168 research outputs found

    Nala lividipes (Dufour, 1828), a new earwig for the Maltese Islands (Dermaptera: Labiduridae)

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    Nala lividipes is recorded for the first time from the Maltese Islands. Distributional, ecological and taxonomic notes are included for this species. New distributional data is provided for other earwig species which were locally known from few or single records.peer-reviewe

    Notes on three carabids collected from the Maltese Islands (Coleoptera, Carabidae)

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    Following the recent work on the carabid fauna of the Maltese Islands (Magrini & Schembri, 1997), Campalita olivieri Dejean and Somotrichus elevatus (Fabricius) are here recorded for the first time. The record of Ocydromus andreae (Fabricius) by Magrini & Schembri is incorrect and should refer to Ocydromus atlanticus (Wollaston).peer-reviewe

    A NEW SPECIES OF TRECHUS FROM THE ETHIOPIAN PLATEAU (Coleoptera, Carabidae)

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    A new species of Trechus from the Oromia Province (Ethiopia) is described in the present note. This new taxon shows some peculiar characters, such as a much swollen abdomen of pseudophysiogastric aspect, a feature shared by other high altitude Trechinae, as for instance Queinnectrechus Deuve, 1992 from Asia. The integuments are glabrous; the antennae are short; the pronotum is larger than long, with regularly rounded sides and hind angles; the elytrae are short and rounded (pseudophysiogastric) with the first six striae well engraved, on the third of them two discal foveolate setae are well visible. The aedeagus is big and stout, abruptly narrowing at the tip (in lateral view), with a small botton slanting upwards; the copulatory piece is big and well sclerified, triangular, with a more or less sharpened tip. Well recognizable for the "pseudophysiogastric" aspect, Trechus (Trechus) ericalis n.sp. belongs to the bipartitus group

    A NEW SUBGENUS AND A NEW SPECIES OF TRECHUS FROM ETHIOPIA (COLEOPTERA, CARABIDAE)

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    In the present note Minitrechus, a new subgenus of Trechus, characterized in the 75 male by only the first tarsal segment dilated and dentate, and by much enlarged paramera, bearing three apical setae, clearly isolated from each other, is described. The new species, Trechus (Minitrechus) gypaeti, is light yellow in colour, rather flattened, with little eyes, pronotum not sinuate, with fore and hind angles blunt; third elytral stria with two discal setae. The median lobe of the aedeagus is short, stout, little arcuate, with a copulatory piece triangular, lanceolate and sharpened at the tip, little sclerified. Female gonostyli short and curved, bear a stout and long ensiform seta on the inner edge, flanked by two smaller ones

    DIECI NUOVI DUVALIUS DEL LAZIO (COLEOPTERA, CARABIDAE)

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    Dieci nuovi taxa del genere Duvalius Delarouzée, 1859 sono descritti del Lazio, risultato di oltre trent'anni di ricerche in grotte o nell'ambiente sotterraneo superficiale. Quattro specie appartengono al "gruppo franchettii", che comprende specie eucavernicole ad elevato livello di specializzazione troglomorfa, caratterizzate da dimensioni medie o grandi, due sole setole discali elitrali, tempie glabre, tegumenti glabri, lamella copulatrice costituita da un solo pezzo, sempre priva di fanero mediano impari. Duvalius auruncus n.sp., nota di una cavità dei Monti Aurunci centrali, è ben riconoscibile per le appendici allungatissime (è la più "afenopsiana" delle specie italiane) e per la lamella copulatrice piuttosto corta e subparallela, con apice poco ristretto ed asimmetrico, accorciato sul lato sinistro. Duvalius ausonicus n.sp., nota di alcune grotte dei Monti Ausoni sud-occidentali e nord-occidentali, è simile a D. lepinensis Cerruti, 1950, ma ben riconoscibile per la lamella ampia alla base, con apice stretto, allungatissimo e ricurvo. Duvalius dattii n.sp. della Grotta di Bellegra (Montagna di Roiate) viene separata da D. franchettii (Luigioni, 1926), dei Monti Simbruini, con cui era finora confusa, per la morfologia dell'edeago e soprattutto della lamella, più breve e massiccia. Duvalius avoni n. sp., di una grotta dei Monti Simbruini, si distingue per il maggior grado di specializzazione, le dimensioni maggiori, e soprattutto per la lamella, più lunga, massiccia, subparallela, con apice evidenziato e rialzato. Tre specie sono da riferire al "gruppo cerrutii", che comprende specie dell'ambiente sotterraneo superficiale o cavernicole, a medio livello di specializzazione morfologica, caratterizzate da dimensioni generalmente medie o piccole, più di due setole discali elitrali (normalmente da tre a otto), tempie con brevi setole, tegumenti pubescenti, lamella copulatrice spesso con fanero mediano impari basale. Duvalius latellai n.sp., nota solo di una grotta di bassa quota presso San Giovanni Incarico, si distingue per avere due sole setole discali elitrali e la lamella corta, tozza, ad apice arrotondato, priva di fanero impari. Duvalius franziniorum n.sp. è specie endogea e dell'ambiente sotterraneo superficiale (MSS), occasionalmente cavernicola, dei Monti Lepini (Monte Semprevisa, Monte Gemma, Monte Lupone), simile a D. bastianinii Magrini, 1998, ma ben riconoscibile per la lamella più corta, a doccia con apice asimmetrico (accorciato a destra), costituita da due faneri laterali riuniti all'apice, priva di fanero impari. Duvalius nardii n.sp., di grotte con acque sulfuree dei Monti Lepini sud-occidentali (Monte Acquapuzza), si riconosce per la lamella corta, robusta e ben sclerificata, in visione ventrale a forma di doccia con apice asimmetrico (accorciato a destra), costituita da due corti e robusti lobi laterali uniti da una lamina arcuata, priva di fanero impari. Una specie, Duvalius lydiae n.sp., nota di una sola grotta dei Monti Aurunci orientali, apparentemente riconducibile al gruppo cerrutii per il livello medio di specializzazione morfologica, le dimensioni medio-piccole, le due o tre setole discali elitrali, le tempie fortemente setolose, appare però ben caratterizzata da peculiari apomorfie (numerose e lunghe setole foveolate su capo, pronoto ed interstrie elitrali; lobo mediano dell'edeago con una convessità ventrale; lamella copulatrice con torsione della porzione distale sul proprio asse), per cui viene isolata nel nuovo "gruppo lydiae". Infine, due taxa, Duvalius virginiae marinae n.ssp. e Duvalius brandmayri n. sp. rientrano nel "gruppo straneoi", che comprende specie a medio livello di specializzazione morfologica, caratterizzate da dimensioni piccole o medio-piccole, con due sole setole discali elitrali, tempie glabre, tegumenti glabri, lamella copulatrice costituita da due faneri laterali simmetrici, saldati insieme alla base, e fornita di un fanero mediano impari. Il primo taxon, di una grotta dei Monti Sabini, va considerato sottospecie distinta di Duvalius virginiae Magrini, Vanni & Cirocchi, 1996, finora nota di due sole cavità dei Monti Martani nell'Umbria meridionale, inclusa nel "sottogruppo cirocchii". Le due popolazioni, umbra e laziale, differiscono leggermente per la diversa forma del lobo mediano dell'edeago e della lamella copulatrice, con faneri più larghi a livello apicale in virginiae. La seconda specie, endogea e perinivale del Monte Terminillo, è molto simile a D. straneoi Jeannel, 1931 ("sottogruppo straneoi") del Monte La Pelosa, ma si distingue per la morfologia dell'edeago, con lobo mediano più breve e robusto e lamella più piccola, con doccia più stretta

