551 research outputs found

    Jurisdictional Immunities of the State and Exequatur of Foreign Judgments: a private International Law Evaluation of the Recent ICJ Judgment in Germany v. Italy

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    The article, accepted by the Director, is forthcoming in N. Boschiero, T. Scovazzi, C. Ragni, C. Pitea (eds), International Courts and the Development of International Law, Essays In Honour of Tullio Treves, T.M.C. ASSER PRESS, The Hague, The Netherlands, 2013.SUMMARY: - 1. Introduction - 1.1. Historical and factual background of the ICJ’s decision in relation to proceedings involving Greek nationals - 2. The arguments of the Court on the private international law issue of jurisdictional immunity in exequatur proceedings - 2.1. Evaluation of the Court’s reasoning: its correctness and weakness in the light of the preliminary unconvincing solution given in respect to the violation of Germany’s jurisdictional immunity in proceedings brought before the Italian courts by Italian claimants - 2.2. The external private international law context of the ICJ’s judgment: the ECJ’s Lechouritou judgment - 2.3. The problematic role of secondary European legislation (in the field of judicial cooperation in civil matters) on human rights claims against a State - 3. The negative impact of the ICJ’s decision on the role of the national/international public order exception; critical assessment of the formalistic “procedure/substance” distinction with regard to criminal and civil proceedings - 3.1 The consequences for the fundamental individual right to have access to justice and the right to an effective remedy - 4. Conclusion

    Giustizia e riparazione per le vittime delle contemporanee forme di schiavitù. Una valuzione alla luce del diritto internazionale consuetudinario, del diritto internazionale privato europeo e dell’agenda delle Nazioni Unite 2030 (parte seconda)

