18 research outputs found

    Corporate finance... what else? The case of the productive chain networks in north-east Italy and the scaffolding finance adopted by their leader.

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    The Italian North-East district is a clear evidence of the presence of productive chain networks, in which firms tend to specialize in specific risk management. This generates new approaches in the theory of the firm.We investigate which are the implications for the financial activities of the clusters. The paper presents a methodology to identify firms according to their network role: LF, SF and standing alone firms (SA). Accordingly, empirical evidence about the capital raising activity of LF, SF and SA is reported, deploying the necessity of a new approach in finance, where corporationis no more the focus

    Understanding Factors Associated With Psychomotor Subtypes of Delirium in Older Inpatients With Dementia

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    Il paradosso di Basilea: potenziale di sofferenza del sistema creditizio e gap di crescita del sistema produttivo. Lo sviluppo di sistema di rating integrato per una migliore allocazione del merito di credito. Il caso delle imprese manifatturiere nel Tri-Veneto.

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    L’obiettivo di questo studio è in primis l’elaborazione di un sistema di rating per migliorare l’allocazione del merito creditizio per le piccole e medie imprese. L’incipit arriva dai risultati delle nostre analisi che mostrano come non esista una relazione statisticamente significativa tra la profittabilità di un campione di società italiane del Tri-Veneto, i loro rischi e la loro posizione finanziaria. Pensiamo che questo sia argomento sensibile e importante perchè le piccole e medie imprese del nord-est italiano sono una tra le forze principali della crescita potenziale italiana, creando un indotto che sostiene un quarto del prodotto interno lordo con un quinto della popolazione italiana residente e un terzo delle esportazioni nazionali (Cannari et al., 2011). E’ anche importante tener presente che le piccole e medie imprese sono in genere finanziate da banche regionali di piccole dimensioni, che non sono state tra le cause della crisi finanziaria. Di fatto però, Basilea III le include nelle sue regolamentazioni aggiornate alla data di pubblicazione di questo articolo. Quindi, sarebbe un paradosso, se queste stesse regolamentazioni impattassero negativamente sull’erogazione dei finanziamenti. Visto che la letteratura è inconcludente circa l’impatto economico di queste regolamentazioni sia sulle piccole che sulle grandi imprese, riteniamo l’argomento importante da approfondire. Un risultato importante delle nostre analisi dimostra come, sia nella erogazione del credito che nelle scelte di investimento, il passato conta molto di più dei presupposti futuri e prospettici. Infatti, emerge che il credito concesso alle imprese è indipendente dalle misure di performance e di rischio considerate, ma deriva dalla sistematica replicazione delle scelte di finanziamento operate nel passato. Inoltre, anche le imprese tendono a replicare le scelte di investimento effettuate in passato

    “Corporate Finance…What else?” Il caso dei Network Produttivi nel Nord-Est e della “Scaffolding Finance” Operata dai loro Leader.

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    É ancora possibile adottare l’espressione “corporate finance” (finanza aziendale o d’impresa) in un ambiente economico dove la definizione dei confini d’impresa assume complessità gradualmente maggiori? Probabilmente non più! La natura dell’impresa si sta evolvendo in relazione alle necessità dettate dalla competizione nell’economia moderna. In particolare, la necessità di soddisfare una domanda caratterizzata da bisogni in continua evoluzione ed altamente specifici, unita alla necessità di specializzazione nell’uso dei fattori produttivi, spinge verso un’evoluzione continua dello stesso concetto d’impresa. Barney e Ouchi (1986) riportano una vasta serie di studi e spiegano come certe transazioni siano meglio gestite attraverso forme organizzative intermedie tra mercato e gerarchia. All’interno di tale approccio Coase (1937) sostiene che le grandi corporations si generano unicamente nel caso che queste forme organizzative risultino maggiormente efficienti rispetto al mercato. Negli altri casi è possibile che esista un mercato efficiente oppure che sia necessario l’approccio attraverso forme ibride (c.d. quasi-organizzazioni). Un esempio d forme ibride è il caso di transazioni effettuate all’interno di un mercato che però è regolato da dinamiche tipiche di un clan (si veda Alchian, Demsetz, Hirshleifer, Akerlof e Williamson in Barney e Ouchi, 1986). Le PMI sono un chiaro esempio della manifestazione di queste dinamiche duali (mercato e clan). Le PMI più performanti a livello globale, infatti, competono sempre più sfruttando un assetto coordinato di azioni e strategie all’interno di un network od un cluster (Nkongolo-Bakenda 2002). A volte queste strategie coordinate derivano dalla natura del prodotto venduto (per es. nel caso di catene di imprese); in altri casi, è la tecnologia a fornire il maggior contributo al vantaggio competitivo di un cluster (per es. nei distretti). In entrambi i casi i network di imprese agiscono similmente ad un unico soggetto economico, mentre le relazioni interne allo stesso network sono basate su scambi di mercato assistiti da dinamiche di clan. Questo assetto organizzativo permette ad ogni membro della rete di specializzarsi nelle competenze per cui presenta maggiore efficienza. Il network d’imprese, però, può beneficiare di queste specializzazioni ottimali, se e solo se l’organizzazione delle transazioni al suo interno è quanto più vasta possibile

    Rimozione di cromo da liquami: valutazione dell\u2019upgrading di un depuratore di reflui e rifiuti industriali

