15 research outputs found

    Distribution of Triatoma dimidiata sensu lato (Reduviidae: Triatominae) and risk factors associated with household invasion in Northern Belize, Central America

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    To date, Triatoma dimidiata sensu lato [Reduviidae: Triatominae (Latreille 1811)] remains the sole vector species associated with Chagas disease transmission reported from Belize. Human infection data are limited for Belize and the disease transmission dynamics have not been thoroughly investigated, yet the likelihood of autochthonous transmission is supported by the widespread collection of infected vectors from within local households. Here, we report updated infection rates of the vector population and infestation rates for villages in north and central Belize. Overall, 275 households were enrolled in an ongoing vector surveillance program. Of the 41 insects collected, 25 were PCR positive for T. cruzi, indicating an infection rate as high as 60%. To further characterize the epidemiological risk of human-vector contact, determinants of household invasion were modeled. Local households were surveyed and characterized with respect to over 25 key factors that may be associated with household infestation by T. dimidiata s.l. While final models were not strongly predictive with respect to the risk factors that were surveyed, likely due to the low number of collection observations, the presence of domestic/peri-domestic dogs, nearby light sources, and household structure materials could be the focus of continued risk assessments. In northern Belize, this vector survey lends support to T. dimidiata s.l. inhabiting sylvatic settings as opposed to the classical paradigm of domiciliated vector populations. This designation has strong implications for the local level of human exposure risk which can help guide vector surveillance and control resources

    Sources of error in emergency ultrasonography.

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    Background: To evaluate the common sources of diagnostic errors in emergency ultrasonography. Methods: The authors performed a Medline search using PubMed (National Library of Medicine, Bethesda, Maryland) for original research and review publications examining the common sources of errors in diagnosis with specific reference to emergency ultrasonography. The search design utilized different association of the following terms: (1) emergency ultrasonography, (2) error, (3) malpractice and (4) medical negligence. This review was restricted to human studies and to English-language literature. Four authors reviewed all the titles and subsequent the abstract of 171 articles that appeared appropriate. Other articles were recognized by reviewing the reference lists of significant papers. Finally, the full text of 48 selected articles was reviewed. Results: Several studies indicate that the etiology of error in emergency ultrasonography is multi-factorial. Common sources of error in emergency ultrasonography are: lack of attention to the clinical history and examination, lack of communication with the patient, lack of knowledge of the technical equipment, use of inappropriate probes, inadequate optimization of the images, failure of perception, lack of knowledge of the possible differential diagnoses, over-estimation of one's own skill, failure to suggest further ultrasound examinations or other imaging techniques. Conclusions: To reduce errors in interpretation of ultrasonographic findings, the sonographer needs to be aware of the limitations of ultrasonography in the emergency setting, and the similarities in the appearances of various physiological and pathological processes. Adequate clinical informations are essential. Diagnostic errors should be considered not as signs of failure, but as learning opportunities. \ua9 2013 Pinto et al; licensee BioMed Central Ltd

    Additional file 4: Figure S3. of Insecticide resistance status of three malaria vectors, Anopheles gambiae (s.l.), An. funestus and An. mascarensis, from the south, central and east coasts of Madagascar

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    Mortality rates of An.gambiae (s.l.) field populations exposed to alpha-cypermethrin, permethrin, deltamethrin and lambda-cyhalothrin diagnostic dosages between 2015 and 2016 in eleven sentinel sites in Madagascar (PPTX 48 kb

    Additional file 2: Table S2. of Multi-country assessment of residual bio-efficacy of insecticides used for indoor residual spraying in malaria control on different surface types: results from program monitoring in 17 PMI/USAID-supported IRS countries

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    Summary of monthly number exposed and percent mortality of insectary reared susceptible colony of Anopheles gambiae and Anopheles arabiensis after WHO standard cone bioassay tests on alpha-cypermethrin sprayed surfaces by country and surface type, 2008–2012. (XLSX 48 kb

    Progetto multicentrico nazionale di coorti di nascita con informazioni da archivi CEDAP e record linkage di flussi amministrativi correnti