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    SOMMARIO: parte prima. Introduzione - 1. Dalle più antiche forme di schiavitù a quelle contemporanee: definizioni - 1.1. L’impostazione tradizionale e il suo progressivo superamento: dal concetto di “proprietà” alle diverse forme di “controllo” - 1.2. Le definizioni convenzionali delle diverse e moderne “istituzioni e pratiche” schiaviste - 2. I numeri e le cause della schiavitù, nelle sue forme contemporanee - 2.1. I numeri - 2.2. I fattori di rischio - 3. Jus cogens e obblighi erga omnes. Lo status del divieto di schiavitù - 3.1. La classificazione dei diritti umani “fondamentali”. La nozione di jus cogens - 3.2. La nozione di obblighi erga omnes e l’emersione di valori collettivi della comunità internazionale. La responsabilità (aggravata) degli Stati per violazione di questi obblighi - 3.3. Il ruolo delle sanzioni/contromisure (specifiche o globali) come efficace deterrente rispetto a gravi violazioni e abusi dei diritti umani - 3.4. Dal Rwanda al Myanmar e oltre: recenti e incoraggianti dati della prassi relativi alla repressione giudiziale dei crimini internazionali nelle controversie tra Stati - 4. Il diritto delle vittime all’accesso alla giustizia e a rimedi effettivi - 4.1. Due diritti distinti o due facce della stessa medaglia? La loro evoluzione - 4.2. Riparazione individuale v. riparazione collettiva - 4.3. Il diritto a “effective remedies” negli strumenti di soft law da far valere nei confronti di attori non-statali - 5. La più recente prassi giudiziale internazionale in materia di accesso alla giustizia riguardo al crimine di schiavitù - 5.1. La giurisprudenza della Corte Edu - 5.2. La giurisprudenza di altre Corti e Istituzioni internazionali in materia di schiavitù e pratiche contemporanee assimilabili: il sistema interamericano - 5.3. Il sistema africano - 5.4 Le decisioni rese dai Tribunali penali internazionali - parte seconda. 6. I limiti alla protezione giudiziaria delle vittime di crimini: il problema della competenza universale (penale e civile) nella prassi giudiziale internazionale e interna, in particolare a fronte dell’immunità garantita dal diritto internazionale generale - 6.1. Competenza universale (civile e penale) e crimini: una sintetica valutazione della giurisprudenza della Corte internazionale di giustizia e della Corte europea dei diritti dell’uomo - 6.2. Una possibile evoluzione della prassi in materia di competenza civile universale per crimini? - 6.3. La giurisprudenza americana in materia di competenza civile universale basata sull’Alien Tort Act e la sua recente evoluzione - 6.4. Da Kiobel a Nevsun: un nuovo ATS? - 6.5. Un “effetto orizzontale” dei diritti umani nella sfera delle relazioni tra “privati”? - 6.6. Qualche breve considerazione di carattere metodologico - 6.7 Il ruolo propulsivo delle legislazioni nazionali in tema di responsabilità d’impresa - 7. Un possibile, rinnovato ruolo per il diritto internazionale privato europeo in materia di accesso alla giustizia - 7.1. La posizione della Commissione europea rispetto all’applicazione extraterritoriale dell’Alien Tort Act statunitense alle multinazionali straniere ai tempi della sentenza Kiobel - 7.2. Il nuovo quadro normativo europeo sulla responsabilità d’impresa e l’obbligo di diligenza presentato dalla Commissione Europea nel 2020 - 7.3. La proposta di una nuova direttiva europea in materia di due diligence d’impresa. Una prima valutazione - 7.4. L’auspicabile revisione internazionalprivatistica del regolamento Bruxelles I bis: il criterio del forum necessitatis e la sua distinzione rispetto alla competenza civile universale e al forum non conveniens - 7.5. (segue) La riforma del regolamento Roma II: la legge applicabile “astrattamente” più adatta a garantire rimedi effettivi nei procedimenti relativi al risarcimento dei danni derivanti dal crimine di schiavitù - 8. Il target 8.7 dei sustainable development goal dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite - 8.1. I persistenti trend socio-economici alla base delle persistenti forme delle moderne schiavitù - 8.2. Le difficoltà relative all’attuazione del Target 8.7 dell’Agenda 2030 - 9. Considerazioni conclusive. Le azioni della comunità internazionale necessarie nell’immediato futuro per assicurare giustizia e riparazione alle vittime delle moderne forme di schiavitù - 9.1. Le azioni necessarie: aggiornare le vecchie convenzioni ONU del secolo scorso sulla schiavitù dotandole di strumenti che consentano alle vittime di usufruire di speciali “complaint procedures” - 9.2. (segue) Attuare le Risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite - 9.3. (segue) Adottare sanzioni unilaterali come contromisure “legittime” ai sensi del diritto internazionale contemporaneo nei confronti degli Stati che ancora praticano o tollerano forme di schiavitù - 9.4. (segue) Utilizzare al meglio tutti gli strumenti messi a disposizione del diritto internazionale privato e processuale. La necessità di una nuova convenzione sulla responsabilità internazionale d’impresa che consenta agli Stati di dotarsi di criteri di giurisdizione civile universale. In via sussidiaria, la necessità per gli Stati di dotarsi di un forum necessitatis e criteri di collegamento per la legge applicabile idonei a meglio soddisfare i diritti delle vittime - 9.5. (segue) Adottare una prospettiva realmente “victim-centred and human rights-based”. Justice and Reparation for the Victims of Contemporary Forms of Slavery. An Evaluation in the Light of the Evolving Nature of Public and Private International Law, European Law and the United Nations’ Agenda 2030 ABSTRACT: The Article enlighten the emergence in the twentieth century, through a rigorous exam of the fundamental elements constituting international custom, of a new enlarged notion of slavery which, under the umbrella’s definition of contemporary forms of slaveries, brings together the most heinous forms of this pervasive and everlasting crime against the humanity. All these new institutions and practices share the same peremptory status and erga omnes nature of the original prohibition, as well as all the (aggravated) consequences that the current apparatus of international law provides for the protection of fundamental interests of the international community as a whole. The Article also explores the way the major limitations to the fundamental right to access to justice and effective reparation for the victims (especially, immunity from foreign courts’ civil jurisdiction) have been recently implemented by national, international and supranational courts. It also prospects the progressive rise of a human rights’ horizontal effect in the private sphere, underlying the fundamental role that private international law might have in letting States to exercise extra-territorial jurisdiction in order to guarantee fundamental human rights obligations; thus, reflecting the growing recognition that a pure State-sovereignty-oriented approach has already been gradually supplanted by a human-being-oriented approach. Many concrete suggestions have been advanced in order to put an end in the near future to the crime of slavery, in whatever way declined

