metodologia si basa sulla costruzione di un geodatabase open source dell'area di studio, che corrisponde all'Amazzonia dell'Ecuador e alla Region amazzonica di Loreto in Per\uf9, area riconosciuta per la sua elevata diversit\ue0 ecologica e culturale. \uc8 stata condotta un\u2019analisi in ambiente QGIS delle sovrapposizioni tra gli aspetti socio-ecologici (aree protette, territori indigeni) e le attivit\ue0 di esplorazione e produzione di idrocarburi (riserve, blocchi, pozzi, oleodotti), oltre alla revisione di documenti scientifici e non su questi aspetti. Alcuni risultati dell'analisi GIS mostrano che quasi l'intera area di studio fa parte della provincia geologica del Putumayo-Oriente-Mara\uf1on, con una stima di 7290 milioni barili di petrolio equivalente sottoterra, dove le concessioni di idrocarburi coprono il 33% della superficie e si trovano circa 1780 pozzi. Le aree protette ricadenti nelle concessioni risultano essere il 18% e importanti sono anche le sovrapposizioni con i territori indigeni, evidenziando cos\uec l'urgenza di politiche pi\uf9 efficaci per garantire la sostenibilit\ue0 ambientale e sociale e la definizione di criteri geografici per individuare aree unburnable

    Tagaeri Taromenane: popoli incontattati dell\u2019Amazzonia Ecuadoriana ed espansione della frontiera petrolifera, quali territori per l\u2019autodeterminazione e i diritti umani?

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    Nel 1999 l\u2019Ecuador, primo paese al mondo, istituiva una zona Intangibile riservata al diritto all\u2019autodeterminazione dei popoli incontattati Tagaeri- Taromenane. Nel 2007 la Zona Intangibile Tagaeri-Taromenane (ZITT) veniva finalmente delimitata occupando un\u2019area di 7500 km2 della regione amazzonica ai confini con il Peru, perpetuamente vietata ad ogni attivit\ue0 industriale. Contemporaneamente veniva istituita anche una buffer zone di 10 km per garantire una ulteriore area di rispetto. Tuttavia trattandosi di popolazioni nomadi che per secoli si sono mosse su un\u2019area di circa 20.000 km2 tra i fiumi Napo e Curaray (in direzione Nord sud) e tra i primi rilievi andini e la confluenza del Nashino con il Curaray (in direzione ovest est) la Zona Intangibile non risulta adeguata alla territorialit\ue0 Tagaeri-Taromenane. Accanto alla mobilit\ue0 dei popoli in isolamento si assiste alla mobilit\ue0 della frontiera petrolifera. Il lavoro utilizza il ruolo della scala (cartografica e geografica) e le sue implicazioni cognitive per osservare ci\uf2 che sta accadendo attorno, vicino e all'interno della zona intangibile, da una visione continentale al dettaglio della sua storia e della sua istituzione. Gli strumenti cartografici e geografici ci aiutano a visualizzare l\u2019oggi e immaginare il domani, sapendo che il destino di questo angolo dell'Amazzonia non \ue8 necessariamente definito: si tratta di una regione ad alta complessit\ue0 territoriale con la possibilit\ue0 di articolare una rete tra aree protette, territori indigeni e corridoi ecologici culturali, alla ricerca di percorsi alternativi di sviluppo locale

    Mapping and Monitoring Urban Environment through Sentinel-1 SAR Data: A Case Study in the Veneto Region (Italy)