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    Introduzione I dati del Certificato di assistenza al parto (CEDAP) presentano informazioni individuali sui nuovi nati, sul livello socio-economico dei genitori, assistenza in gravidanza, modalità di travaglio e parto, di rilevanza per costituire coorti di nati da seguire nel tempo ed identificare possibili fattori di rischio perinatali o nei primi anni di vita. Sono già in corso esperienze locali di utilizzo delle schede CEDAP linkate a flussi sanitari per diverse finalità. Obiettivo L’obiettivo generale del progetto è quello di costituire una base dati multicentrica di coorti di nati con informazioni da archivi CEDAP standardizzata per alcune variabili di interesse e linkata a fonti informative correnti per valutare possibili fattori di rischio alla nascita o nei primi anni di vita. Rispetto ad analisi precedentemente condotte in alcune aree, questo progetto avrà il vantaggio di poter confrontare in modo standardizzato diverse realtà a livello nazionale, aumentare la potenza statistica dello studio e valutare alcuni outcome di salute utilizzando flussi correnti non precedentemente esaminati. All’interno di questo ampio obiettivo andranno definiti obiettivi specifici secondo gli interessi del gruppo e la rilevanza scientifica. Metodi È stata valutata la fattibilità del progetto in alcuni centri che avevano già lavorato con archivi CEDAP o mostrato un interesse al progetto e con disponibilità di tali dati. Sono state richieste alcune informazioni sulla popolazione di nati residenti, disponibilità temporale dell’archivio CEDAP (assieme a informazioni sul tracciato record) e di altri flussi informativi correnti, e la possibilità di record linkage (RL) dei principali flussi informativi con l’archivio CEDAP. Risultati I centri che hanno mostrato un interesse al progetto sono: Venezia, Rovigo, Trento, Torino, Firenze, Roma, Regione Umbria, Regione Emilia-Romagna, Regione FVG (in fase di valutazione Pisa, Brindisi) per una popolazione di circa 102,000 nuovi nati residenti nel 2009 (periodo 2002-2012 ~1 milione di nati). I dati CEDAP sono disponibili dall’anno 1989 in FVG mentre dal 2005 per Venezia e Umbria. La disponibilità di flussi sanitari correnti (ricoveri (SDO), certificati di morte (CM), farmaceutica (F), specialistica ambulatoriale (SA), pronto soccorso, esenzioni ticket, registro tumori, anatomia patologica, registro vaccinale) è risultata eterogenea nei diversi centri, ma le fonti principali (SDO, CM, F, SA) sono disponibili in tutti i centri almeno dai primi anni 2000. Il RL tra CEDAP e altri flussi è già stato effettuato a Torino, Venezia, Roma e Regioni Umbria, Emilia- Romagna e FVG anche se con modalità diverse. Sono state individuate variabili comuni nelle sezioni relative a madre, padre, gravidanza,travaglio, parto e neonato e relative codifiche per ogni centro. Conclusioni Si sta costituendo una rete multicentrica nazionale di coorte di nuovi nati. L’inclusione nel progetto di altri centri in possesso di dati CEDAP è possibile e auspicabil

    Ricoveri per cause respiratorie e inquinamento atmosferico in 9 città italiane. i risultati del progetto EPIAIR

