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    Ottimizzazione del trattamento termico di rinvenimento per un acciaio inossidabile supermartensico 16Cr5Ni(Mo) per compressori centrifughi operanti in ambienti sour.

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    Il presente lavoro di tesi si propone l’ottimizzazione dei trattamenti termici di rinvenimento per un acciaio inossidabile supermartensitico 16Cr5Ni(Mo), in questo caso impiegato per la realizzazione di giranti di compressori di grandi dimensioni che lavorano in ambienti caratterizzati dalla presenza di acido solfidrico (ambienti sour), ambienti conducibili per acciai alto resistenziali martensitici a fenomeni di infragilimento da idrogeno e corrosione sotto sforzo (Sulphide Stress Corrosion Cracking). Al fine di mitigare il rischio di rotture, le Norme NACE americane prevedono l’esecuzione di trattamenti termici di rinvenimento doppi che limitino le durezze finali dei componenti, condizioni da rispettare per poter poi commercializzare i prodotti industriali. Tuttavia, malgrado uno stretto controllo delle composizioni chimiche dei prodotti siderurgici in ingresso e l’esecuzione controllata in termini di temperature di rinvenimento e tempi di permanenza, si riscontrano notevoli difficoltà a garantire consistenza dei risultati finali in termini di caratteristiche finali, con notevoli rischi di scarto di costosi componenti finiti. Appare quindi evidente la necessità di comprendere maggiormente l’evoluzione microstrutturale di questa classe di acciai nel corso del rinvenimento dallo stato temprato, al fine di valutare l’influenza delle diverse variabili che possono influenzare la risposta del materiale in temperatura e, di conseguenza, nel corso del raffreddamento finale. Si è quindi condotta una campagna di prove sperimentali partendo da diversi stati di quenching iniziale (tempra in olio e tempra sub-zero a -30 °C) valutando l’evoluzione strutturale a diverse temperature di rinvenimento variabili nell’intervallo 600-700 °C. Lo studio è stato condotto impiegando un simulatore termo meccanico GLEEBLE 3800, in modo da evidenziare dapprima la temperatura di trasformazione martensitica Ms mediante prove diatometriche, per poi rinvenire l’acciaio considerato e valutare sugli stessi provini la variazione delle caratteristiche meccaniche. A tali prove si sono associati studi strutturali condotti prevalentemente mediante Microscopia Elettronica in Transmissione (TEM) e rilievi di composizione chimica semiquantitativa su aree ristrette mediante spettroscopia EDS. Da una prima campagna di prove sperimentali è emersa una notevole complessità dell’evoluzione microstrutturale in rinvenimento, in buona parte conseguente alla conpresenza di fenomeni quali la distensione della matrice martensitica e parziale formazione di austenite di reversione. Proprio quest’ultima rende assai variabile il risultato finale del rinvenimento, poiché la sua potenziale instabilità in raffreddamento comporta il rischio di formazione di martensite vergine con incremento della durezza dell’acciaio. I risultati delle analisi e prove condotte hanno permesso di individuare come causa originaria della variabilità dei risultati finali la presenza o meno di austenite residua nell’acciaio allo stato temprato prima del rinvenimento. Per poter confermare tale indicazione, si è quindi effettuato un confronto con campioni provenienti da una seconda colata industriale avente composizione chimica assai simile alla precedente, ma capace di esibire al termine dei trattamenti termici caratteristiche meccaniche sensibilmente diverse dalla colata precedente e fuori specifiche NACE. Dai risultati ottenuti si è avuto conferma che la diversa risposta ai trattamenti termici poteva di fatto essere spiegata dalla totale assenza di austenite residua nel come temprato, fase invece presente nella colata precedente. La possibilità che colate industriali aventi composizioni chimiche del tutto analoghe potessero poi avere allo stato come temprato presenza o meno di austenite residua è stata tentativamente attribuita a problemi di segregazione di soluto durante processo di solidificazione. Per verifica, si è quindi condotto un trattamento termico molto prolungato a 1200°C per 24 ore per ottenere massima omogeneizzazione strutturale. Di fatto, dopo tale trattamento le due colate esibivano strutture e caratteristiche meccaniche allo stato temprato del tutto sovrapponibili, presupposto per esibire nei trattamenti termici di rinvenimento la stessa evoluzione strutturale e, di conseguenza, le stesse caratteristiche meccaniche finali

    Estudios sobre Jorge Luis Borges

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    Jorge Luis Borges - Las dos maneras de traducir

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    Javier Marías - La traducción como fingimiento y representación

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    Estudios sobre traducción

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    Approfondimento facoltativ

    Jorge Luis Borges - Ficciones

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    Javier Marías - Corazón tan blanco

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    Utilization of Enzymatically Hydrolyzed Soybean Protein and Crystalline Amino Acid Diets by Rats with Exocrine Pancreatic Insufficiency

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    ABSTRACT Exocrine pancreatic-deficient rats (PD) were prepared by cannulation and ligation of the common duct in a way which permitted bile, but not pancreatic juice, to enter the intestine. After surgery the PD rats were fed purified diets containing a high quality nitrogen source in the form of crystalline amino acids (AA), an enzymatic hydrolysate of soybean protein supplemented with essential amino acids (EH) or intact soybean protein with an essential amino acid supplement (SP). PD rats fed SP failed to regain any of their surgically-induced weight loss during the 10-day postoperative period. PD rats fed AA did not resume weight gains until after the sixth postoperative day while those fed diet EH resumed growth by the third postoperative day and grew at a rate which was nearly identical to that observed in sham-operated controls. The three diets afforded almost identical growth rates in weanling rats and in sham-operated rats used as controls for the PD rats. The amino acid compositions of AA and EH were nearly identical. Thus, the better utilization of diet EH in the PD rats was attributed to the fact that approximately 85% of the nitrogen in EH was in the form of oligopeptides. The results indicate that pancreatic enzymes are not required for the terminal stages of protein digestion and suggest that enzymatic-ally hydrolyzed proteins are utilized more efficiently than mixtures of amino acids in the absence of exocrine pancreatic function. J. Nutr. 104: 793-801, 1974 The results of recent studies in man patients with cystinuria and Hartnup dissuggest that the end-product of protein di-ease, two inherited diseases in which the gestion within the intestinal lumen is a mix-absorptive mechanisms for certain dietary ture consisting primarily of oligopeptides essential amino acids in the free form are with lesser amounts of free amino acids greatly impaired, the ability to absorb es-(1, 2). Although the terminal events in-sential amino acids in the form of peptides volved in transporting the peptides into is considered to be important for survival the enterocytes are not fully understood, (9-11). there is direct evidence from human There is now evidence indicating that studies indicating that hydroxyproline pep-defects in amino acid absorption may be tides ( 3 ) and glycylglycine ( 4 ) are taken found in association with other clinical conup from the gut lumen intact and are trans-ditions. Thus, DiMagno et al.1 have shown ported as such to the portal blood. While that there is a marked impairment in the the amount of peptide material actually ability of patients with nontropical sprue entering the portal blood is not large, these to absorb mixtures of essential amino acids, findings do support the contention that Adibì and Allen (12) reported a reduction some peptides are absorbed from the in-jn the rates of essential amino acid absorptestinal lumen intact (5-8)
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