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    Focusing on a sustainable and strategic urban development, local governments and public administrations, such as the Veneto Region in Italy, are increasingly addressing their urban and territorial planning to meet national and European policies, along with the principles and goals of the 2030 Agenda for the Sustainable Development. In this regard, we aim at testing a methodology based on a semi-automatic approach able to extract the spatial extent of urban areas, referred to as \u201curban footprint\u201d, from satellite data. In particular, we exploited Sentinel-1 radar imagery through multitemporal analysis of interferometric coherence as well as supervised and non-supervised classi\ufb01cation algorithms. Lastly, we compared the results with the land cover map of the Veneto Region for accuracy assessments. Once properly processed and classi\ufb01ed, the radar images resulted in high accuracy values, with an overall accuracy ranging between 85% and 90% and percentages of urban footprint di\ufb00ering by less than 1%\u20132% with respect to the values extracted from the reference land cover map. These results provide not only a reliable and useful support for strategic urban planning and monitoring, but also potentially identify a solid organizational data\ufb02ow process to prepare geographic indicators that will help answering the needs of the 2030 Agenda (in particular the goal 11 \u201cSustainable Cities and Communities\u201d)

    A influĂȘncia da frente tĂ©rmica da ressurgĂȘncia costeira de cabo frio na perda do sinal acĂșstico: um estudo numĂ©rico

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    Este trabalho avaliou a perda do sinal acĂșstico na presença do gradiente tĂ©rmico formado pela ressurgĂȘncia costeira de Cabo Frio – RJ. Para tanto, utilizou-se de um modelo numĂ©rico hidrodinĂąmico para construir a estrutura termohalina da ressurgĂȘncia. Essa estrutura foi implementada como parĂąmetro de entrada em um modelo acĂșstico e utilizada como base de propagação do som. ApĂłs este procedimento, foram simulados sinais acĂșsticos em dois cenĂĄrios distintos, um deles representando uma situação de ressurgĂȘncia intensa, e outro na qual a ascenção da ĂĄgua de fundo nĂŁo ocorria. A comparação entre esses dois cenĂĄrios mostrou que a pluma de ressurgĂȘncia atua como uma barreira Ă  propagação do som, visto que no cenĂĄrio sem ressurgĂȘncia um mesmo sinal acĂșstico alcançou distĂąncias maiores. Neste sentido, especula-se que o gradiente tĂ©rmico promovido pela ressurgĂȘncia costeira possa prejudicar a detecção de alvos submarinos

    Dati VIIRS-Nightfire per il monitoraggio del gas flaring in Amazzonia: il caso Yasun\ued

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    L\u2019estrazione di combustibili fossili \ue8 un\u2019attivit\ue0 che ha ormai raggiunto aree remote ad alta diversit\ue0 biologica e culturale, tra le quali desta gran preoccupazione l\u2019espansione della frontiera petrolifera in Amazzonia occidentale, specialmente nella Riserva della Biosfera Yasun\uec (YBR), uno dei luoghi pi\uf9 biodiversi del pianeta e casa ancestrale degli indigeni Waorani. In prossimit\ue0 di questa zona, gli impatti socio-ambientali diretti e indiretti delle varie fasi dell\u2019estrazione petrolifera sono ampiamente documentati. Tra queste attivit\ue0, la distribuzione spaziale e gli impatti ambientali del gas flaring non sono stati ancora investigati a fondo, anche a causa della mancanza di un sistema di monitoraggio e documentazione delle posizioni dei flare e dei volumi di gas bruciato. Negli ultimi anni si sta assistendo per\uf2 a un\u2019inversione di tendenza, grazie allo sviluppo di vari metodi di monitoraggio da remoto, attraverso l\u2019analisi multispettrale da satellite. Lo scopo di questo studio \ue8 mappare l\u2019attivit\ue0 di gas flaring nell\u2019area dello YBR, analizzando diacronicamente e valutando gli impatti potenziali sia sulla biodiversit\ue0 che sulle comunit\ue0 locali. I dati giornalieri prodotti dalla NOAA da gennaio 2017 a marzo 2018, basate sull\u2019elaborazione di immagini dal sensore \u201cVisible Infrared Imaging Radiometric Suite\u201d del satellite Suomi-SNPP per il monitoraggio delle attivit\ue0 di gas flaring, sono stati analizzati e geoprocessati con dati sulle aree protette e comunit\ue0 indigene. Per il corretto posizionamento dei flare, quando possibile, \ue8 stato fatto riferimento ai dataset annuali della NOAA, per i nuovi flare \ue8 stato usato il centroide delle rilevazioni. I risultati preliminari mostrano la presenza di un nuovo sito di flare nel campo petrolifero Tiputini vicino all\u2019 \u201cArea Nucleo\u201d della YBR; tre flare sono stati rilevati nella zona buffer e 19 nella zona di transizione della YBR. spaziale ha inoltre identificato 6 comunit\ue0 indigene in un raggio di 6 Km dai flare. Questo studio rivela l\u2019enorme potenziale degli open data come Nightfire della NOAA per il monitoraggio di aree remote ad elevata importanza per la conservazione della biodiversit\ue0 e dei territori indigeni

