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    Sui contesti politici delle Vite di Giorgio Vasari

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    La dedica «allo illustrissimo et eccellentissimo signore, il signor Cosimo de’ Medici duca di Fiorenza» premessa all’edizione torrentiniana, com’è noto, ritorna identica anche in apertura della giuntina, dove è tuttavia preceduta da un’altra, indirizzata il 9 gennaio 1568 a colui che era ormai diventato «duca diFiorenza e Siena», ma non ancora granduca di Toscana. Il che significa che Giorgio Vasari mancò per poco più di un anno questo decisivo appuntamento politico, che avrebbe senza dubbio celebrato degnamente nella sua opera, anche perché aveva contribuito – perquanto gli competeva – a prepararlo. Lo aveva fatto anzitutto con la matita e con il pennello (nella decorazione di Palazzo vecchio, nella progettazione degli Uffizi e del corridoio che da lui prese il nome, nella ristrutturazione delle chiese secondole nuove norme liturgiche decise a Trento, nei cartoni per gli arazzi, nelle scenografie trionfali delle feste nuziali, nel palazzo e nella chiesa dei cavalieri di Santo Stefano a Pisa, ecc.), ma lo aveva fatto anche con l’Accademia del disegno e soprattutto con le Vite

    La Cultura del Renaixement : homenatge al pare Miquel Batllori /

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    Les pàgines que aquí presentem són el reflexe del tercer cicle de conferències organitzat per la revista Manuscrits, revista d'Història Moderna de la U.A.B. El primer cicle de conferències va estar dedicat a la "Transició del Feudalisme al Capitalisme" i es va publicar en el númèro 4-5 (1987); el segon tingué per tema les "Revoltes i revolucions de l'Europa Moderna" i es va publicar en el número 9 (1991). Aquest darrer cicle ha estat dedicat a "La cultura del Renaixement a Espanya", amb motiu del centenari més silenciós dels que es celebraren a Espanya al 1992: el del naixement de l'humanista valencià Lluís Vives

    I processi inquisitoriali contro Savonarola (1558) e Carnesecchi (1566-1567): una proposta di interpretazione

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