94 research outputs found

    How scary! An analysis of visual communication concerning genetically modified organisms in Italy

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    The 2010 Eurobarometer on life science and biotechnology reveals an overall suspicion of GM foods amongst the public: the 61% of Europeans agree that GM food makes them feel uneasy and a higher proportion, 70%, think that GM food is fundamentally unnatural. In the economics literature many studies investigate the factors that drive public resistance: ethical concerns, low public trust in regulatory institution, risk misperception, absence of perceived benefits and media bias. In particular, public attitudes and risk perception about agricultural biotechnology are proved to be influenced by press media communication.This paper aims at gaining insight into the visual communication to which Italian population is exposed about GMOs, in order to investigate if images could have contributed to shape their negative public perception.A set of 500 images collected through Google search for “GMO” in Italy are classified considering fearful attributes (i.e. alteration of color, shape or size of plants or animals, mention to death or war, presence of DNA double helix or syringe) and an index that accounts for the scary impact of these images is built.Then the relationship between the index and a set of variables that refer to the context in which images appear is estimated. Preliminary results reveal that the order of appearance of images negatively affect index, namely that the first (and most viewed) Google result pages contain the most frightful images. It suggests that Italian population is subject to overstated negative inputs about GMOs. In addition, it emerges that web contents that show positive or neutral GMO attitudes are barely accompanied with objective and balanced visual communication. Implications and future research are then discussed

    Il mercato del mais : primo consuntivo 2013 e prospettive per il 2014

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    Nel 2013 la produzione di mais in Italia \ue8 risultata scarsa per quantit\ue0 e qualit\ue0. Cresce ancora la dipendenza dall'estero. Le prospettive di mercato indicano una possibile lieve crescita dei prezzi alla produzion

    L’evoluzione della produzione e dei consumi di mais : la situazione 2012

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    Nel 2012 la produzione di mais in Italia \ue8 scesa a causa del calo delle rese unitarie. L'Italia paga la mancata introduzione di innovazione e nello specifico di mais GM. Si aggrava ulteriormente il deficit nell'approvvigionament

    Impatto economico sulla filiera mais- zootecnia

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    Il mais negli ultimi anni si \ue8 affermato come una delle principali colture con una superficie che si \ue8 mantenuta a lungo al di sopra di 1,1 milioni di ettari, una produzione media superiore ai 10 milioni di tonnellate, un valore di mercato che nel 2008 \ue8 stato di 1,8 miliardi di euro, ma nelle ultime campagne vi \ue8 stato un calo di produzione contrastato con un crescente ricorso alle importazioni. Di conseguenza il tasso di autoapprovvigionamento, che all\u2019inizio degli anni 2000 era attorno al 97%, \ue8 sceso nelle ultime campagne attorno all\u201980%. La produzione di mais si concentra in 5 regioni che insieme contribuiscono nel 2008 a fornire circa il 90% del valore di mercato di questo prodotto, mentre l\u2019importanza del mais \ue8 legata essenzialmente al suo ruolo di attivatore della filiera zootecnica La ricaduta complessiva sul sistema mais-zootecnia \ue8 strettamente collegata alla dimensione dell\u2019infestazione della diabrotica. Le ricadute sarebbero particolarmente gravi per le aziende che impiegano nell\u2019alimentazione animale il prodotto aziendale e che si dovrebbero approvvigionare a prezzi di mercato anzich\ue9 al costo opportunit\ue0 del prodotto aziendale, con ci\uf2 perdendo ogni competitivit\ue0 nel confronto con le importazioni. Appare deficitaria la strategia di gestione del rischio e quella di contrasto alla diffusione della diabrotica. L\u2019ennesima emergenza mais ripropone l\u2019opportunit\ue0 di creare una rete di aziende campione rappresentative delle diverse situazioni e condizioni produttive, necessaria per monitorare i risultati economici derivanti da differenti scelte gestionali e conseguenti a shock \u201cesogeni\u201d che con sempre pi\uf9 frequenza si manifestano

    Quali politiche per l'agricoltura europea?