    Analisi territoriale delle percezioni dei possibili impatti dell'estrazione di idrocarburi sui prodotti con Indicazione Geografica

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    La Commissione Europea da sempre riconosce il grande valore dei prodotti alimentari tipici e tradizionali, importanti per la definizio- ne del patrimonio culturale e dell\u2019identit\ue0 di un territorio. Il sistema europeo delle Indicazioni Geografiche (IG) conferisce inoltre a questi prodotti il valore di propriet\ue0 intellettuali. Nonostante l\u2019Italia sia il Paese europeo pi\uf9 ricco di prodotti IG, nelle aree di produzione sono presenti attivit\ue0 antropiche potenzialmente impattanti per l\u2019am- biente, la sicurezza alimentare e la salute. In questa ricerca vengono presentati i risultati di un\u2019indagine, condotta in Basilicata e Veneto, sull\u2019eventuale cambio delle scelte di acquisto di prodotti IG in aree in cui vi sono attivit\ue0 di estrazione o lavorazione di idrocarburi. Le analisi GIS realizzate hanno permesso, inoltre, di mettere in relazione alcune aree di produzione di prodotti IG con la dimensione spaziale delle percezioni sul rischio per la sicurezza alimentare rilevate duran- te l\u2019indagine. I risultati della ricerca evidenziano la necessit\ue0 di poli- tiche e normative, a livello nazionale ed europeo, che definiscano per le attivit\ue0 pi\uf9 impattanti adeguate distanze di sicurezza dalle aree di produzione, tenendo conto anche delle percezioni dei consumatori

    Social Licence to Operate e settore petrolifero nell\u2019Amazzonia ecuadoriana: un approccio geografico

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    Gli obiettivi di sostenibilit\ue0 al 2030 del settore del oil & gas indicano come prioritario l\u2019impegno delle compagnie petrolifere nella promozione dello sviluppo sostenibile delle comunit\ue0 presenti nei territori in cui esse operano. In questo modo l\u2019impresa pu\uf2 raggiungere pi\uf9 facilmente la cosiddetta Social Licence to Operate (SLO), ovvero il livello di accettazione delle attivit\ue0 di un\u2019impresa da parte delle comunit\ue0 locali. L\u2019obiettivo di questa ricerca, \ue8 sviluppare e testare un modello per misurare il livello di SLO di una compagnia petrolifera, analizzando in modo critico l\u2019applicazione di questo strumento nell\u2019Amazzonia ecuadoriana. L\u2019area di studio \ue8 il Blocco 10, gestito dalla compagnia petrolifera italiana Agip Oil Ecuador, filiale di Eni. Si tratta di un importante hotspot di biodiversit\ue0 popolato da diverse etnie indigene. La ricerca impiega un approccio geografico abbinato a metodi quali-quantitativi per esaminare le percezioni dei locali in merito agli impatti socio-ambientali delle operazioni dell\u2019impresa, elementi chiave nella definizione della SLO in un territorio. L\u2019assenza di informazioni geografiche precise dell\u2019area di studio \ue8 stata compensata mediante strumenti di Participatory GIS coinvolgendo le comunit\ue0 locali. Infine, l\u2019analisi GIS dei risultati sulle percezioni delle popolazioni permetter\ue0 di comprendere meglio le relazioni spaziali dei conflitti socio-ambientali e degli elementi critici della SLO nel territorio studiato
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