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    Introduzione. L’associazione tra concentrazione di inquinanti, specie per PM10 ed O3 , e ricoveri ospedalieri per cause respiratorie è ampiamente docum entata in letteratura. Molte indagini hanno valutato visite mediche e ricoveri relativi all’apparato respiratorio. In questo studio vengono presen tati i risultati del progetto EpiAir relativi all’impatto dell’inquinamento atmosferico sui ricoveri ospedalieri per mala ttie respiratorie in divers e città italiane nel periodo 2001- 2005. Obiettivi. L’obiettivo del presente studio è valutare gli effetti acut i dell’inquinamento atmosferico da PM10, NO2 e O3 in 9 città italiane (Torino, Milano, Mestre, Bo logna, Firenze, Pisa, Roma, Taranto, Pale rmo) sui ricoveri ospedalieri per cause respiratorie nel loro insieme e per le specifiche sottocategor ie (bronchite e polmonite, broncopneumopatia cronica ostruttiva e asma) per il periodo 2001-2005. Metodi. I gruppi di patologie presi in esame sono i ricoveri urgent i per: tutte le malattie respiratorie (ICD-9-CM: 460-519), bronchite e polmonite (ICD-9-CM: 480-487,466), broncopne umopatia cronica ostruttiva (BPCO) (ICD-9-CM: 490- 492,494,496 o 518.8, 518.5, 786.0 in diagnosi principale in sieme con 490-492,494,496 in dia gnosi secondaria) e asma (ICD-9-CM: 493). Nel complesso sono stati analizzati 115,711 episodi di ospedalizzazione. Le mi surazioni di PM10, NO2 e O3 provengono da stazioni fisse di mon itoraggio della qualità dell’ar ia. E’ stata effettuata una analisi “case- crossover” città-specifica dove i giorni di controllo sono stati s celti secondo una modalità “time st ratified”(stesso giorno della settimana all’interno dello stesso mese e dello stesso anno) . I modelli di regressione logi stica condizionata hanno tenuto conto della temperatura apparente, della pressione barometrica, delle festività, delle epidemie influenzali e della temporanea riduzione della popolazione durante l’estate . Le stime di effetto speci fiche per città sono state combinate attraverso la specificazione di un modello di meta-analisi a effetti casuali. Per l’O3 l’analisi è stata ristretta al solo semestre caldo (ap rile- settembre). Per ciascuna causa di ricove ro, la stima “pooled” del ri schio viene espressa come incremento pe rcentuale per incrementi di 10 μ g/m3 di inquinante. In un’analisi di sottogruppo s ono stati anche esaminati i ricoveri per asma e per bronchite/polmonite dei soggetti in età pediatrica (0-14 anni); i risultati dettagliati di qu esta analisi sono riportati nell’abstract di Galassi et al. Risultati. I risultati di questa analisi hanno mostrato associazioni positive e statisticamente signi ficative tra PM10 e ricoveri per malattie respiratorie a lag 0-1: per incrementi di 10 ¬g/m3 si è osservato un incremento del rischio per tali patologie pari a 0,8% (IC 95%: 0,4; 1,2). Un effe tto immediato del PM10 si osserva anche pe r le BPCO (lag 0: 0,8%; 0,1-1,4). Gli effetti sono invece prolungati e le stime dell’aumento di rischio sono più elevat e se si considerano i ricoveri avvenuti per bronchite e polmonite (lag 0-5: 1,3%; 0,4-2,2) e asma (lag 0- 5: 3,5%; 1,1- 5,9). Gli incrementi di NO2 riferiti alla media dello stesso giorno e di quattro giorni pre cedenti (lag 0-5) risultano associati ad incrementi di rischio dei ricoveri per tutt e le malattie respiratorie (1,4%; 0,6-2,2); per bronchite e polmonite (lag 0-5: 1,9%; 0,1- 3,6); per asma (lag 0-5: 7,6%; IC 95%: 4,3-11,0). Solo per le BPCO e l’NO2 l’effetto risulta immediat o (lag 0: 1,4%; 0,4- 2,5). Per quanto riguarda l’O3 le stime d’effetto sono elevate e statisti camente significative per bronchit e e polmonite (lag 0-5: 1,8%; 0,2-3,4). Per le BPCO si evidenzia un effetto ritardato a lag 2-5 (1,6%; 0,2-3,0). Nessuna associazione si osserva tra O3 e l’asma. Nel complesso, le stime d’effetto per i ricoveri per bronchi te e polmonite sono risultate più elevate sull’intera popolazione rispetto a quelle osservate nel sottogruppo di soggetti in età pediatrica, per tutti gli inquinanti consider ati (PM10, NO2 e O3). Conclusioni. Lo studio mostra un impatto considerevole dell’inqu inamento atmosferico sui ricoveri per malattie respiratorie nel loro insieme e per le patologie specifiche

    Associazione tra indicatori di inquinamento atmosferico e ricoveri ospedalieri per alcune patologie respiratorie nella popolazione infantile in 9 città italiane. risultati preliminari del progetto EPIAIR