    The human rights approach in the anthropology of disasters

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    La ocurrencia de un desastre supone un desafío logístico en la fase de asistencia humanitaria y un reto para el cumplimiento de los Derechos Humanos, que se pueden ver afectados por la situación de emergencia. En este texto se reflexiona sobre la importancia de un enfoque de Derechos Humanos (DDHH) en el análisis teórico antropológico de los desastres y de la percepción del riesgo, como en la gestión del riesgo de desastre, en todas sus etapas, desde la prevención, la ayuda humanitaria y la recuperación. La protección ante un desastre, si bien no es explicitada como un Derecho Humano, es un derecho implícito en varios de sus articulos. Se está aplicando estas preguntas de investigación en una investigación doctoral sobre el terremoto de Lorca (Murcia, España, 2011), que tiene el objetivo de entender las representaciones del desastre a nivel local, contribuyendo a la teoria antropológica sobre los desastres y proporcionando recomendaciones prácticas para la gestión de los mismos. La primera conclusion general, aún en fase tentativa y de hipótesis, es que aplicar un enfoque de DDHH en el análisis etnográfico de un desastre permite sugerir recomendaciones prácticas para su gestión, que promuevan a su vez el cumplimiento de los DDHHThe occurrence of a disaster poses a logistical challenge in the humanitarian assistance phase and a challenge for the fulfillment of Human Rights, which may be affected by the emergency situation. This text reflects on the importance of a Human Rights approach in the theoretical anthropological analysis of disasters and risk perception, as in disaster risk management, in all its stages, from prevention, though humanitarian aid to recovery. The protection against a disaster, although not explicit as a Human Right, is a right implicit in several of its articles. These research questions are being applied in a doctoral research on the Lorca earthquake (Murcia, Spain, 2011), which aims to understand local disaster representations, contributing to the anthropological theory of disasters and providing practical recommendations for the disaster management. The first general conclusion, even in the tentative phase and hypothesis, is that applying a Human Rights approach in the ethnographic analysis of a disaster allows us to suggest practical recommendations for its management, which in turn promote compliance with human right

    Intellectual property rights and public health : An impediment to access to medicines and health technology innovation?

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    1. Pharmaceutical patents, the access to essential medicines and the question of innovation - 2. The actual and/or potential between the rights of inventors, international human rights law, trade rules and public health. The everlasting controversy on the allegedly adverse impact of intellectual property protection on access to medicines and health technologies - 3. Are human rights and intellectual property law really in conflict? A relation of interpretation, not of conflict - 4. Conclusions

    Giustizia e riparazione per le vittime delle contemporanee forme di schiavitù. Una valuzione alla luce del diritto internazionale consuetudinario, del diritto internazionale privato europeo e dell’agenda delle Nazioni Unite 2030 (parte prima)