    I Calosomini di Somalia (Coleoptera, Carabidae)

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    Effetto di variabili ambientali sulla densit? di attivit? di tassocenosi edafiche (Isopoda Oniscidea, Chilopoda, Coleoptera Carabidae) in habitat forestali dell\u27Italia centrale

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    Results on research on Isopoda Oniscidea, Chilopoda and Coleoptera Carabidae in natural and artificial oak forests in centra Italy (Castel di Guido, Roma, 10-80 m s.l.m).Si riportano i risultati di una ricerca condotta su Isopodi Oniscidei, Chilopodi e Coleotteri Carabidi in querceti naturali e artificiali, in un\u27area sottoposta a gestione lungo il versante tirrenico dell\u27Italia centrale (Castel di Guido, Roma, 10-80 m s.l.m). Campionamenti mensili sono stati condotti per 12 mesi (2009-2010) con pitfall-traps (NaCl e aceto) in habitat forestali (4 stazioni, 8 trappole ciascuna) differenti per grado di complessit? strutturale. Scopo del lavoro ? stato quello di testare tramite regressioni multiple la possibile relazione tra variabili strutturali dell\u27ambiente (copertura di canopy, di strato arbustivo, di strato erbaceo, copertura e profondit? della lettiera, numero di rami a terra) e i valori di densit? di attivit? annuali (Day) delle singole trappole nei tre gruppi campionati, utilizzando le sei variabili ambientali e la loro combinazione in due fattori principali estratti dalla PCA. I valori delle variabili sono stati calcolati ogni mese secondo la scala di Braun-Blanquet entro una circonferenza di raggio 2 m con centro la trappola. I due modelli di regressione adottati hanno dato risultati significativi e parzialmente analoghi solo per Chilopodi e Coleotteri Carabidi. La DAy dei Chilopodi ? significativamente influenzata dalla copertura del canopy, dello strato arbustivo e della lettiera mentre quella dei Coleotteri Carabidi dal canopy e dallo strato arbustivo. E\u27 probabile che i fattori ambientali di tipo strutturale siano indirettamente importanti nella scelta dell\u27ambiente d\u27elezione da parte dei Chilopodi e dei Coleotteri Carabidi; infatti, la presenza di una complessa stratificazione in alcune delle stazioni esaminate e la diversificazione delle nicchie trofiche e spaziali potrebbero aver influenzato direttamente la presenza di molte specie di invertebrati fitofagi, potenziali prede per molte specie di Chilopodi e Coleotteri Carabidi

    An overview on the most outstanding Italian endemic moth, Brahmaea (Acanthobrahmaea) europaea (Lepidoptera: Brahmaeidae)

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    The state of knowledge about the European Bramea, Brahmaea (Acanthobrahmaea) europaea Hartig, 1963, is briefly summarized in relation to growing concern about the conservation status of the most outstanding Italian endemic moth species
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