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    La Decisione di Esecuzione 2018/1147 prevede un nuovo e pi\uf9 restrittivo limite allo scarico per il cromo, fissato a 0,01-0,3 mg L-1; tale prescrizione, per gli impianti esistenti, dovr\ue0 essere rispettata entro quattro anni dalla sua notifica. Il presente studio si \ue8 prefisso l\u2019obiettivo di valutare, tramite lo svolgimento di Jar Test atti a testare l\u2019attuale efficienza dello stadio di chiariflocculazione, l\u2019upgrading di un impianto di depurazione di reflui e rifiuti industriali, al fine di comprendere se tale intervento possa essere sufficiente per rispettare il futuro limite normativo. Le prove svolte suggeriscono come sia essenziale un intervento di correzione delle tempistiche ad oggi adottate nel trattamento chimico-fisico, passando da 20 a 3 min per la coagulazione e da 7 a 30 min per la flocculazione. Utilizzando i reagenti normalmente impiegati nell\u2019impianto, si \ue8 riscontrato un pH ottimale, per l\u2019abbattimento del metallo, compreso nell\u2019intervallo 8,0-8,5, ed \ue8 stato dimostrato che, aumentando del 50% i dosaggi, non si verificano incrementi significativi delle efficienze di rimozione. L\u2019uso di latte di calce (attualmente non dosato), invece, ha portato ad ottenere risultati migliori a pH maggiori. Gli esiti dei Jar Test hanno inoltre evidenziato come il cromo residuo risulti trovarsi prevalentemente in forma disciolta: su questa \ue8 stato quindi valutato l\u2019effetto del trattamento biologico, la cui efficienza di abbattimento si \ue8 mediamente attestata sul 20%, presentando per\uf2 un importante range di variabilit\ue0. Infine, l\u2019adozione di un eventuale trattamento di affinamento, mediante i reagenti impiegati nell\u2019impianto, ha mostrato un\u2019ulteriore rimozione di cromo disciolto del 16-20% circa. Tutte le soluzioni individuate, tuttavia, non sono sufficienti a garantire un adeguato margine di sicurezza rispetto al nuovo limite; sar\ue0 quindi indispensabile valutare l\u2019implementazione di tecnologie specifiche per la rimozione avanzata del metallo

    Quantitative evaluation of susceptibility effects caused by dental materials in head magnetic resonance imaging

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    This work quantitatively evaluates the effects induced by susceptibility characteristics of materials commonly used in dental practice on the quality of head MR images in a clinical 1.5T device. The proposed evaluation procedure measures the image artifacts induced by susceptibility in MR images by providing an index consistent with the global degradation as perceived by the experts. Susceptibility artifacts were evaluated in a near-clinical setup, using a phantom with susceptibility and geometric characteristics similar to that of a human head. We tested different dentist materials, called PAL Keramit, Ti6Al4V-ELI, Keramit NP, ILOR F, Zirconia and used different clinical MR acquisition sequences, such as "classical" SE and fast, gradient, and diffusion sequences. The evaluation is designed as a matching process between reference and artifacts affected images recording the same scene. The extent of the degradation induced by susceptibility is then measured in terms of similarity with the corresponding reference image. The matching process involves a multimodal registration task and the use an adequate similarity index psychophysically validated, based on correlation coefficient. The proposed analyses are integrated within a computer-supported procedure that interactively guides the users in the different phases of the evaluation method. 2-Dimensional and 3-dimensional indexes are used for each material and each acquisition sequence. From these, we drew a ranking of the materials, averaging the results obtained. Zirconia and ILOR F appear to be the best choice from the susceptibility artefacts point of view, followed, in order, by PAL Keramit, Ti6Al4V-ELI and Keramit NP

    AVALON: The Italian cohort study on real‐life efficacy of hypomethylating agents plus venetoclax in newly diagnosed or relapsed/refractory patients with acute myeloid leukemia

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    Background: Venetoclax in combination with hypomethylating agents (HMA) is revolutionizing the therapy of acute myeloid leukemia (AML). However, evidence on large sets of patients is lacking, especially in relapsed or refractory leukemia. Methods: AVALON is a multicentric cohort study that was conducted in Italy on patients with AML who received venetoclax-based therapies from 2015 to 2020. The study was approved by the ethics committee of the participating institution and was conducted in accordance with the Declaration of Helsinki. The effectiveness and toxicity of venetoclax + HMA in 190 (43 newly diagnosed, 68 refractory, and 79 relapsed) patients with AML are reported here. Results: In the newly diagnosed AML, the overall response rate and survival confirmed the brilliant results demonstrated in VIALE-A. In the relapsed or refractory AML, the combination demonstrated a surprisingly complete remission rate (44.1% in refractory and 39.7% in relapsed evaluable patients) and conferred to treated patients a good expectation of survival. Toxicities were overall manageable, and most incidents occurred in the first 60 days of therapy. Infections were confirmed as the most common nonhematologic adverse event. Conclusions: Real-life data show that the combination of venetoclax and HMA offers an expectation of remission and long-term survival to elderly, newly diagnosed patients, and to relapsed or chemoresistant AML, increasing the chance of cure through a different mechanism of action. The venetoclax + HMA combination is expected to constitute the base for triplet combinations and integration of target therapies. Our data contribute to ameliorate the understanding of venetoclax + HMA effectiveness and toxicities in real life
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