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    SOMMARIO: PARTE PRIMA. Introduzione - 1. Dalle più antiche forme di schiavitù a quelle contemporanee: definizioni - 1.1. L’impostazione tradizionale e il suo progressivo superamento: dal concetto di “proprietà” alle diverse forme di “controllo” - 1.2. Le definizioni convenzionali delle diverse e moderne “istituzioni e pratiche” schiaviste - 2. I numeri e le cause della schiavitù, nelle sue forme contemporanee - 2.1. I numeri - 2.2. I fattori di rischio - 3. Jus cogens e obblighi erga omnes. Lo status del divieto di schiavitù - 3.1. La classificazione dei diritti umani “fondamentali”. La nozione di jus cogens - 3.2. La nozione di obblighi erga omnes e l’emersione di valori collettivi della comunità internazionale. La responsabilità (aggravata) degli Stati per violazione di questi obblighi - 3.3. Il ruolo delle sanzioni/contromisure (specifiche o globali) come efficace deterrente rispetto a gravi violazioni e abusi dei diritti umani - 3.4. Dal Rwanda al Myanmar e oltre: recenti e incoraggianti dati della prassi relativi alla repressione giudiziale dei crimini internazionali nelle controversie tra Stati - 4. Il diritto delle vittime all’accesso alla giustizia e a rimedi effettivi - 4.1. Due diritti distinti o due facce della stessa medaglia? La loro evoluzione - 4.2. Riparazione individuale v. riparazione collettiva - 4.3. Il diritto a “effective remedies” negli strumenti di soft law da far valere nei confronti di attori non-statali - 5. La più recente prassi giudiziale internazionale in materia di accesso alla giustizia riguardo al crimine di schiavitù - 5.1. La giurisprudenza della Corte Edu - 5.2. La giurisprudenza di altre Corti e Istituzioni internazionali in materia di schiavitù e pratiche contemporanee assimilabili: il sistema interamericano - 5.3. Il sistema africano - 5.4 Le decisioni rese dai Tribunali penali internazionali – PARTE SECONDA. 6. I limiti alla protezione giudiziaria delle vittime di crimini: il problema della competenza universale (penale e civile) nella prassi giudiziale internazionale e interna, in particolare a fronte dell’immunità garantita dal diritto internazionale generale - 6.1. Competenza universale (civile e penale) e crimini: una sintetica valutazione della giurisprudenza della Corte internazionale di giustizia e della Corte europea dei diritti dell’uomo - 6.2. Una possibile evoluzione della prassi in materia di competenza civile universale per crimini? - 6.3. (segue) L’effetto orizzontale dei diritti umani nella sfera delle relazioni tra privati - 6.4. La giurisprudenza americana in materia di competenza civile universale basata sull’Alien Tort Act e la sua recente evoluzione - 6.5 (segue) Da Kiobel a Nevsun: un nuovo ATS canadese? - 6.6. (segue) Qualche breve considerazione di carattere metodologico - 6.7 Il ruolo propulsivo delle legislazioni nazionali in tema di responsabilità d’impresa - 7. Un possibile, rinnovato, ruolo per il diritto internazionale privato europeo in materia di accesso alla giustizia - 7.1. La posizione della Commissione europea rispetto all’applicazione extraterritoriale dell’Alien Tort Act statunitense alle multinazionali straniere ai tempi della sentenza Kiobel - 7.2. Il nuovo quadro normativo europeo sulla responsabilità d’impresa e l’obbligo di diligenza presentato dalla Commissione Europea nel 2020 - 7.3. La proposta di una nuova direttiva europea in materia di due diligence d’impresa. Una prima valutazione - 7.4. L’auspicabile revisione internazionalprivatistica del regolamento Bruxelles I bis: il criterio del forum necessitatis e la sua distinzione rispetto alla competenza civile universale e al forum non conveniens - 7.5. (segue) La riforma del regolamento Roma II: la legge applicabile “astrattamente” più adatta a garantire rimedi effettivi nei procedimenti relativi al risarcimento dei danni derivanti dal crimine di schiavitù - 8. Il target 8.7 dei sustainable development goal dell’agenda 2030 delle Nazioni Unite - 8.1. I persistenti trend socio-economici alla base delle persistenti forme delle moderne schiavitù - 8.2. Le difficoltà relative all’attuazione del Target 8.7 dell’Agenda 2030 - 9. Considerazioni conclusive. Le azioni della comunità internazionale necessarie nell’immediato futuro per assicurare giustizia e riparazione alle vittime delle moderne forme di schiavitù - 9.1. Le azioni necessarie: aggiornare le vecchie convenzioni ONU del secolo scorso sulla schiavitù dotandole di strumenti che consentano alle vittime di usufruire di speciali “complaint procedures” - 9.2 Attuare le Risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite - 9.3 (segue) Adottare sanzioni unilaterali come contromisure “legittime” ai sensi del diritto internazionale contemporaneo nei confronti degli Stati che ancora praticano o tollerano forme di schiavitù - 9.4 Utilizzare al meglio tutti gli strumenti messi a disposizione del diritto internazionale privato e processuale. La necessità di una nuova convenzione sulla responsabilità internazionale d’impresa che consenta agli Stati di dotarsi di criteri di giurisdizione civile universale. In via sussidiaria, la necessità per gli Stati di dotarsi di un forum necessitatis e criteri di collegamento per la legge applicabile idonei a meglio soddisfare i diritti delle vittime - 9.5 Adottare una prospettiva realmente “victim-centred and human rights-based”. Justice and Reparation for the Victims of Contemporary Forms of Slavery. An Evaluation in the Light of the Evolving Nature of Public and Private International Law, European Law and the United Nations’ Agenda 2030 ABSTRACT: The Article enlighten the emergence in the twentieth century, through a rigorous exam of the fundamental elements constituting international custom, of a new enlarged notion of slavery which, under the umbrella’s definition of contemporary forms of slaveries, brings together the most heinous forms of this pervasive and everlasting crime against the humanity. All these new institutions and practices share the same peremptory status and erga omnes nature of the original prohibition, as well as all the (aggravated) consequences that the current apparatus of international law provides for the protection of fundamental interests of the international community as a whole. The Article also explores the way the major limitations to the fundamental right to access to justice and effective reparation for the victims (especially, immunity from foreign courts’ civil jurisdiction) have been recently implemented by national, international and supranational courts. It also prospects the progressive rise of a human rights’ horizontal effect in the private sphere, underlying the fundamental role that private international law might have in letting States to exercise extra-territorial jurisdiction in order to guarantee fundamental human rights obligations; thus, reflecting the growing recognition that a pure State-sovereignty-oriented approach has already been gradually supplanted by a human-being-oriented approach. Many concrete suggestions have been advanced in order to put an end in the near future to the crime of slavery, in whatever way declined