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    Introduzione I potenziali effetti dell’inquinamento atmosferico sulla salute respiratoria dei bambini rappresentano un rilevante problema di sanità pubblica, anche in relazione alla maggiore suscettibilità e vulnerabilità agli effetti degli inquinanti di questa fascia di età (WHO 2005). Diversi studi internazionali hanno evidenziato una associazione tra i livelli degli inquinanti atmosferici ed effetti respiratori a breve termine nella popolazione infantile, ma le esperienze italiane sono scarse. Obiettivi Il presente studio ha l’obiettivo di valutare l’associazione tra alcuni indicatori di inquinamento atmosferico e i ricoveri ospedalieri per alcune cause respiratorie selezionate nel sottogruppo di popolazione in età pediatrica (0-14 anni) residente in 9 città italiane, nel contesto dello studio EPIAIR-CCM. I risultati completi relativi a tutte le fasce di età sono presentati nell’abstract di Serinelli et al. Metodi Lo studio è stato condotto in nove città distribuite sull’intero territorio nazionale (Bologna, Firenze, Mestre, Milano, Palermo, Pisa, Roma, Taranto e Torino) relativamente al periodo 2001-2005. Sono stati selezionati i ricoveri ospedalieri della popolazione in età pediatrica (0-14 anni), limitatamente ai ricoveri identificati come “urgenti”, con diagnosi principale di asma (ICD9 493) e di bronchiti/polmoniti/influenza (ICD9 466, 480-487). Sono stati esclusi i ricoveri ripetuti entro i 28 giorni. Le serie giornaliere degli inquinanti (PM10, NO2, O3) sono state fornite dalle Agenzie regionali per la protezione dell’Ambiente (ARPA). E’ stato utilizzato un disegno case-crossover con scelta dei giorni di controllo appaiati per anno, mese, e giorno della settimana del ricovero (approccio “time-stratified”). In ogni città le analisi sono state effettuate con modelli di regressione logistica aggiustando per fattori di confondimento tempo-dipendenti; i risultati città specifici sono stati congiunti in una meta-analisi ad effetti casuali. Sono stati considerati diversi lag (0 e 0-1, 2-5, 0-5) scelti a priori per rappresentare effetti immediati, ritardati, e prolungati. L’analisi dell’associazione ricoveri-ozono è stata ristretta al solo semestre “caldo”, definito a priori come quello da aprile a settembre. I risultati sono espressi come incrementi percentuali di ricoveri per 10 µg/m3 di inquinante. Risultati Sono stati inclusi nello studio 22709 ricoveri urgenti (non ripetuti entro i 28 giorni) per bronchiti/polmoniti/influenza e 6087 ricoveri per asma. Gli incrementi di NO2 sono risultati significativamente associati ai ricoveri per asma, con effetti sia immediati (lag 0-1: 3.04%, IC95% 0.28; 5.88), sia ritardati (lag 2-5: 9.15%, IC95% 5.29; 13.16), sia prolungati (lag 0-5: 8,78%; IC95% 4,80; 12,90). Anche un aumento delle concentrazioni di PM10 è risultato associato ad un incremento di ricoveri per asma, con un andamento temporale simile a quello osservato per l’NO2, pur se le stime delle associazioni sono risultate inferiori e non statisticamente significative (Lag 0-1: 1.36%, IC95% -0.52; 3.27. Lag 2-5: 2.92% IC95% -0.83; 6.82. Lag 0-5: 2,37% IC95% -0,26; 5,06). I ricoveri urgenti per bronchiti/polmoniti/influenza sono risultati significativamente associati ad incrementi di PM10 a lag 0-1 (1.04% IC95% 0.13-1.96), mentre associazioni non significative sono state osservate per l’NO2 a lag immediati, ritardati e prolungati. Le associazioni osservate tra NO2 e ricoveri per bronchiti/polmoniti/influenza a lag ritardati e prolungati sono risultate eterogenee, con stime città-specifiche positive ed elevate per le città del Nord Italia. Gli incrementi di ozono (estivo) non sono risultati associati ai ricoveri esaminati. Conclusioni I risultati dello studio evidenziano una associazione tra gli incrementi degli inquinanti PM10 e NO2 ed i ricoveri urgenti in età pediatrica per alcune cause respiratorie. Le stime più elevate si sono osservate per l’associazione tra NO2 e ricoveri per asma bronchiale, analogamente a quanto osservato sulla popolazione di tutte le fasce di et
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