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    I risultati di recenti indagini dell\u2019EuroBarometro sono rassicuranti riguardo all\u2019immagine e alla sostenibilit\ue0 finanziaria della PAC presso l\u2019opinione pubblica: sembrano cadere o vengono ridimensionate le preoccupazioni riguardo alla giustificazione della stessa esistenza della PAC, almeno a livello di contribuenti/ consumatori. E\u2019 possibile tuttavia sostenere che l\u2019attuale impianto risponda in modo efficiente agli obiettivi vecchi e nuovi della PAC. sia adeguato nel contesto della globalizzazione dei mercati, sia in grado di incentivare processi virtuosi di adattamento/ innovazione al fine di garantire la competitivit\ue0 attuale e futura? Non bisogna comunque tralasciare il fatto che l\u2019attuale va a sostegno della produzione agricola e quindi della sovranit\ue0 alimentare, intesa come capacit\ue0 di controllare e gestire efficacemente un settore strategico per i cittadini e di poter giocare un ruolo internazionale indipendente. La sovranit\ue0 alimentare \ue8 stata sostanzialmente raggiunta attraverso l\u2019incremento della produttivit\ue0 dell\u2019agricoltura europea, ma una volta conseguito l\u2019obiettivo si \ue8 messo in discussione il mezzo, equivocando spesso tra produzione e produttivit\ue0. Se, pure in un contesto di crescenti usi alternativi (es. agro-energie), la crescita della produzione pu\uf2 non costituire un obiettivo primario, l\u2019incremento della produttivit\ue0 dei fattori rimane necessario, tenuto conto dei suoi riflessi sui costi, quindi sulla competitivit\ue0, e della responsabilit\ue0 etica nell\u2019utilizzo di fattori limitati (acqua in particolare)

    Alimentazione e sviluppo economico

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    La crescita nella domanda mondiale di alimenti si sta spostando verso i paesi emergenti e sta cambiando nella sua composizione con rilevanti effetti sulle produzioni agricole. Tale cambiamento infatti non \ue8 guidato solo dall\u2019incremento della popolazione, ma anche dall\u2019affermazione dei ceti medi in questi paesi. Nei paesi sviluppati, invece, la domanda di alimenti \ue8 stagnante, ma si sta indirizzando verso nuovi prodotti e/o nuove modalit\ue0 di consumo, mentre si va affermando anche un impiego non alimentare delle produzioni agricole. Nel corso del 2008 l\u2019economia globale \ue8 entrata nella pi\uf9 grande recessione degli ultimi settanta anni, catalizzata dalla crisi finanziaria, che ha comportato anche una situazione di crisi alimentare. \uc8 aumentato il numero delle persone affamate o malnutrite, in particolare nei paesi pi\uf9 poveri, ma anche in quelli sviluppati sono riemersi problemi quasi dimenticati di sicurezza alimentare per la fasce pi\uf9 indigenti della popolazione. Il mondo \ue8 cos\uec richiamato a reinterrogarsi sulle prospettive di sostenibilit\ue0 alimentare nel medio-lungo periodo alla luce di quanto accaduto nel recente passato: ci\uf2 che \ue8 certo \ue8 che la produzione agricola mondiale deve aumentare in modo significativo, cosa e come produrre rimane oggetto di discussione. Una visione realistica deve comunque essere consapevole che la frontiera della produzione pu\uf2 essere allargata o sfruttando nuove risorse di superficie o migliorando le tecnologie impiegate alla ricerca di una produttivit\ue0 maggiore e pi\uf9 sicura di fattori produttivi limitati