    Chapter Treblinskij ad di V. Grossman nell’Europa dell’immediato dopoguerra (1945-1947)

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    The literary essay Treblinskij ad (The Hell of Treblinka), written by Vasilij Grossman and first published in the journal Znamja in 1944, circulated widely at the end of World War II, with editions appearing in several different languages. This article examines how Treblinskij ad spread across Europe and the United States during the Nuremberg Trials. We focus on the English, French, and German translations of the text that appeared between 1945 and 1947, and compare these translations with the versions of Grossman’s essay that were published in Russia

    Inclusive theatre-making on the stage: The case of Rebekka Kricheldorf ’s Homo Empathicus (2014)

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    The play Homo Empathicus (2014) describes a hyperempathic community by bringing the ethic of political correctness to its extreme. This utopian society is dominated by language taboos: words such as ugly, suffering, and deficiency are banned. In this brave new world, where all conflicts are avoided, disability plays a major role. In fact, one of the protagonists is the deaf-mute Sam, who refuses the linguistic rules of his community. He complains about those who have befouled the park that he, as a gardener, is required to keep clean. He even avoids going to language therapy to cure his aversion to Jerusalem artichokes. In this play, disability, far from serving as a metaphor of virtue or lending itself to an ideological reading, represents Sam’s path toward freedom. Our paper aims to provide a case study of inclusive theatre-making by analysing the production of Homo Empathicus by the company Teatro a Rotelle (Wheeled Theatre) at the University of Verona. This company is composed of non-professional actors, mostly students both disabled and non-disabled. Accessibility plays a crucial role in staging as Sam uses sign language, which has to go through an intersemiotic translation for both the actors and the audience. For example, the visual stimuli have to be transformed into acoustic signals for our blind actors. Another issue concerning accessibility are the dances described in the text, as some of the actors are wheelchair users. One of the dramaturgical challenges of this production is that the text of Homo Empathicus is focused on the diversity of Sam solely, while on the stage our actors manifest different disabilities. Building up on this case study, our paper aims at bringing together practical experience and theoretical knowledge on accessible theatre combining different research fields such as Dramatics (Johnston 2016), Translation, Accessibility and Disability Studie

    Disaster experience and perceptions of the domestic landscapeafter thelorca earthquakes in 2011

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    Los terremotos del 11 de mayo de 2011 en Lorca (Murcia) han sido eventos catalizadores de un desastre que ha tenido impacto, entre otras cosas, también sobre la percepción del paisaje doméstico de la ciudad. El objetivo de este artículo es evidenciar la relación entre la experiencia del desastre y la percepción del paisaje doméstico de Lorca como un paisaje en riesgo. Se presenta en primer lugar un marco teórico-conceptual y la metodología y técnicas de la etnografía realizada. Sucesivamente se describen las percepciones sobre el paisaje doméstico de la ciudad en el que la experiencia de los terremotos ha visibilizado el riesgo sísmico y se analizan los relatos sobre la pérdida de referencias de la ciudad y de las casas como estructuras físico-simbólicas arraigadas en el espacio y en el tiempo familiar y social. Por último, se interpretan las experiencias locales valorizando la importancia de considerar en su conjunto el patrimonio material e inmaterial del paisaje. Se concluye que la experiencia vivida del desastre en Lorca, la memoria y la percepción del riesgo ofrecen oportunidades para trabajar la prevención y la preparación de cara al futuroThe earthquakes of May 11, 2011 in Lorca (Murcia) have been catalyzing events of a disasterwhich has had an impact also on the perception of the domestic landscape of the city(among others). The objective of this article is to show the relationship between the experienceof the disaster and the perception of the domestic landscape of Lorca as a landscape at risk.Firstly, we present a theoretical-conceptual framework and the methodology and techniquesof the ethnography carried out are presented. Successively, we analyze the perceptionsabout the domestic landscape of the city in which the experience of earthquakes has madethe seismic risk visible are described, and the stories about the loss of references in the cit

    Editorial

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    Editorial Gilson Aparecido BoschieroJornalistaMestre em Geografia na Universidade Estadual do Centro-Oeste, UNICENTRO
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