    Impatto economico sulla filiera mais-zootecnia

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    Il mais negli ultimi anni si \ue8 affermato come una delle principali colture con una superficie che si \ue8 mantenuta a lungo al di sopra di 1,1 milioni di ettari, una produzione media superiore ai 10 milioni di tonnellate, un valore di mercato che nel 2008 \ue8 stato di 1,8 miliardi di euro, ma nelle ultime campagne vi \ue8 stato un calo di produzione contrastato con un crescente ricorso alle importazioni. Di conseguenza il tasso di autoapprovvigionamento, che all\u2019inizio degli anni 2000 era attorno al 97%, \ue8 sceso nelle ultime campagne attorno all\u201980%. La produzione di mais si concentra in 5 regioni che insieme contribuiscono nel 2008 a fornire circa il 90% del valore di mercato di questo prodotto, mentre l\u2019importanza del mais \ue8 legata essenzialmente al suo ruolo di attivatore della filiera zootecnica La ricaduta complessiva sul sistema mais-zootecnia \ue8 strettamente collegata alla dimensione dell\u2019infestazione della diabrotica. Le ricadute sarebbero particolarmente gravi per le aziende che impiegano nell\u2019alimentazione animale il prodotto aziendale e che si dovrebbero approvvigionare a prezzi di mercato anzich\ue9 al costo opportunit\ue0 del prodotto aziendale, con ci\uf2 perdendo ogni competitivit\ue0 nel confronto con le importazioni. Appare deficitaria la strategia di gestione del rischio e quella di contrasto alla diffusione della diabrotica. L\u2019ennesima emergenza mais ripropone l\u2019opportunit\ue0 di creare una rete di aziende campione rappresentative delle diverse situazioni e condizioni produttive, necessaria per monitorare i risultati economici derivanti da differenti scelte gestionali e conseguenti a shock \u201cesogeni\u201d che con sempre pi\uf9 frequenza si manifestano

    Does the future of a farm depend on its neighbourhood? Evidence on intra-family succession among fruit and vegetable farms in Italy

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    The transfer of farm activity over time occurs through different pathways, among which the more frequent is intra-family farm succession. Thus, better information on farm succession determinants is crucial for understanding farm succession and informing appropriate sectoral policies. To date, substantial research has focused on the effect of farm, farmer and potential heir features on farm succession, while the role played by socio-economic conditions around a farm has been relatively less examined. Building on previous contributions, the present paper considers farm succession as the opposite of labour migration out of the agricultural sector. Thus, the effect of the labour market and surrounding conditions (LMSC) around a farm on its succession probability is explored. The aim of this paper is therefore to explore whether and to what extent the inclusion of LMSC variables may contribute to a better understanding of farm succession. Using data from a sample of 266 fruit and vegetable farms (gathered for informative purposes by a producers\u2019 organization consortium), empirical evidence that LMSC variables play an important role in explaining the succession probability in these types of farms is provided. Specifically, the results show that (i) including LMSC variables in a farm succession analysis increases the explanatory power and robustness of the model estimates; (ii) LMSC variables have a non-linear effect on succession; and (iii) some explanatory variables (farmer education and farm age, specialization and dimension) are significant across various specifications, while other variables (farmer age, territorial location and distance of a farm from its producer organization) change their sign and/or significance when LMSC variables are included in the model. As a consequence, our findings suggest that LMSC variables should be included in farm succession and labour market analysis to provide a better estimate of farm succession probability

    Home bias in consumption : A comparison between wine and beer

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    This paper investigates the determinants of home bias in consumption in the beer and wine markets across 15 \u2018old\u2019 member states of the European Union (EU) during the period 2000-2009. Two main results are obtained using a theory-driven gravity equation . Firstly, the home bias in beer consumption is several orders of magnitude higher than that of wine. Secondly, and interestingly, consumer preferences seem to be driving the home bias in the wine sector. In contrast, the home bias in beer is widely attributable to the home market effect, namely firms tend to localize near the consumers in order to minimize the high trade costs associated with beer exports

    ÂżCartografĂ­a antigua o CartografĂ­a histĂłrica?

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    Los términos relacionados con la Historia de la Cartografía necesitan ser revisados, a tenor de las confusiones y ambigüedades que se vienen produciendo. Muchas publicaciones o catálogos de mapas utilizan el término cartografía histórica para definir su contenido, cuando debería utilizarse la expresión cartografía antigua, y la traducción literal de algunas expresiones tomadas de otros idiomas, arroja resultados poco afortunados. Las nuevas tecnologías han provocado un desarrollo y una difusión inusitados de la Cartografía, y su empuje afecta a la cartografía antigua. Los principales archivos y bibliotecas publican sus fondos con gran resolución y sus documentos pueden ser analizados con herramientas más ágiles y amigables, pero no abundan los estudios teóricos sobre su naturaleza u objetivos, ni existen propuestas para reformular las definiciones básicas vinculadas a la Historia de la Cartografía. Desde estas líneas se pretende analizar y debatir el vocabulario que afecta a esta disciplina, facilitando la tarea de aquellos que se acercan a los mapas antiguos
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